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IL MERCATO DEI FATTORI DI PRODUZIONE

Approcci alla teoria della distribuzione. Distribuzione funzionale: spiega la natura e l'origine delle categorie di reddito collegandole alle funzioni economiche svolte da coloro che le ottengono.Distribuzione personale: determina l'entit

Gabriel
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IL MERCATO DEI FATTORI DI PRODUZIONE

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Presentation Transcript


    1. IL MERCATO DEI FATTORI DI PRODUZIONE

    2. Approcci alla teoria della distribuzione Distribuzione funzionale: spiega la natura e lorigine delle categorie di reddito collegandole alle funzioni economiche svolte da coloro che le ottengono. Distribuzione personale: determina lentit dei redditi complessivi percepiti dai vari agenti economici a prescindere dalla funzione svolta nel processo produttivo. Approccio marginalista (neoclassico): un approccio funzionale; i redditi sono pari al prezzo (o remunerazione) per i servizi resi dai singoli fattori di produzione moltiplicato per il numero di unit del fattore impiegate. Le remunerazioni dipendono dalla solita regola marginalista. Quindi la distribuzione determinata interamente nella sfera dello scambio come semplice applicazione della teoria dei prezzi.

    3. I fattori di produzione I fattori di produzione (o input) sono necessari per produrre beni e servizi. Anchessi sono scambiati sul mercato in base alla rispettiva domanda ed offerta. La domanda dei fattori viene dalle imprese, lofferta dalle famiglie (proprietarie dei fattori di produzione). Si noti che la domanda per un input una domanda derivata. Essa deriva infatti dalla decisione dellimpresa di produrre un certo bene o servizio. Cosa determina la quantit che viene scambiata (cio acquistata dalle imprese) di ciascun fattore? Cosa determina il prezzo (detto, in questo caso, remunerazione)?

    4. Premessa: le imprese acquistino i servizi - non la propriet (la schiavit stata abolita!) - dei fattori produttivi. Ipotizziamo che limpresa sia PC sia nel mercato del prodotto finale che in quello degli input (questa seconda ipotesi cruciale per considerare limpresa price-taker anche sul mercato dei fattori). Per perseguire lobiettivo della massimizzazione del profitto limpresa deve acquistare fattori in modo razionale, cio seguendo la solita regola marginalista. Il punto di partenza la relazione tra quantit di input e quantit di output, cio la funzione di produzione. Il prodotto marginale di un input lincremento di output che si ottiene impiegando ununit addizionale di quellinput, a parit di tutti gli altri fattori. Per esempio, nel caso dellinput lavoro il prodotto marginale del lavoro : PML = ?Q /?L

    5. La domanda di lavoro (1) Per il principio del prodotto marginale decrescente, anche PML diminuisce al crescere del numero di lavoratori (o del numero di ore di lavoro) utilizzati dallimpresa. Per massimizzare i profitti limpresa considera se e quanto profitto ricava dallutilizzazione di ciascun lavoratore (o di ciascuna ora di lavoro) addizionale. Limpresa non interessata solo a quanto produce il lavoratore marginale, ma anche (anzi, soprattutto!) a quanto vale ci che tale lavoratore produce. Deve quindi tenere conto anche del prezzo del prodotto finale. Serve pertanto una misura monetaria, il valore del prodotto marginale, pari al prodotto tra PML ed il prezzo di mercato del bene finale: VPML = P ? PML VPML non altro che la domanda di lavoro dellimpresa.

    7. La domanda di lavoro (2)

    8. La domanda di lavoro (3) Per massimizzare il profitto limpresa segue la regola marginalista in tutte le sue decisioni. Quindi assume lavoratori fino a che il beneficio marginale (cio VPML) che ottiene da un lavoratore in pi uguaglia il costo marginale (cio il salario che deve pagare a tale lavoratore). La regola di scelta ottimale del fattore lavoro quindi: impiegare L* t.c. VPML = w. Il salario dato al livello stabilito dal mercato (limpresa wage-taker), quindi la curva di domanda di lavoro - cio linsieme delle coppie (L*,w) scelte dallimpresa - coincide con la curva VPML. E lo stesso ragionamento della curva di offerta dellimpresa PC. Questo dimostra che la domanda di lavoro deriva dallobiettivo dellimpresa di massimizzare il profitto.

    9. La scelta ottimale del fattore lavoro

    10. La scelta di quante ore lavorare La scelta tra lacquisto di due beni, il denaro e il tempo libero. Aumentare il consumo di tempo libero significa lavorare di meno e quindi avere meno denaro. Il prezzo rilevante il salario w (= costo opportunit del tempo libero), mentre il denaro ha prezzo pari ad 1 (un euro vale un euro!). La pendenza del vincolo di bilancio dunque : w/1. Al crescere del salario, si ha un effetto sostituzione (= cresce il prezzo del tempo libero, quindi ne consumo meno, lavorando di pi) e un effetto reddito (= sono pi ricco e quindi consumo pi tempo libero, lavorando di meno). Se leffetto sostituzione prevale, lavoro di pi. Se leffetto reddito prevale, lavoro di meno. N.B.: il secondo non un caso alla Giffen perch il tempo libero un bene normale (cio con effetto reddito positivo).

    12. Come si costruisce la linea di bilancio nel caso dellofferta di lavoro? N* = ore disponibili per lavoro e tempo libero N = ore di lavoro; TL = ore di tempo libero TL = N* N ovvero: N = N* TL Il vincolo di bilancio BC : Y = wN (ovvio! la definizione di reddito) = wN + wN* wN* = w (N* N) + wN* = wTL + wN* wN* il termine noto, w la pendenza Nel nostro esempio: w = 50 ; N* = 100 quindi il vincolo di bilancio : Y = 50 TL + 5000

    15. Lequilibrio sul mercato del lavoro Lofferta e la domanda di lavoro di mercato (ottenute per aggregazione cio somma di quelle individuali) determinano il livello di equilibrio del salario e delloccupazione. Quindi la massimizzazione del profitto da parte delle imprese garantisce che allequilibrio il salario sar sempre pari a VPML. In pratica, i lavoratori ricevono un salario pari esattamente al valore di ci che producono. Questo vale per tutti i fattori produttivi, la cui remunerazione di equilibrio sar sempre pari al valore del loro prodotto marginale. Ma allora, possiamo concludere che se le imprese sono PC, ciascun fattore ottiene sul mercato la giusta remunerazione giusta = pari al valore del suo contributo marginale al processo produttivo. Questo risultato, da cui segue che non esiste sfruttamento (p.e. del lavoro), il cardine della teoria neoclassica della distribuzione. La teoria data al 1890 circa; Das Kapital di Marx del 1867 ? un caso?

    17. Statica comparata: spostamenti dellofferta e della domanda di lavoro Possibili cause di spostamento della domanda Ld: Variazioni nel prezzo del prodotto. Cambiamento tecnologico. Variazioni nellofferta di altri fattori. Possibili cause di spostamento dellofferta Ls: Cambiamento delle preferenze nella scelta tra lavoro e tempo libero. Nuove opportunit in altri mercati del lavoro. Immigrazione.

    18. Un aumento dellofferta di lavoro

    19. Un aumento della domanda di lavoro

    20. Salario nominale e reale Distinguiamo tra salario nominale, w, e salario reale, w/P. Il salario reale una misura del potere di acquisto del reddito dei lavoratori, cio della loro capacit di comprare beni e servizi. N.b.: P non pi il prezzo del bene prodotto dallimpresa, ma lindice generale dei prezzi (concetto macroeconomico ? vedi) Gli agenti razionali (imprese e lavoratori) non considerano il salario nominale, ma quello reale. Le imprese, come abbiamo visto, usano il prezzo del loro prodotto P; mentre i lavoratori usano invece lindice generale P Esempio: se w raddoppia, ma anche P raddoppia, il lavoratore pi ricco o pi povero in termini di potere dacquisto? Illusione monetaria: fenomeno per cui gli agenti (specie i lavoratori) basano le loro decisioni sulle grandezze nominali invece che su quelle reali. Il salario fissato nei contratti di lavoro quello nominale, ma la negoziazione del salario considera quello reale (in genere atteso, cio data laspettativa sul livello futuro di P).

    21. Gli altri fattori di produzione: terra e capitale Le imprese acquistano sul mercato i servizi dei beni capitale o del fattore terra. In entrambi i casi vale lo stesso meccanismo del mercato del lavoro ? la teoria neoclassica unica per tutti i fattori! Il capitale linsieme delle attrezzature e delle strutture utilizzate per la produzione. Esso rappresenta il frutto dellaccumulazione di beni prodotti nel passato che vengono usati nel presente per produrre nuovi beni e servizi. Il capitale il ponte che lega tra loro processi economici che si svolgono in momenti diversi del tempo. Con il termine terra intendiamo tutti i fattori ad offerta fissa (o quasi fissa), cio tutti quelli la cui offerta non dipende, almeno nel breve periodo, dalle decisioni degli agenti economici (come, appunto, la terra vera e propria, ma anche un brevetto un caso di terra). Lofferta del fattore terra quindi tipicamente o perfettamente verticale o comunque poco elastica. in particolare nel breve periodo. E quindi il tipico fattore che gode di rendita o quasi-rendita.

    22. Vari tipi di rendita Rendita: differenza tra reddito percepito da un fattore produttivo e costo opportunit del suo impiego. Esiste ogni volta che lofferta del fattore non perfettamente elastica. Essa dipende dal fatto che unit successive del fattore vengono offerte sul mercato ad un prezzo crescente. Nel caso di offerta rigida (= verticale), tutta la remunerazione del fattore rendita. Quasi-rendita (= surplus del produttore, PS) ? quando fenomeno di breve periodo Rendita differenziale: remunerazione addizionale ottenuta dalle unit pi efficienti di un fattore (= aventi un minore costo opportunit) rispetto a quelle meno efficienti. La sua esistenza dipende dalla legge del prezzo unico: al prezzo necessario per acquistare le unit meno efficienti, quelle pi efficienti ottengono un surplus. La rendita differenziale pu essere intensiva (= deriva dalla PM decrescente di un fattore variabile, a parit di dotazione degli altri fattori) oppure estensiva (= deriva dalla diversa efficienza delle unit successive di un certo fattore) Esempio: dato un certo terreno per coltivazione, aumentare le ore di lavoro su quel terreno d luogo a rendita intensiva sulle prime, e pi produttive, ore di lavoro; mettere a coltura terreni diversi, aventi qualit via via minore, d luogo a rendita estensiva a favore dei primi terreni. Rendita assoluta: remunerazione addizionale ottenuta a causa della limitazione dellofferta (= offerta verticale) rispetto alla domanda di un certo fattore. La sua esistenza ed entit dipende quindi dallintensit della domanda.

    24. Profitto e rendita Che relazione esiste tra profitto e rendita? In un mercato PC il profitto puro, o extra-profitto, pu esistere solo nel breve periodo. E quindi un caso di quasi-rendita, che pu avere due spiegazioni: Deriva dalla capacit dellimpresa di innovare oppure di produrre a costo pi basso delle rivali; tale capacit viene per rapidamente imitata dalle imprese esistenti o entranti nel mercato; nel lungo periodo ? si annulla. Oppure deriva da un aumento della domanda; esso dura finch il numero di imprese operanti sul mercato (e quindi lofferta totale del prodotto) dato; lingresso di nuove imprese annulla ? nel lungo periodo. In un mercato non-PC (p.e. monopolio) lextra-profitto pu esistere anche nel lungo periodo a causa delle barriere allentrata che impediscono laumento dellofferta. In questo caso si pu parlare di vera e proprio rendita, nel senso di extra-remunerazione legata alla limitazione dellofferta (= del numero delle imprese) A rigore, per, dato che la rendita legata alla propriet di uno specifico fattore ad offerta fissa o quasi fissa, mentre il profitto legato alla propriet dellimpresa, pi corretto tenere separati i due concetti.

    25. Affitto ed acquisto di un fattore Per i fattori capitale e terra importante distinguere tra: prezzo di acquisto: ci che si paga per entrare in possesso definitivo di un certo input del tipo capitale o terra. prezzo di affitto: ci che si paga per usufruire dei servizi di quello stesso input per un periodo limitato di tempo. Nel caso del lavoro la distinzione meno importante perch il lavoro non pu mai essere acquistato (salvo appunto la schiavit!) Come detto, nella nostra teoria le imprese affittano i soli servizi (non la propriet) del capitale e della terra, per cui le rispettive remunerazioni (dette appunto prezzi di affitto) saranno determinate come quella del lavoro: remunerazione del fattore = VPM di quel fattore Anche la terra ed il capitale ricevono quindi un corrispettivo pari al rispettivo VPM. N.b.: non stiamo dicendo che le imprese non acquistano mai i fattori capitale e terra, ma solo che, anche quando lo fanno, analizziamo la loro decisione come se affittassero il fattore per un tempo molto lungo (potenzialmente infinito).

    26. I mercati di terra e capitale

    27. Il nesso tra i fattori Finora abbiamo studiato i fattori isolatamente (cio in base alla clausola ceteris paribus). In realt gli input sono usati tutti assieme, quindi il prodotto marginale di ciascun fattore dipende dalla quantit disponibile degli altri fattori. Per esempio, una variazione nellofferta di mercato di un certo fattore modifica anche la remunerazione di equilibrio di tutti gli altri fattori. Questo perch 1. cambia lequilibrio sul mercato del fattore la cui offerta mutata; 2. quindi varia la quantit acquistata dalle imprese di quel fattore; 3. quindi varia anche il prodotto marginale ed il rispettivo VPM degli altri fattori; 4. quindi varia anche la remunerazione degli altri fattori.

    28. Monopsonio nel mercato del lavoro Monopsonio: mercato in cui esiste un solo compratore e molti venditori. P.e. alcuni mercati del lavoro hanno tale caratteristica (piloti di aereo, ingegneri automobilistici, prof. universitari, ecc.) Lanalisi analoga a quella del monopolio. La curva di domanda coincide con la curva del beneficio marginale che limpresa ottiene assumendo lavoratori, ovvero la curva VPML. La curva di offerta di lavoro quella usuale, cio crescente. Essa rappresenta anche il costo unitario (o medio) del lavoro per limpresa. Sopra tale curva troviamo la curva del costo (o spesa) marginale dellimpresa che assume lavoratori. Come nel monopolio, infatti, per assumere un lavoratore in pi limpresa deve offrire un salario pi elevato, ma tale salario deve essere pagato anche a tutti i lavoratori gi assunti. Questo fa s che il costo marginale dellassumere un lavoratore in pi sia sempre superiore al costo unitario. La quantit ottima di lavoratori per limpresa si trova, al solito, quando il costo marginale uguaglia il beneficio marginale, cio nel punto E, ma il salario di monopsonio si legge sulla curva di offerta, cio nel punto M. Lequilibrio in M caratterizzato da una quantit ed un salario minori rispetto allequilibrio nel caso di mercato perfettamente concorrenziale (punto C).

    30. Monopolio bilaterale Monopolio bilaterale: mercato in cui esistono un unico compratore ed un unico venditore. Un esempio un mercato del lavoro in cui si fronteggiano un unico compratore (= associazione delle imprese) ed un unico venditore (= sindacato unico). Combiniamo lanalisi del monopolio e quella del monopsonio. Il sindacato monopolista si comporta come una qualsiasi impresa monopolista e quindi massimizza la propria utilit uguagliando il proprio costo marginale (= offerta di lavoro) ed il proprio ricavo marginale (inferiore alla domanda di lavoro). Il sindacato monopolista vorrebbe vendere una quantit di lavoro Ls al prezzo Ws (punto S); lassociazione delle imprese monopsonista vorrebbe acquistare Lm pagando Wm (punto M). Lequilibrio dunque indeterminato: il salario sar compreso tra Wm e Ws e la quantit di lavoro tra Lm ed Ls. Dove esattamente si colloca lequilibrio? La risposta dipende dalla forza contrattuale delle due parti. Se prevale la forza del sindacato, ecco che il salario sar pi vicino a Ws e quindi strutturalmente superiore al salario di equilibrio Wc ? esister sempre disoccupazione

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