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Lezioni di teoria della letteratura Critica francese a.a.2010-2011

Lezioni di teoria della letteratura Critica francese a.a.2010-2011. I lezione Raccolta dati. II lezione 11.10.2010. Diacronia di una definizione: “fiction” secondo Pierre Daniel Huet, La Lettre à M. de Segrais sur l’origine des romans (1670)

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Lezioni di teoria della letteratura Critica francese a.a.2010-2011

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Presentation Transcript


  1. Lezioni di teoria della letteraturaCritica francesea.a.2010-2011 I lezione Raccolta dati

  2. II lezione11.10.2010 • Diacronia di una definizione: • “fiction” secondo Pierre Daniel Huet, La Lettre à M. de Segrais sur l’origine des romans (1670) • e secondo Denis Diderot, Eloge de Richardson, (1761)

  3. Lezione 3 (13.1010) • T.Todorov, Théorie de la littérature, • Seuil, “Essais”, 2001 • -meriti e limiti del formalismo • -l’oggetto della “scienza letteraria” • -il concetto di funzione • -il rapporto linguistica-letteratura (=letterarietà) • -la percettibilità della forma • -la nozione di “procedimento” nella composizione dell’intreccio • -il concetto di “evoluzione” • -il rapporto “evoluzione” “storia letteraria” • “evoluzione” e “influenza” • “l’evoluzione letteraria come “dialettico succedersi delle forme” • -

  4. Segue (B. Ejchembaum,La teoria del metodo formale)approfondimenti su • .la nozione di “funzione” • .il ruolo della percezione edello “straniamento” • .la “letterarietà” • .il procedimento • .l’evoluzione delle forme e la loro “dinamica”

  5. B.TOMACHEVSKI, THEMATIQUE(FABULA E INTRECCIO) • .la scelta del tema e sue caratteristiche: • -interesse, attuale, e tale da destare l’attenzione del lettore • .l’importanza del ruolo del “lettore” • .attualità e tradizione • .la fabula e l’intreccio (fable et sujet) • .i “motivi” e la loro distribuzione • .motivi legati e liberi • .motivi dinamici e statici • .i vari tipi di “narratore” • .la “struttura dell’intreccio” e la sua dimensione spazio-temporale

  6. collegamenti • 1. Su motivi legati e liberi cf. • R. Barthes, Introduction à l’analyse structurale du récit in “Communications”, 8, 1966 • 2. Sulle “categorie” del racconto letterario, cf. Tv. Todorov, Le récit littéraire, ibidem.

  7. segue • .su la “fabula” cf. Propp, Morphologie du conte, • .su vari tipi di intreccio, cf. Todorov, Poétique de la prose

  8. segue • Le riformulazioni dello schema proppiano: il “processus” di C. Brémond , Logique derécit, poi riprese anche da Greimas in Sémantique structurale , Sémiotique et sciences sociales. Cf. anche di Greimas, Dictionnairede la théorie du langage, 1979.

  9. Segue lezioni fino al 17- 10- 2010 • Per una critica allo Strutturalismo, cf. G.Genette, Figures I, da pp. 142-sgg.(ediz. Italiana) • Le proposte di Genette: utilizzare lo strutturalismo per indagare le letterature minori ecc., ibidem, p. 146; far convivere lo strutturalismo e l’ermeneutica in modo complementare; riprendere la retorica classica e il rinnovamento della critica letteraria. • I limiti di tali strumenti: mancanza di una dimensione temporale, ossia la consapevolezza che ogni “sistema” formale è sottoposto ad evoluzione (ibidem). • I meriti del Formalismo: aver messo in luce il concetto di mutamento e di funzione (p. 154). • Il cambiamento di valore delle forme da un’epoca all’altra (cf. il “grottesco). • La “letterarietà” si coniuga necessariamente ai processi di cambiamento culturale che sottintendono al cambiamento delle “forme”. • Le oscillazioni di Genette tra Figures 1 e Figures III, cf. pp. 74- sgg., allorché tenta di modificare la rigidità del termine “récit” inserendolo nell’atto della narrazione. • La tripartizione che Genette propone a questo fine: storia, racconto, narrazione. • Il compito del Discorso narrativo” quale studio dei rapporti tra racconto/storia, racconto/narrazione; storia/narrazione. • In particolare, là dove Genette affronta i “Modes du récit” (Figures III, p. 209)introduce i ruolo del lettore, quale arbitro della ricezione del racconto, a seconda della distanza e della prospettiva della narrazione. • Il ruolo del narratore come “personaggio dell’azione” o come “assente dall’azione”. Il punto di vista della narrazione.

  10. segue • Da T. Todorov, Les genres du discours, pp. 13-sgg. • La nozione di letteratura e l’esistenza della letteratura • Le caratteristiche della letteratura e della finzione • La letteratura come sistema • La possibilità di ritrovare “sistemi” in altri linguaggi, diversi dal “letterario” • La sconfitta di una definizione di letteratura che si basi unicamente sulla funzionalità e sul suo essere sistema • La necessità di introdurre un’altra nozione che corregge il termine e il concetto di “testo” , ossia il termine “discorso” • La molteplicità dei discorsi possibili e la loro codificazione • Discorsi e generi • Quali sono le proprietà del testo (o discorso, qualunque esso sia): l’aspetto pragmatico • Il recupero della prospettiva diacronica allorché si affronta il “discorso” e la questione relativa ai “generi de discorso” • L’origine dei discorsi • I generi dei discorsi: il caso del “racconto fantastico” (pp. 57-59).

  11. segue • 1. Da R. Barthes, Essais critiques, “De l’oeuvre au texte” • Dalla nozione di “discorso” a quella di “testo plurale”(p. 75). • Il testo come “plaisir et jouissance” (cf. su questo punto anche Le plaisir du texte, vedi dopo. • Il testo è uno spazio “sociale” (vedi su questo p.to S/Z)). • 2, Da R. Barthes, Le plaisir du texte, 1973 • (cf. da p. 10 a p. 30) • Plaisir et jouissance du texte • Il ruolo del testo • Come valutare un testo • Come deve essere uno scrittore • La scrittura ad lta voce (p. 105)

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