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Prof. Simone Olianti

TRA CRISI PERSONALE E CRISI COMUNITARIA. Stagnazione o fecondità?. Prof. Simone Olianti. “Un giovane monaco domandava a un anziano: ‘perché mi invade la paura quando vado nel deserto?’ E l’anziano: ‘perché tu non scorgi Dio con te”. Da un apoftegma dei Padri del Deserto.

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Presentation Transcript


  1. TRA CRISI PERSONALE E CRISI COMUNITARIA Stagnazione o fecondità? Prof. Simone Olianti

  2. “Un giovane monaco domandava a un anziano: ‘perché mi invade la paura quando vado nel deserto?’ E l’anziano: ‘perché tu non scorgi Dio con te”. Da un apoftegma dei Padri del Deserto

  3. “Se alcuni sono dominati dalle cattive abitudini precedenti, eppure possono insegnare puramente a parole, lasciate che insegnino… Perché forse, svergognati dai propri detti cominceranno infine a mettere in pratica ciò che insegnano” Giovanni Climaco, La Scala del Paradiso, gradino n.26

  4. “La nave è ormai in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette al megafono del comandante non è più la rotta ma ciò che mangeremo domani” S. Kierkegaard, dal Diario

  5. “All’inizio mi pareva una cosa stranissima che le letture che più mi avevano aiutato a fidarmi di ciò che avveniva in psicoterapia fossero favole che parlavano di maghi e sciamani, rabbi chassidici, monaci del deserto e maestri zen. L’educazione più appropriata non me l’avevano data i prodotti della scienza e della ragione, ma quelli della poesia e del mito”. SheldonKopp ( in: Guru, metafore di uno psicoterapeuta, 1971).

  6. “Ogni spina ha la sua rosa” Una bambina di 6anni

  7. “Sopravvissi non so come alla notte. Entrai nel giorno” Emily Dickinson

  8. “Chi sa vedersi così com’è è più grande di chi resuscita i morti” Isacco il Siro

  9. “Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi causati dal vecchio modo di pensare” (A. Einstein). • Troppo spesso, di fronte a un problema, si ha la tendenza a cercare la spiegazione piuttosto che la “soluzione”

  10. La differenza tra il perché e il come. • “Come quando ci si perde in un labirinto. Non ha senso chiedersi quando, da dove, perché si è entrati. La cosa migliore è cercare rapidamente una via d’uscita”(R.Bandler) • Non si devono aspettare occasioni ma crearle, poiché il miglior modo per prevedere il futuro è inventarlo.

  11. “Viviamo in un’epoca di passioni tristi,untempo cioè nel quale le difficoltà della vita più che una fatica sono diventate una malattia,perché ogni risposta appare insufficiente e incapace sicché la crisi non è più solo un tempo difficile,ma tutta la vita appare come una crisi, una condizione permanente di difficoltà senza soluzione e senza senso.Essi di fronte al dilagare delle passioni tristi intendono proporre una prassi governata dalle passioni gioiose” (Benasayag-Schmit,2004,15)

  12. L’uomo moderno, ipertecnologico e superassicurato, è sempre più succube di un nemico subdolo e invasivo: la sua paura. Paura di soffrire.Paura di morire. PAURA DI VIVERE. L’ansia e la depressione mietono sempre più vittime, anche fra i bambini e i giovani. Crisi di speranza…crisi di fiducia e di senso

  13. L’uomo è roso da tre grandi angosce: • La paura della distruzione davanti alla morte. • La disperazione davanti all’assurdo, il non senso della vita. • La tristezza dell’isolamento. Karlfried Graf Durckheim

  14. Affidarsi a Dio 2 piste: Aprirsi all’altro

  15. “ Alcune delle cose peggiori della mia vita…non sono mai capitate”. Mark Twain

  16. “Agape è figlia di Apatheia” Evagrio Pontico

  17. “ L’angoscia è una forza che spinge i mistici ad una più profonda intimità con Dio. Invece di lasciarsi bloccare dalla tristezza o invadere dalla collera, essi usano questa energia per approfondire la ricerca di Dio” Jean Vanier (Abbracciamo la nostra umanità, p.10)

  18. DEPRESSIONE • SPERANZA • DISPERAZIONE • INTIMITA’ CON DIO

  19. “ L’inferno è il dolore di non essere più capaci di amare” Dostoevskij “Ho trovato il significato della mia vita nell’aiutare gli altri a trovare nella loro vita un significato”. V. Frankl

  20. “Nessuno sviluppa la propria personalità perché qualcuno gli ha detto che sarebbe utile o consigliabile farlo. La natura non si è mai lasciata vincere da consigli bene intenzionati. Solo una forza che agisce causalmente mette in moto la natura, anche quella umana. Senza che vi sia una necessità, nulla si modifica, meno che mai la personalità umana. Solo il bisogno più acuto è capace di smuoverla”. C.G. JUNG

  21. “Un solo capello turba l’occhio e una piccola preoccupazione fa scomparire l’hesychia. Hesychiaè infatti deposizione dei pensieri e rifiuto anche delle preoccupazioni ragionevoli. Chi ha veramente raggiunto l’hesychia non si preoccupa neppure della propria carne: perché non mente colui che ha promesso”. (Giovanni Climaco, La Scala del Paradiso,XXVII grad.,52s)

  22. LE CRISI DELLA VITA: DAL SENSO DI FALLIMENTO ALL’ESPERIENZA DELLA GRAZIA • Nei momenti difficili siamo messi alla prova. Viene alla luce quello che abbiamo nel cuore (Deut.8,1-16). Siamo tentati d’incredulità e d’idolatria. • Recitando il sal.146 ho letto: “Il Signore rialza chi è caduto”. Accanto al verso del salmo, una chiosa a lapis:” Poteva non farlo cadere!”

  23. Perché Dio permette che io cada? Quale senso si nasconde dentro la crisi? • La crisi ci spinge oltre. Ad andare oltre. Ci rimette in cammino. • Occorre che qualcuno ci aiuti a disvelarela presenza di Dio nei fatti della nostra vita. Dov’è Dio in quel fatto? Cosa c’entra con la crisi del mio lavoro o del mio matrimonio? • Dov’è Dio quando piango o bestemmio la vita?

  24. La fede non dà la sicurezza dell’evidenza, ma la certezza della speranza. • La speranza che Dio agisce nell’oscurità. Quando non vedi e non speri più. Perché devi andare oltre, non fermarti alle sicurezze che ti farebbero sedere, accomodare, non camminare più. • La crisi ti spinge a camminare. Ma occorre un pane che ti dia forza e sostegno: la sua grazia.

  25. Se hai il coraggio di vedere al buio, di camminare anche se è notte, puoi percepire, prima flebilmente, poi con fiducia sempre più grande che Dio è presente, che è sempre stato presente, più intimo a te di quanto tu lo sia a te stesso.

  26. INCONTRARE DIO NEL DESERTO DELLA VITA LA CRISI: TEMPO DI IDOLATRIA O DI NUOVE OPPORTUNITA’ “Nel deserto si acquista quello sguardo che ferisce d’amore lo Sposo divino e la cui purezza permette di vedere Dio” San Bruno, al suo amico Rauld il Verde

  27. Perché INCONTRARE Dio nel deserto? Il deserto è scomodo,nel deserto non c’è niente: il deserto scarnifica, è vuoto, non puoi attaccarti a nulla. • Atterraggio! Consapevolezza. Via la maschera! Nel deserto non valgono le “medaglie”, i conti in banca, i titoli (dott., prof.,ing., mons.) • Nel deserto sperimentiamo la nostra finitudine e vulnerabilità: si ha sete, si ha caldo, si ha freddo, si ha paura…

  28. “PERCIO’ LA ATTIRERO’ A ME, LA CONDURR0’ NEL DESERTO, E PARLERO’ AL SUO CUORE” Osea 2,16

  29. L’Esodo come paradigma del cambiamento • Il Dio biblico, come emerge da una lettura attenta della Torah,non è un genitore iperprotettivo e nevrotico: vuole che cresciamo, che camminiamo, che impariamo ad amare e a vivere nella giustizia. • Tutti i momenti di vera liberazione non portano alla terra promessa ma nel deserto. Nel deserto non si vive, ci si transita…per40 anni o 40 giorni.

  30. 40 indica un tempo necessario per ricevere un insegnamento. Si impara solo camminando, mettendosi in cammino oltre le nostre sicurezze, al di là di ciò che ci è familiare. • Se si vuole crescere e imparare non è possibile rimanere dove siamo. • Il disagio, la fatica, la scomodità sono i segni che stiamo affrontando il nuovo e il cambiamento.

  31. “ La maggior parte delle persone crede che l’istinto più forte sia quello di sopravvivenza, ma non è così. L’istinto più forte è quello di aggrapparsi a ciò che è familiare” V. SATIR • Quando si ha voglia di crescere si deve andare nella direzione del fastidio e del distacco. Laddove ci accarezzano e basta, non ci fanno crescere. • L’ESODO è il momento in cui il popolo d’Israele viene fatto uscire dall’Egitto. Il popolo nel deserto è guidato da Dio: di giorno da una nube; di notte da una colonna di fuoco. • Nel deserto il popolo deve camminare verso una meta incomprensibile, non familiare, non spontaneo.

  32. Oltre il mito della spontaneità, il deserto conduce alla autenticità di sé e della propria vita. • Non si puo fare solo ciò che si vuole, perché nel deserto non si puo scegliere ciò che ci piace o non ci piace. • Nel deserto non si sta, si cammina. Ma il popolo si lamenta, mormora contro Dio e contro Mosè: manca l’acqua, il cibo (Es.15-16); si incontrano nemici interni ed esterni (Es.17-18) • Il popolo si lamenta mentre cammina verso la terra promessa…le crisi accadono e ci servono per dire: fermati e accorgiti, dove stai andando? Cosa hai dimenticato? Cosa desidera davvero il tuo cuore?

  33. “ Camminando si apre cammino”Proverbio brasiliano • La strada si apre solo camminando. Se stai seduto vedi le cose da un’unica prospettiva. Tutto ciò che oggi ci meraviglia, ieri era considerato impossibile. • Prova a camminare su strade nuove e credute impossibili. Solo così la strada si apre. • Tutte le cose importanti della Bibbia accadono nel deserto, dove non si può vivere, ma lì si nasce. • Il deserto è luogo di tentazioni, di demoni, di purificazione. Si impara a purificare gli occhi per accorgersi che Dio c’è nella nostra vita e fa nuove tutte le cose. Si purifica il cuore dagli idoli per fare spazio all’amore:” Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.

  34. “Se l’inverno dicesse: ho la primavera nel cuore, Chi gli crederebbe?” Gibran

  35. “Vuoi guarire la ferita del tuo cuore?Prenditi cura degli altri, la tua ferita si rimarginerà presto • Camminare rafforza la speranza • La speranza è la capacità che l’uomo, e solo l’uomo,ha di lasciarsi condizionare dal proprio futuro. La speranza è la manna che ci fa andare avanti di giorno in giorno, perché soltanto l’oggi ci è dato da vivere. • Abramo e Ulisse: gli scontenti viaggiano verso il passato, gli uomini di speranza viaggiano verso il futuro. • Come coltivare la speranza? Prenditi cura dell’oggi; dell’altro, della natura, degli animali e dei fiori…

  36. “Quando vivo un fallimento il mio io che si dava tante arie per come tutto gli riusciva bene viene annientato. I mistici parlano di morte dell’io. Chi fallisce sperimenta abbastanza spesso la morte dell’io senza aver bisogno di esercitarsi nell’abbandono dell’io con la meditazione e con l’ascesi. Egli viene privato dell’io e della sua sicurezza. Non gli resta più nulla. E in questo nulla egli intuisce Dio in maniera nuova.

  37. Il nulla lo conduce a Dio. Quando non resta più nulla su cui poter costruire scopre Dio come il vero fondamento della sua vita. Egli non riesce più a edificare qualcosa sulla sua professione, sulla fiducia che la relazione funziona… Proprio in essa, però, Dio si manifesta come il vero fuoco che fa bruciare il roveto! (…). Proprio il fallimento, in quanto rottura di tutte le nostre illusioni e sicurezze, può introdurci nel mistero dell’amore divino.

  38. Vuoto, nulla fallimento: sono questi per i mistici i presupposti per una vera esperienza di Dio. Naturalmente il fallimento non conduce a Dio in maniera automatica. Può essere una chance solamente per chi si lascia denudare da ogni cosa e si arrende a Dio nella sua impotenza e nella sua nudità. Proprio nel suo fallimento Dio può allora sorgere come Colui che nel suo figlio

  39. Gesù Cristo è disceso nella nostra nullità, come colui che sulla croce si è annientato per noi. Una volta che l’uomo vecchio è stato annientato nel fallimento siamo aperti a Cristo che vuole abitare in noi e condurci al nostro vero io”. (GRUN A.- ROBBEN M. , Come vincere nelle sconfitte,2003,pp151-153)

  40. “ chi ha un perché vivere, può accettare quasi ogni come” V.Frankl Nel deserto sperimentiamo la nostra finitudine e vulnerabilità. Per vivere la CRISI come opportunità è fondamentale: • Non fuggire la crisi, ma viverla, attraversandola. • Accettare i propri limiti, senza farsi limitare. • Essere buoni con se stessi, senza essere indulgenti. • Diventare consapevoli per poter scegliere. • Aprirsi alla speranza, come convinzione di potercela fare.

  41. “Ogni vita merita un romanzo: anche nelle più piccole cose si nasconde qualcosa di cui meravigliarsi” E. Polster

  42. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità • RICONOSCERE LA PROPRIA INSODDISFAZIONE E INQUIETUDINE “Fecistinos ad Te, Domine, etinquietum est cor nostrum, donecrequiescat in Te” (S Agostino)

  43. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità • ASCOLTARE LE PROPRIE DOMANDE “ La maggior parte dei problemi non deriva dalle risposte che ci diamo,ma dalle domande che ci poniamo” I. Kant “ Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre”. JosteinGaardner

  44. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 3. ORIENTARSI: TROVARE UN SENSO ALLA VITA…QUI ED ORA “ Ho trovato il significato della mia vita nell’aiutare gli altri a trovare un significato alla loro” V. Frankl

  45. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 4. DISTINGUERE IL BISOGNO DAL DESIDERIO “Se desideri ottenere ciò che desideri, hai bisogno di liberarti dal bisogno” R. Bandler “ Il difficile della vita non è ottenere ciò che si desidera,ma continuare a desiderare ciò che si è ottenuto” K. Hepburn

  46. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 5. SCENDERE IN PROFONDITA’…PER STUPIRSI DELLA VITA “ Di meraviglia in meraviglia, l’esistenza si schiude” Lao tze Scendere con la mente nel cuore. Non restare ad un livello superficiale. Dall’esterno dell’ego narcisista all’interno del sé autentico.

  47. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 6. ABBRACCIARE LA NOSTRA UMANITA’ L’arte d’essere pienamente umani “Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo. Amiamo molto meno di quanto si possa amare. E così siamo molto meno di ciò che siamo”. R.D. Laing “ Per me la vita è il dono che Dio vi ha fatto. Il modo in cui la vivete è il dono che voi fate a Dio. Fate in modo che sia un dono fantastico” Leo Buscaglia “ Il modo migliore di amare la vita è amare molte cose” Van Gogh

  48. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 7. ACCETTARE IL RISCHIO DI AMARE “ La porta della felicità si apre solo verso l’esterno. Chi tenta di forzarla verso l’interno, la chiude ancora di più” S. Kierkegaard Scegliere l’amore. L’amore che dura richiede più volontà che sentimento. Rimuovere gli ostacoli che impediscono di amare. S. Bernardo: De diligendoDeo. Amare se stessi attraverso Dio; è l’amore di Dio il fondamento dell’amore per me stesso.

  49. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 8. SCEGLIERE DI COSTRUIRE LEGAMI E PONTI “ Amare è prendersi cura del destino dell’altro” E. Levinas “Se mi addomestichi, poi dovrai prenderti cura di me” dice la volpe al Piccolo Principe “ C’è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore. L’unica sopravvivenza e l’unico significato” Thornton Wilder Abitare la solitudine per aprire il cuore e dilatare la mente

  50. 10 PASSAGGIverso la luce e l’autenticità 9. INTEGRARE LA PARTE NON AMATA DI SE’ Accettare l’ombra. Riconoscere e confessare le proprie paure. Esse hanno origine nell’inconscio: paura di essere inutili, rifiutati, abbandonati. Paura d’invecchiare,di soffrire, di morire. Paura del nulla, dell’inferno. Paura perfino di dio.

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