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Teoria di Freud

Teoria di Freud. La psicoanalisi.

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Teoria di Freud

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Presentation Transcript


  1. Teoria di Freud

  2. La psicoanalisi Il termine psicoanalisi compare per la prima volta nel 1896 in uno scritto di Freud “L’eredità e l’eziologia della nevrosi” e si sostituisce ad una serie di altri termini come analisi psichica o analisi ipnotica usati da Freud per definire un insieme di accorgimenti terapeutici rivolti al trattamento di disturbi psichici.

  3. Sigmund Freud“archeologo della mente” Freud nacque a Friburgo,in Moravia nel 1856 e all’età di 4 anni la sua famiglia si trasferì a Vienna dove Freud visse fino all’età di 80 anni. Si laureò in medicina ma essendo il primo di 8 figli a causa di disagi economici familiari dovette lasciare da parte la sua ambizione di diventare un ricercatore ed avviare l’attività di medico.

  4. “Un uomo che è stato il preferito indiscusso di sua madre mantiene per tutta la vita la sensazione di essere il conquistatore, quella fiducia nel successo che a volte porta al successo reale”

  5. Inizi • Nel 1885 Freud era uno sconosciuto che lavorava come medico presso l’ospedale medico di Vienna e si occupava di patologie di origine neurologica come l’isteria ed altri disturbi mentali. Aveva scelto di occuparsi delle malattie psichiche poichè solo pochi medici se ne occupavano e si guadagnava bene. • All’epoca la medicina era terribilmente arretrata nella cura di queste malattie. Si usavano metodi crudeli come la segregazione o l’incatenazione. Ai quei tempi i medici sostenevano che l’isteria e le nevrosi fossero causate da danni al sistema nervoso o da lesioni al cervello. Freud condivideva inizialmente questa visione fin quando non andò a Parigi nel 1885 per approfondire i suoi studi e conobbe Jean Martin Charcot.

  6. L’Ipnosi • Charcot stava sperimentando un nuovo metodo di cura dell’isteria mediante l’ipnosi. • I pazienti affetti da isteria sottoposti ad ipnosi non manifestavano durante il trattamento i sintomi del loro disturbo differentemente da quelli affetti da epilessia che non obbedivano all’induzione ipnotica. • Questa esperienza segnò Freud il quale decise di dedicare la sua vita allo studio della Psiche umana. • Gli esperimenti di Charcot su pazienti sottoposti all’ipnosi rivelarono il legame tra alcune malattie e la mente. Grazie agli esperimenti di Charcot Freud comprese che le nevrosi potevano avere una natura psichica non solo organica.

  7. Crisi della ipnosi • Charcot era convinto che nei recessi della mente ci fossero dei pensieri, delle convinzioni che si manifestavano fisicamente nei sintomi dell’isteria. Questa malattia non aveva solo cause fisiche ma mentali. Il medico francese sosteneva che ci fosse una parte nascosta della mente una sorta di seconda mente che verrà rielaborata da Freud e trasformata nel concetto di inconscio. • Nel 1886 tornato da Parigi Freud aprì uno studio privato a Vienna con risultati molto modesti. • Freud cercò di utilizzare il metodo appreso da Charcot ma l’ipnosi nella cura dell’isteria diede risultati scadenti. L’ipnosi come le altre tecniche allora in uso (magnetoterapia, elettroterapia,cure termali) non dava risultati soddisfacenti.

  8. L'ipnotismo svela delle forze e fa intravedere un mondo nel quale Freud immette le sue sonde intellettuali. “quale poteva essere la ragione - si chiede Freud - per la quale i pazienti avevano dimenticato tanti fatti della loro vita interiore ed esteriore e potevano invece ricordarli, quando si applicava loro la tecnica sopra descritta?”

  9. L'osservazione dei malati trattati dava una risposta a siffatto interrogativo: “Tutte le cose dimenticate avevano avuto, per un qualche motivo, un carattere penoso per il soggetto, in quanto erano state considerate temibili, dolorose, vergognose per le aspirazioni della sua personalità”. E “per rendere di nuovo cosciente ciò che era stato dimenticato, era necessario vincere nel paziente una resistenza mediante una continua opera di esortazione e di incoraggiamento”. Più tardi, Freud si accorgerà che tale resistenza dovrà essere vinta diversamente (attraverso la tecnica della “associazione libera”), ma intanto era sorta la teoria della rimozione. In ogni essere umano operano tendenze, forze o pulsioni che spesso entrano in conflitto. La nevrosi si ha quando l'Io cosciente blocca l'impulso e ad esso nega l'accesso “alla coscienza e alla scarica diretta”: una resistenza “rimuove” l'impulso nella parte “inconscia” della psiche.

  10. La rievocazione • L’ipnosi poteva solo far emergere alla coscienza gli eventi traumatici, di cui la paziente non era consapevole, ma non portava mai alla guarigione del disturbo che al risveglio dalla situazione ipnotica si ripresentava identico. • Fu l’esperienza clinica di un suo collega, J. Breuer, che fece fare grandi passi in avanti a Freud. • Breuer gli raccontò il caso di una sua paziente curata con un metodo inusuale la rievocazione degli eventi traumatici. La paziente affetta da isteria manifestava contratture, paralisi, problemi di vista e di linguaggio. • Breuer iniziò a vederla quotidianamente per farsi descrivere i sintomi e si rese conto di un fatto straordinario: quando la paziente parlava dell’origine di un sintomo il sintomo stesso scompariva è dunque il paziente che deve rievocare liberamente il proprio vissuto.

  11. Metodo Catartico • Questa scoperta sarà la base di tutta la psicoterapia. Freud iniziò ad utilizzare il metodo della rievocazione chiamato catartico. • Parlava con i pazienti dei loro sintomi cercando di capire quando e come erano nati. Attraverso la sua esperienza clinica si rese conto che l’isteria nei suoi pazienti era nata durante l’infanzia in corrispondenza di traumi connessi alla sfera sessuale. • Il sesso era il fattore scatenante sia in luogo di traumi sessuali che di fantasie sessuali infantili represse o vissute in modo colpevole. (complesso di Edipo e transfert)

  12. Transfert • Inizialmente Freud si è reso conto che le pazienti sviluppavano un profondo legame affettivo quasi amoroso nei suoi riguardi. • Freud teorizzò che questo tipo di legame non era altro che la proiezione sul terapeuta dei sentimenti che i pazienti nutrivano verso i loro genitori. Nacque così il concetto di transfert.

  13. Il Trauma • Dal greco “ferita”, “lacerazione”, nella teoria psicanalitica elaborata da Freud si riferisce all’intensità di un evento a cui il soggetto non è in grado di rispondere in modo adeguato.

  14. Trauma definito da Freud • “ L’espressione “traumatico” non ha altro senso se non questo, economico. Con essa noi designiamo un’esperienza che nei limiti di un breve lasso di tempo apporta alla vita psichica un incremento di stimoli talmente forte che la sua che la sua liquidazione o elaborazione nel modo usuale non riesce, donde è giocoforza che ne discendano disturbi permanenti nell’economia energetica della psiche” (1915-1917)

  15. “Io ho trovato il mio tiranno e non conosco limiti nel servirlo. Il mio tiranno è la psicologia” . Per molti anni lavorò nell’isolamento, ignorato da medici e scienziati, fino al 1909 quando lo psicologo Hall lo invitò ad un’importante iniziativa in America. Freud inizio a ricevere riconoscimenti non solo dalla psichiatria e dalle scienze sociali ma anche dalla letteratura e dalla scienze dell’educazione. Continuò tutta la vita a scrivere fino all’arrivo dei nazisti in Austria nel 1937 che lo costrinsero a rifugiarsi in Inghilterra dove morì nel 1939.

  16. I modelli dell’apparato psichico Approccio dinamico Principio di piacere – Principio di realtà Approccio strutturale Es - Io - SuperIo Approccio topografico Conscio – Preconscio – Inconscio

  17. Principi • Principio di piacere: l’energia viene scaricata senza indugio. L’organismo lotta per ottenere una riduzione diretta e immediata della tensione, che fa diminuire il dolore e produce piacere (es. la fame porta a mangiare, il bisogno di succhiare porta a succhiarsi il dito). • Principio di realtà: l’apparato mentale esamina la realtà e valuta varie azioni possibili da intraprendere prima di permettere all’energia di scaricarsi.

  18. Da dove viene questa energia psichica? Freud la descrive come “una sorta di economia dell’energia nervosa” che può essere chiamata: energia psichica, energia pulsionale, libido, tensione L’energia nervosa si accumula e può essere distribuita, scaricata, come l’energia fisica, non si distrugge ma si trasforma in angoscia e viene traslocata in una struttura fisica che causa un sintomo come la paralisi, si trasforma in un pensiero ossessivo e cosi via…

  19. Cos’è una pulsione La pulsione è una rappresentazione psicologica innata di una fonte interna di eccitazione Freud (1920) classifico le pulsioni in: Pulsione di vita (Eros) Pulsione di morte (Thanatos) Le energia che caratterizza tale pulsione è definita LIBIDO

  20. APPROCCIO TOPOGRAFICO Ciascuno di noi è una luna e ha una faccia in ombra che non mostra mai a nessuno… Mark Twain

  21. LA PRIMA TOPICA. • La psiche è dunque una realtà complessa che viene divisa da Freud in un primo tempo in tre zone o luoghi che definiscono la prima topica (dal greco topoi, luoghi) descritta nel cap. 7° della Interpretazione dei sogni. Essi sono il conscio, il preconscio e l’inconscio.

  22. CONSCIO CENSURA INCONSCIO RIMOSSO

  23. L’approcciotopografico Si riferisce a pensieri e sentimenti che sono repressi e per questo sconosciuti. Questo materiale non è in grado di aprirsi un varco alla coscienza se non in particolari condizioni. Inconscio Può diventare conscio in quanto non è ostacolato in maniera attiva dalla coscienza. È più vicino al conscio che all’inconscio. Preconscio È sinonimo di quanto una persona è consapevole in quel momento. È uno “stato quanto mai fuggevole” poiché i pensieri possono rapidamente passare dal preconscio al conscio. Conscio

  24. CONSCIO – INCONSCIO- CENSURA • L'uomo ha una serie di pensieri, emozioni, desideri di cui è consapevole: è questa la parte manifesta della psiche che Freud chiama conscio. • L'inconscio è la realtà abissale primaria, sede delle pulsioni primitive e dei desideri istintuali per i quali la coscienza rimarrebbe profondamente turbata. • Alla parte della psiche che reprime tali contenuti nell'inconscio e non li fa venire a galla, risparmiando così alla coscienza dei grandi turbamenti, Freud dà il nome di censura.

  25. LA SECONDA TOPICA • Nell’opera L’Io e l’Esdel 1923, Freud individua tre istanze dell’apparato psichico che non chiama più conscio, preconscio e inconscio come aveva fatto nella prima topica, ma Io, Es e Super Io.Attenzione : non corrispondono alle tre componenti della prima topica! • Freud riprende il termine Es, pronome neutro nella lingua tedesca, da un libro di Georg Groddeck, il quale scrisse appunto un’opera intitolata Il libro dell’Es(1923), per indicare il "serbatoio" dell’energia psichica, l’insieme delle espressioni dinamiche inconsce delle pulsioni, le quali sono in parte ereditarie ed innate e in parte rimosse e acquisite.

  26. IO S U P E R – I O ES

  27. Istanze della personalitàArchitettura della mente Sono tre componenti della psiche che obbediscono a leggi di funzionamento diverse

  28. ES L’ Es è l’istanza basilare e più primitiva, rappresenta i fondamenti biologici elementari della personalità. L’Es è la “parte oscura, inaccessibile della nostra personalità un caos, un crogiuolo di eccitamenti ribollenti” (Freud, 1932). Essa è la fonte delle energie istintive e obbedisce solo al principio del piacere, sua unica meta è la soddisfazione e l’evitamento del dolore. Questa istanza psichica è la prima a svilupparsi nel bambino.

  29. L’Es continua ad operare per tutta la nostra vita soprattutto nei nostri sogni notturni ma anche nei sogni ad occhi aperti, nell’immaginazione e nei comportamenti impulsivi L’Es è chiamato: Il bambino viziato della personalità!!!

  30. IO L’Io è l’istanza razionale e realistica funziona a livello conscio Lo sviluppo dell’ Io trae origine dall’incapacità dell’Es di produrre costantemente l’oggetto desiderato esso funziona secondo il principio di realtà e tende ad evitare punizioni o danni. Compare nella seconda infanzia.

  31. All’inizio c’è l’Es che fa le sue richieste che non sempre però vengono soddisfatte: Il bambino impara che c’è una differenza tra le immagini e la realtà, fra il sé e il mondo esterno L’Io è la strada maestra verso il mondo reale

  32. L’Io è al servizio di tre maestri tirannici: • Es • Super Io • Mondo esterno L’Io deve fare da mediatore tra mondo interno e mondo esterno

  33. Meccanismi di difesa L’Io affronta i problemi in modo realistico quando non può difendersi dall’angoscia con metodi razionali, impiega mezzi illusori, i meccanismi di difesa che hanno l’obiettivo di tutelare l’equilibrio psichico. Questi meccanismi sono messi in atto da tutte le persone e non solo dai nevrotici e divengono un tratto psicologico. Tutti i meccanismi di difesa hanno due caratteristiche in comune: 1.negano, falsificano o deformano la realtà 2.operano fuori della consapevolezza del soggetto, cioè nell’inconscio.

  34. I meccanismi di difesa sono funzioni dell’Io destinate a proteggere la persona dalle richieste istintuali dell’Es. I meccanismi di difesa si formano nel corso dell’infanzia quando si presenta una minaccia proveniente dal mondo interno e più raramente dalla realtà esterna. Il soggetto utilizza strategie appropriate funzionali all’ evitamento dell’ansia. Diventano patologici quando le difese sono troppo rigide, inefficaci, non variegate, compromettendo la flessibilità, l’armonia e l’adattamento del funzionamento mentale.

  35. Meccanismi di difesa Negazione: è il più primitivo, consiste nel rifiutarsi di credere all’esistenza di qualcosa di inaccettabile. Può essere presente anche in soggetti affetti da malattie gravi o letali, nei disturbi del comportamento alimentare, nelle tossicodipendenze e nei tentativi di suicidio Rimozione: è molto elementare e consiste nel rimuovere nell’inconscio idee e tensioni penose. In effetti tale meccanismo le mette in ombra, non le cancella del tutto e un contenuto rimosso può essere spostato su un contenuto simbolicamente appropriato. Ad es. un figlio che ha rimosso sentimenti ostili verso il padre potrà esprimere tali sentimenti verso altri simboli dell’autorità. .

  36. Proiezione: tale meccanismo permette di attribuire ad un altro un istinto inaccettabile e che non vogliamo riconoscere come nostro. Ad es. “sono andato male a scuola perché gli insegnanti sono stupidi”. La paura di una punizione che viene dall’esterno è più accettabile e meno pericolosa rispetto a quella del proprio Super Io. Formazione reattiva: l’Io maschera emozioni inaccettabili con il suo opposto. Ad es. l’odio sostituito con l’amore. Regressione: l’individuo attraverso questo meccanismo torna ad un livello di sviluppo precedente. La regressione può essere determinata da disillusioni, momenti di difficoltà, sentimenti spiacevoli (ansia, colpa, depressione, frustrazione), eventi di natura fisica (malattia, affaticamento). Sublimazione: l’energia pulsionale viene utilizzata in attività socialmente accettate. La creatività artistica e intellettuale è un classico e tradizionale esempio di sublimazione. E un processo normale e non patologico, considerato come l’unico meccanismo difensivo realmente «riuscito» poiché va a costituire tratti di personalità assolutamente sani e integrati.

  37. SUPER-IO Il Super-io è l’ultima istanza a svilupparsi e segue le leggi della morale e dell’etica; esiste solo nella specie umana. Si forma quando il bambino risolve il suo complesso edipico e sviluppa la sia identificazione con i propri genitori Si sviluppa dopo i 3-4 anni

  38. DI COSA ABBIAMO PARLATO • PRINCIPIO DI PIACERE E PRINCIPIO DI REALTA’ • ISTANZE DELLA PERSONALITA’ • APPROCCIO TOPOGRAFICO

  39. Approccio stadiale Freud sullo sviluppo umano sostiene che: i primissimi anni di vita sono i più importanti per la formazione della personalità. Lo sviluppo è segnato da quattro stadi distinti e da un periodo di latenza. Ogni stadio è definito nei termini della parte del corpo su cui sono centrate le pulsioni. Il passaggio da uno stadio all’altro stadio è biologicamente determinato.

  40. Stadio orale (0-1) Le esperienze orali rappresentano per il bambino il piacere e l’odio per il mondo Il piacere viene dalle soddisfazioni delle pulsioni orali: succhiare,masticare, mordere gratificano Il bambino può sperimentare il dolore se vi è frustrazione e angoscia. Ad esempio se l’oggetto preferito non è presente nel momento in cui lo desidera Oppure quando la mamma interrompe l’allattamento notturno oppure al passaggio dal seno al biberon e alla tazza Per fronteggiare le frustrazioni il bambino sviluppa modalità proprie Freud sostiene che il modo in cui il bambino si sviluppa durante lo stadio orale pone le fondamenta per la sua personalità di adulto.

  41. Stadio anale (1-3) Gli interessi si spostano da uno stadio orale ad uno stadio anale Anche questo stadio può provocare soddisfazione oppure frustrazione Es.il vasino, l’eccessiva richiesta della pulizia L’adulto può diventare, sporco, disordinato, avaro Oppure Eccessivamente pulito, ordinato, controllato

  42. Stadio fallico (3-5) Il principale interesse per il bambino è rappresentato dal possesso del fallo e per la bambina dalla sua assenza “Complesso di Edipo” L’angoscia si supera con l’identificazione e l’interiorizzazione nel genitore dello stesso sesso

  43. LATENZA (5 –pubertà) Il bambino dirige le sue attenzioni alle attività scolastiche e ai giochi con altri pari Si sviluppano abilità cognitive, si assimilano i valori culturali L’Energia sessuale viene incanalata verso interessi sociali

  44. Stadio genitale (adolescenza) Gli impulsi sessuali ricompaiono con vigore e sono diretti verso la sessualità adulta. L’amore è altruistico e si struttura un IO forte che gli permette di affrontare il mondo adulto

  45. Fasi dello sviluppo psicosessuale

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