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Donne, salute e sicurezza Roma, 24 settembre 2008 Valentina Cardinali

Donne, salute e sicurezza Roma, 24 settembre 2008 Valentina Cardinali. I dati Cosa fare… La prospettiva di genere nella SSL Alcuni riferimenti. … le donne. … la specificità di genere. Le differenze sono di due ordini:

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Donne, salute e sicurezza Roma, 24 settembre 2008 Valentina Cardinali

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  1. Donne, salute e sicurezza Roma, 24 settembre 2008 Valentina Cardinali

  2. I dati Cosa fare… La prospettiva di genere nella SSL Alcuni riferimenti

  3. … le donne

  4. … la specificità di genere Le differenze sono di due ordini: BIOLOGICHE (sessuali) specialmente dal punto di vista dell’apparato riproduttivo e le sue funzioni (in particolare endocrino)‏ SOCIO-AMBIENTALI (gender), dal punto di vista della sua percezione e dell’ambiente sociale circostante (fattori “contestuali”) dovuti alla “segregazione” “verticale” e “orizzontale”. • ESISTE UNA SPECIFICITA’ DI GENERE IN RELAZIONE A SALUTE E SICUREZZA… • Uno dei primi studi sui telegrafisti e telefonisti (1884) osserva che “il crampo” del telegrafista colpisce particolarmente le donne che “hanno un temperamento più nervoso, e porta ad insonnia, vertigini, melanconia, perdita di memoria......, e persino pazzia”. • La attribuzione di particolare “suscettibilità” alle donne e agli immigrati degli anni 1920 per la malattie “nervose” da lavoro è un tipico errore nel ragionamento epidemiologico: • Le donne e gli immigrati (compresi gli ebrei russi) sono entrati in massa in quel periodo nel mercato del lavoro delle comunicazioni e industria, e hanno per la prima volta sviluppato la patologia “nuova” (da stress, da movimenti ripetitivi della mano ecc.) osservata in larga scala. • E’ come dire che “i lavoratori maschi in edilizia sono più suscettibili agli infortuni delle donne”. • (Figà Talamanca)‏ Nuova classificazione OMS (ICF) sulla disabilità considera i fattori ambientali che segnano il passaggio da invalido/handicap a persona diversamenteabile perché ciascuno in particolare momento della vita, in relazione ad un certo contesto può essere in condizione di disabilità

  5. I dati Infortuni sul lavoroin Europa

  6. I dati Infortuni sul lavoro in Europa per paese - 2006 Eurostat

  7. STATI MEMBRI Maschi Femmine TOTALE UE - 15 3.043.602 938.914 3.983.881 UE - Euro Area 2.747.094 801.884 3.550.134 Belgio 57.777 14.715 72.541 Danimarca (*)‏ 45.453 27.436 73.097 Germania 708.348 204.692 913.902 Grecia 25.121 4.621 29.742 Spagna 616.789 163.644 780.433 Francia 506.920 178.936 685.856 Irlanda (*)‏ 18.611 6.914 25.614 Italia 444.344 119.822 564.166 Lussemburgo 7.408 1.452 8.860 Paesi Bassi (*)‏ 119.169 46.297 165.466 Austria 68.612 16.889 85.501 Portogallo 127.143 27.796 155.093 Finlandia 46.852 16.107 62.959 Svezia (*)‏ 27.374 19.972 47.346 Regno Unito (*)‏ 223.681 89.621 313.305 I dati Infortuni sul lavoro in Europa per paese e genere - 2006 Eurostat

  8. I dati Infortuni sul lavoro delle donne in Europa – incidenza % per paese 2006 Eurostat

  9. I dati 1996-2006 Infortuni sul lavoro in Europa per settore economico - trend Eurostat

  10. ATTIVITA' ECONOMICA Maschi Femmine TOTALE TOTALE 3.043.602 938.914 3.983.881 Agricoltura 182.138 50.047 232.224 Totale Industria Manifatturiera 830.814 141.872 972.793  Elettricità, Gas e Acqua 18.772 1.716 20.488 Costruzioni 716.996 10.681 727.820 Commercio 343.220 155.610 498.887 Alberghi e Ristorazione 98.826 98.345 197.174 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 276.699 40.139 316.866 Intermediazione Finanziaria e Attività Immobiliari 220.717 92.630 313.560 I dati Infortuni sul lavoro per settore economico e genere Europa 2006 Eurostat

  11. I dati Infortuni sul lavoro in Europa per settore economico– incidenza di genere 2006 Eurostat

  12. I dati Infortuni mortali in Europa

  13. ATTIVITA' ECONOMICA Maschi Femmine TOTALE % donne con incidenti mortali sul totale Agricoltura 483 31 514 6,0 Totale Industria Manifatturiera 698 28 726 3,9 Elettricità, Gas e Acqua 38 1 39 2,6 Costruzioni 1.050 4 1.054 0,4 Commercio 289 31 320 9,7 Alberghi e Ristoranti 47 15 62 24,2 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 633 21 654 3,2 Intermediazione Finanziaria e Attività Immobiliari 255 21 276 7,6 I dati Infortuni mortali sul lavoro in Europa per settore economico e incidenza di genere 2006 Eurostat

  14. Maschi Femmine Totale % donne con infortuni mortali sul totale Belgio 77 6 83 7,2 Danimarca (*)‏ 52 4 56 7,1 Germania 631 47 678 6,9 Grecia 32 - 32 0,0 Spagna 647 15 662 2,3 Francia 560 33 593 5,6 Irlanda (*)‏ 65 - 65 0,0 Italia 877 41 918 4,5 Lussemburgo 10 - 10 0,0 Paesi Bassi (*)‏ 75 - 75 0,0 Austria 195 19 214 8,9 Portogallo 274 9 283 3,2 Finlandia 58 7 65 10,8 Svezia (*)‏ 62 6 68 8,8 Regno Unito (*)‏ 201 8 209 3,8 I dati Infortuni mortali sul lavoro in Europa – incidenza di genere 2006 Eurostat

  15. I dati Infortuni mortali sul lavoro in Europa – incidenza di genere 2006 Eurostat

  16. I dati Infortuni mortali sul lavoro in Europa nel settore TRASPORTI 2006 Eurostat

  17. % donne con infortuni % donne con infortuni mortali sul totale Belgio 20,3 7,2 Danimarca (*)‏ 37,5 7,1 Germania 22,4 6,9 Grecia 15,5 0,0 Spagna 21,0 2,3 Francia 26,1 5,6 Irlanda (*)‏ 27,0 0,0 Italia 21,2 4,5 Lussemburgo 16,4 0,0 Paesi Bassi (*)‏ 28,0 0,0 Austria 19,8 8,9 Portogallo 17,9 3,2 Finlandia 25,6 10,8 Svezia (*)‏ 42,2 8,8 Regno Unito (*)‏ 28,6 3,8 I dati… riassumendo Gli infortuni di genere in Europa 2006 Eurostat

  18. I dati… riassumendo Gli infortuni di genere in Europa 2006 Eurostat

  19. I dati Infortuni sul lavoro in Italia

  20. I dati… • 920.000 infortuni sul lavoro di cui 1250 mortali. • 27% degli infortuni sul lavoro (circa 250.000) è di donne • 7 % infortuni mortali è di donne • Trasporti è una voce aggregata dentro “servizi”. Necessario il microdato Inail. Gli infortuni sul lavoro in Italia 2006 Inail

  21. I dati… • Negli ultimi 5 anni a parità di addetti, diminuzione del 20% degli infortuni • Si infortunano di più gli uomini (93%) tra i 35 e i 49 anni e di nazionalità italiana. Gli infortuni sul lavoro nel settore TRASPORTI (passeggeri) in Italia Inail

  22. I dati… Gli infortuni sul lavoro delle donne in Italia 2006 Inail Nel 2006 gli infortuni femminili hanno segnato la percentuale più alta rispetto al totale degli infortuni mai fatta registrare in Italia

  23. I dati… • Gli infortuni aumentano con l’aumento dell’occupazione femminile dai 243.740 del 2001 ai 249.500 del 2006 • Aumento degli infortuni in itinere, ovvero quelli avvenuti lungo il tragitto casa lavoro e viceversa: dal 10,6% del 2001 al 17% del 2006. • In diminuzione le morti bianche, dalle 127 del 2001 alle 99 del 2006 (7,4% del totale). • Rilevante il peso delle lavoratrici straniere. Sono stati 20.683 gli infortuni sul lavoro che hanno colpito lavoratrici straniere nel 2006. Le più colpite sono state le romene con 2.909 incidenti, le marocchine con 2.370 e le albanesi con 1.809. Diverso il caso delle donne ucraine, che hanno registrato meno incidenti sul lavoro (845), ma più dei loro connazionali uomini (esattamente il 52,6% del totale). Le caratteristiche degli infortuni delle donne in Italia Inail

  24. I dati… • La fascia d'età più colpita è quella tra i 35 e i 49 anni, che conta quasi la metà degli infortuni occorsi alle donne e delle quasi cento morti bianche del 2006. • Il 31% si registra nella classe 50-64 anni, • il 24% al di sotto dei 35 anni. • oltre il 60% degli infortuni femminili si verifica nel Nord del Paese, dove sono presenti i più grandi distretti industriali. • infortuni alle donne superano quelli degli uomini: • tra il Personale addetto ai servizi domestici 9 infortuni su 10 riguardano colf e badanti, per lo più straniere; • nella Sanità i tre quarti dei casi interessano donne, in genere infermiere. • nella Pubblica Amministrazione, • nel settore Alberghi e ristoranti; • nell’Istruzione. Le caratteristiche degli infortuni delle donne in Italia Inail Riflette la struttura dell’occupazione femminile

  25. I dati… • Caduta in piano su qualcosa 18.708 casi. • 14.283 industria e servizi (di cui 820 inabilità permanente)‏ • 2381 agricoltura (di cui 214 con conseguenze invalidanti permanenti)‏ • 2044 nella PA (di cui 168 hanno dato luogo ad inabilità permanente)‏ • urto contro qualcosa, 13.349 casi • 11.329 nell’industria, commercio e servizi, • 989 in agricoltura • 1.031 nella PA • colpiti da qualche cosa, 12.546 casi • 11.854 nell’industria, commercio e servizi, • 965 in agricoltura • 727 nella PA • colpita da sola con qualcosa, con 6.810 casi • Essere investita, con 6.426 casi, • un incidente mentre per lavoro si era alla guida, con 5.974 casi. Le cause di infortuni delle donne in Italia Anmil

  26. I dati… • Parti del corpo colpite • Mani 31.400 casi - di cui 70% nel settore industria • Colonna vertebrale 29.900 casi - di cui 80% in PA • Caviglie 14.100 casi • Ginocchia 13.500 casi • Settori economici a rischio: • Industria e manifatturiero (12,7% del totale infortunato è donna)‏ • Sanità (9,9%)‏ • Commercio (9,5%)‏ • Immobiliare (8,9%)‏ • PA (8,1%)‏ • Alberghi e ristorazione (7%)‏ • Agricoltura (6,3%)‏ Le conseguenze degli infortuni delle donne in Italia Anmil Il 11,1% mortali Il 23,6% mortali Il 12,5% mortali

  27. I dati… • Rappresentano una fetta sempre maggiore negli anni: 23,5 % del totale, contro il 17,2 % del 2001 • Il dato più recente è il peggiore mai registrato nella storia del lavoro femminile italiano. • La maggiore incidenza di malattie professionali femminili si verifica nell’industria manifatturiera. • Cresce l’incidenza delle “malattie non tabellate” dal 2001al 2006: le malattie non tabellate sono quelle per cui il medico sospetta una causa legata all’attività o all’ambiente di lavoro, benché tali patologie non siano specificamente individuate e nominate nelle apposite tabelle della malattie professionali. Le malattie professionali

  28. Le percezioni in Europa IV indagine europea sulle condizioni di lavoro: Salute e sicurezza dei lavoratori sono minacciate a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa circa il 28 % dei lavoratori europei dichiara di soffrire di problemi sanitari non accidentali che sono o possono essere causati o aggravati dall'occupazione attuale o da quella svolta in passato; in media, il 35 % dei lavoratori ritiene che il lavoro svolto rappresenti un rischio per la loro salute.

  29. Le percezioni in Italia • Quasi il 30% dei lavoratori italiani ( 1 su 3) ritiene a rischio la propria salute.(+9% dal 2002). • 36% tra chi lavora più di 45 ore settimanali, • 40% tra gli operai e supera il 48% tra chi svolge almeno un turno notturno al mese. • Il rischio è maggiormente percepito dai lavoratori 'con esperienza’ : 32% di chi lavora da più di 20 anni, meno del 20% tra chi lavora da non più di 5 anni)‏ • La percezione del pericolo sul luogo di lavoro non è propria di chi fa lavori pesanti. Emergono, ad esempio, nuovi fattori di disagio percepiti anche nell'ambito dei settori dei servizi. • Per il 65% dei lavoratori, il disagio deriva dall'impegno mentale che le mansioni implicano • per il 62% dal coinvolgimento psicologico-emotivo, spesso causato dal tipo di organizzazione del lavoro nei comparti esposti alle sollecitazioni degli utenti e dei clienti (call-center, luoghi di cura, grande distribuzione). • Con circa venti punti di distacco segue la percezione della gravosità in termini di sforzo e disagio (42%). • Sono tuttavia questi ultimi, più degli altri, che temono conseguenze gravi per la loro salute. Quasi il 17% degli occupati ha subito un infortunio nel corso della sua vita lavorativa, la cui gravosità pare nettamente correlata sia con la gravosità del lavoro, in termini di sforzo e disagio fisico, sia con la durata dell'orario di lavoro. L'8,4% degli occupati ritiene di aver contratto malattie a causa del lavoro, anche se sono relativamente pochi i casi di malattie croniche o invalidanti. Isfol, indagine sulla qualità del lavoro

  30. … in sintesi • Esistono differenze tra lavoratori maschi e femmine nell’esposizione e negli effetti dei tossici anche a “parità” di lavoro eseguito dovute sia a fattori biologici che di “genere” . Le conoscenze di queste sono spesso non note e/o non documentate. • Le donne Italiane hanno conquistato negli ultimi anni un importante spazio nel mondo dell’ istruzione e del lavoro, ma l’Italia risulta ancora tra i paesi più arretrati nella parità dei generi. • Esiste una forte segregazione verticale e orizzontale tra uominie donne nel lavoro e questo comporta anche differenze sia nei rischi che nei danni (malattie e infortuni) tra i due generi. Tuttavia i rischi riproduttivi interessano spesso tutti due i sessi. Si ipotizza un rischi per tumori per donne da lavoro a turni (es: assistenti di volo). • Esistono gruppi nella popolazione ancora trascurati in particolare le lavoratrici domestiche e le donne immigrate.

  31. Cosa fare..

  32. Cosa fare • Migliorare la qualità e la produttività sul luogo di lavoro: strategia comunitaria 2007-2012 per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro • entro il 2012 e per l'EU-27, intende ridurre del 25% il tasso complessivo d'incidenza degli infortuni sul lavoro migliorando la protezione della salute e la sicurezza dei lavoratori, fornendo in tal modo un contributo essenziale al successo della strategia per la crescita e l'occupazione • prendere “meglio in considerazione gli aspetti della salute e della sicurezza che sono specifici per le donne”. • Soggetti coinvolti: • Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro • Comitato consultivo per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro (CCSS)‏ • Comitato di alti responsabili dell’ispettorato del lavoro • Obiettivi: • garantire una buona attuazione della legislazione dell'UE • sostenere le PMI nell'applicazione della legislazione in vigore; • adattare il contesto giuridico all'evoluzione del mondo del lavoro e semplificarlo • favorire lo sviluppo e l'attuazione di strategie nazionali • promuovere un mutamento dei comportamenti dei lavoratori, nonché approcci orientati alla salute presso i datori di lavoro; • mettere a punto metodi per l'identificazione e la valutazione dei nuovi rischi potenziali • migliorare il follow-up dei progressi realizzati • promuovere la salute e la sicurezza a livello internazionale

  33. Chi fa cosa.. Lo SLIC è invitato a: • esaminare le ragioni all'origine delle differenze tra i tassi d'incidenza degli infortuni sul lavoro negli Stati membri e a procedere ad uno scambio di esperienze per quanto riguarda soluzioni innovatrici di provata efficacia; • approfondire i lavori, nell'ambito dell'analisi dell'impatto del regolamento REACH, per quanto riguarda il ruolo degli ispettorati del lavoro e sviluppare sinergie in collaborazione con altri organi d'ispezione responsabili del controllo del mercato e della politica dell'ambiente; • sviluppare ulteriormente i meccanismi per lo scambio d'informazioni relative ai problemi d'applicazione pratica e che permettono di affrontarli a livello congiunto. L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro : le azioni di sensibilizzazione, promozione e diffusione di buone prassi nei settori ad alto rischio e nelle PMI. Il CCSS : definire i settori nei quali è necessario elaborare guide delle buone prassi, nonché per renderle più comprensibili per le PMI

  34. Cosa fare • Le strategie nazionali dovrebbero prendere in considerazione, a titolo prioritario, l'applicazione di un insieme di strumenti che garantiscano un elevato livello di rispetto della legislazione, in particolare nelle PMI e nei settori ad alto rischio: • diffusione di buone prassi a livello locale; • formazione dei dirigenti e dei lavoratori; • elaborazione di strumenti semplici per facilitare la valutazione dei rischi; • diffusione, in un linguaggio semplice, di informazioni e linee guida di facile comprensione e applicazione; • migliore diffusione delle informazioni e miglior accesso a fonti di consulenza; • accesso a servizi esterni di prevenzione di alto livello qualitativo e con costi ragionevoli; • ricorso a ispettori del lavoro quali intermediari per promuovere un miglior rispetto della legislazione nelle PMI, in primo luogo grazie all'istruzione, alla persuasione e all'incoraggiamento, in secondo luogo, se del caso, mediante misure coercitive; • ricorso a incentivi economici a livello comunitario (ad esempio attraverso i fondi strutturali) e a livello nazionale, in particolare per le micro e le piccole imprese

  35. Cosa fare… … per la salute e la sicurezza delle donne ? Salute Ambiente insalubre Accesso ai servizi/strutture Regime del lavoro – stress (turnazione)‏ Postura e sforzo Condizioni esclusive di genere:(es: periodo mestruale, fecondità)‏ Sicurezza Mobilità casa- lavoro Fasce orarie a rischio Rischio aggressioni a contatto con pubblico (fisiche, morali)‏ Contatto con zone a rischio … alcuni ambiti di attenzione

  36. Cosa fare I rischi per la salute e la sicurezza delle donne sul lavoro tendono ad essere sottovalutati e trascurati L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro è stata istituita dall’Unione europea al fine di contribuire a soddisfare le esigenze di informazione nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro. L’Agenzia, che ha sede a Bilbao, in Spagna, intende migliorare le condizioni di lavoro favorendo il flusso di dati tecnici, scientifici ed economici tra tutti coloro che sono coinvolti nelle questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul lavoro. Una nuova relazione dell’Agenzia Gender issues in safety and health - A review (Problemi di genere nella sicurezza e la salute – Resoconto) rivela come la progettazione del lavoro, la sua organizzazione e la sua dotazione in attrezzature siano spesso basate sul modello dell’uomo “medio”, benché il principio dell’adeguamento del lavoro ai lavoratori sia contemplato nella legislazione dell’UE. La valutazione e la prevenzione dei rischi devono essere maggiormente volte al genere e prendere in considerazione la cresente diversità nella forza lavoro europea.’ http://agency.osha.europa.eu

  37. Cosa fare Integrazione della dimensione di genere Riparazione indennizzo valutazione/prevenzione La relazione dell’Agenzia Gender issues in safety and health at work — A review fornisce maggiori informazioni sui rischi per le donne che lavorano e sulla loro prevenzione. Questa relazione si trova al seguente indirizzo: http://agency.osha.eu.int/publications/reports/209/en/index.htm La Factsheet 42 che riassume la relazione si trova al seguente indirizzo: http://agency.osha.eu.int/publications/factsheets/ Il sito web dell’Agenzia ha una sezione che contiene i link ad altre informazioni riguardanti la SSL per le donne al seguente indirizzo: http://gender.osha.eu.int Il sito web dell’Agenzia contiene anche altre risorse riguardanti i lavori «tipici» delle donne, tra cui risorse sulla prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici e dello stress e sui rischi per le persone che lavorano nel settore dell’assistenza sanitaria

  38. Cosa fare Valutazione dei rischi Procedimento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la sanità dei lavoratori, nell’espletamento delle loro mansioni, derivante dalle circostanze del verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro Nuovo ruolo datori di lavoro con 626 La valutazione dei rischi deve essere effettuata non soltanto dal datore di lavoro o dal suo rappresentante isolatamente, bensì attraverso il coinvolgimento dei dipendenti o dei loro rappresentanti, i quali devono essere consultati nell’ambito di tale procedure e devono ricevere tutte le informazioni riguardanti le conclusioni delle valutazioni e i provvedimenti di prevenzione da porre in atto.

  39. Cosa fare Valutazione dei rischi identificazione dei pericoli identificazione dei lavoratori (o di terzi) esposti a rischi potenziali valutazione dei rischi, dal punto di vista qualitativo o quantitativo studio sulla possibilità di eliminare i rischi e, in caso contrario decisione sulla necessità di introdurre ulteriori provvedimenti per eliminare o limitare i rischi. • sedi con impianti fissi (fabbriche, uffici)‏ • posti di lavoro soggetti a cambiamento (per es.: cantieri edili, banchine portuali, cantieri navali )‏ • posti di lavoro mobili (per es.: posti di lavoro temporanei per l’esecuzione di servizi pubblici, ispezioni, ecc.) • Attività che seguono linea di produzione, o andamento • predeterminato • Attività itineranti (es:ispezioni).

  40. Cosa fare Valutazione dei rischi Gli orientamenti relativi alla valutazione dei rischi sul lavoro, di cui ci si serve di norma, si basano sugli aspetti seguenti: • osservazione dell’ambiente di lavoro (per es.: vie di accesso, condizioni dei pavimenti, sicurezza dei macchinari, fumi e polveri, temperatura, illuminazione, rumore, ecc.)‏ • identificazione dei compiti eseguiti sul posto di lavoro (per definire tutti i compiti, in modo da inserirli nella valutazione dei rischi)‏ • osservazione del lavoro in corso di esecuzione (le procedure sono rispettate oppure comportano altri rischi)‏ • esame dei fattori esterni che possono avere effetti sul posto di lavoro (per es.: aspetti climatici per i lavoratori all’esterno)‏ • rassegna dei fattori psicologici, sociali e fisici che possono contribuire a creare stress sul lavoro e studio del modo in cui essi interagiscono fra di loro e con altri fattori nell’organizzazione e nell’ambiente di lavoro • esame dell’organizzazione destinata a mantenere condizioni soddisfacenti di lavoro, tra cui le misure di salvaguardia (per es.: assicurarsi che siano in atto i sistemi opportuni di valutazione dei rischi derivanti dall’impiego di un nuovo impianto, di nuovi materiali ecc., in modo da aggiornare le informazioni sui rischi).

  41. Cosa fare Valutazione dei rischi Cosa fare e con chi • la consultazione e la partecipazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, i quali sono tenuti a esprimere le proprie valutazioni dei pericoli e dei loro effetti dannosi • l’esame sistematico di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa, e cioè: • guardando cosa succede di fatto sul posto di lavoro o durante l’attività lavorativa (la situazione vera e propria può essere diversa da quella prevista dal manuale)‏ • pensare alle operazioni che esulano dalla routine e che hanno carattere intermittente • tener conto di eventi non pianificati ma prevedibili, quali le interruzioni dell’attività di lavoro • identificare gli aspetti del lavoro che costituiscono altrettante cause potenziali di danno (pericoli) concentrandosi su quelli che possono aver luogo a causa dell’attività lavorativa • applicando il concetto di pericolo in modo assai ampio, così da tener conto non soltanto dei vari aspetti citati nell’elenco dei rischi, bensì anche del modo in cui i dipendenti interagiscono con gli stessi durante l’esecuzione delle proprie mansioni e modificano quindi il livello di rischio.

  42. Cosa fare Valutazione dei rischi … in ottica di genere La valutazione dei rischi deve tenere conto delle problematiche, delle differenze e delle disuguaglianze legate al genere. Il lavoro, la sua organizzazione e le attrezzature per svolgerlo devono essere concepiti per adattarsi alle persone e non viceversa. Questo principio si trova nella legislazione dell’UE. La legislazione richiede che i datori di lavoro procedano ad una gestione dei rischi basata sulla valutazione dei rischi, il che può essere suddiviso in cinque fasi: 1. Individuazione dei pericoli 2. Valutazione dei rischi 3. Attuazione delle soluzioni 4. Controllo 5. Riesame Punti fondamentali per una valutazione dei rischi «sensibile al genere» ■ Impegnarsi positivamente e considerare seriamente le problematiche legate al genere ■ Esaminare la situazione di lavoro reale ■ Coinvolgere tutti i lavoratori, uomini e donne, a tutti i livelli ■ Evitare di stabilire a priori quali sono i pericoli e quali sono le persone a rischio

  43. Cosa fare Valutazione dei rischi in ottica di genere 1. Individuazione dei pericoli Per esempio, inserire la dimensione del genere nel modo seguente: ■ considerare i pericoli più frequenti nei lavori a prevalenza maschile e in quelli a prevalenza femminile; ■ considerare i pericoli per la salute come pure i pericoli per la sicurezza; ■ chiedere ad ogni lavoratore, donna e uomo, quali problemi incontra nel suo lavoro, in modo strutturato; ■ evitare di dare per scontato ciò che può sembrare «evidente»; ■ considerare l’intera forza lavoro, ad es. il personale addetto alle pulizie e al ricevimento; ■ non dimenticare il personale ad orario ridotto, temporaneo o interinale ed i dipendenti in congedo malattia al momento della valutazione; ■ incoraggiare le donne a segnalare i problemi che, secondo loro, possono influire sulla loro sicurezza e salute sul lavoro come pure i problemi di salute che possono essere correlati all’attività lavorativa; ■ esaminare i problemi più vasti di lavoro e di salute e informarsi al riguardo.

  44. Cosa fare Valutazione dei rischi in ottica di genere 2. Valutazione dei rischi 1 Esaminare i lavori che vengono svolti realmente e il vero ambiente di lavoro; ■ non stabilire nulla a priori sull’esposizione basandosi esclusivamente sulla descrizione o sul titolo del posto di lavoro; ■ fare attenzione ad evitare i pregiudizi legati al genere nell’attribuire una priorità alta, media o bassa ai rischi; ■ fare partecipare le donne alla valutazione dei rischi. Considerare l’impiego di circoli di salute e di metodi di mappatura dei rischi. L’ergonomia partecipativa e gli interventi sullo stress possono offrire alcuni modelli; ■ assicurarsi che gli addetti alla valutazione dispongano di informazioni sufficienti ed abbiano una formazione adeguata in merito alle problematiche legate al genere nel campo della sicurezza e salute sul lavoro (SSL); ■ verificare che gli strumenti ed i dispositivi usati per la valutazione tengano conto dei problemi specifici per le donne e per gli uomini. In caso negativo, adeguarli; ■ informare gli eventuali uffici di valutazione esterni che devono adottare un approccio «sensibile al genere» e verificare che siano in grado di farlo; ■ non trascurare le problematiche legate al genere quando si esaminano le implicazioni sulla SSL di eventuali cambiamenti in programma sul luogo di lavoro.

  45. Cosa fare Valutazione dei rischi in ottica di genere 2. Valutazione dei rischi 2 In particolare, per lo stress inserire: ■ l’interfaccia casa-lavoro e gli orari di lavoro degli uomini e delle donne; ■ l’evoluzione della carriera; ■ le molestie; ■ i fattori di stress emotivo; ■ le interruzioni impreviste e lo svolgimento di più compiti alla volta. In particolare, per la salute riproduttiva: ■ inserire i rischi riproduttivi tanto per gli uomini quanto per le donne; ■ considerare tutti i settori interessati dalla salute riproduttiva, non soltanto la gravidanza. In particolare, per i disturbi muscoloscheletrici: ■ esaminare con occhio critico il «lavoro leggero». Quanto sforzo muscolare statico comporta? Esige molto tempo in piedi? Quali carichi sono realmente manipolati in pratica e con quale frequenza?

  46. Cosa fare Valutazione dei rischi in ottica di genere 3. Attuazione delle soluzioni Cercare di eliminare i rischi alla fonte al fine di fornire un luogo di lavoro sicuro e sano per tutti i lavoratori. Questo comprende i rischi per la salute riproduttiva; ■ considerare le diverse popolazioni e adeguare il lavoro e le misure preventive ai lavoratori. Ad esempio, scegliere l’equipaggiamento di protezione in base alle esigenze individuali, adatto anche alle donne ed agli uomini «non medi»; ■ fare partecipare le donne al processo decisionale e all’attuazione delle soluzioni; ■ assicurarsi che tanto le donne quanto gli uomini ricevano informazioni e formazione sulla SSL relative ai compiti che svolgono, alle loro condizioni di lavoro ed alle ripercussioni sulla salute. Verificare che sia considerato anche il personale ad orario ridotto, il personale temporaneo e quello interinale.

  47. Cosa fare Valutazione dei rischi in ottica di genere 4. Controllo e riesame Verificare che le donne partecipino ai processi di controllo e di riesame; ■ tenersi aggiornati sui nuovi sviluppi nel campo della salute professionale in relazione al genere. La sorveglianza della salute può far parte sia della valutazione dei rischi che del controllo: ■ inserire la sorveglianza relativa ai compiti sia degli uomini che delle donne; ■ fare attenzione quando si decide, ad esempio in base al titolo del posto di lavoro, su chi inserire nelle attività di controllo.I registri degli infortuni sono una parte importante sia della valutazione dei rischi che del controllo. ■ incoraggiare la registrazione dei problemi di salute professionale e degli infortuni.

  48. Cosa fare Valutazione dei rischi in ottica di genere Misure generali per promuovere la «sensibilità al genere» nella gestione della SSL Riesaminare le politiche di sicurezza, aggiungendovi un impegno specifico per l’integrazione della dimensione del genere, ed i relativi obiettivi e procedure ■ Assicurarsi che i servizi di salute professionale utilizzati, interni ed esterni, adottino una strategia «sensibile al genere» ■ Fornire un’adeguata formazione e le informazioni necessarie sulle problematiche relative al genere per i rischi di sicurezza e salute ai responsabili della valutazione dei rischi, ai responsabili della loro gestione, ai responsabili del controllo, ai rappresentanti sindacali, ai comitati di sicurezza ecc. ■ Collegare la sicurezza e salute sul lavoro a tutte le azioni di uguaglianza sul posto di lavoro, compresi i piani di uguaglianza ■ Cercare modi per incoraggiare maggiormente le donne a partecipare ai comitati di sicurezza, ad esempio, cercando di organizzare le riunioni in ore in cui le donne possono partecipare.

  49. Cosa fare Integrazione della dimensione di genere valutazione/prevenzione Riparazione / indennizzo • Il Primo Rapporto Anmil sulla salute e sicurezza sul lavoro delle donne 2008 • evidenzia che: • + veloce per uomini • No considerazione della differenza di genere nel “patrimonio bioattitutidnale” • No considerazione di genere nelle tabelle relative alla menomazione • Proposta Anmil di doppio indennizzo femminile

  50. Cosa fare Integrazione della dimensione di genere nell’indennizzo La attuale discriminazione? La Tabella dei coefficienti fa riferimento alla categoria di attività lavorativa di appartenenza per determinare la percentuale di retribuzione da prendere a base per l’indennizzo delle conseguenze delle menomazioni subite dalle vittimetenga conto, a sua volta del complesso delle attività svolte dalle vittime, che vengono considerate come “adeguate” al “patrimonio bio-attitudinale-professionale” la differenza tra uomini e donne ha un peso notevole Per calcolare quale sia la rendita che spetta ad una donna dopo un infortunio sul lavoro o una malattia professionale, la considerazione del patrimonio bio-attitudinale-professionale rappresenta un esplicito riferimento alla discriminazione sessuale tra uomini e donne, causando una diminuzione generalizzata degli indennizzi e delle rendite liquidate alle donne infortunate

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