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Esperienze valutative e loro modelli teorici

Esperienze valutative e loro modelli teorici. Daniele Pitturelli Pavia – 22 aprile 2008. Per quanto riguarda la valutazione delle scuole, è vero che esistono alcune significative esperienze che, tuttavia, sono limitate a esperienze locali o regionali.

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Esperienze valutative e loro modelli teorici

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  1. Esperienze valutative e loro modelli teorici Daniele Pitturelli Pavia – 22 aprile 2008

  2. Per quanto riguarda la valutazione delle scuole, è vero che esistono alcune significative esperienze che, tuttavia, sono limitate a esperienze locali o regionali. • Tali esperienze sono direttamente legate al dibattito sulla valutazione della qualità della scuola che si è svolto in Italia in questi ultimi anni e con i progetti avviati su vasta scala relativi a modalità di autovalutazione e di eterovalutazione delle singole istituzioni scolastiche.

  3. Si possono citare, a proposito, alcune esperienze italiane quali: • il Progetto A.I.R. (Autoanalisi di Istituto in Rete) dell’I.T.C.S. di Bollate; • il Progetto “Qualità totale” delle scuole in rete della Provincia di Cremona in collaborazione con la società Galgano & Associati; • il Progetto S.T.R.E.S.A. (Strumenti per l’efficacia della Scuola e l’Autovalutazione) realizzato dal Provveditorato di Bergamo, sulla base anche di esperienze pratiche di autovalutazione che si erano attivate in precedenza sul territorio (Barzanò, Mosca, Scheerens, 2000); • il MONIPOF, il progetto di monitoraggio dell’autonomia scolastica, promosso dal MPI già nel biennio 1998/2000;

  4. il progetto di valutazione della qualità della scuola elaborato dal POLO QUALITA’ di Milano (ITC Schiaparelli-Gramsci), risultato di una collaborazione tra MIUR e Confindustria che applica il modello realizzato dal gruppo CLAS e si sviluppa attraverso una rete di scuole consolidata nelle varie aree del paese (Poli per la qualità della scuola); • la Provincia autonoma di Trento (IPRASE- Istituto provinciale per la formazione in servizio e per la ricerca educativa), attraverso un Comitato di Valutazione del sistema scolastico, predispone, ogni due anni, un rapporto approfondito che delinea gli aspetti principali che caratterizzano il sistema scolastico trentino, stabilendo un confronto, secondo le indicazioni di analisi dell’OCSE, con analoghe esperienze nazionali e internazionali.

  5. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) Il modello di riferimento è stato individuato dal Comitato Scientifico Didattico dell’.I.T.C. S. “Primo Levi” di Bollate, su incarico del Collegio Docenti, nel 1996. Al lavoro di elaborazione ha partecipato, come consulente esterno, Mario Castoldi. • A partire dal 1998 è stato realizzato il progetto A.I.R. con la costituzione di una rete di scuole che utilizzano il modello.

  6. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) Il modello punta ad una descrizione selettiva della scuola, sulla base della quale impostare un lavoro interpretativo per avviare processi di cambiamento e miglioramento. • Il funzionamento della scuola è considerato come un processo che si svolge all’interno di un ambiente (contesto) con cui la scuola interagisce;

  7. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) il punto di partenza (input) del processo è rappresentato dagli strumenti e dalle risorse di cui dispone all’avvio della sua attività, compresa la qualità degli studenti che accoglie; • il punto di arrivo (output) è ciò che la scuola, attraverso l’attività svolta nel ciclo di formazione scolastica completa di uno studente, è riuscita a produrre in termini di risultati formativi.

  8. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) L'analisi viene suddivisa in 4 campi d’indagine, 19 fattori di qualità e 56 indicatori I 4 campi d’indagine sono: • contesto:modalità d’interazione fra scuola e ambiente esterno, anche non immediatamente circostante; • input: strumenti e risorse di cui la scuola dispone all’inizio della sua attività, compresa la qualità della “materia prima” su cui lavora; • processiinterni di interazione: suddivisi in organizzativo-gestionali e propriamente didattici; • output: risultati formativi ottenuti, a breve e a lungo termine.

  9. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) I fattori di qualità vanno intesi come criteri generali significativi per apprezzare la qualità complessiva dell'offerta formativa dell'istituto. Sono,in una definizione più formale, dei requisiti funzionali o strutturali dell’istituto scolastico i quali caratterizzano e distinguono, secondo una determinata modellizzazione e determinate scelte di valore, una “buona scuola “ ovvero una scuola di qualità.

  10. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) Gli indicatori empirici servono a verificare concretamente i fattori di qualità, che, come tali, non sono direttamente rilevabili, nella definizione OCSE-CERI sono dei “dispositivi di allarme sugli aspetti essenziali del sistema scolastico, in grado di accertarne il regolare funzionamento e di segnalare eventuali disfunzioni”.

  11. CONTESTO   1. Qualità dell'immagine esterna: è la percezione positiva o negativa dell'istituto da parte dei soggetti esterni che interagiscono con esso. •  Contesto 1.1 - Percentuale studenti che hanno presentato domanda di iscrizione per la prima volta dal Distretto o dal bacino d'utenza di fatto, rispetto ai potenziali del Distretto che proseguono gli studi dopo la media. • Contesto 1.2 - Numero di domande d'iscrizione di studenti provenienti da scuole medie esterne al Distretto o al bacino d'utenza di fatto, accolte e non. Totale e % sul totale degli iscritti in prima.

  12. INPUT  1) Adeguatezza delle risorse materiali e cura dell'ambiente di apprendimento: livello quantitativo e qualitativo delle risorse di materiali che l'istituto ogni anno si trova a disposizione, cura, valorizza e di fatto utilizza. • Input 1.1 - Rapporto mq interni attrezzati e accessibili / numero di iscritti. • Input 1.2 - Rapporto n° computer / studenti iscritti • Input 1.3 - Cifra di bilancio impiegata per manutenzione, materiale di consumo / totale studenti. • Input 1.4 - Numero totale prestiti libri della biblioteca nell'a.s. / totale studenti. • Input 1.5 - % di utilizzo dei computer

  13. Processi Processi A – Condizioni organizzative e gestionali  2) Coesione e collegialità del personale: grado di accordo, di concertazione, di partecipazione alle decisioni collettive del personale educativo e assenza di dissonanza fra i diversi messaggi educativi. •  Processi A.2.1 - Percentuale docenti con ruoli formalizzati di coordinamento gruppi di lavoro. • Processi A.2.2 - Deviazione standard della % di insufficienze per materia e fascia di classe nel I° quadrimestre. • Processi A.2.3 a) - Numero totale gruppi di lavoro attivati nell'a.s. (esclusi c.d.c. presidenza e materia). • Processi A.2.3 b) - Percentuale docenti che fanno parte di questi gruppi   3) Livello di comunicazione: tempi, modi e intensità della comunicazione tra soggetti, componenti e organismi della scuola. •  Processi A.3.1 a) - Numero totale di circolari nell'a.s. • Processi A.3.1 b) - Percentuale circolari indirizzate non solo ai docenti nell'a.s. • Processi A.3.2 a) - Numero incontri formalizzati (ossia con convocazione ufficiale) presidenza / comitato genitori, "comitato studenti", sezione sindacale. • Processi A.3.3 - Numero di pubblicazioni periodiche interne (a cura di studenti, docenti, genitori)

  14. PROCESSI B - PROCESSO DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO   1) Differenziazione processi formativi: capacità dell'insegnamento di recepire in modo positivo la varietà e l'eterogeneità delle attitudini e degli interessi degli studenti. • Processi B.1.1 - Numero medio ore di attività di recupero per studente. • Processi B.1.2 - Percentuale docenti interni coinvolti nelle attività di recupero extracurriculare. • Processi B.1.3 - Percentuale ore totali opzionali nel curriculum. • Processi B.1.4 - Percentuale questionari culturali, relazionali, motivazionali, e/o schede informative sull'iter scolastico promossi dai C.d.C. e utilizzati nelle classi prime sul totale delle classi prime. 3 - Clima di accoglienza e valorizzazione degli studenti: attenzione da parte dell'Istituto alle problematiche degli studenti in quanto persone e strutturazione di una didattica finalizzata alla piena espressione delle potenzialità degli studenti. • Processi B.3.1 a) - Percentuale studenti che hanno utilizzato strutture di ascolto individuali: Tutor e/o coordinatore di classe • Processi B.3.1 b) - Percentuale studenti che hanno utilizzato strutture di ascolto individuali: altre figure • Processi B.3.2 - n° problemi segnalati al preside nei rapporti docenti/studenti e/o docenti/genitori. • Processi B.3.3 - % di studenti che hanno usufruito di forme di riconoscimento/valorizzazione per merito

  15. OUTPUT 2 - Valore aggiunto offerta formativa: misura in cui l'operato formativo dell'Istituto conferma o meno gli esiti della media inferiore, contrasta o meno l'handicap negativo delle condizioni socio-culturali di partenza. In altri termini quanto più i dati in uscita si discostano dai dati in entrata, nel senso di un peggior risultato scolastico delle fasce svantaggiate, tanto meno la scuola ha svolto il suo compito di “resistenza” alla pressione ambientale e di compensazione per gli studenti in difficoltà. • Output 2.1 - studenti della leva in corso, per indice socioculturale di provenienza; dato medio, per fasce e deviazione standard • Output 2.2 - studenti della leva in corso, articolati sulla base del giudizio di scuola media; dato medio, per fasce e deviazione standard • Output 2.3 - % studenti della leva, che avevano preso all'esame di licenza media "sufficiente" o "buono", che hanno conseguito in corso un voto di maturità pari o superiore al voto medio d'Istituto • Output 2.4 - % di studenti che non finiscono in corso ma si diplomano: A: per fascia di giudizio della scuola media inferiore; B: per fascia socioculturale • Output 2.5 - media diplomati: A: indice socioculturale; B: giudizi scuola media; deviazione standard per entrambi i dati

  16. Gli indicatori nominali e metrici rispondono ai seguenti requisiti: • • Riconoscibilità, semplicità e loro comprensibilità per i destinatari del lavoro di analisi; • • Validità in rapporto al fattore di qualità considerato • • Attendibilità e comparabilità della misura rilevata • • Economicità, ossia agevole reperibilità dei dati necessari • • Validità teorica, ossia capacità di cogliere gli aspetti cruciali del funzionamento dell’Istituto • • Utilità pratica ossia orientamento ai problemi rilevanti per le diverse decisioni da assumere

  17. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) Il monitoraggio deve avvenire in maniera periodica e continua ogni anno e prevede per ogni scuola: • la raccolta di dati grezzi • l’analisi dei dati raccolti • la pubblicazione del rapporto annuale d’Istituto da consegnare al gruppo di coordinamento della Rete • che elabora gli indicatori di Rete, analizza i dati e pubblica il rapporto annuale di Rete.

  18. IL MODELLO A.I..R. (Autoanalisi d’Istituto in Rete) I dati raccolti dalle scuole possono essere confrontati: • su più anni scolastici successivi • con i dati complessivi della Rete • Sulla base dei dati e di una loro valutazione oggettiva le scuole sviluppano un azione di miglioramento.

  19. Altri due elementi che completano il modello AIR • Questionari di percezione/soddisfazione  opportunità di integrare il monitoraggio mediante indicatori metrici con altri strumenti di autodiagnosi. • Test di livello circa gli apprendimenti degli studenti

  20. Che cosa si valuta? Il funzionamento complessivo dell’istituto, le azioni e non i soggetti. • Come? Mediante un modello basato sui campi d’indagine, fattori di qualità e indicatori; i dati vengono confrontati sia diacronicamente sia sincronicamente • Per quale scopo? Per il miglioramento della qualità del servizio fornito dal singolo istituto; altre finalità importanti sono: l’intersoggettività e la trasparenza nei confronti degli utenti e delle istituzioni. • A vantaggio di chi? Di studenti, genitori, istituzioni e di tutti gli operatori della scuola

  21. La finalità di fondo del progetto "A.I.R" è quella di offrire uno strumento per la verifica della qualità della formazione che sia: • centrato sugli istituti scolatici (in quanto soggetto dell'autonomia); • maneggevole (ossia praticabile con risorse relativamente limitate); • capace di cogliere quanto vi è di diverso e specifico in quel particolare tipo di organizzazione scolastica che è la scuola; • fortemente volto alla effettiva implementazione di miglioramenti qualitativi.

  22. Nasce nel 1998 per iniziativa d’un gruppo di Presidi e di un’ispettrice del Provveditorato di Bergamo e prosegue fino ad oggi . • Il modello fa riferimento al CIPP, alla teoria delle “ effective schools”, alla teoria del “management della scuola orientato ai risultati.”, ovvero una leadership educativa che interviene sui risultati con azioni intenzionali, la cui pianificazione deriva dall’analisi dei dati diagnostici

  23. STRESA è un progetto di autovalutazione per il miglioramento della qualità della scuola, realizzato da una rete di scuole prevalentemente della provincia di Bergamo. • Si propone di lavorare sull'idea di scuola come organizzazione che apprende. • Favorisce il feed-back sui processi, l'apertura della scuola al contesto sociale e culturale, lo sviluppo professionale dei docenti e dei dirigenti. • Le scuole si sono costituite in rete dal 1998. • Nel 2004 hanno anche costituito l'Associazione Rete Stresa.

  24. Migliorare la qualità della scuola intervenendo sulle criticità; mettere a disposizione degli utenti e degli operatori scolastici le informazioni; monitorare i risultati; programmare in modo efficace; coinvolgere gli utenti e gli operatori della scuola nelle azioni migliorative che sono ritenute più efficaci se condivise . OBIETTIVI

  25. La Rete STRESA ha 3 livelli organizzativi: 1. Coordinamento Provinciale (i Presidi delle scuole più avanzate, coordinati dall’Ispettrice). Il livello organizzativo elabora e propone il modello; controlla le risorse; ha accesso completo alle informazioni ; le elabora e ne fornisce una prima interpretazione globale e comparata. 2. Gruppo più ampio dei Presidi e dei docenti referenti di tutte le scuole della Rete. Il livello 2 condivide e pianifica gli interventi nelle scuole. 3. Task force di singola scuola (3/5 docenti e il Preside). Il livello 3 rileva i dati a livello di scuola e li invia al centro; riceve dal centro i dati completi (di Rete e d’istituto) elaborati statisticamente; li esamina e li interpreta insieme ai soggetti interni interessati; decide quali strumenti diagnostici , oltre quelli obbligatori ,utilizzare entro la “gamma” offerta dal centro

  26. Esterni e in parte interni: l’operazione complessiva di interpretazione dei dati diagnostici coinvolge infatti in fasi diverse • l’Ufficio Stresa di Bergamo, • i consulenti esterni e • le task forces delle singole scuole che gestiscono le iniziative a livello di scuola • e sono destinatarie di attività di formazione VALUTATORI

  27. L’iniziativa nasce- in 14 istituti - nel dicembre ’98 per iniziativa di un gruppo di Dirigenti Scolastici e di un’Ispettrice del Provveditorato di Bergamo, sulla base di una condizione di ricettività favorita da precedenti iniziative di autovalutazione attuate negli anni nella stessa provincia e anche mettendo a frutto contatti a livello europeo.

  28. I SOCI FONDATORI: LE SCUOLE • Circolo Didattico di Cassano d'Adda (MI) • Circolo Didattico di Caravaggio (BG) • Circolo Didattico di Spirano (BG) • Istituto Comprensivo "Gabriele Camozzi" Bergamo • Istituto Comprensivo "Edmondo De Amicis" Bergamo • Istituto Comprensivo "Alberico da Rosciate" Bergamo • Istituto Comprensivo "Mastri Caravaggini" Caravaggio (BG) • Istituto Comprensivo di Fara Gera d'Adda (BG)  • Istituto Comprensivo di Lovere (BG) • Istituto Comprensivo di Osio Sotto (BG) • Istituto Comprensivo di Paladina (BG) • Istituto Comprensivo di Ponteranica (BG) • Istituto Comprensivo di Tavernola (BG) • Scuola Media "Rubini" di Romano di Lombardia (BG)

  29. Finalità di fondo dell’iniziativa è il miglioramento della qualità della scuola, ma in base ad una precisa “filosofia”: quella del “management della scuola orientato ai risultati” (una leadership educativa che si esplichi mediante azioni intenzionali di miglioramento derivanti dall’analisi di dati diagnostici). • Di fatto, tuttavia, il modello non vede protagonista il solo Dirigente, ma prevede il coinvolgimento in entrambe le fasi (diagnosi e miglioramento) degli operatori della scuola e degli utenti.

  30. Attualmente fanno parte della Rete STRESA 34 scuole: 33 di base (elementari, medie, comprensivi), tutte della provincia di Bergamo e 1 superiore. • Le singole scuole aderiscono alla Rete su base volontaria, mediante opportune delibere dei Collegi Docenti e dei Consigli d’Istituto; dell’attività vera e propria di Autovalutazione d’Istituto si occupa una “task force” interna (3/5 docenti eletti, più il Dirigente). • Vi è un preciso collegamento informativo e organizzativo in Rete, che fa capo a momenti centrali di coordinamento e indirizzo (Coordinamento Provinciale).

  31. Dimensione della rete per l’anno scolastico 2006/2007 • Istituti 33 • Classi 1.363 • Alunni 27.818 • Insegnanti 3.215 • 140 Insegnanti coinvolti nelle attività di formazione per l’anno scolastico 2006/2007

  32. ISTITUTI SCOLASTICI ASSOCIATI ALLA RETE STRESA • Circolo Didattico di Caravaggio (BG) • Circolo Didattico di Cassano d'Adda (MI) • VII° Circolo Didattico di Forlì • Circolo Didattico di Pandino (CR) • Circolo Didattico di Spirano (BG) • Circolo Didattico 2° circolo di Treviglio (BG) • Istituto Comprensivo di Azzano S. Paolo (BG) • Istituto Comprensivo "Alberico da Rosciate" Bergamo • Istituto Comprensivo "Gabriele Camozzi" Bergamo • Istituto Comprensivo "Edmondo De Amicis" Bergamo • Istituto Comprensivo "Eugenio Donadoni" di Bergamo • Istituto Comprensivo di Brembilla • Istituto Comprensivo "Mastri Caravaggini" Caravaggio (BG) • Istituto Comprensivo di Castelli Calepio (BG) • Istituto Comprensivo di Chiuduno (BG) • Istituto Comprensivo di Costa Volpino (BG)

  33. Istituto Comprensivo di Curno • Istituto Comprensivo di Fara Gera d'Adda (BG) • Istituto Comprensivo di Grumello del Monte (BG) • Istituto Comprensivo di Leffe • Istituto Comprensivo di Nembro (BG) • Istituto Comprensivo di Osio Sotto (BG) • Istituto Comprensivo di Paladina (BG) • Istituto Comprensivo di Ponteranica (BG) • Istituto Comprensivo di Sarnico (BG) • Istituto Comprensivo di Sovere (BG) • Istituto Comprensivo di Stezzano (BG) • Istituto Comprensivo di Suisio (BG) • Istituto Comprensivo di Tavernola (BG) • Istituto Comprensivo di Verdellino (BG) • Istituto Comprensivo di Verdello (BG) • Istituto Comprensivo di Villa d'Almè (BG) • Scuola Media "Rubini" di Romano di Lombardia (BG) • Istituto Superiore di Breno (BS)

  34. Mentre gli strumenti di osservazione e rilevazione diagnostica sono definiti in modo preciso e abbastanza vincolante, le procedure di passaggio dalla diagnosi al miglioramento sono lasciate all’autonomia dei singoli istituti (sia pur con un rilevante supporto in termini di formazione in servizio per i referenti delle varie scuole). • L’esperienza si distingue per il fatto che tematizza in modo esplicito, critico e pluralistico l’idea di fondo di “qualità della scuola”: dichiara, di fatto, di sceglierne una accezione ben precisa fra diverse possibili.

  35. Contesto (rapporti con l’ambiente esterno), • Input (risorse in entrata), • Processi organizzativi e gestionali, • Processi didattici, • Prodotto (risultati degli studenti). L’organizzazione dell’istituto scolastico viene osservata e valutata tramite un modello teorico che la segmenta in cinque “campi”:

  36. sono rilevazioni di indicatori quantitativi di vario genere, • questionari di percezione rivolti alle diverse componenti (presentano un’idea esplicita di buona scuola (scarto ideale/reale) • test di apprendimento (Si privilegiano i risultati dell’apprendimento degli studenti e la facilità del controllo interno) • griglie di osservazione, • indicazioni per interviste strutturate, • strumenti di metavalutazione dell’Autovalutazione dell’istituto stessa. (programmazione della scuola; Indicatori educativi) Gli strumenti di osservazione e valutazione adottati (e annualmente applicati) toccano in modo selettivo e mirato alcuni snodi ritenuti cruciali di questi cinque campi:

  37. Vengono combinate metodologie diagnostiche sia quantitative (avvalendosi di tecniche statistiche che permettono correlazioni tra variabili, confronti sincronici e diacronici fra indicatori) che qualitative.

  38. LA NORMA ISO 9001: 2000 Viene considerato da chi lo adotta uno strumento efficace per la gestione e la valutazione del servizio scolastico • Il primo obiettivo da perseguire per le scuole è la realizzazione di un Sistema di Gestione per la Qualità.

  39. LA NORMA ISO 9001: 2000 • determinare le esigenze e le aspettative del cliente • stabilire la politica, ossia gli indirizzi generali dell’organizzazione, e gli obiettivi da perseguire • determinare i processi e le responsabilità per conseguire gli obiettivi • stabilire, per ciascun processo, le misure di efficacia nel perseguire gli obiettivi • cercare opportunità per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei processi • determinare e programmare i miglioramenti possibili Fondamenti di un Sistema di Gestione per la Qualità sono:

  40. Che cos'è una Procedura ? Una procedura è una sequenza di azioni che devono essere svolte con certe modalità predefinite. Ad es. le operazioni di scrutinio con calendario, adempimenti e scadenze potrebbero essere codificate in una procedura relativa appunto allo svolgimento degli scrutini.

  41. Manuale della Qualità Il Manuale descrive come gli obiettivi per la Qualità vengono perseguiti e come, attraverso una conduzione coerente e conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO 9001: 2000, la scuola ricerca il miglioramento continuo dei servizi erogati in modo da realizzare al meglio i propri fini istituzionali e soddisfare le richieste degli utenti. Il Manuale della Qualità della scuola costituisce il documento fondamentale nel quale sono descritte le modalità gestionali ed operative del Sistema di gestione per la Qualità. Esso costituisce la guida di tutto il personale in servizio nella scuola per lo svolgimento delle attività che avranno influenza sulla qualità.

  42. IL MONIPOF (Monitoraggio Autonomia Scolastica) • Il progetto di monitoraggio dell’autonomia scolastica è stato avviato dal MPI già nel biennio 1998/2000 quando le scuole erano ancora in fase di sperimentazione. • L’obiettivo era rilevare la capacità della scuola di strutturare in modo organico le proprie azioni nel Piano dell’offerta formativa. • Il progetto e il piano di fattibilità sono stati impostati dal Comitato Paritetico per il monitoraggio dell’autonomia, formato da diversi soggetti (MPI, gli Istituti nazionali per la Documentazione, ex BDP, e per la valutazione, ex CEDE, il sistema nazionale degli IRRE, ex IRRSAE). • Il campione monitorato sul territorio nazionale era costituito inizialmente da 1000 scuole, salite nel corso del 2000/2001 a 1300, che hanno aderito all’iniziativa sulla base di un’autosegnalazione.

  43. Il progetto è stato realizzato grazie a una rete nazionale di osservatori articolata in Gruppi Regionali di Ricerca, a loro volta articolati in Team di Ricerca (tecnici IRRSAE, Ispettori, nuclei di supporto all’autonomia, risorse presenti sul territorio). • I team hanno condotto il monitoraggio sulla base di un protocollo nazionale elaborato da un Gruppo tecnico nazionale di progettazione. • Nell’attività di monitoraggio sono stati impegnati circa 400 osservatori che hanno seguito un apposito percorso di formazione. • Nella regione Lombardia sono state monitorate nell’anno scolastico 2000/2001 99 scuole.

  44. Il progetto si è articolato in due fasi: - la rilevazione documentaria - il monitoraggio interattivo di un campione di scuole attraverso incontri tra il team di osservatori e le varie componenti degli Istituti scolastici.

  45. Obiettivi MONIPOF • Conoscere le modalità con cui le scuole si muovono sul terreno dell’autonomia • Ricostruire il panorama delle esperienze in corso, al fine di migliorare la comprensione dei processi che si stanno sviluppando • Diffondere le informazioni sulle potenzialità della scuola a livello regionale e nazionale • Offrire alle scuole uno strumento di aiuto alla loro autovalutazione

  46. Che cosa si esamina con il Monipof ? • Il dichiarato  incontri tra team di osservatori, Dirigente scolastico e staff di collaboratori • L’agito  eventi significativi attraverso l’analisi di documenti prodotti rilevanti • Il pensato e il percepito  utilizzo di strumenti semiproiettivi e la tecnica del focus group con docenti, genitori e studenti

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