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Il sistema dei media in Italia

Il sistema dei media in Italia. Che cos’è un sistema?. Un sistema è un oggetto complesso, formato da componenti distinte collegate tra loro da un certo numero di relazioni dinamiche

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Il sistema dei media in Italia

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Presentation Transcript


  1. Il sistema dei media in Italia

  2. Che cos’è un sistema? • Un sistema è un oggetto complesso, formato da componenti distinte collegate tra loro da un certo numero di relazioni dinamiche • Il sistema possiede un livello di complessità maggiore delle sue parti, cioè dispone di proprietà irriducibili a quelle dei suoi componenti

  3. Incidenza % dell’industria della comunicazione sul Pil

  4. La comunicazione come servizio pubblico L’Italia è uno stato sociale:ciò ha inciso profondamente sullo sviluppo del suo sistema dei media • La stampa è regolamentata in quanto servizio di preminente interesse pubblico ed ottiene finanziamenti diretti ed indiretti con lo scopo di tutelare le testate che non sarebbero autosufficienti finanziariamente • Radio e televisione sono nate come aziende di proprietà dello Stato; le strategie editoriali e i contenuti sono stati definiti in relazione alle finalità di tutela dell’interesse dei cittadini • Le televisioni private usufruiscono di frequenze pubbliche

  5. D’INTERESSE GENERALE E COMUNE RELATIVO AL POTERE PUBBLICO RELATIVO AGLI AFFARI PUBBLICI SERVIZIO PUBBLICO INTERAZIONE CLASSE DIRIGENTE INTERAZIONE OPINIONE PUBBLICA SPECCHIO E DRIVER DEL SISTEMA VALORIALE DELLA SOCIETA’ prof. Mario Morcellini – Tv, servizio pubblico, questione dei contenuti e qualità

  6. Gli articoli della Costituzione • Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure • Art. 43. A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale

  7. Una cronologia italiana 1875 - 1914: la rivoluzione industriale e l’apertura di nuovi pubblici di massa 1914 -1940: la razionalizzazione del controllo la conquista dello spazio domestico 1954 - 1975: l’esplosione dei consumi la colonizzazione dell’immaginario la democratizzazione della politica anni ‘80: la diversificazione del panorama mediatico la supremazia del mezzo televisivo l’industrializzazione del sistema l’esplosione del mercato pubblicitario e delle tecniche di marketing

  8. Il contesto

  9. Verso il sistema industriale I dati chiave negli investimenti pubblicitari Raccolta pubblicitaria dei media: 1980: 2.635 miliardi di lire 1988: 7.314 miliardi di lire

  10. L’industria dei media Nelle società capitalistiche le imprese agiscono nel settore dei media secondo le modalità proprie di tutte le aziende industriali e commerciali, benché i loro prodotti non siano del tutto assimilabili a merci Gli stadi di produzione: • preproduzione • produzione • postproduzione • distribuzione e marketing • protezione / commercializzazione

  11. Il targeting • “Tra l’apparizione del pubblico popolare dei primi romanzi d’appendice e le audiences segmentate della cultura di massa, passa all’incirca un secolo. • Il percorso che conduce al targetsegue le tappe di una cultura sempre più imperniata sul divertimento, indirizzata alle grandi maggioranze e fabbricata secondo norme industriali. • Il marketing e la pubblicità ne sono la matrice, e la democrazia americana è il luogo in cui prende forma come modo di cementare la “volontà generale” e di costruire il legame sociale della nazione.” (A.Mattelart, L’invenzione della comunicazione)

  12. “Quello di cui immediatamente non ci si avvede è che mettere al centro la pubblicità significa modificare il concetto stesso di prodotto televisivo, e quindi di cambiarne la funzione. Il pubblico diviene oggettivamente il centro del processo, non più il destinatario del prodotto. Si tratta di un fenomeno nuovo nel nostro Paese, in queste proporzioni, anche perché quel pubblico viene identificato non tanto per i target differenziati che popolano il mondo del consumo, quanto piuttosto con le audience oceaniche dei grandi prodotti massivi.”

  13. La “dieta” mediale • Ci sono media che si caratterizzano per una maggiore offerta di informazione, altri per una maggiore offerta di intrattenimento, anche se i generi spesso coesistono nello stesso contenuto e ci sono media che ne offrono quasi tutti • Ognuno di noi compone la propria dieta mediale, scegliendo contenuti, generi, media a seconda dei bisogni e delle esigenze del momento (informative, cognitive, emotive, psicologiche ecc.)

  14. L’audience come mercato da conquistare(è il punto di vista delle emittenti) I media commerciali privilegiano il concetto dell’audience (dal latino audientia, ascolto) come mercato, e dunque ne valorizzano soprattutto le dimensione quantitativa e le caratteristiche socio-economiche: • gli introiti della pubblicità salgono proporzionalmente al numero degli spettatori di un programma • è dunque necessaria una precisa quantificazione del consumo per rendere possibile la negoziazione tra le imprese televisive e gli investitori pubblicitari • il prodotto dei media è visto come una merce, o un servizio offerto a un pubblico il più largo possibile di potenziali consumatori, in concorrenza con altri prodotti analoghi • conviene studiare il pubblico in base agli stili di vita e ai modelli di consumo

  15. Le risorse comunicative delle famiglie (in giallo la disponibilità, in rosso l’uso abituale)

  16. Gli individui sono esposti ai mezzi di comunicazione in maniera differente, ma complementare, nel corso della giornata CASA LAVORO CASA, HOBBIES, AMICI POMERIGGIO MATTINA SERA ORE radio TV internet quotidiano periodico

  17. La stratificazione dell’uso dei media in Europa (%)

  18. In Europa % di abitanti che si informa solo dalla tv • Italia 67 • Francia 53 • Spagna 51 • Gran Bretagna 48 • Germania 47 • Grecia 45

  19. L’editoria libraria Titoli pubblicati e copie vendute (1990= 100)

  20. Il gruppo leader : Mondadori LibriGiulio Einaudi Editore , Sperling & Kupfer, Frassinelli, Piemme, Mondadori Electa, Le Monnier … Periodici Panorama, Economy, Panorama Travel, Casabella, Casa Facile, Casaviva, Creare, Ville e giardini, Auto oggi, Automobile Club, Cambio, Evo, Hp Trasporti Cllub, Ciak, Cucina moderna, Cucina no problem, Grand Gourmet, Sale e Pepe, Interni, Chi, Confidenze,Cosmoplitan, Donna Moderna, Easy shop, Flair, Grazia, Per me, Top Girl, Tu, Geo, Pc professionale, Top of the pops, Nuovi argomenti, Prometeo, Starbene, Focus, Focus junior, Jack, Macchina del tempo, Controcampo, 2 Tv, Guida tv, Star+tv, Telepiù, Tv Sorrisi e Canzoni, Men’s health

  21. Gli imperi editoriali privati • Mediaset (Berlusconi): Rti spa (Canale 5, Italia1, Retequattro), Tele+, Videotime (produzione), Endemol, Publitalia (pubblicità), Telecinco, Publieuros (marketing), radio locali, Mondadori, Pagine Utili, Blockbuster, Jumpy, Medusa film, Panorama, Il Foglio, Il Giornale, Libero, Sorrisi e Canzoni tv. • Rcs (Mediobanca, Gemina, Fiat, Generali, Pirelli, Ligresti et al.): Il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, City, radio locali, quotidiani locali, 8 settimanali, 15 mensili, El Mundo, Agenzie Stampa, 6 case editrici. • Cir (De Benedetti): La Repubblica, L’Espresso, Radio Deejay, Radio Capital, radio M2O, 1 bimestrale, 2 trimestrali, 2 mensili, quotidiani locali, Kataweb, la pubbicitaria Manzoni spa. • Gruppo Caltagirone: Il Messaggero, Il Mattino, Leggo, quotidiani locali. • Gruppo Fiat: La Stampa, Publikompass (pubblicità). • Confindustria: Il Sole 24 Ore, Radio 24, 24ore tv, agenzia Radiocor, periodici finanziari. • Poligrafici Editoriale (Monti Riffeser): Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Gamma Radio 1 e 2.

  22. La stampa: le grandi testate dei quotidiani anno di nascita • Il Corriere della Sera 1876 • La Stampa 1895 • Il Messaggero 1878 • La Nazione 1859 • Il Resto del Carlino 1885 • La Repubblica 1976 • Il Giornale 1978 • La Gazzetta dello Sport 1896

  23. Audipress 2010 - Quotidiani locali: le performance migliori Posizionamento Testate: TOP 15 Lettori Giorno Medio(valori in migliaia) 26

  24. Audipress 2010 La Repubblicasi confermaprimo quotidianodiinformazione in Italia con 3,2 milionidi lettori (+4,6%) 3.209.000 lettori nel Giorno Medio +11,8% vs Corriere (2.870.000) 27

  25. Il parallelismo politico della stampa italiana È legato alle origini storiche, letterarie e politiche, che ne hanno cristallizzato le funzioni educativa e di propaganda Si traduce in un giornalismo caratterizzato da • Prevalenza dei temi politici (political issues più che policy issues) • Editoria di partito • Testate e giornalisti schierati • Editoria impura, fatta da imprenditori che hanno altri interessi

  26. Le origini della scarsa autonomia • Matrici letterarie e politiche dei fondatori del giornalismo • Funzione educativa e di propaganda assunta dai giornali nel Risorgimento • Eredità del ventennio fascista, che aveva fatto della negazione della libertà d’informazione un tratto costitutivo • Assenza di rotture radicali con un passato di ossequio al potere politico • Debolezza del sistema industriale dei media e subalternità al sistema politico per ragioni di sussistenza • Scarsa abitudine dei cittadini alla lettura • Mancata differenziazione tra stampa di qualità e stampa popolare

  27. Il panorama della stampa dopo la Liberazione - Al Nord: competizione tra «Corriere» (Milano) e «Stampa» (Torino) - Al Centro: «Il Messaggero» e «Il Tempo» - Quotidiani interregionali e regionali: «Il Secolo XIX» a Genova, il « Carlino» a Bologna e «La Nazione» a Firenze - Fogli di partito: l’«Unità» (Pci) - Il successo dei settimanali: la stampa popolare «L’Europeo», «Oggi», «Tempo» e «La Domenica del Corriere»

  28. Gli anni Ottanta La prima legge di sistema (n.416 del 1981), “Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria”, viene varata dopo anni di aspre battaglie sindacali e politiche e grazie ad un’accresciuta domanda d’informazione nel paese: fissa limiti antitrust nel settore della stampa e regolamenta i contributi pubblici alle imprese editoriali Con quel denaro le imprese attuano il risanamento e introducono le tecnologie elettroniche in redazione, mentre prende le mosse un sistema razionale di raccolta pubblicitaria e gi introiti aumentano Nascono sinergie che ottimizzano i costi, collegando tra loro i piccoli giornali e iniziando processi di differenziazione produttiva Il panorama della stampa italiana si ridefinisce in senso industriale e di mercato Iniziano fenomeni di popolarizzazione

  29. Un triste declino I quotidiani hanno visto un declino lento, ma continuo. La loro diffusione complessiva è diminuita del 5% rispetto al 1993 e del 15% rispetto ai livelli che avevano raggiunto negli anni ’80 N. Copie diffuse (in migliaia)

  30. Il numero di lettori(Audipress 2011)

  31. Chi legge i giornali • E’ mediamente istruito/a, non giovanissimo/a • Pone attenzione su titoli, sommari e occhiello • Preferisce articoli non troppo lunghi • Cerca notizie fresche, informazioni di servizio e spiegazioni  deriva dei “consigli” su questioni di scienza e medicina • Apprezza la parola scritta: pensata, rileggibile, conservabile • Ha la garanzia di un mezzo collaudato e trasparente

  32. Un confronto Quotidianicopie per 1000 abitanti

  33. I periodici

  34. Audipress 2010: L’espresso L’espresso cresce (+6,7%) e si avvicina sempre più a Panorama (+2,4%) 2.571.000 lettori settimana -11% vs Panorama (2.889.000) 39

  35. La galassia Mediaset

  36. Le dimensioni delle imprese(2003)

  37. La radiofonia L’interesse per le nuove tecnologie della radiocomunicazione aveva avuto sia negli Stati Uniti che in Europa un grande impulso durante la prima guerra mondiale • 1920: nasce la RCA, Radio Corporation of America, che accanto ai servizi di telegrafia transoceanica inizia ad offrire il primo network radiofonico (in seguito anche televisivo), la NBC. La radio ottiene subito un grandissimo successo • In Gran Bretagna è lo Stato che, assorbendo alcune aziende private, costituisce la radio come servizio pubblico: è la BBC • 1922: in Francia e in Germania si sviluppano parallelamente un settore radiofonico pubblico e numerose radio private

  38. Sistemi di organizzazione del broadcasting Privato Servizio radiotelevisivo sotto il controllo di imprese private (networks) per le quali il medium è un veicolo pubblicitario al servizio dell’industria dei consumi USA (1920) Gran Bretagna (1920) Pubblico Francia (1921) Servizio radiotelevisivo sotto il controllo dello Stato, o di una società che opera per suo conto Germania (1923) Italia (1924)

  39. La storia della radio in Italia • 1910: la legge riserva al governo lo stabilimento e l’esercizio degli impianti radiofonici • 1923: il governo Mussolini stabilisce la facoltà per lo Stato di accordare il servizio radiofonico in concessione • 1924: prima convenzione e avvento della radiodiffusione in Italia, con il primo programma trasmesso a Roma dall’URI • 1926: Mussolini capisce il grande potere della radio, e installa apparecchi in tutti i luoghi pubblici • 1926: si autorizza la raccolta pubblicitaria • 1927: la concessione viene affidata per 25 anni all’EIAR • 1929: primo giornale radio • 1930: la rete di diffusione aumenta, soprattutto al Nord, ma è ostacolata dagli alti costi • 1935: l’EIAR emette i primi giornali radio • 1937: la Radio Balilla costa 430 lire • 1944: in seguito alla caduta del fascismo, la Rai diventa Radio Audizioni Italia (RAI) • Nel corso della II guerra mondiale la radio diventa un vero e proprio medium di massa • 1969: nascono le radio libere. Anche la RAI moltiplica i canali

  40. L’evoluzione degli apparecchi • 1906…: Apparecchi ingombranti e pesanti (trasportabili solo dalle navi) • I Guerra Mondiale: Apparecchi leggeri e trasportabili (radiotelefoni) • Anni ‘20: - Apparecchi a cristallo di “galena” (circuiti semplici, costi bassi) - Apparecchi di “lusso”, mobili da salotto con fili, cuffia e altoparlante (“aerei” sui terrazzi per ricezione) (alto costo apparecchio+canone+tasse) • Anni ‘30...: - “Coribande” (piccolo apparecchio trasportabile nelle diverse stanze della casa) - “Radiorurale” (apparecchio per le scuole) - “Radiobalilla” (apparecchio popolare, accessibile a tutti) • Anni ‘60-‘70...: Il “transistor” (apparecchio portatile) e la cuffia

  41. Music box, scatola sonora … La radio è il primo strumento di comunicazione che non ha bisogno di alcun tipo di supporto materiale “Ad oltre un secolo dalla sua nascita la radio mostra una sorprendente vitalità e una versatile capacità di cambiare più volte la sua pelle, cogliendo al volo i mutamenti della società”

  42. L’audience della radioAscolti medi giornalieri (in migliaia) Pubblica • Rai Radiouno 7.128 • Rai Radiodue 4.794 • Rai Radiotre 2.099 Private • Radio Deeiay 5.494 • R.D.S. 4.367 • RTL 102.5 4.195 • Radio Italia 3.639 • Radio 105 3.399 • Radio MonteCarlo 2.198 • Radio Capital 1.957 • Radio Maria 1.660 • Radio 24 1.467

  43. 2006 45.461.000 86,6% 1996 41.438.000 82,1% 1988 38.849.000 77,4% % penetrazione, Dati Audiradio La radio e il suo ascoltoQuanti ascoltano in una settimana

  44. 1996 2006 % penetrazione per Regione, Dati Audiradio La radio e il suo ascoltoRadio nazionali e locali per Regione

  45. Ascolto fuori casa nel giorno medio: penetrazione sul totale 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: Dati Audiradio La radio e il suo ascolto

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