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UNIVERSITA’ DI PISA SCUOLA DI TERAPISTA OCCUPAZIONALE

UNIVERSITA’ DI PISA SCUOLA DI TERAPISTA OCCUPAZIONALE Riabilitazione nelle patologie traumatiche dell’arto superiore. Il metodo di lavoro. Nella patologia della cuffia distinguiamo:

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  1. UNIVERSITA’ DI PISA SCUOLA DI TERAPISTA OCCUPAZIONALE Riabilitazione nelle patologie traumatiche dell’arto superiore

  2. Il metodo di lavoro Nella patologia della cuffia distinguiamo: i casi che richiedono il recupero motorio-funzionale della spalla, senza aver eseguito intervento chirurgico: riabilitazione pre-operatoria, riabilitazione nei casi non operabili. i casi che richiedono il recupero motorio-funzionale della spalla, dopo aver eseguito intervento chirurgico.

  3. Il metodo di lavoro La Biomeccanica della spalla ci viene in aiuto per finalizzare l’impegno della riabilitazione a verificare le potenzialità reali di recupero di una spalla La storia clinica della singola spalla ci permette di conoscere i limiti funzionali reali e le capacità del soggetto a recuperare.

  4. L’approccio all’articolazione Controllo del dolore Recupero R.O.M. Controllo e limitazione dei compensi articolari

  5. I presupposti dell’atto riabilitativo Terapia fisica: per il dolore Esercizio terapeutico Fase di potenziamento: è tardiva, finale

  6. I presupposti dell’atto riabilitativo Terapia fisica: per il dolore Sono di comune utilizzo, nella pratica riabilitativa, gli strumenti di Terapia fisica con la funzione di moderare la fase di dolore soprattutto all’inizio del programma riabilitativo. • In particolare: - Ultrasuonoterapia • Elettroanalgesia • Laserterapia

  7. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Costituisce l’elemento fondamentale del recupero motorio. Rappresenta l’essenza della pratica riabilitativa. Si caratterizza di un significato unico: L’APPRENDIMENTO

  8. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Dal punto di vista operativo questo significa ricercare, per ricreare in sede terapeutica, le informazioni che il sistema alterato utilizza fisiologicamente per la sua ordinaria costituzione. • Tali informazioni dovranno poi essere inserite nella proposta di esercizi, con l’obiettivo di ristrutturare o rievocare componenti di schemi motori alterati o perduti.

  9. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Nella riacquisione dei movimenti della spalla, attraverso l’esercizio terapeutico, si mira a regolare questi parametri che sono: temporalità: caratteristica dell’atto motorioche ordina nel tempo la posizione dell’arto nello spazio. spazialità: posizioni nello spazio dell’arto durante l’atto motorio. intensità: contrazione muscolare che determina l’atto motorio, in relazione della temporalità e spazialità dell’atto motorio stesso.

  10. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Il ripristino dei movimenti della spalla secondo questa impostazione permette al soggetto di recuperare il proprio schema corporeo, espressione del complesso collegamento che ogni articolazione possiede con il Sistema Nervoso Centrale.

  11. I presupposti dell’atto riabilitativo LA MOBILIZZAZIONE PASSIVA: È uno strumento di valutazione e di recupero per ristabilire il R.O.M.

  12. I presupposti dell’atto riabilitativo LA MOBILIZZAZIONE PASSIVA: È uno strumento di valutazione e di recupero per ristabilire il R.O.M.

  13. SPALLA I presupposti dell’atto riabilitativo ORGANO DI BIOINFORMAZIONI ESERCIZI DI RIPRODUZIONE: UTILIZZO DELLA PROPIOCEZIONE

  14. SPALLA I presupposti dell’atto riabilitativo ORGANO DI BIOINFORMAZIONI ESERCIZI DI TRACKING E DI TARGETING:

  15. SPALLA I presupposti dell’atto riabilitativo ORGANO DI BIOINFORMAZIONI ESERCIZI DI TRACKING E DI TARGETING:

  16. I presupposti dell’atto riabilitativo SPALLA ORGANO DI BIOINFORMAZIONI ESERCIZI DI TRACKING E DI TARGETING:

  17. Un potenziamento precoce induce un aumento dei compensi muscolari e non permette il completo recupero della spalla. Fase di potenziamento muscolare: E’ tardiva e segue soltanto dopo il completo recupero attivo del R.O.M. della spalla. I presupposti dell’atto riabilitativo

  18. Fase di potenziamento muscolare: E’ tardiva e segue soltanto dopo il completo recupero attivo del R.O.M. della spalla. I presupposti dell’atto riabilitativo

  19. I tepi di recupero Nei casi post-chirurgici di recupero della patologia della cuffia si passa dai 2 ai 3 mesi Nei casi di trattamento conservativo, almeno un mese in casi di spalla seriamente compromessa

  20. I tepi di recupero Ma i tempi dipendono essenzialmente dai seguenti fattori: Rapporto riabilitatore-paziente Eliminazione del dolore articolare Recupero del R.O.M. di spalla Limitazione o completa abolizione dei compensi muscolari ed articolari.

  21. Contenuti della riabilitazione di polso Semplificazione ed operatività imporrebbero che, al momento che si affronta il tema della riabilitazione di polso, dovremmo fare riferimento ai contenuti di qualche protocollo comunemente accettato da ortopedici chirurghi e dai riabilitatori.

  22. Il polso nel Sistema Arto superiore La struttura osteo-articolare della spalla, del gomito e dell’avambraccio può essere considerato un primo sub-sistema che ha il compito di orientare il polsonella posizione corretta perché la mano, come secondo subsistema, eserciti la sua funzione manipolativa-conoscitiva.

  23. Il polso nel Sistema Arto superiore Il gesto di prensione può essere suddiviso in quattro fasi: • Proiezione della mano verso l’oggetto • Prensione e manipolazione • Tenuta e trasporto dell’oggetto • Rilascio

  24. MANO (organo sensoriale) FUNZIONE 1-Spalla, gomito e polso permettono l’orientamento e il posizionamento della mano nello spazio 2-Articolazioni delle dita permettono la presa degli oggetti G. Pajardi, G. Foucher, N. Buch, S. Stutzmann; 2001

  25. 3-Movimenti di flessione realizzano la presa propriamente detta 4-Movimenti di estensione permettono l’adattamento preventivo della mano alla dimensione e alla forma dell’oggetto, così come il suo rilascio G. Pajardi, G. Foucher, N. Buch, S. Stutzmann; 2001

  26. Richiami di Biomeccanica del polso Estensione dorsale 0°/ 35°-60° Flessione palmare 0°/ 50°-60° Deviazione ulnare 0°/ 30°-40° supinazione dell’avambraccio 0°/ 80°-90° pronazione dell’avambraccio 0°/ 80°-90° Deviazione radiale 0°/ 25°-30°

  27. Integrità delle strutture ossee Grado di libertà delle diverse articolazioni Qualità dei movimenti di presa Innervazione sensitiva della mano Buon funzionamento degli elementi motori (tendini e muscoli) G. Pajardi, G. Foucher, N. Buch, S. Stutzmann; 2001

  28. Scale di valutazione Habiland Dreiser

  29. L’approccio all’articolazione È legato all’età del paziente, alle esigenze funzionali, all’attività lavorativa e alla mano dominante e prevede: Controllo del dolore Recupero R.O.M. Controllo e limitazione dei compensi articolari

  30. L’approccio all’articolazione Controllo del dolore Nella fase di congelamento articolare del polso e nella fase post-operatoria il paziente riferisce dolore, anche alla semplice mobilizzazione passiva. Il primo punto è, dunque, trattare il dolore e, soprattutto, prevenirlo.

  31. L’approccio all’articolazione Recupero R.O.M. Prevede l’utilizzo dell’esercizio terapeutico finalizzato a ristabilire l’articolarità del polso secondo le potenzialità reali: stato di deterioramento anatomico, tempi post-chirurgici definiti.

  32. L’approccio all’articolazione DOLORE Schema dello specifico patologico all’inizio del trattamento riabilitativo LIMITAZIONE ARTICOLARE RICERCA DI COMPENSI DEFICIT MUSCOLARE

  33. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Costituisce l’elemento fondamentale del recupero motorio. Rappresenta l’essenza della pratica riabilitativa. Si caratterizza di un significato unico: L’APPRENDIMENTO

  34. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Dal punto di vista operativo questo significa ricercare, per ricreare in sede terapeutica, le informazioni che il sistema alterato utilizza fisiologicamente per la sua ordinaria costituzione. • Tali informazioni dovranno poi essere inserite nella proposta di esercizi, con l’obiettivo di ristrutturare o rievocare componenti di schemi motori alterati o perduti.

  35. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Nella riacquisione dei movimenti del polso, attraverso l’esercizio terapeutico, si mira a regolare questi parametri che sono: temporalità: caratteristica dell’atto motorioche ordina nel tempo la posizione dell’arto nello spazio. spazialità: posizioni nello spazio dell’arto durante l’atto motorio. intensità: contrazione muscolare che determina l’atto motorio, in relazione della temporalità e spazialità dell’atto motorio stesso.

  36. I presupposti dell’atto riabilitativo L’Esercizio Terapeutico Il ripristino dei movimenti del polso secondo questa impostazione permette al soggetto di recuperare il proprio schema corporeo, espressione del complesso collegamento che ogni articolazione possiede con il Sistema Nervoso Centrale.

  37. Gli strumenti della riabilitazione • Distinguiamo essenzialmente: • La Terapia fisica nelle sue molteplici applicazioni: magnetoterapia elettroterapia e Ionoforesi con farmaco Tecarterapia e Laserterapia • La Kinesiterapia : esercizio terapeutico. • Linfodrenaggio manuale

  38. Gli strumenti della riabilitazione Negli obbiettivi proposti per il recupero motorio di un polso fratturato si deve sottolineare un fine importante per l’economia articolare di tutto l’arto superiore interessato: l’eliminazione delle complicanze.

  39. l’eliminazione delle complicanze: • Rigidità di polso e/o delle dita • Degenerazione articolare post-traumatica • Deformità residua • Distrofia simpatica riflessa (M. di Sudek) • Difetto di consolidamento, pseudoartrosi • Neuropatia temporanea o permanente.

  40. Approccio riabilitativo FASE 1: Ripristino della funzione, a partire dalla fase di immobilizzazione FASE 2: Automatizzazione del gesto FASE 3: Integrazione nella realtà quotidiana:

  41. Approccio riabilitativo FASE 1:Gesso o fissatore esterno Si deve favorire: • Riduzione del dolore: riposo, arto declive, crioterapia. • Mantenimento della Mobilità delle dita: eseguire movimento attivi/passivi delle dita • Mantenimento della Mobilità delle articolazioni vicine: movimenti di gomito e spalla.

  42. Approccio riabilitativo FASE 1:Dopo fase d’immobilizzazione • Riduzione del dolore articolare: crioterapia, Elettroterapia, Magnetoterapia. In questa fase può comparire l’algodistrofia riflessa di Sudek, che può richiedere a sua volta: Terapia farmacologica appropriata, Magnetoterapia e se compare marcato grado di osteoporosi reattiva , si consiglia l’uso della Camera Iperbarica.

  43. Approccio riabilitativo FASE 1:Dopo fase di immobilizzazione • Favorire i deflusso di liquidi tissutali con attivazione della pompa muscolare attraverso movimento attivo e drenaggio linfatico manuale. • Migliorare la mobilità delle articolazioni del polso, del gomito, delle dita e della mano: con tecniche di mobilizzazione attiva e passiva, ginnastica propiocettiva, PNF, uso di thera-band ed esercizio isocinetico.

  44. Approccio riabilitativo FASE 2: Automatizzazione del gesto • Recuperare la forza con lavoro statico e dinamico dei muscoli dell’avambraccio, delle dita e della mano. In questa fase interviene anche la Terapia occupazionale che si avvale di una serie di procedure di esercizio terapeutico finalizzato al recupero delle autonomie personali attraverso la rieducazione motoria dell’articolazione interessata e con l’apporto di ausili specifici per il paziente.

  45. Approccio riabilitativo FASE 3: integrazione nella realtà quotidiana In assenza di un completo recupero funzionale occorre parlare di recupero addattivo: Insieme delle misure che, attraverso le modifiche dell’ambiente, la terapia occupazionale, la sostituzione o vicarazione funzionale, interventi di chirurgia ortopedica, l’utilizzo di ortesi e/o protesi e/o ausili, consentono di raggiungere la maggiore autonomia funzionale possibile in relazione al danno

  46. I tempi di recupero • I tempi dipendono essenzialmente dai seguenti fattori: • Rapporto riabilitatore-paziente • Eliminazione del dolore articolare • Recupero del R.O.M. del polso • Limitazione o completa abolizione dei compensi muscolari ed articolari.

  47. Valutare i singoli casi Quest’affermazione deve essere sottesa nel lavoro del riabilitatore, perché al di là di ogni protocollo, tecnicamente valido, è indispensabile focalizzare l’attenzione sulle caratteristiche cliniche degli esiti del trauma del paziente…

  48. Valutare i singoli casi Con la consapevolezza sempre maggiore che la Riabilitazione non va vista come fase successiva all’intervento dell’Ortopedico, ma come elemento integrante della guarigione.

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