1 / 60

Disturbi del comportamento e scuola Dott.ssa Irene De Sanctis

Disturbi del comportamento e scuola Dott.ssa Irene De Sanctis. ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder ). Disattenzione Iperattività Impulsività. DISATTENZIONE. IMPULSIVITA’. IPERATTIVITA’. QUANDO IL LIVELLO DI IPERATTIVITA’, IMPULSIVITA’ E DISATTENZIONE

brygid
Télécharger la présentation

Disturbi del comportamento e scuola Dott.ssa Irene De Sanctis

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Disturbi del comportamento e scuola Dott.ssa Irene De Sanctis

  2. ADHD(Attention Deficit Hyperactivity Disorder) • Disattenzione • Iperattività • Impulsività

  3. DISATTENZIONE IMPULSIVITA’ IPERATTIVITA’ QUANDO IL LIVELLO DI IPERATTIVITA’, IMPULSIVITA’ E DISATTENZIONE PROVOCANO DEFICIT AL NORMALE FUNZIONAMENTO SCOLASTICO E SOCIALE

  4. Il 5% dei bambini è diagnosticato ADHD ( soprattutto maschi e con maggiori segni di iperattività rispetto alle femmine)

  5. Che cos’è l’attenzione?-selezione-durata -spostamento dell’attenzione

  6. DISATTENZIONE • spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività • spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco • spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente • spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni) • spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività • spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa) • spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti) • spesso è facilmente distratto da stimoli estranei • spesso è sbadato nelle attività quotidiane

  7. Che cos’è l’iperattività?-irrequietezza-agitazione-iperattività

  8. IPERATTIVITA’ • spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia • spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto • spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza) • spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività divertimenti in modo tranquillo • è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato" • spesso parla troppo

  9. Che cos’è l’impulsività?-impulsività comportamentale-impulsività cognitiva-impulsività emotiva

  10. IMPULSIVITA’ • spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate • spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno • spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es., si intromette nelle conversazioni nei giochi)

  11. Criteri del DSM-IV • I sintomi devono essere presenti prima dei 7 anni di età • Deve essere presente una certa menomazione in almeno due contesti sociali (casa, scuola, lavoro...) • Deve essere presente una compromissione significativa del livello di funzionamento sociale e/o lavorativo • I sintomi non spiegabili da altri disturbi di tipo psicotico o emotivo

  12. Possiamo avere soggetti:1- iperattività-impulsività2- disattenzione3- disturbo combinato

  13. SINTOMI SECONDARI Purtroppo i soggetti con DDAI, o con altri problemi di comportamento, manifestano anche altri sintomi che vengono definiti secondari in quanto si presume derivino dall’interazione tra le caratteristiche del disturbo con l’ambiente sociale e con quello scolastico in cui si trovano inseriti tali bambini

  14. Quadro clinico: Difficoltà relazionali - Emarginazione da parte dei coetanei - Scarse amicizie durature - Tendenza all’isolamento - Rapporti con bambini più piccoli o più instabili - Incapacità nel cogliere indici sociali non verbali

  15. Quadro clinico: Difficoltà scolastiche • - Rendimento inferiore alle potenzialita’ • - Disturbo nella memoria sequenziale • - Stile cognitivo impulsivo • - Deficit di controllo delle risorse cognitive • -Effetto sul piano emotivo-comportamentale

  16. Diagnosi clinica: Bassa autostima - Demoralizzazione - Scarsa fiducia in sé stessi - Solitudine - Sentimenti abbandonici - Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto sociale, insuccesso scolastico, sportivo, ecc. - Rischio di un disturbo depressivo, ansioso, comportamentale

  17. Disturbo del comportamento - Comportamento negativista e provocatorio - Crisi di collera - Comportamento arrabbiato o rancoroso - Comportamento dispettoso o vendicativo - Frequenti litigi con gli adulti - Incapacità di rispettare le regole - Accusare gli altri per i propri errori - Sistematica violazione delle regole sociali - Aggressioni a persone o animali - Distruzione di proprietà - Frode o furto

  18. CAUSE CHE HANNO RISVEGLIATO NEI CLINICI UN INTERESSE VERSO QUESTO DISTURBO 1- IL RICONOSCIMENTO DELL’EREDITARIETA’ DEL DISTURBO 2- L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE AREE CEREBRALI COINVOLTE NELLA GENESI DEL DDAI 3- L’ELEVATO RISCHIO DI DISTURBI PSICOLOGICI IN SOGGETTI ADULTI CON PREGRESSA DIAGNOSI DI DDAI

  19. La causa del DDAI? • COMPONENTE APPRESA – regole domestiche – ambiente caotico – atteggiamento frettoloso e impulsivo – insegnamento del saper aspettare – esperienze negative per aver atteso – gratificazione della frettolosità • COMPONENTE INNATA – studi di genetica – genitori con DDAI – circuiti cerebrali (aree anteriori del cervello, dopamina, noradrenalina) – efficacia del Metilfenidato

  20. RitalinIl farmaco è stato autorizzato per il trattamento del ADHD nei bambini che abbiano compiuto i 6 anni, e negli adolescenti, nei quali i semplici interventi psico-sociali o psico-comportamentali si siano dimostrati insoddisfacenti.

  21. La mole­cola che lo compone è il METILFENIDATO, sostanzialmente una anfetamina. E' noto che le an­fetamine sono considerate droghe a tutti gli effetti, e infatti nel 1989 il Ministero della Salute ita­liano tolse dal mercato il metilfenidato, inserendolo nella categoria delle droghe pesanti come l'eroina e la cocaina. Non si tratta di un caso, dato che uno degli aspetti più inquietanti dei farmaci per lo ADHD è proprio l'esistenza di un mercato nero in cui il metilfenidato viene usato come vera e propria droga ricreativa, e allo stesso tempo come droga di mantenimento, da tutti quei bambini diagnosticati ADHD che la "cura" ha trasformato in tossicodipendenti. [...]Il danneggiamento dei neuroni e della loro capacità di neurotrasmissione crea un vero e proprio ottundimento delle funzioni cerebrali, che ovviamente "calma" il bam­bino iperattivo; solo che contemporaneamente ne uccide la creatività, l'intelligenza e l'emotività stessa. E' per questo che, a proposito del metilfenidato si parla di "effetto Zombie" tipico del Ritalin, riconosciuto dagli stessi sostenitori del farmaco.

  22. Funzionamento cerebralelivello di attivazione(arousal)

  23. La corteccia cerebrale svolge funzioni complessein collegamento con le strutture sottocorticali;il lobo frontale è la parte più evoluta, il «direttore d’orchestra»;un malfunzionamento comporta gravi difficoltà nelle cosiddette «funzioni esecutive»

  24. Alcuni ricercatori americani hanno rilevato nei maschi con ADHD, oltre a riduzioni volumetriche complessive già dimostrate in precedenti studi, significative anomalie morfologiche dei gangli basali (nucleo caudato, putamen, globo pallido) rispetto a un template di riferimento.

  25. I neuroni comunicano tra loro grazie ai neurotrasmettitori. La dopamina serve a mantenere il collegamento tra i lobi frontali e le altre strutture del SNC.Nei soggetti con DDAI il livello di dopamina è più basso.

  26. Danno nelle funzioni esecutivepianificazione condotta disorganizzataattenzione sostenuta difficoltà di concentrazionememoria di lavoro* difficoltà mnesticheinibizione stimoli irrilevanti distraibilitàautocontrollo comportamentale iperattività

  27. Riassumendo

  28. EVOLUZIONE DEL DDAI

  29. ADHD in età prescolare - Massimo grado di iperattività - Comportamenti aggressivi - Crisi di rabbia - Litigiosità, provocatorietà - Assenza di paura, condotte pericolose, incidenti - Disturbo del sonno

  30. ADHD in età scolare - Comparsa di sintomi cognitivi (disattenzione, impulsività) - Difficoltà scolastiche - Possibile riduzione della iperattività - Evitamento di compiti prolungati - Comportamento oppositorio-provocatorio

  31. ADHD in adolescenza Possibili evoluzioni - 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche talvolta inferiori ai controlli. - 45%: permanenza della sindrome, frequente attenuazione della componente iperattiva, crescente compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale - 20%: permanenza della sindrome, disturbi comportamentali di adattamento sociale

  32. ADHD in adolescenza - Disturbo dell’attenzione: difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana (programmazione) - Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione soggettiva di instabilità) - Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale - Condotte pericolose - Disturbi depressivo-ansiosi

  33. ADHD in età adulta - Difficoltà di organizzazione nel lavoro (strategie per il disturbo attentivo) - Intolleranza di vita sedentaria - Condotte rischiose - Rischio di marginalità sociale Bassa autostima, tendenza all’isolamento sociale, vulnerabilità psicopatologica

  34. Attribuzioni errate sui bambini con DDAI • Decidono deliberatamente di non voler lavorare • Fanno solo ciò che piace loro, quindi non meritano il mio aiuto perché quando si impegnano riescono come gli altri • Sono così perché i loro genitori non li seguono a sufficienza • Meritano di essere puniti per insegnare loro a calmarsi • Sono cattivi perché non seguono le regole del comportamento e reagiscono negativamente verso i compagni • A volte si comportano in quel modo solo per attirare l’attenzione della classe.

  35. In realtà questi bambini… • Non riescono a lavorare su uno stesso compito per un periodo prolungato…La loro motivazione diminuisce più rapidamente di quella degli altri • Spesso sanno quello che dovrebbero fare ma non riescono a mettere in pratica le loro buone intenzioni • La loro attenzione è controllata da stimoli esterni (il problema sta nel controllo interno dell’attenzione) • Non sono cattivi, a volte reagiscono negativamente con gli altri perché non hanno sufficienti abilità per fare meglio • Il loro comportamento non è diretto verso uno scopo preciso

  36. Leggende metropolitane- cattivi genitori-alimentazione e diete-vitamine-videogiochi

  37. DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO

  38. DISTURBO DELLA CONDOTTA

More Related