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SEMINARIO SULLA LEADERSHIP DISTRETTUALE Cagliari,04 giugno 2011 “ Rotary: Leadership & Management

SEMINARIO SULLA LEADERSHIP DISTRETTUALE Cagliari,04 giugno 2011 “ Rotary: Leadership & Management (Vision and Action) ”. Orsola Altea (Responsabile Leadership Distretto 2080 ). “ La visione senza azione è un sogno. L’azione senza visione è un incubo.

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SEMINARIO SULLA LEADERSHIP DISTRETTUALE Cagliari,04 giugno 2011 “ Rotary: Leadership & Management

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Presentation Transcript


  1. SEMINARIO SULLA LEADERSHIPDISTRETTUALE Cagliari,04 giugno 2011 “Rotary: Leadership & Management (Vision and Action)” Orsola Altea (Responsabile Leadership Distretto 2080)

  2. “La visione senza azione è un sogno. L’azione senza visione è un incubo. La visione con l’azione può cambiare il mondo” (Arthur Baker Joel)

  3. Strategic Vision del RI…. La visione del Rotary International è quella di essere universalmente riconosciuti per l’ impegno di…. “servire al di sopra di ogni interesse personale”

  4. Il Motto annuale che rinforza la “visione” rotariana…. “Impegnamoci nella comunità uniamo i continenti” (anno 2010/2011)  “Conosci te stesso per abbracciare l’umanità” (anno 2011/2012)

  5. Cosa è il ROTARY? • È un’organizzazione Non Governativa, Non Profit, che opera per servire la società. • Incoraggia il rispetto di elevati principi etici nell’esercizio di ogni professione. • Contribuisce a costruire un mondo di amicizia e di pace.

  6. COS’È UN ORGANIZZAZIONE? Organizzazione:insieme di persone e di mezzi, con definite responsabilità, autorità ed interrelazioni per raggiungere uno o più obiettivi comuni…. es: Società, Azienda, Organismo umanitario, associazione … Ente, ecc.

  7. Il Rotary International : • È un’organizzazione (…… formata da uomini e donne, occupanti “funzioni di leader” nei propri settori di attività economica e professionale …..) • Ha uno scopo • Risponde a dei bisogni

  8. L’attività del rotary: le vie d’azione • L’Azione Interna • L’Azione Professionale • L’Azione di Pubblico Interesse • L’Azione Internazionale • L’Azione per le Nuove Generazioni

  9. A CHI SI RIVOLGE IL ROTARY? • Alla comunità internazionale • Alla comunità locale • Ai giovani • Ai beneficiari delle azioni di service • Ai soci dei Club

  10. Cosa offre il Rotary? • Il SERVIZIO: cioè le azioni che i soci mettono a disposizione della collettività; • Il TEMPO: che i soci mettono a disposizione del Club; • Le OPERE DELL’INTELLETTO (cultura, esperienza, idee, attività, etc.

  11. Qual’è l’orientamento del Rotary? • Il ROTARY punta alla massima EFFICACIA ed EFFICIENZA della propria azione; • promuove lo Spirito del miglioramento continuo

  12. Se la nostra è un’Associazione di Leader dove sta il problema? ......vediamo…..

  13. Le organizzazioni sono costituite dalle persone che operano al loro interno; • con il loro comportamento contribuiscono al corretto funzionamento; • contribuiscono a forgiarle e a fare in modo che siano una struttura funzionale e armoniosa; …….ma…. L’adesione dell’individuo agli obbiettivi ed alle esigenze della organizzazione è una variabile fondamentale.

  14. Per cui si rileva che…. • molti individui sono passivi • molti individui non si sentono coinvolti • si diffonde apatia e malcontento • Molti individui non hanno ricevuto la giusta formazione sugli obiettivi dell’Associazione

  15. …ed ecco che…. Il Leader…….. Riscoprire le radici etimologiche del termine: • Inglese: to lead = condurre • Latino: cum ducere = tirare insieme

  16. Nella letteratura scientifica psico-sociale con il termine di leadership si intende : “la capacità di influenzare e mobilitare i membri di un gruppo sociale verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dal gruppo stesso”. Una tale definizione, tuttavia, rende solo una parte della complessa realtà che ruota attorno alla figura del leader in un gruppo.

  17. Molti studi hanno evidenziato non solamente l'aspetto strumentale legato al raggiungimento dello scopo ma, anche le diverse funzioni alle quali risponde la leadership: • i rapporti con gli altri membri: • la promozione della coesione sociale, • il rafforzamento dell'identità collettiva, • dunque, tutti quegli aspetti sociali e relazionali che caratterizzano la leadership

  18. IL LEADER • È un promotore, un attivatore, un gestore orientato al compito e agli obiettivi del gruppo • È un portatore di valori, un punto di riferimento per le tensioni emotive e per i conflitti • È chiamato a semplificare, comunicare e rendere intelleggibile la complessità della realtà interna ed esterna all’organizzazione

  19. Tratti distintivi del Leader • Coscienza di Se – Conosce a pieno le proprie capacità. • Vision – Ha visione futura, sa vedere lontano e riesce ad unire gli altri attorno alla visione. • Credibilità – È affidabile. Il gruppo si fida di lui. • Empatia – Sa comprendere gli altri. Ne avverte i bisogni latenti. • Onestà – Il vero Leader non ha bisogno di “barare”. • Comunicazione – Sa farsi capire. • Assunzione di Responsabilità – Un Leader ha più colpe che meriti

  20. “ La leadership è la capacità di tradurre la visione in realtà” (Warren G.Bennis) IL LEADERdeve gestire un cambiamento definendo una direzione (sviluppare una visione del futuro e le strategie per realizzare la visione), allineare, motivare e coinvolgere le risorse nella giusta direzione. IL DIRIGENTE/MANAGERdeve gestire attraverso la pianificazione e budgeting, mediante l'organizzazione delle risorse umane, e attraverso il controlling e problem solving.

  21. LEADER SI NASCE O SI DIVENTA? “C'è chi nasce grande, chi lo diventa, chi è costretto a diventarlo” (Shakespeare)

  22. Warren Bennis, nel libro "Come diventare un leader"identifica una serie di differenze tra menager e leader, tra queste: • Il Manager amministra ed il Leader innova; • Il Manager si concentra sui sistemi e la struttura, il Leader si concentra sulle persone; • Il Manager accetta la realtà, il Leader si interroga e ricerca nuove realtà e situazioni; • Il Manager ha una vista a corto raggio, il Leader ha una prospettiva a lungo raggio; • Il Manager chiede come e quando, il Leader chiede cosa e perché; • Il Manager ha il suo occhio sempre sulla linea di fondo, il leader ha il suo occhio verso l'orizzonte.

  23. Nel libro "Cosa fanno realmente i Leader?", Kotter sottolinea che: “ la leadership e il management sono due sistemi di azione distinti e complementari, ognuno dei quali ha la sua funzione e le sue attività caratteristiche. Sono entrambe necessarie per il successo in un contesto globale sempre più complesso e mutevole”. Le abilità di leadership sono fra le capacità più preziose in un mondo in continuo cambiamento

  24. LO STILE DI LEADERSHIP E’ la modalità di comportamento che il leader adotta nei confronti del gruppo, sulla base dell' esperienza di modelli conosciuti di indicazioni espressamente fornite da contributi scientifici dei valori dell'organizzazione di appartenenza per attivare processi di influenzamento interpersonali espressamente rivolti a favorire il conseguimento degli obiettivi assegnati )

  25. LE GRANDI TEORIE • Leader come grande uomo = TEORIE DEI TRATTI • Leader come comportamento = TEORIA DEGLI STILI DI LEADERSHIP • Leader come interazione con la situazione = APPROCCIO SITUAZIONISTA • Leader come processo = TEORIA TRANSAZIONALE

  26. LA TEORIA CLASSICA DEGLI STILI DI LEADERSHIP Mette in rapporto la funzione del leader con il clima sociale nel gruppo

  27. Lo studio dei comportamenti del leader Lewin, Lippitt e White (1939)

  28. EVOLUZIONE DEL CONCETTO • La teoria della Leadership Situazionale, elaborata da Hersey e Blanchard negli anni '70, supera gli schematismi e i "dogmatismi" delle precedenti teorie sulla leadership, affermando che non c’è un modo "giusto" per essere leader, ma al contrario bisogna scegliere lo stile più appropriato alle diverse situazioni. • Si parla pertanto di leadership situazionale o adattiva riferendosi alla capacità dei leader di adattare il proprio comportamento al contesto e ai bisogni contingenti di ognuno dei propri “collaboratori”. • Non esistequindi uno stile di leadership giusto o sbagliatoin assoluto, migliore o peggiore per definizione, efficace o inefficace, ma bisogna sempre ricercare quello più adatto al contesto.

  29. DONNE E LEADERSHIP

  30. DIFFERENZE TRA DONNE E UOMINI

  31. Il leader rotariano è autorevole, non autoritario: E’ orientato ai risultati del gruppo Crea una atmosfera ed un pensiero strategico coinvolgente per i soci Condivide le responsabilità con i collaboratori Motiva adeguatamente i collaboratori ed i soci Delega i compiti Previene le tensioni nel Club e … riporta l’armonia Prepara la crescita futura del Club Esalta i punti di forza del club e ne minimizza i punti di debolezza Completa i progetti già avviati e ne progetta di nuovi Crea empatia entro e fuori il Club 31

  32. Un buon leader rotariano … • E’ competente in materia rotariana: - Ha una chiara visione del Rotary, dei suoi valori, della sua missione, dei suoi obiettivi e li condivide entusiasta - Ha una chiara conoscenza delle opportunità, delle possibilità, del potere e dei limiti del Rotary • Ha un atteggiamento positivo e • guida dando l’esempio • Sa creare empatia fra i soci del Club ed all’esterno • Ha buone doti gestionali (progetti, iniziative, …) • Ha buone doti direttive (di persone e gruppi, ...) • Sa organizzare e delegare • Sa motivare • Sa comunicare bene sia all’interno che all’esterno • Promuove la conoscenza del Rotary 32

  33. Capacità gestionali (management) Scarsa conoscenza delle direttive e delle procedure rotariane Scarsa conoscenza delle risorse disponibili Scarsa pianificazione Tendenza ad invadere il campo di competenza altrui Disinformazione e/o scarsa informazione Principali carenze: 33

  34. Capacità dirigenziali(guida delle risorse umane) Scarsa conoscenza di regole e procedure rotariane (protocolli, nomine, …) Scarsa capacità di delega Scarsa capacità di autogestione (del tempo e dei carichi di lavoro, …) Scarsa capacità di instaurare ed intrattenere rapporti; … di creare empatia Scarsa comprensione della natura umana Principali carenze: 34

  35. Come passare dalla “Visione” all’ ”Azione”? Utilizzando gli strumenti che il Rotary Internazional mette a disposizione per concretizzare la propria mission… Quali? Vediamone alcuni

  36. Il Rotariano ha “l’obbligo” di affermare continuamente la sua Leadership per renderla disponibile agli altri. Ampliando la Leadership a tutti i livelli di responsabilità. • Per mantenere attuale la propria Leadership è indispensabile migliorarla continuamente.

  37. “ Tra i compiti di un leader c’è anche quello di individuare e sviluppare il talento latente di quei soci che, per motivi diversi, non hanno mai avuto una vera occasione di dimostrare le loro capacità.” Clem Renouf Presidente del RI 1978-79

  38. Un capo qualunquefasì che gli altri pensino che il capo sia straordinario. Uncapo straordinariofa sì che gli altri pensino che loro stessi sono straordinari. (Hagerty)

  39. “ Un programma di sviluppo della leadership può stimolare la crescita personale dei Rotariani e contribuire a rafforzare le loro capacità innate, consentendo loro di agire in modo più efficace all’interno della comunità, e in ambito familiare e professionale. È un’ottima strategia di conservazione dell’effettivo.” Irving “Sonny” Brown 2006-08 Presidente della commissione per lo sviluppo della leadership e già vicepresidente del RI

  40. Considerazioni… Non esiste una formula magica per diventare un leader efficace dall’oggi al domani. Si tratta di un processo per tentativi ed errori, successi e fallimenti. Non smettiamo mai di imparare, e con la pratica si può aumentare il nostro successo nella leadership! “Il cammino della saggezza consiste nel non aver paura di commettere errori” (Paolo Coelho).

  41. GRAZIE PER L’ATTENZIONE ! Luminosamente Orsola 

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