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G.A.L. SERRE CALABRESI

G.A.L. SERRE CALABRESI. VERSO L’ISTITUZIONE DEL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI. A cura della struttura tecnico-amministrativa del GAL Serre Calabresi. Chiaravalle Centrale, 11 giugno 2011. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: LA NORMATIVA.

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  1. G.A.L. SERRE CALABRESI VERSO L’ISTITUZIONE DEL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI A cura della struttura tecnico-amministrativa del GAL Serre Calabresi Chiaravalle Centrale, 11 giugno 2011

  2. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: LA NORMATIVA Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 "Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57" Legge Regionale 13 ottobre 2004, n. 21 Istituzione dei distretti rurali ed agroalimentari di qualità. Istituzione del distretto agroalimentare di qualità di Sibari. Legge Regionale 31 marzo 2009, n. 6 Modifiche e integrazioni alla legge regionale 13 ottobre 2004, n. 21

  3. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: LA NORMATIVA D. Lgs. 228/2001 – ARTICOLO 13 • I DISTRETTI RURALI sono definiti come “sistemi produttivi locali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché della produzione di beni e servizi…, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali”. • I DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITA’ sono “sistemi produttivi locali… caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche”. • Le REGIONI provvedono all'individuazione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari. E’ demandato alle Regioni definire: • - i criteri d’individuazione dei distretti • le prerogative assegnate ai distretti nell’ambito della programmazione e dello sviluppo locali

  4. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: LA NORMATIVA DELLA REGIONE CALABRIA • La normativa regionale per i distretti, rurali e agroalimentari di qualità, è composta da due leggi: • la L.R. n. 21/2004 che fissava i principi generali e determinava il riconoscimento immediato del distretto agroalimentare di qualità di Sibari, • la L.R. n. 6/2009 che modifica e integra la L.R. n. 21/2004: • Cambia la competenza per la individuazione dei distretti rurali e agro-alimentari, non più del Consiglio, ma della Giunta, (modifica all’art. 5) • modifica anche la tipologia di soggetti legittimati ad avanzare la proposta di costituzione • Cambia anche la disciplina relativa al soggetto giuridico denominato “società di distretto”, e ciò sia con riferimento ai soggetti che possono proporne la costituzione, sia con riferimento alle competenze, meglio specificate nell’articolo aggiunto al precedente testo, art. 6bis, fra cui l’adozione del Piano di distretto, strumento istituito proprio dalla legge di modifica, che ha come finalità quella di programmare lo sviluppo economico e la valorizzazione delle risorse del territorio.

  5. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: LA NORMATIVA DELLA REGIONE CALABRIA • Art. 3 REQUISITI PER L'INDIVIDUAZIONE DEI DISTRETTI RURALI • PRODUZIONE AGRICOLA realizzata nell'area distrettuale risulti COERENTE con le vocazioni naturali dei territori e sia significativa in rapporto con l'economia locale; • presenza di un SISTEMA CONSOLIDATO DI RELAZIONI tra le imprese agricole e le imprese locali operanti in altri settori; • parte rilevante dell'innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese agricole, nonché dell'assistenza tecnica ed economica e della formazione professionale sia soddisfatta dall‘OFFERTA LOCALE; • INTEGRAZIONEtra produzione agricola e fenomeni culturali e turistici; • le imprese agricole possiedano le RISORSE AZIENDALI NECESSARIE per attività di valorizzazione dei prodotti agricoli e del patrimonio rurale e forestale, nonché di tutela del territorio e del paesaggio rurale; • FORTE INTERESSE DELLE ISTITUZIONI LOCALI verso la realtà distrettuale a stabilire rapporti di tipo collaborativo e convenzionale con le imprese agricole e con quelle di altri settori locali.

  6. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: LA NORMATIVA DELLA REGIONE CALABRIA ART. 5 INDIVIDUAZIONE DEI DISTRETTI RURALI E DEI DISTRETTI AGRO ALIMENTARI DI QUALITÀ 1) PROPOSTE DOCUMENTATE E MOTIVATE PRESENTATE DA COMITATI PROMOTORI costituiti dalle O.O.P.P. provinciali e regionali e/o da enti e organismi rappresentativi del territorio e del sistema economico locale 2) DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE, previo parere della Commissione Consiliare competente

  7. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: UNA OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO • è in corso una rapida diffusione e tutto fa presupporre che il Distretto Rurale sarà una forma di organizzazione capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale, particolarmente in tutte quelle aree che oggi vengono definite “interne” e/o “marginali”. A tutt’oggi sono alcune decine le iniziative, a diverso stadio di evoluzione, che riguardano molte zone del nostro Paese. • La Legge attribuisce ai Distretti Rurali (al pari di tutte le altre forme di Distretto) possibilità di strutturazione giuridica e dotazione organizzativa di agenzia di sviluppo. • Il “distretto”, nelle sue varie declinazioni settoriali e quindi anche per ciò che riguarda l’attività primaria, costituisce un idoneo strumento di governance locale, atto a pianificare gli interventi su direttrici di sviluppo ben identificate, concertate e condivise tra le imprese, gli organismi e le istituzioni che operano in una determinata area e su progettualità economico-territoriali, espressioni, secondo la metodologia di gestione e di programmazione “bottom-up”, delle esigenze dei diversi attori locali.

  8. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: UNA OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO • Il “distretto”, può fornire notevole VALORE AGGIUNTO alle politiche di sviluppo di un territorio mediante la valorizzazione del ruolo che lo spazio rurale detiene in un particolare ambito locale, ed una maggiore integrazione e correlazione tra i diversi settori produttivi, tra l’agricoltura e le altre attività economiche, tra il territorio e l’ambiente. • Il mondo dell’agricoltura ha subito negli ultimi decenni un PROCESSO RADICALE DI TRASFORMAZIONE che ha riguardato sia gli aspetti strettamente legati alla produzione, sia il ruolo svolto all’interno della società e di conseguenza le influenze dirette e indirette sugli ambiti territoriali di riferimento. • Le istituzioni, le rappresentanze economiche, gli imprenditori sono chiamati a confrontarsi e a DARE RISPOSTE CONCRETE E IMMEDIATE alle istanze poste dal mutato quadro di riferimento, sancite in maniera chiara ed inequivocabile anche dalla riforma della Politica Agricola Europea.

  9. DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA’: UNA OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO • BENEFICI • Aumento della competitività del settore agricolo. • Sviluppo dei territori rurali. • Conservazione del paesaggio, tutela dell’ambiente. • Specializzazione nella produzione di alcuni beni e servizi, valorizzazione delle risorse in loco.

  10. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: 1° FASE: COMITATO PROMOTORE COMITATO PROMOTORE In attesa della costituzione del SOGGETTO GESTORE, per avviare uno specifico dialogo con la Regione, è utile un soggetto giuridico minimo (COMITATO PROMOTORE, art. 39 del Codice Civile) che sia espressione di un PARTENARIATO LOCALE che manifesti l’intenzione concreta di costituire un distretto

  11. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: 1° FASE: COMITATO PROMOTORE • Come costituire il COMITATO PROMOTORE? • I comuni,i consorzi,le istituzioni e gli altri enti locali, con delibera di Giunta, autorizzano il proprio rappresentante legale (sindaco o presidente) a sottoscrivere l’atto costitutivo • I soggetti privatipossono aderire con la sottoscrizione diretta del proprio rappresentante legale ( Presidente o Amministratore Unico) accompagnata, nel caso esista, dal verbale del proprio organo amministrativo (Consiglio di Amministrazione o delibera Amministratore Delegato); • Un giorno stabilito, tutti insieme, si sottoscrive l’atto.

  12. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: 1° FASE: COMITATO PROMOTORE • GLI ADEMPIMENTI A BREVE TERMINE • Costituzione del comitato promotore (sede, soggetto capofila, struttura tecnica…) • Istituzione del consiglio direttivo • Approvazione schema atto costitutivo • Approvazione schema di statuto • Approvazione dossier tecnico

  13. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: 1° FASE: COMITATO PROMOTORE COMITATO PROMOTORE: organizzazione COMITATO PROMOTORE ELABORANO LA PROPOSTA PER IL RICONOSCIMENTO DEL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI CONSIGLIO DIRETTIVO STRUTTURA DI SUPPORTO E COORDINAMENTO TECNICO-OPERATIVO

  14. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: 2° FASE: ATTUAZIONE E GESTIONE DEL DISTRETTO DELIBERA GIUNTA REGIONALE: individuazione del Distretto 60 gg. costituzione della SOCIETA’ DI DISTRETTO E COMITATO DI DISTRETTO 120 gg. Elaborazione del PIANO DI DISTRETTO ATTUAZIONE E GESTIONE DEL PIANO DI DISTRETTO

  15. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: TEMPISTICA: OGGI: Costituzione del Comitato Promotore; nomina del Consiglio Direttivo, del Presidente e della struttura tecnica; approvazione di verbale, schema di atto costitutivo e statuto, bozza delibera e atti di adesione, dossier tecnico; mandato al Presidente di predisporre la documentazione necessaria alla candidatura presso la Regione Calabria ENTRO IL 18 GIUGNO (presso la Struttura Tecnica individuata): Adozione atti deliberativi da parte dei soggetti partecipanti ENTRO IL 30 GIUGNO (Seminario tecnico-scientifico): Formalizzazione del Comitato Promotore con firma degli atti; approvazione della proposta da inoltrare all’ente regionale e della documentazione predisposta

  16. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: Obiettivi generali Il Distrettodiviene strumento principe per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo degli ambiti rurali, ma anche del territorio intero, attraverso la partecipazione attiva delle comunità e l’integrazione fra le componenti culturali, ambientali, economiche della società locale. Il recupero del sistema agro-economico tradizionale è identificato quale fattore di sviluppo sostenibile dell’area

  17. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: Visione e strategie Il Distretto vuole porre al centro del processo di crescita l’agricoltura, negli aspetti produttivi legati alla tradizione locale, e in quelli della sostenibilità ambientale per il recupero del paesaggio, degli insediamenti, della qualità degli spazi verso la qualità della vita delle comunità.

  18. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: Obiettivi specifici 1 Sostenere i processi di sviluppo integrato del territorio volontà di superare le difficoltà di governo del territorio e mettere in relazione le diverse risorse e i valori che l’area possiede in un sistema di turismo sostenibile, capace a sua volta di innescare meccanismi di riqualificazione ambientale e di potenziamento infrastrutturale

  19. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: Obiettivi specifici 2 Recuperare la produttività agricola del territorio constatazione di un ambito ricco di qualità e varietà di prodotti agroalimentari, con molti e importanti elementi ‘emergenti’, ma mortificato dall’abbandono delle aree e degli insediamenti produttivi, testimonianze di un sistema economico consolidato e vivo fino a un passato non lontanissimo e caratterizzanti il paesaggio storico del territorio

  20. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: Obiettivi specifici 3 Conservare e valorizzare il paesaggio rurale e ‘riscoprire’ le identità locali fonda sui valori di un ambiente storico ancora riconoscibili, con tracce di un passato rilevante, ma oggi aggredito – nelle sue persistenze materiali – dal degrado nelle varie forme, determinato dall’abbandono e da trasformazioni poco attente ai caratteri fondamentali

  21. IL DISTRETTO RURALE DELLE SERRE CALABRESI: Obiettivi specifici 4 Sviluppare il potenziale delle risorse umane presenti considera il disequilibrio presente sul territorio fra un elevato grado di scolarizzazione della popolazione e la mancanza di un sistema di formazione continua e specialistica, soprattutto legata alle peculiarità dell’area e alle potenzialità, accompagnata dalla forte debolezza dell’informazione

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