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Teoria del gioco

Teoria del gioco. Clementina Gily Sociologia delle comunicazioni di massa, Scienze della Formazione, Salerno Lezioni 2001-2002, 3. Giochi. Che valore ha il gioco oggi? Il virtuale è ancora lo stesso gioco?

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Presentation Transcript


  1. Teoria del gioco Clementina Gily Sociologia delle comunicazioni di massa, Scienze della Formazione, Salerno Lezioni 2001-2002, 3

  2. Giochi • Che valore ha il gioco oggi? • Il virtuale è ancora lo stesso gioco? • Occorre chiarirne il concetto per rispondere a questa domanda. La sua riconosciuta importanza nell’educazione porta l’Osservatorio di comunicazione Federico Secondo ad un curriculum ludico, sperimentato per noi da Associazioni SSL

  3. giochiamo • Il grafico indica come si sente un bambino dopo un videogioco • Ma oltre ai videogiochi nel curriculum sono • la Teledieta e il Minitel • il Patterns Game • i gruppi blooms • Peripato, la filosofia dei bambini • Tutti si basano sulla conversazione

  4. Si può giocare anche alla filosofia • Arte e Conoscenza di sé sono le direzioni guida • Pavis vede nelJeau de l’amour e du hazard di Marivaux il gioco dello sguardo rivolto su se stesso • Il bambino allo specchio si riconosce e si contempla esteticamente • Nel film Hamlet, Kenneth Branagh fa svolgere il monologo allo specchio -la vita e la scena si confondono, come nel Globe di Shakespeare, il Teatro Grande quanto il mondo • Amleto è il nome del protagonista come del padre ucciso: identità e simulazione di realtà costruiscono l’io riflesso negli occhi degli altri, che sono io, le mie scelte, la mia storia

  5. Cosa rappresenta il gioco per noi • Di solito lo opponiamo al lavoro, ma l’antitesi è deviante, rivela solo la giusta identificazione del gioco col tempo libero • Nella società del tempo libero, la riflessione sul gioco (che non è solo gioco pubblico) è indispensabile ed indica una via per la formazione permanente

  6. E’ uno spazio per la creatività • l’impegno che richiede lo connota come lavoro libe-ro, che si distingue solo per l’affermazione Questo è un gioco, dice Bateson prendendo spunto dal gioco delle lontre • Gioco è una riflessione sul non definito, in gioco (in senso meccanico), degli elementi non si intende la determinazione. E’ un esercizio di conoscenza.

  7. Il gioco delle perle di vetro • Vi si possono scrivere momenti altissimi. Valga per tutti l’esempio di Hermann Hesse che vi descrive l’utopia della comunità dei saggi • Utopico il formarsi della perla, utopica la comunità dei saggi, utopica la partita virtuale che decide il senso. E’ una utopia non tragica.

  8. Per mettere in prova • La connessione della perle è una sorta di battaglia virtuale, come oggi nella strategia militare • Si studiano equilibri possibili per la storia e la società • Senza abolire il conflitto, che seleziona il migliore, lo si ritualizza

  9. Attraverso una catena di utopie, la grammatica della fantasia • Rodari fin da ragazzo cerca le regole della fantastica, una grammatica dell’immaginazione, che inventi una conoscenza diversa, che liberi la memoria in fantasia, educando attraverso una istruzione fortemente creativa, interattiva

  10. Per approfondirla e chiarire il concetto, cerchiamo elementi e regole dove ci sono già, nel teatro • La sceneggiatura si costruisce nel gioco tra il reale e l’immagina-rio, descrivendo qualcosa che si prova ad approfondire • la novità è la connessione dei frammenti verso nuovi equilibri

  11. Borges identifica il teatro nel facciamo-che-io-ero • Borges descrive Averroè che non individua il senso delle parole tragedia commedia: guarda dalla finestra, senza capire, il gioco dei bambini al di là della finestra, che simulano i fedeli in preghiera e il muezzin • il gioco, praticato da tutti i bambini, va a definire l’interrelazione tra le parti che hanno osservato: istituisce il gioco, istituzionalizza la scena, anche nel romanzo, l’imperfetto “durativo e iterativo” (Eco)

  12. Il gioco del teatro • Mukarovsky distoglie l’attenzione dal processo mimetico: l’azione teatrale è più complessa, modellizza e formalizza piuttosto che imitare • Perciò la comunicazione tra scena e pubblico non è lineare, si pone piuttosto come un canale di comunicazione a molte uscite: si configura come uno scambio giocato sullo straniamento, critica e ricostruzione del vissuto

  13. Practical reasoning • In esso più che la ragione agisce quel che si può definire Practical Reasoning (Laurel, la competenza dell’attore, che si crea in una architettura if, una costruzione ipotetica) • Garfinkel, anni ’40, osserva nel comportamento di una giuria, una drammatizzazione simile all’attoriale, quando ci si prepara alla personificazione della sceneggiatura • Si cerca la credibilità ragionando sui comportamenti

  14. Insegna attraverso il gioco dello specchio • la simulazione teatrale confonde i piani della realtà e della fantasia, insegna a conoscere non a lume di logica ma dell’interrelazione • nella ricezione teatrale Brecht sottolinea il gioco della distanziazione come l’essenza del piacere del teatro, per la decostruzione ricostruzione, per il doppio legame, per il confronto con situazioni altre che variano per ogni spettatore, che illustrano la scissione del sé

  15. Teatro, citazione alterata • Warning: lo sfaldamento dovutoalcontrastodicodicideittici simultanei,traeffettosimulatoericezione,dàluogoadunparadosso pragmatico (double blind di Watzlawick) • Il teatro è il luogo ove il paradosso pragmatico viene messo in scena ed esplicitamente esibito, facendone un un gioco del conoscere

  16. Il teatro insegna a conoscere i ruoli sperimentandoli • “il fenomeno teatrale incarna questo interrogativo tragico nel suo processo d’iconizzazione. Esso è o non è la realtà: contemporaneamente oracolo e commedia, la scienza prende in prestito dal mondo il suo referente e lo designa in un ‘paragramma’ di cui è importante descrivere le norme” (Helbo)

  17. Il teatro è solo un aspetto: René Girard ricorda il teatro dei salotti • Per Girard Verdurin contro Guermantes in Proust giocano all’imita-zione negativa, si odiano e si copiano, si conoscono attraverso il desiderio e la volontà di distruzione • E’ anch’essa essenziale cemento sociale, ritualizzazione della violenza che genera la comunità

  18. Estetica come logica • Non si tratta di un luogo fisico ma di uno ‘spazio artistico’ (Lotman) : il ‘perimetro della scena di volta in volta deputato a simboleggiare una data sezione dello spazio, del mondo, e ad ospitare la precisa durata di un episodio, segmento di fabula’ (Segre) • lo spostamento di spazi tra la scena reale e la simbolica porta ‘il trasferimento del personaggio oltre i confini del campo semantico’ (Lotman) come nel rito. Ciò rivoluziona la relazione di scena e teatro del mondo, il mondo si riduce ad intreccio e fabula

  19. Percorrere la superficie, l’apparenza, guida alla realtà • Dal visibile si va all’invisibile • Il gioco degli occhi, nel nostro mondo si immagini, fa conoscere attraverso il corpo intero • Non solo logos è la razionalità, il sapere analogico conosce attraverso la superficie

  20. L’estesiologia è teoria del conoscere • Il termine è di Merleau Ponty, bene descrive come oggi, dal mondo delle immagini, pensiamo la conoscenza: fondata nel corpo, attenta all’idea in molteplici significazioni che è nell’immagine, un visibile verticale, in cui è l’invisibile • Casa Versace parla da sola, senza commenti

  21. Ma il gioco è agire comunicativo • Tutti i giochi sono conoscenza e messa in prova, ma legata al mondo dell’agire, alla conoscenza storica • Essi hanno carattere sociale come nel gioco pubblico: dove si mostrano a pieno nel carattere di esperienza integrale, in cui vive l’uomo intero

  22. L’antropologia mostra il gioco nella sua capacità di socializzazione • La pupa di San Giovanni instaura in Basilicata un rapporto di comparatico, un altro rapporto sociale oltre a quelli istituzionali • Ogni gioco si vive nella socializzazione

  23. Ci familiarizza col mondo • Freud faceva attenzione al modo con cui il bambino si familiarizza al mondo, e individuava l’importanza dell’oggetto transizionale, poi teorizzato da Winnicot • Silverstone ricorda come oggi si individua l’oggetto transizionale nella TV, che fornisce, secondo Giddens, una rassicurazio-ne ontologica per la presenza continua

  24. Lo spazio di gioco • Nei media si crea un tempo autonomo, sancito da uno spazio di credulità analogo a quello del teatro, in cui sperimentare nel doppio le possibilità non realizzate del mondo, artistico, umano, sociale

  25. Giocando, proviamo a pensare la vita, il mondo, gli altri • Costruire un gioco, un giocattolo, un oggetto di design o una sceneggia-tura è come esercitare il copyng, cioè l’attività volta alla rammemo-razione dell’io • è costruire identità alternative per saggiarne la consistenza, e sceglie il nostro significato

  26. E’ un’esperienza metalinguistica • Wittgenstein ne fa un’esperienza linguistica: ma nel suo senso, per cui la lingua disegna il mondo dell’ uomo • Il gioco è esperienza integrale, oggetto dell’estesiologia • Occorre precisarne le categorie con l’indagine accurata della Fantastica Caffè Florian

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