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Valutazione Ambientale: casi di studio

Valutazione Ambientale: casi di studio. Gian Andrea Pagnoni Istituto Delta Ecologia Applicata Via Bela Bartok 29/B, int. 1- 44100 Ferrara Tel.0532/977085; Fax 0532/977801 http://www.istitutodelta.it ; http://www.valutazioneambientale.net ; pga@istitutodelta.it.

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Valutazione Ambientale: casi di studio

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Presentation Transcript


  1. Valutazione Ambientale: casi di studio Gian Andrea Pagnoni Istituto Delta Ecologia ApplicataVia Bela Bartok 29/B, int. 1- 44100 FerraraTel.0532/977085; Fax 0532/977801 http://www.istitutodelta.it; http://www.valutazioneambientale.net; pga@istitutodelta.it

  2. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio [Gian Andrea Pagnoni] Indice dei contenuti • 1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale • 2. La Valutazione Ambientale come ricerca • 2.1 Caso di studio: l’impatto della attività venatoria • 2.2 Caso di studio: l’impatto della fauna sulle coltivazioni • 2.3 Cosa ricordarsi della lezione • 3. La Valutazione Ambientale come procedura • 3.1 La definizione di ambiente • 3.2 Storia della valutazione ambientale • 3.3 La procedura di VIA • 3.3.1 Caso di studio: Progetto di ricerca idrocarburi (screening) • 3.3.2 Caso di studio: Progetto di derivazione acque (VIA) • 3.3.3 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico (VIA) • 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza • 3.4.1 Caso di studio: Progetto di agriturismo e sosta camper • 3.4.2 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico • 3.5 La procedura VAS

  3. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale Spesso gli studenti di un corso di Valutazione di Impatto Ambientale confondono la procedura di valutazione ambientale con l'attività di ricerca sull'impatto ambientale. Va quindi chiarito che il termine generico "valutazione ambientale" può essere riferito sia ad una procedura codificata e normata da leggi, sia ad attività di ricerca nei più svariati campi. Per fare alcuni esempi, l’analisi della modifica del valore paesaggistico di un'area a seguito della realizzazione di un'opera, la valutazione dell'impatto del traffico veicolare sulla produttività della selvaggina in una Azienda Faunistico Venatoria sono attività di ricerca che possono essere commissionate a Università o Enti di Ricerca, ma non sono di per se delle procedure.

  4. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale Come vedremo meglio nella lezione dedicata, la Valutazione Ambientale come procedura si esplica attraverso una procedura amministrativa finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera o di un piano. La valutazione viene effettuata sulla base di un’analisi di tutti gli effetti che l’opera o il piano possono esercitare sull’ambiente in senso lato nelle varie fasi della sua realizzazione: dalla progettazione, alla costruzione, fino alla dismissione. Pianificazione urbana Smaltimento rifiuti Uso di risorse rinnovabili

  5. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2. La valutazione ambientale come ricerca In questo capitolo vedremo alcuni esempi di valutazione ambientale come ricerca, successivamente vedremo le tre diverse procedure di valutazione ambientale. I due casi di studio di seguito presentati sono rispettivamente una analisi di un impatto antropico su un sistema naturale (la caccia) e di una componente naturale (fauna) su una componente antropica (agricoltura/economia).

  6. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria • La caccia in PASSATO • utilizzata per ricavare proteine dall’ambiente • popolazione umana in equilibrio con le prede • La caccia OGGI • funzione più che altro ludica • l’uomo decide quali e quanti animali uccidere Finalità della ricerca Valutare, il più realisticamente possibile, l’impatto del prelievo venatorio nel Parco Regionale del Delta del Po, in particolare quello sugli uccelli acquatici.

  7. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Area Contigua Ex Pre-Parco L.R. 11/1988 e s.m. L. 394/1991 L.R. 6/2005

  8. Stazione Pinete e Piallasse di Ravenna Stazione Pineta di Classe Salina di Cervia Stazione Volano Mesola Goro Stazione Comacchio Valli di Comacchio VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria

  9. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria La caccia in queste zone è intensa, prova ne sono l’elevato numero di cacciatori e di appostamenti. Nell’Area Contigua del Parco, a parte la lepre e, in misura molto minore la volpe, gli animali più cacciati appartengono alla classe degli uccelli, in particolar modo alla famiglia Anatidi. Finalità del lavoro è capire l’impatto dell’attività venatoria sulle specie presenti.

  10. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Lo studio Quando: stagioni venatorie 2004-5, 2005-6, 2006-7 Dove: Parco del Delta del Po Emilia Romagna Monitoraggio sul campo Conteggio del numero di spari uditi e registrazione dell’ora per ognuno di essi, rilevamenti a campione sui carnieri effettivi, mirati a capire quale fosse l’affidabilità dei dati riportati sui tesserini venatori Raccolta dati pregressi Lettura, trascrizione su foglio elettronico e successiva analisi specie specifica dei carnieri (numero di capi abbattuti dai cacciatori nelle zone di Pre-Parco) segnati sui tesserini venatori

  11. Spari 2004-5 2005-6 2006-7 Totale 794 2.269 1.486 Spari 2004-5 2005-6 2006-7 F/O 283 461 375 Totale 1.268 493 513 % 35.6% 20.3% 25.2% F/O 253 58 83 % 20.0% 11.8% 16.2% VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria F/O = spari fuori orario

  12. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria International Waterfowl Census conteggi AZ=alzavola CA=canapiglia CD=codone FG folaga FI=fischione GR=germano reale MO=moriglione MR=moretta MS=marzaiola

  13. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Uccelli acquatici abbattuti nell’Area Contigua. Ipotesi sulle analisi dei tesserini venatori (periodo 2003-2006). Le colonne propongono ipotesi di uccelli acquatici abbattuti in funzione del comportamento dei cacciatori relativo alla segnalazione del capo abbattuto sul tesserino venatorio: da 1/1(= un capo segnato sul tesserino per ogni uccello abbattuto) a 1/5 (= un capo segnato per ogni 5 uccelli abbattuti). Sulla base dei controlli effettuati sul campo e sulle opinioni rilevate tra i vari operatori del settore, riteniamo probabile una situazione tra la prima e la seconda colonna, ovvero si stima un abbattimento medio di circa 25.000-40.000 uccelli acquatici/anno

  14. Provincia g./stag. colpi/g. g/colpo €/colpo cacciatori TOT Pb TOT € FE (AC) 20 Min 25 36 g € 0,45 760 14 ton. € 171.000 RA (AC) 2.780 50 ton. € 625.500 VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Inquinamento da piombo Almeno 60 ton. di piombo/anno vengono sparse sul territorio dell’Area Contigua del Parco. Il piombo si concentra attorno agli appostamenti di caccia dove è praticata la pasturazione a fini di richiamo.

  15. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Inquinamento da piombo Gli effetti tossici dell’ingestione di pallini di piombo da parte di uccelli acquatici (in particolare anatidi e limicoli) e non acquatici sono stati oggetto di studi estesi ed approfonditi (si vedano per esempio Mudge 1992, Sanderson e Bellrose 1986, USFWS 1986, Pain 1992) in molti paesi tra i quali: Canada (Kennedy e Nadeau 1993), Australia (Kingsford et al. 1989), Gran Bretagna, Francia (Pain 1992), Olanda, Giappone (Honda et al. 1990) e Stati Uniti (Sanderson e Bellrose 1986; USFWS 1986). Anche per l’Italia, i dati disponibili indicano che il saturnismo indotto dall’ingestione di pallini da caccia sia un fenomeno diffuso che può essere causa importante di mortalità diretta ed indiretta (Tirelli e Tinarelli 1996). 1a pag. “La Stampa” 30 novembre 2007

  16. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Conclusioni • Nell’area contigua del Parco del Delta del Po, il 16% dei colpi è esploso al di fuori degli orari consentiti quindi almeno il 16% degli abbattimenti è illegale. • I capi segnati sui tesserini (non tutti quelli abbattuti!) sono una frazione significativa delle popolazioni svernanti (questo è vero specialmente per le specie meno comuni). • Per alcune specie, in particolare canapiglia, codone, marzaiola, moretta e moriglione, il prelievo venatorio è di una grandezza significativa rispetto alle popolazioni svernanti e quindi l’attività venatoria ha sicuramente un impatto negativo. • Oltre 60 tonnellate di piombo, ogni anno, sono riversate sul fondo degli specchi acquei in cui si caccia, il che comporta problemi di inquinamento e in particolare problemi di saturnismo.

  17. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Indicazioni gestionali • Rafforzare i controlli (soprattutto al di fuori dell’orario di caccia) • Proibire l’utilizzo dei pallini di piombo* e dei bossoli in materiale non riciclabile in tutte le aree contigue del Parco • Togliere dalla lista delle specie cacciabili nelle aree contigue le seguenti specie: (acquatici) canapiglia, codone, marzaiola, moretta*, moriglione (non acquatici) beccaccia e cesena * Limitazioni previste dalla normativa regionale sulle ZPS, ma sottoposte a deroga per quanto riguarda i pallini di piombo

  18. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni In base alla legge 157/1992 “sulla caccia” e alla specifica Direttiva della Regione Emilia Romagna Delibera n.° 2338 del 19/12/2000, l’Amministrazione Provinciale concede i contributi per la prevenzione e l’indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole agli imprenditori agricoli di cui all’ art. 2135 del Codice Civile. Col presente studio si è voluto analizzare l’impatto della fauna selvatica sulle attività antropiche presenti nel Mezzano, i dati sono stati poi utilizzati come base per le analisi bio-economiche relative alle singole specie approfondite nei paragrafi dedicati.

  19. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni I danni da fauna selvatica, in particolare quella di interesse venatorio, determinano una spesa per risarcimenti a volte difficile da sostenere dalle amministrazioni competenti. In un’area privata basata sull’agricoltura intensiva come il Mezzano, la pressione esercitata sulle colture da animali selvatici ed in particolare da lepre e fagiano, rappresenta un reale problema per lo sviluppo di politiche rurali, ed è causa di conflitti fra mondo venatorio e mondo agricolo. Garantire una gestione sostenibile della fauna limitando i danni a un livello sopportabile per la società è certamente uno degli obiettivi primari della gestione faunistica.

  20. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni • Finalità dello studio • Analizzare l’impatto della fauna selvatica sulle attività umane; • Metodo • Controllo delle perizie per i risarcimenti depositate presso l’ufficio danni della Provincia di Ferrara • Periodo di analisi: 10 anni (dal 1993 al 2003); • Elaborazioni statistiche • Discussioni con rappresentanti della Provincia, delle Guardie Provinciali e degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia).

  21. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Bonifica del Mezzano Area di studio Emilia Romagna Provincia Ferrara Bonifica del Mezzano

  22. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Area di studio Emilia Romagna Provincia Ferrara Bonifica del Mezzano

  23. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Dal 1993 al 2003 la spesa per i risarcimenti è di € 805.853 con una media di € 80.585/anno. L’andamento del risarcimento danni nel Mezzano ha subito variazioni fino ad un ordine di grandezza, passando da circa € 20.000 nel 1993 a oltre € 180.000 nel 1998, per poi scendere sensibilmente nel 2000 e 2001 e risalire a € 150.000 e € 260.000 negli ultimi due anni. La spesa per prevenzione danni è più che raddoppiata nel quinquennio 1998-2003.

  24. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Analisi per specie (media 1993-2003) tortore, storni, colombi, passeri, ecc.

  25. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Analisi per specie (periodo 1993 – 2003) Totale

  26. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Analisi per coltura (media del periodo 1993-2003) La coltura maggiormente colpita nell’arco del decennio studiato è stato il vivaio, con una media annua di € 22.100 euro. Seguono il girasole con una media annua di € 18.081, il mais con € 10.864, il riso con € 5.422, la zucca con € 4.738, il grano con € 4.332 e il cocomero con € 2.844. Il vivaio è una coltura poco rappresentativa del Mezzano (1,1% della SAU nel 2003); il notevole impatto su questa coltura (oltre € 22.000/anno di media) è quindi dovuto all’alto costo intrinseco delle piante da vivaio sul mercato e alla loro elevata sensibilità.

  27. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Danni per specie su singola coltura

  28. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Il fagiano è la specie maggiormente impattante sulle attività nel Mezzano; con € 30.739/anno rappresenta il 40,3% dei danni (girasole, vivaio, mais). La lepre è la seconda specie come impatto; con € 28.266/anno rappresenta il 30% dei danni (vivaio, zucca). La nutria ha avuto una importanza crescente in conseguenza dell’aumento delle popolazioni locali, con € 9.261/anno, rappresenta il10,9% dei danni (mais, danni strutturali, zucca). Gli anatidi, con € 8.596/anno e rappresentano il 13,5% dell’impatto totale. Seguono, con alcuni punti %, corvidi ed altre specie di passeriformi come storni, tortore, passeri, ecc.

  29. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 2.3 Cosa ricordarsi della lezione • La Valutazione Ambientale può essere l’oggetto sia di una ricerca sia di una procedura • Le ricerche sull’impatto ambientale possono essere finalizzate a verificare eventuali impatti sia delle attività umane sull’ambiente sia delle azioni di specie selvatiche sulle attività umane • Gli esiti delle ricerche in questo campo devono essere la base per indicazioni gestionali di tipo tecnico che saranno poi valutate a livello politico ed eventualmente messe in pratica • La procedura di valutazione ambientale è concettualmente diversa da una ricerca ed è un percorso amministrativo che parte dalle conoscenze di base sull’ambiente in cui si intende operare ed arriva a verificare in via preventiva se il progetto o il piano può avere il permesso di essere sviluppato. • All’interno della procedura per l’analisi degli impatti si dovrà avere una conoscenza approfondita dell’ambiente in cui si opera. Tale conoscenza è basata sul recupero bibliografico delle informazioni e dei dati e, in assenza di informazioni sufficienti, su una ricerca appositamente predisposta.

  30. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3. La valutazione ambientale come procedura Come abbiamo precedentemente detto, la Valutazione Ambientale come procedura si esplica attraverso una procedura amministrativa finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera o di un piano. La valutazione viene effettuata sulla base di un’analisi di tutti gli effetti che l’opera o il piano possono esercitare sull’ambiente in senso lato: dalla progettazione, alla realizzazione, fino alla dismissione. Pianificazione urbana Smaltimento rifiuti Uso di risorse rinnovabili

  31. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3. La valutazione ambientale come procedura 3.1 La definizione di ambiente 3.2 Storia della Valutazione Ambientale 3.3 La procedura di VIA 3.3.1 Progetto di ricerca idrocarburi (Screening) 3.3.2 Progetto di derivazione acque (VIA) 3.3.3 Progetto di realizzazione parco eolico (VIA) 3.4 La proceduradi Valutazione di Incidenza 3.4.1 Caso di studio: Progetto di agriturismo e sosta camper 3.4.2 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico 3.5 La procedura VAS http://www.valutazioneambientale.net

  32. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Dal punto di vista semantico il termine può essere usato con significati particolari in diversi contesti. 1. Nozione in senso spaziale (vano, abitazione, parte di un locale ove si vive o si svolge la propria attività); 2. Nozione figurata (insieme di condizioni sociali, culturali, storiche, geografiche in cui si vive; 3. Oggetto di studio dell'ecologia (oikos logos), un tempo trattata come branca della biologia è oggi una disciplina autonomia. http://www.valutazioneambientale.net

  33. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente In biologia, principalmente in ecologia, l’ambiente indica tutto ciò che può influire direttamente sul metabolismo o il comportamento di un organismo, di una popolazione o di una specie, ovvero l’insieme degli aspetti abiotici (luce, aria, acqua, suolo, ecc.) e biotici (altri esseri viventi e loro relazioni). Talvolta viene utilizzato come sinonimo di ecosistema. In contesto non-tecnico, come in politica, si riferisce spesso all'ambiente naturale, la parte del mondo naturale che, per qualsivoglia ragione, viene considerata importante o di valore dagli esseri umani. In ambito umanistico (letteratura, storia e sociologia) è l'ambito culturale in cui uno vive o è stato educato, e le persone o istituzioni con cui interagisce (ambiente sociale). http://www.valutazioneambientale.net

  34. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Tutte queste tipologie di ambiente, per il fatto di essere in contatto tra loro, possono essere alterate da agenti esterni. Le alterazioni possono essere diverse secondo: natura, origine, obiettivo dell'alterazione. Se l’aggressione è operata dall’uomo è definita inquinamento. Oltre alle elaborazioni svolte dal mondo scientifico ve ne sono anche da parte del mondo giuridico (legislatori, magistrati, ecc.) e per l'analisi ambientale sono particolarmente importanti i significati dal punto di vista ecologico e giuridico. http://www.valutazioneambientale.net

  35. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente La prima elaborazione del concetto di ambiente in sede europea risale alla Direttiva sulla Valutazione di Impatto ambientale (Direttiva 85/337/CEE) in cui l'art. 3 circoscrive " … l'ambiente alle risorse complessive naturali e culturali in un giusto equilibrio dei fattori fisici (suolo, acqua, aria, clima), del paesaggio e della cultura". La Direttiva 85/337/CEE è l'unica norma che fornisce una definizione giuridica di ambiente, mentre nel nostro ordinamento normativo nazionale non esiste un articolo di legge che definisca l'ambiente in modo preciso. Questo non è solo un limite normativo, ma anche la conseguenza della considerevole varietà di significati che il termine può avere. http://www.valutazioneambientale.net

  36. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Il primo documento con il quale è stata formulata a livello internazionale la nozione di ambiente è il testo elaborato da un Comitato di esperti incaricati dalla 15a conferenza dei Ministri di Giustizia del Consiglio d'Europa ad Oslo (17-19/06/1986), in materia di responsabilità per danni da attività pericolose. In tale contesto fu elaborata per la prima volta una definizione giuridica diambiente : L’ambiente è costituito dalle seguenti componenti 1. le risorse naturali biotiche ed abiotiche; 2. l'interazione tra le citate componenti, il paesaggio e il patrimonio culturale. www.valutazioneambientale.net

  37. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Dal punto di vista giurisprudenziale, le prime definizioni di ambiente in Italia erano legate ad una visione estetica e statica del paesaggio come bellezza naturale percepita dall’esterno. L’art. 9 della costituzione italiana parla esplicitamente di paesaggio (ad oggi è di fatto l'unico esplicito riferimento all'ambiente). Le norme sulle bellezze paesaggistiche e sulla tutela del paesaggio si sviluppano già dagli anni '30 (legge n. 1497 del 1939). Oggi c’è un ampliamento del concetto alle sue componenti essenziali ed intrinseche (flora, fauna, geologia, ecc.) e quindi l’ambiente deve essere intenso nel suo insieme, nella sua totalità. Secondo la Corte Costituzionale (sentenza n. 641 del 1987), “l’ambiente non è passibile di una situazione soggettiva di tipo appropriativo appartenendo alla categoria dei beni liberi, fruibili dalla collettività e non dai singoli". Tuttavia l’”ambiente salubre”, inteso in una concezione sanitaria di ambiente giuridicamente apprezzabile e rilevante (art. 32 Cost.) può essere collegato ai diritti della persona, che comprendono anche l’integrità fisica e psichica e la salvaguardia della qualità della vita. http://www.valutazioneambientale.net

  38. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente La Suprema corte di Cassazione in una sentenza stabilisce che l’ambiente è un fenomeno unitario e che, come un diritto della personalità, costituisce un diritto fondamentale dell’uomo (Cass. S.U. 6 ottobre 1979 n. 5172). La Corte di Cassazione si impegna a dare una definizione di ambiente affermando che per “ambiente deve intendersi il contesto delle risorse naturali e delle stesse opere più significative dell’uomo protette dall’ordinamento…l’ambiente è una nozione, oltreché unitaria, anche generale, comprensiva delle risorse naturali e culturali, veicolata nell’ordinamento italiano da diritto comunitario” (Cass. Pen., sez. III, 28 ottobre 1993, n. 9727, Benericetti). Dal punto di vista normativo, in Italia la elaborazione del concetto di ambiente si basa sostanzialmente su tre normative: Legge 979/1982 “Disposizioni per la difesa del mare” Legge 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette” Decreto Legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale” http://www.valutazioneambientale.net

  39. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Disposizioni per la difesa del mare (Legge 979/1982). All'art. 25 vengono definite le Riserve marine: "Le riserve naturali marine sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.". In questa definizione la normativa pone le basi per inquadrare il concetto di ambiente comprensivo di risorsa cultura, educazione, economica. Legge quadro sulle aree protette (Legge 394/1991). Da qui si enucleano i principi fondamentali del nostro sistema giuridico ambientale. Si fa esplicito riferimento a: a) norme costituzionali (art. 9 sulle bellezze paesaggistiche e art. 32 sulla salute umana), b) riferimenti scientifici (scienza, patrimonio naturale), d) politiche ambientali (tutela, valorizzazione e conservazione del territorio), e) riferimenti giurisprudenziali (in particolare agli interventi della Corte Costituzionale quando invita ad una leale cooperazione tra Enti (Regione, Provincia, ecc.), f) carta della natura (adottata da una comitato su proposta del Ministro dell'ambiente che ha la finalità di evidenziare lo stato dell'ambiente, i punti migliori e i vulnerabili). http://www.valutazioneambientale.net

  40. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Fondamentale per i temi trattati è il recente Decreto Legislativo 152/2006 recante Norme in materia ambientale che di fatto definisce l’ambiente attraverso il concetto di impatto ambientale: c) impatto ambientale: l'alterazione qualitativa e/o quantitativa dell'ambiente, inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici, fisici, chimici, naturalistici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali ed economici, in conseguenza dell'attuazione sul territorio di piani o programmi o della realizzazione di progetti relativi a particolari impianti, opere o interventi pubblici o privati, nonché della messa in esercizio delle relative attività; http://www.valutazioneambientale.net

  41. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente art. 117 della costituzione (modificato dalla L. cost. 18 ottobre 2001) Originaria formulazione: non nomina l’ambiente e riguarda le competenze legislative regionali, parla di urbanistica, cave e torbiere, pesca, foreste, porti lacuali … mai inserite in un contesto ambientale. Attuale formulazione (art. 3, lett. g): Potestà legislativa esclusiva dello stato è la tutela dell’ambiente dell’ecosistema e dei beni culturali; Potestà legislativa concorrente” delle Regioni sono la tutela e sicurezza del lavoro, alimentazione, governo del territorio, protezione civile …”. Questo determina un concetto di “ambiente presupposto” che viene lasciato alla dottrina, alla giurisprudenza, il che comporta a contrasti interpretativi che hanno necessitato diverse volte l’intervento della Corte Costituzionale. Es. il caso delle industrie a rischio di incidente rilevante, che ha creato conflitti tra Stato e Regioni. Tali conflitti sono stati risolti dalla Corte costituzionale, ma danno il segno della mancanza di una potestà legislativa chiara in materia ambientale. Dal 2003 è in corso una nuova riforma costituzionale che riguarda la competenza esclusiva attribuita alle regioni, la quale non riguarda materie ambientali e la competenza esclusiva per tutela della salute, sicurezza, alimenti, rimane allo Stato. http://www.valutazioneambientale.net

  42. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Nel 1760 a.C. il codice Hammurabi (re babilonese) è un importantissimo codice che regolamenta l'uso del territorio con la costruzione di canali per l'irrigazione (anticipando grandi civiltà che avranno un impatto importante sul territorio come gli Egizi con la gestione delle acque del Nilo e i Cinesi con il Canale Imperiale del 600 d.C.). Il codice Hammurabi prevedeva sanzioni in caso di problemi negli scambi commerciali, ma soprattutto è la prima traccia di un codice che difende la salute delle persone, il codice infatti prevedeva sanzioni (anche piuttosto pesanti) per gli errori dei medici. Virgilio, nelle Georgiche (37-30 a.C.), un poema didascalico sull’agricoltura, invita a far rinascere i valori dell’agricoltura tradizionale praticamente scomparsi in seguito alla intensa attività bellica. Cornelio Tacito (55-117 d.C.) costituisce uno dei testimoni più significativi del problema ambientale per i Romani, descrivendo ciò che accade nel 15 a.C. riguardo la questione (allora molto importante) delle frequenti inondazioni del Tevere e delle proposte di interventi da realizzare. http://www.valutazioneambientale.net

  43. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Un momento importante nello sviluppo del concetto e delle procedure di Valutazione Ambientale si ha quando, nel 1548, in Gran Bretagna, venne costituita una Commissione per esaminare gli effetti che la costruzione di fornaci nel Sussex e nel Kent avrebbe avuto sull’economia della regione. Parametro di valutazione non erano i valori e gli interessi di tutela ambientale i vantaggi economici e sociali. Ciononostante, già in quella circostanza le modalità con cui la Commissione si trovò ad operare erano molto simili a quelle odierne: natura tecnica della Commissione, coinvolgimento del pubblico, previsione di misure volte a contrastare gli effetti negativi, ecc. http://www.valutazioneambientale.net

  44. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale La considerazione della componente ambientale nel processo di valutazione degli effetti causati dall’implementazione di una determinata manifestazione di ‘sviluppo’ è un fenomeno relativamente recente. Si sviluppa a partire dagli anni ’60 e ’70 negli Stati Uniti e Gran Bretagna e poi in tutto il mondo occidentale. La presa di coscienza è avvenuta su due fronti che si sono reciprocamente influenzati e condizionati: l’opinione pubblica e il mondo politico. http://www.valutazioneambientale.net

  45. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Quattro sono le motivazioni che spiegano lo sviluppo della Valutazione Ambientale tra gli anni '60 e '70: 1. le maggiori conoscenze scientifiche e la pubblicità hanno consentito una larga diffusione delle notizie relative ai danni ambientali prodotti dall’incremento dello sviluppo e delle attività tecnologiche; 2. la diffusione delle attività dei gruppi di pressione sull’opinione pubblica e sulle forze di governo, prima di tutto negli USA e nel Regno Unito grazie anche al sostegno dei media che hanno consentito di portare alla luce nuovi temi ambientali, come la minaccia del nucleare e la lotta alla caccia e all’estinzione delle balene; 3. il massiccio incremento nell’impiego di certe risorse e dalla previsione di scenari preoccupanti relativamente al ridursi della capacità di riproduzione di determinate risorse (i settori che suscitavano maggiore preoccupazione erano quello energetico, con la crisi petrolifera degli anni Settanta, il settore minerario e le risorse forestali); 4. l'insieme dei precedenti fattori, che hanno contribuito a rendere gli Stati sviluppati occidentali più attenti nel rispondere alle pressioni dell’opinione pubblica, portando quindi ad un dibattito acceso ed integrato sui temi indicati. http://www.valutazioneambientale.net

  46. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Il National Environmental Policy Act (NEPA), adottato negli Stati Uniti il 31 dicembre 1969, è l’atto con cui viene tradizionalmente indicata la nascita della “moderna” valutazione ambientale (sia nella forma semplice che in quella strategica, visto che l’atto si riferisce anche alle proposte di legge). La section 102 del NEPA: 1. obbliga le amministrazioni federali a prendere in considerazione per le loro attività di pianificazione e decisione tutte le conoscenze disponibili per verificare le ripercussioni che dette attività possono avere sull’ambiente ed a sviluppare adeguate metodologie e procedure che assicurino la considerazione degli aspetti ambientali accanto a quelli tecnici ed economici; 2. instaura un meccanismo penetrante che incide in modo sostanziale nel processo decisionale delle stesse amministrazioni costringendole ad introiettare a fianco delle loro finalità istituzionali, anche valori di ordine ambientale. http://www.valutazioneambientale.net

  47. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale In Europa i primi paesi ad introdurre richieste di VIA furono: 1. 1976 la Repubblica Federale Tedesca (con una decisione del Gabinetto Federale che introduce un esame di compatibilità ambientale delle misure pubbliche prese dalle autorità, incluse proposte di legge, regolamenti, atti amministrativi, programmi e progetti); 2. il 10 luglio 1976 in Francia viene emanata la legge n. 76-629 "relative à la protection de la nature". Tale legge ha la caratteristica di introdurre tre diversi livelli di valutazione: etudes d’environment, notices d’impact e etudes d’impact. Si pongono così le basi per l'introduzione della VIA anche in ambito europeo. http://www.valutazioneambientale.net

  48. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Alla proposta di una direttiva sulla VIA da parte della Comunità Europea nel Second Action Programme on the Environment (1977), iniziarono forti opposizioni che portarono ad un dibattito di 8 anni, fino alla Direttiva 85/337/CEE "Concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati". Questo è il primo tentativo europeo di introdurre una disciplina il più organica possibile sulla scia del modello americano (iniziato negli anni '70 e sistemato nel corso del tempo). I concetti basilari sono pubblicità, informazione e partecipazione, viene data una definizione di impatto ambientale, vi è la distinzione in interventi pubblici e privati, degli effetti diretti e indiretti. Questa direttiva propone un lungo elenco di opere da sottoporre a VIA con due livelli di importanza: nell'allegato I le opere per le quali la VIA è obbligatoria in tutta la Comunità, nell'allegato II sono elencati quei progetti per i quali gli stati membri devono stabilire delle soglie di applicabilità. http://www.valutazioneambientale.net

  49. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale L'Olanda, nel 1986, è la prima nazione ad applicare la nuova Direttiva europea. I primi dibattiti pubblici sull'esperienza americana ebbero luogo in Italia nella seconda metà degli anni '70 e fin da subito si è parlato di un rapporto tra valutazione di progetti e valutazione di piani, tema rimasto ricorrente di tutti i dibattiti sulla introduzione della metodologia in Italia. Il primo pronunciamento legislativo italiano risale all'art. 6 della legge 349 del luglio 1986 (la legge istitutiva del Ministero dell'Ambiente), articolo interpretato come stralcio per una serie di provvedimenti "ponte" relativi ad una serie di adempimenti VIA, in attesa che venisse varata la legge di accoglimento della direttiva CEE. http://www.valutazioneambientale.net

  50. VALUTAZIONE AMBIENTALECasi di studio[Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Con il DPCM 377/1988 del 10 agosto 1988 e il DPCM 27 dicembre 1998 si è intesa la direttiva come una nuova procedura autorizzativa essenzialmente interna alla pubblica amministrazione e ne hanno fatto una sorta di pratica burocratica aggiuntiva alla già cospicua documentazione richiesta per l'iter autorizzativo di un progetto. Inoltre nel DPCM 377/1988 vengono sottoposti a VIA solo i progetti di cui all'allegato I della Direttiva 85/337/CEE, mentre non si fa cenno alcuno ai progetti di cui all'allegato II. Per le inadempienze rispetto alle indicazioni della 85/337/CEE e in particolare per non aver individuato i progetti dell'allegato 2, la UE avvia nei confronti dell'Italia una procedure di infrazione che, per le inadempienze nel nostro paese, si tramuta in un ricorso presentato alla Corte di giustizia Europea. http://www.valutazioneambientale.net

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