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Memoria

Memoria. Eleonora Bilotta. Introduzione. Lo sviluppo della memoria è avvenuto insieme alle altre capacità cognitive, permettendo così agli organismi umani animali di affrontare la complessità dell’ambiente.

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Presentation Transcript


  1. Memoria Eleonora Bilotta

  2. Introduzione Lo sviluppo della memoria è avvenuto insieme alle altre capacità cognitive, permettendo così agli organismi umani animali di affrontare la complessità dell’ambiente. La memoria diventa, dunque, la struttura psichica che organizza l’aspetto temporale del comportamento, che determina i legami per cui un evento attuale dipende da uno accaduto in precedenza.

  3. I processi di memoria: le diverse fasi La memoria non consiste di un singolo processo. Fasi nei processi di memoria: codifica (registrazione) ritenzione recupero oblio (eventuale) Analogia con il computer: Inserire dati tramite la tastiera Salvare files sul disco fisso Aprire i files e mostrare i dati sul monitor

  4. I meccanismi di codifica e di elaborazione Codifica = processo consistente di un insieme di regole e operazioni che convertono l’informazione proveniente dall’esterno in una traccia che può essere conservata. La ripetizione semplice non aiuta a codificare e mantenere informazioni nella memoria a lungo termine (reiterazione di mantenimento). E’ piu’ efficace ripetere l’informazione associandola a qualche forma di significato (reiterazione elaborativa). Particolarmente utili le associazioni con informazioni che: riguardano noi stessi. attivano immagini visive.

  5. I meccanismi di codifica e di elaborazione Il modo di funzionare della memoria si riferisce a un insieme complesso di processi in cui sono coinvolte altre funzioni cognitive, come: attenzione, percezione, ragionamento, nonché tutte le abilità cognitive che hanno a che fare con l’intelligenza e le emozioni. Le informazioni che dobbiamo apprendere entrano nel sistema cognitivo attraverso dei meccanismi di codifica (Intenzionale o incidentale).

  6. Elaborazione intenzionale Es.: vi è mai capitato di fare una serie di commissioni e di tenerne a mente l’elenco? In questi casi come operate? Suddivisione per categorie. Rappresentazione sotto forma di immagini. In questi casi categorizzazione e formazione di immagini mentali sono due strategie di codifica. Entrambe attivate in modo intenzionale e con il controllo dei processi attentivi.

  7. Elaborazione incidentale L’apprendimento incidentale avviene in modo non volontario, non pianificato secondo strategie funzionali al ricordo. In questi casi l’efficacia della codifica dipende da quanto il materiale è stato elaborato. Se un gruppo di soggetti viene portato in laboratorio prima di iniziare un esperimento è molto probabile che ne memorizzino le proprietà degli strumenti presenti all’interno.

  8. La codifica delle informazioni Mentre leggiamo un libro o prendiamo parte a una conversazione o ammiriamo un paesaggio che si presenta ai nostri occhi durante una passeggiata, parte dell’informazione sensoriale entra nel deposito della Memoria a Lungo Termine, dal quale in seguito può essere richiamata. Perché solo una parte e non tutta l’informazione viene codificata nella MLT?

  9. La codifica delle informazioni La ripetizione aumenta la probabilità che una nuova informazione entri a far parte del deposito a lungo termine. Ma non tutti i tipi di ripetizione ottengono lo stesso risultato. Secondo alcuni ricercatori esistono almeno due tipi di ripetizione. Il primo viene definito come ripetizione di mantenimento e consiste nel ripetere più volte l’informazione senza pensare realmente ad essa. Questo permette di mantenere l’informazione nella Memoria a Breve Termine per un certo tempo, ma non produce il trasferimento nella MLT.

  10. La codifica delle informazioni Il secondo tipo, la ripetizione elaborativa, agisce sulla nuova informazione creando un qualche tipo di elaborazione, facendo delle associazioni, cercando di immaginarla o tentando di metterla in relazione con latri elementi presenti nella MLT. La ripetizione elaborativa è quindi il modo in cui l’informazione viene trasferita dal deposito a breve termine a quello a lungo termine.

  11. Profondità di elaborazione Un importante aspetto per l’efficacia della codifica con il conseguente miglioramento del ricordo è la profondità di codifica (Craik e Tulving, 1975), definita come la misura di quanto il fuoco dell’elaborazione si sposta dagli aspetti percettivi superficiali dell’informazione a quelli concettuali.

  12. Profondità di elaborazione Perché l’elaborazione del significato è più efficace? Probabilmente ciò comporta la rappresentazione di un numero considerevole di particolari relativi all’informazione che possono costituire altrettanti legami con le conoscenze che sono già in memoria. Evidenze sperimentali dimostrano che i soggetti ricordano meglio in funzione della ricchezza della loro codifica.

  13. Recupero Per il recupero dell’informazione il vantaggio maggiore si ha quando in fase di codifica ed in fase di recupero si usa la stessa chiave strategica … Ad es. se impariamo il materiale usando categorie sarà utile usare le stesse categorie per recuperare il materiale (c’erano cibi? Quali?…). Tale facilitazione è spiegata dalla Teoria della specificità della codifica (compatibilità di codifica).

  14. Principio di specificità della codifica di Tulving Le tracce mnestiche sono “disposizioni” o “potenzialità”. Diventano efficaci solo in certe occasioni: recupero. Affinchè ci sia recupero deve essere presente un cue (indizio) che riattiva gli elementi da ricordare.

  15. Principio di specificità della codifica di Tulving Per il recupero è importante la compatibilità tra: Le caratteristiche della traccia mnestica. La caratteristica dell’informazione fornita al recupero. Il Ricordare oltre ad essere influenzato dal passato, da come abbiamo memorizzato, dipende anche dal presente …

  16. Principio di specificità della codifica di Tulving Se il contesto in cui abbiamo imparato (codificato) si ripresenta abbiamo una facilitazione. Quanto più contesto di codifica e contesto di recupero sono simili tanto più il recupero è facilitato. La codifica di un’informazione non è univoca ma specifica rispetto al contesto in cui è collocata.

  17. Teoria del doppio codice Modello del doppio codice di Paivio (1971; 1986) Prevede due sistemi di memoria semantica: un sistema verbale: specializzato per trattare le informazioni di tipo linguistico. un sistema non verbale: qualificato per elaborare stimoli non linguistici. Opera quindi in compiti come l’analisi di oggetti, di immagini e di scene. Il modello prevede che i due sistemi dialoghino tra loro attraverso connessioni referenziali. La critica più forte che si può muovere a questi modelli riguarda la ridondanza delle informazioni.

  18. Teoria del doppio codice Stimoli verbali Stimoli non-verbali Sistema sensoriale Logogeni Immageni Sistema Non Verbale connessioni referenziali Sistema Verbale Risposte verbali Risposte non-verbali

  19. Organizzazione delle tracce mnestiche Il mantenimento è influenzato dal tipo di elaborazione delle informazioni. Un’altra strategia per migliorare il ricordo è l’organizzazione delle singole informazioni. Evidenze sperimentali dimostrano che: Il materiale organizzato è più facile da apprendere rispetto a quello disorganizzato Le persone a cui è presentato il materiale disorganizzato tendono ad organizzarlo L’uso di strategie per organizzare il materiale aumenta l’apprendimento.

  20. La codifica: come migliorarla Modalità di organizzazione del materiale che facilitano la codifica: chunking: gli items si ricordano meglio se in blocchi; associazione dell’informazione a rime o ritmi; mnemotecniche a carattere immaginativo. Caratteristiche che facilitano comprensione e codifica, ad es. di un brano: esempi esplicativi; figure; domande aggiunte; organizzatori anticipati: sommari in forma verbale o visiva che precedono il brano.

  21. Il ruolo del contesto Principio della specificità di codifica: la traccia dell’evento e il cue (indizio) devono essere compatibili per un recupero migliore. Effetto del contesto ambientale. Le informazioni possono essere apprese nella biblioteca dove studio, oppure a casa, ecc. Effetto del contesto situazionale. Gli elementi associati alla stimolo che non sono di natura ambeintale ma fanno parte del contesto, ad es.: l’abbigliamento, il colore dei capelli, sono appresi in modo unitario con i tratti della persona a cui si riferiscono.

  22. Il ruolo del contesto Anche lo stato emotivo in cui ci si trova al momento dell’apprendimento influisce sul ricordo. Se sono allegro tenderò ad elaborare gli aspetti piacevoli delle situazioni, al contrario se sono triste e arrabbiato. Il contesto cognitivo si riferisce a tutte quelle conoscenze, associazioni, idee che sono attivati nel momento dell’apprendimento.

  23. Elaborazione intensiva o distribuita nel tempo L’apprendimento tiene conto anche dei fattori quantitativi, ossia quanto riusciamo ad elaborare e apprendere in relazione al tempo e alla distribuzione del tempo che dedichiamo al compito. L’apprendimento dipende dal tempo e dalla attenzione che dedico all’argomento e da quanto gli effetti della stanchezza, incidono sull’efficienza delle operazioni cognitive.

  24. Elaborazione intensiva o distribuita nel tempo Effetto della distribuzione nel tempo. Posso studiare un argomento un’ora al giorno per quattro volte alla settimana, oppure due ore per due volte alla settimana. È stato dimostrato che è meglio distribuire nel tempo l’apprendimento. Questo fenomeno è conosciuto come distribuzione della pratica. È stato studiato per la prima volta da Ebbinghaus (1895) sull’apprendimento di liste di sillabe.

  25. Elaborazione intensiva o distribuita nel tempo A tutt’oggi non è ancora chiaro il motivo per cui il ricordo è migliore se l’apprendimento è distribuito nel tempo. Un’ipotesi è quella delle risorse attentive. Queste ultime non sono sufficienti per affrontare compiti di apprendimento complessi, pertanto la quantità di tempo dovrebbe essere commisurata alla difficoltà delle informazioni da apprendere.

  26. L’immagazzinamento delle informazioni A conclusione del processo di elaborazione, l’informazione viene archiviata sotto forma di rappresentazione mnestica o traccia mnestica. Bisogna distinguere tra informazioni archiviate temporaneamente nella memoria a breve termine a seconda della modalità sensoriale e informazioni mantenute nella memoria a lungo termine.

  27. Modelli a rete I concetti sono organizzati in una struttura gerarchica a rete, che rispetta l'organizzazione logica di inclusione delle categorie (Collins e Quillian 1969).

  28. ha la pelle animale proprietà si muove unità mangia respira puntatori uccello ha le squame ha le penne vola pesce nuota ha le ali ha le branchie canarino squalo salmone struzzo morde è alto è rosa canta è giallo non vola è pericoloso si mangia ha zampe lunghe sottili Quillian (1969), Collins e Quillian (1972) organizzazione gerarchica delle conoscenze dal + concreto al + astratto Propagazione dell’attivazione Effetto priming

  29. I modelli a rete Organizzazione gerarchica: I concetti sono organizzati in modo gerarchico Ogni membro è collegato ad un solo nodo sovraordinato Ogni membro di categoria ha uguale status Principio di economia cognitiva: le proprieta’ sono codificate al livello piu’ alto possibile Verifiche sperimentali Effetto di grandezza di categoria: es. un pettirosso e’ un uccello / e’ un animale Economia cognitiva: es. un uccello ha le piume / ha la pelle

  30. Propagazione dell’attivazione Associazione tra i concetti principio della propagazione dell’attivazione quando un nodo concettuale viene attivato l’attivazione si propaga agli altri nodi in funzione del tempo e della vicinanza Memoria BT Memoria sensoriale Memoria LT burro croccante pane fame forno

  31. Il concetto di priming Paradigma del priming semantico: La presentazione di un dato stimolo attiva in memoria un gruppo di informazioni semanticamente associate (Collins e Loftus, 1975; Meyer e Schwaneveldt, 1971). La presentazione della parola “pane” rende veloce il processo dei concetti associati come “burro”.

  32. Il concetto di priming risposta 200 ms prime 100 ms schermo bianco congruente PANE BURRO schermo bianco PANE PIETRA incongruente

  33. Il ricordo Una volta che l’informazione è stata immagazzinata è, in linea di principio disponibile alla rievocazione. È chiaro che non è sempre così semplice. A volte informazioni note non riusciamo a ricordarle. In questo caso la traccia mnestica che è disponibile non è accessibile in quel momento o in quella situazione.

  34. Disponibilità e accessibilità Un’informazione è disponibile quando è stata codificata e immagazzinata in memoria. È accessibile quando si trova nelle condizioni di attivazione sufficiente a permettere la rievocazione. È evidente che se una traccia è accessibile è anche disponibile, ma non è sempre vero il contrario.

  35. L’accesso ai ricordi Quando ci serve un’informazione utilizziamo sempre una o più chiavi di accesso a quel ricordo. I processi di recupero prendono sempre avvio da un indizio che fornisce le chiavi di accesso all’informazione ricercata. Per sapere se un indizio è appropriato dobbiamo rifarci al concetto di specificità di codifica.

  36. L’accesso ai ricordi Un punto di partenza per una ricerca attiva delle informazioni nella memoria deve condividere alcuni aspetti con l’informazione da ricordare o con uno dei contesti in cui è stata appresa. Se mi devo ricordare di una persona conosciuta durante una cena, potranno essermi d’aiuto al ricordo diversi indizi.

  37. L’accesso ai ricordi Per esempio: Qualche notizia sulla persona: elementi connessi al contenuto da ricordare Il ristorante: contesto ambientale L’atmosfera: contesto emotivo Un certo tipo di riflessione: contesto cognitivo Come punto di partenza per la ricerca delle informazioni utilizzerò uno solo di questi indizi.

  38. Modello della memoria di Atkinson e Shiffrin (1968) Codifica Attenzione Recupero Alcune informazioni possono andare perdute col tempo

  39. Lo stimolo esterno Uno stimolo esterno al soggetto che può essere rappresentato, per es., da una frase (La psicologia è interessante!), descritta sotto forma di onde sonore che vanno colpire la membrana auricolare di un individuo.

  40. Il deposito sensoriale L’informazione entra per la prima volta nel sistema della memoria attraverso un organo di senso e viene immagazzinata nel primo deposito, il deposito sensoriale, che conserva per un breve spazio di tempo una registrazione quasi letterale dell’immagine sensoriale. In questo deposito l’informazione decade velocemente, dura meno di un secondo. Se vogliamo conservare l’informazione dobbiamo trasferirla nel deposito a breve termine.

  41. Struttura della memoria Memoria Sensoriale È specifica per ciascuna modalità sensoriale e conserva l’informazione per un tempo breve. Vista – magazzino iconico < 1 sec Udito - magazzino ecoico ~ 2 sec Pre-attentivo Decadimento rapido

  42. Il riconoscimento percettivo Evento di grande importanza. Permette di attribuire un significato allo stimolo registrato. Attraverso un confronto con le informazioni (di ordine fonologico, lessicale, sintattico) che il soggetto possiede (si trovano nella MLT), lo stimolo viene segmentato, ossia analizzato nei suoi componenti discreti (riconoscimento di sillabe) di ordine morfologico e lessicale (riconoscimento di parole).

  43. La memoria a breve termine La MBT è una memoria attiva, dove si elaborano i processi mentali coscienti. Essa presenta due caratteristiche principali: Non può conservare molte informazioni contemporaneamente Le informazioni decadono nel giro di 15-20 secondi, a meno che non si faccia qualcosa per impedirne il decadimento.

  44. La memoria a breve termine Se si presta costantemente attenzione oppure la si ripete, l’informazione verrà conservata per un tempo indefinito, come avviene quando si guarda un numero di telefono e lo si ripete mentre si attraversa la stanza per arrivare all’apparecchio. Ognuno di noi esercita un buon controllo su quello che vogliamo ripetere o su ciò cui dedichiamo l’attenzione. Gli interessi personali, i pregiudizi o i bisogni incideranno su quello che ricordiamo.

  45. Capacità del deposito a breve termine Esempio che permette di valutare la limitata capacità del deposito a Breve Termine (BT). Un raggruppamento è caratterizzato da uno stimolo con rappresentazione unitaria nel deposito a Breve Termine. La lettera A è un raggruppamento le lettere del Test 2 sono 11 raggruppamenti. Però se le leggiamo nell’ordine inverso costituisce un unico raggruppamento come nel Test 3.

  46. Capacità del deposito a breve termine CHUNKS = unità nota di informazione basata su precedenti esperienze e apprendimenti. Es. possibilità di codificare una sequenza di numeri ascoltati (5-3-7-4-1-9) in unità più ampie (53-74-19).

  47. Capacità del deposito a breve termine Questi risultati trovano una spiegazione nella limitata capacità del deposito a breve termine. Un ricercatore che ha svolto un ruolo determinante nella ricerca di questa capacità è George Miller (1956) che ha riportato i risultati del suo lavoro sperimentale in un articolo dal titolo: The magical number seve, plus or minus two. In questo lavoro Miller ha dimostrato che la MBT sembra contenere circa sette elementi o raggruppamenti indipendente dalle loro dimensioni.

  48. Capacità del deposito a breve termine La capacità della MBT è influenzata dalla capacità dei soggetti di “raggruppare in pezzi” o “ricodificare” l’informazione in unità di livello superiore. La capacità di costruire raggruppamenti di informazione consente di aumentare le capacità di contenimento dell’informazione.

  49. Struttura della memoria Memoria a Breve Termine (MBT) Numero magico 7 (+ o - 2) Capacità limitata Temporanea senza ripetizione Fragile, sensibile alle distrazioni Il recupero non è un problema

  50. Struttura della memoria Memoria a Breve Termine Può migliorare se: È possibile la ripetizione Aumenta l’intervallo fra i messaggi Diminuisce la confusione fra i messaggi Si segmenta il messaggio Si minimizza l’informazione – conservare l’informazione riduce l’abilità nello svolgere altri compiti Si minimizzano le interferenze

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