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LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE

LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE . Indice degli Argomenti. Cosa si intende per motivazione ad apprendere? Esistono diversi tipi di motivazioni? Cosa sono gli stili attributivi? Cosa si intende per Obiettivi di Apprendimento? Cosa sono le Teorie Implicite? . DEFINIZIONE DI MOTIVAZIONE.

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LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE

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Presentation Transcript


  1. LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE

  2. Indice degli Argomenti • Cosa si intende per motivazione ad apprendere? • Esistono diversi tipi di motivazioni? • Cosa sono gli stili attributivi? • Cosa si intende per Obiettivi di Apprendimento? • Cosa sono le Teorie Implicite?

  3. DEFINIZIONE DI MOTIVAZIONE La Motivazione All’apprendimento è un Processo che dall’interno: ATTIVA, DIRIGE e SOSTIENE l’allievo nell’acquisizione consapevole di CONOSCENZE, ABILITA’ ed ATTEGGIAMENTI (Stipek, 1996). Permette di capire perché la persona svolge un compito in un determinato modo, quanto insiste e perché mantiene l’interesse. Configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un comportamento diretto ad uno scopo (De Beni e Moe’ 2000)

  4. ESTRINSECA INTRINSECA INDIVIDUALE SITUAZIONALE AUTODETERMINAZIONE ATTRIBUZIONE PERCEZIONE DI COMPETENZA AUTOEFFICACIA ALLA PRESTAZIONE AL SÈ ALLA PADRONANZA AL COMPITO ALL’APPRENDIMENTO ALL’EVITAMENTO OBIETTIVI SOCIALI INTERESSE SCHEMA DI SÉ OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO MOTIVAZIONE

  5. TEORIA DEL RINFORZO • specificità, credibilità, contingenza • Funzioni: informare, controllare • Tipologie: voti, lodi, premi, ecc. • Relazioni con altri possibili tipi di motivazione Motivazione come spinta • 2. TEORIA DEI BISOGNI • Curiosità epistemica • Autodeterminazione • Motivazione di effectance • Motivazione alla riuscita • Esperienza di flusso • Aspettative • Obiettivi di apprendimento e sociali • Teorie implicite dell’intelligenza • Percezione di autoefficacia • Percezione di sé • Interesse • Attribuzioni causali Motivazione come attrazione

  6. CLASSIFICAZIONE DELLE MOTIVAZIONI • MOTIVAZIONE ESTRINSECA: • Compito è affrontato per ottenere riconoscimenti esterni (es. lodi o rimproveri) • MOTIVAZIONE INTRINSECA: • Compito affrontato per sè stessi non per finalità esterne • (es. interesse, curiosità, competenza)

  7. QUALCHE CENNO SUL RINFORZO • Un buon rinforzo deve essere contingente (temporalmente vicino al comportamento da rinforzare) e specifico (riferito ad un comportamento specifico) • Se un rinforzo è dato in modo continuato il comportamento tende a mantenersi • L’effetto del rinforzo tende a generalizzarsi a comportamenti simili • Se un comportamento non viene più rinforzato si estingue

  8. ATTENZIONE!! • E’ pericoloso utilizzare i principi della teoria del rinforzo: • Lo studente si abitua a lavorare per ottenere qualcosa e non per imparare cose nuove • L’introduzione di un premio provoca un calo immediato della motivazione non appena questo viene a mancare e tende ad annullare una eventuale precedente motivazione intrinseca

  9. LA LODE • Lodi Controllanti: servono per controllare il comportamento dello studente e spingerlo a certi standard • Lodi informative: specifiche, credibili, contingenti, contengono informazioni su come migliorare (es. questa volta ti sei proprio impegnato, hai applicato la procedura corretta per il tipo di compito ….)

  10. MOTIVAZIONE INTRINSECA • Curiosità Epistemica: bisogno immediato di conoscenza sia di tipo percettivo (conoscenza sugli oggetti esterni) che di tipo conoscitivo (colmare vuoti di conoscenza) (Berlyne 1971) • Non garantisce costanza e persistenza di fronte ad ostacoli • Motivazione di Effectance (competenza) : bisogno di padroneggiare e controllare le situazioni e di sentirsi competenti ed efficaci (è molto forte!!)

  11. TEORIA DI SUSAN HARTER 1978 la motivazione alla competenza si sviluppa per effetto dei successi e degli insuccessi che il bambino incontra nei tentativi di padronanza e della presenza o assenza di sostegno da parte degli adulti la iniziale motivazione alla competenza può a) essere sviluppata e cresce il bisogno di cimentarsi in... b) essere sostituita da un bisogno di approvazione competenza cognitiva, sociale, fisica

  12. Percezione di competenza La percezione di competenza si distingue dal il bisogno innato è legata al sostegno ambientale si sviluppa nel tempo incide sulla qualità dei tentativi di padronanza costrutto simile all’autoefficacia

  13. Percezione di controllo Sensazione di sentirsi personalmente agenti della situazione legata all’impegno profuso in una attività all’approvazione ricevuta ai risultati raggiunti simile al concetto di autodeterminazione

  14. Sfida ottimale Il compito da affrontare deve essere una sfida possibile per mostrare la propria competenza non può essere troppo facile né troppo difficile rispetto alle competenze possedute nel primo caso = noia nel secondo = ansia, paura, evitameneto

  15. Motivazione interiorizzata Una motivazione estrinseca viene assunta come propria 1. Si parte da una motivazione estrinseca 2. Facendo il compito ci si automotiva 3. Il compito diviene una sfida ottimale la persistenza su un compito deve contare sulla motivazione interiorizzata

  16. COSA SI PUO’ FARE PER STIMOLARE E MANTENERE LA MOTIVAZIONE? • Situazioni interessanti che stimolino la curiosità e il confronto tra ciò che si sa e non si sa. • Compiti di apprendimento che siano sfide cognitive ottimali o permettano di sperimentare la propria competenza e il piacere di riuscire. • Attenzione agli atteggiamenti, alle aspettative e alle attribuzioni • Feed-back sulla qualità e quantità dei risultati raggiunti, percezione della propria competenza, spazi di auto-determinazione

  17. COSA SI INTENDE PER ESPERIENZA DI FLUSSO ? • Profondo coinvolgimento in una situazione + • Intensa concentrazione • La possibilità di vivere una Esperienza di Flusso dipende dalla percezione del proprio livello di abilità e la percezione del grado di difficoltà del compito

  18. EMOZIONI IN FUNZIONE DI PERCEZIONE DI ABILITA’ E DIFFICOLTA’ DEL COMPITO

  19. LE ATTRIBUZIONI Processi attraverso i quali gli individui interpretano le cause degli eventi Permettono di predire il comportamento al successo Non sono statiche ma possono essere modificate grazie all’esperienza ed all’insegnamento

  20. ATTRIBUZIONI DEGLI INSEGNANTI

  21. ATTRIBUZIONI DEGLI INSEGNANTI

  22. ATTRIBUZIONI DEGLI STUDENTI

  23. ATTRIBUZIONI DEGLI STUDENTI

  24. QUANTI TIPI DI ATTRIBUZIONI ESISTONO? (Weiner) Interno: impegno, abilità, esperienza LOCUS OF CONTROL Esterno: aiuto, fortuna, situazioni Cause stabili: abilità, caratt. compito STABILITA’ Cause instabili: impegno, fortuna, aiuto Cause controllabili: impegno CONTROLLABILITA’ Cause incontrollabili: fortuna

  25. CARATTERISTICHE DI STILI ATTRIBUTIVI

  26. CARATTERISTICHE DI STILI ATTRIBUTIVI

  27. EMOZIONI CONSEGUENTI AD ATTRIBUZIONI

  28. L’IMPEGNO • L’impegno è la causa più funzionale all’apprendimento strategico in quanto: • Consente l’assunzione di responsabilità delle proprie azioni • Permettere di intraprendere strade alternative in caso di fallimento • Porta ad un maggior senso di autoefficacia • Conduce a migliori risultati in seguito all’insegnamento di strategie

  29. IL RUOLO DELL’INSEGNANTE • Quando un insegnante cerca delle spiegazioni per gli insuccessi del proprio alunno può attribuire troppo peso a fattori personali (“non è portato”) o a fattori di impegno (“non studia”). • Attenzione a dare un messaggio corretto allo studente! Potrebbe demotivarsi o perdere fiducia in se stesso.

  30. IL RUOLO DELL’INSEGNANTE • Se insegnante si “arrabbia” di fronte ad insuccesso, lo studente pensa che se si fosse impegnato ce l’avrebbe fatta, attribuisce l’insuccesso all’impegno • Se insegnante dimostra compassione o pietà, lo studente pensa di non avere le capacità e attribuisce l’insuccesso a mancanza di abilità

  31. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO • Mete che gli studenti si prefiggono di realizzare Quantità: es. numero di pagine, scadenze Qualità: es. valore (importanza data alle varie materie) credenze (come è inteso apprendimento)

  32. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO • OBIETTIVI DI PRESTAZIONE: scopo principale dimostrare le proprie conoscenze per ottenere il consenso sociale • OBIETTIVO DI PADRONANZA: acquisire nuove competenze, senza il bisogno di dimostrare niente a nessuno Motivazione estrinseca Motivazione intrinseca

  33. PRESTAZIONE PADRONANZA • Scarso impegno nei compiti • Scelta di compiti semplici in cui si è sicuri di riuscire • Paura del fallimento • Fallimento come mancanza di abilità • Clima scolastico competitivo • Impegno ai massimi livelli • Scelta di compiti difficili, compito come sfida • Non paura del fallimento • Fallimento come scarso impegno • Clima scolastico cooperativo

  34. SE POTESSI SCEGLIERE, PREFERIREI COMPITI….. • Mi piacerebbe lavorare con problemi: • Che sono abbastanza facili in modo da non fare errori • Grazie ai quali imparerò cose interessanti • In cui sono abbastanza bravo in modo da dimostrare di essere intelligente • Perché? Argomenta la risposta

  35. TEORIE IMPLICITE Convinzioni personali circa la staticità o la modificabilità • Teoria incrementale L’idea di poter sviluppare la propria intelligenza. E’ associata ad un superiore atteggiamento strategico e a maggiori aspettative di riuscita. • Teoria dell’entità L’idea di non poter sviluppare la propria intelligenza. Questo porta ad affrontare solo situazioni verso le quali ci si sente portati e ad evitare le altre.

  36. Obiettivi di Prestazione Teoria dell’Entità Motivazione Estrinseca Obiettivi di Padronanza Teoria Incrementale Motivazione Intrinseca TEORIE IMPLICITE, OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO, MOTIVAZIONE

  37. ESEMPI DI TEORIE IMPLICITE SULLA MATEMATICA • Perché è più difficile la matematica che l’inglese? • “In matematica devi sapere anche le definizioni e non puoi dirle sbagliate invece in inglese ad es. la regola del genitivo sassone la puoi dire come vuoi tu…” • “I maschi sono più portati per le materie scientifiche le femmine per quelle letterarie…” • Le femmine hanno meno persistenza nei compiti di matematica, meno fiducia e meno autostima (Fennema, 1985).

  38. PER RIASSUMERE… De Beni & Moè, 2000

  39. DIVENTARE PERSONE GENIALI

  40. DIVENTARE PERSONE GENIALI • Dopo aver letto le due versioni del brano, sei più propenso a pensare che le abilità siano attribuibili a caratteristiche ereditarie o alle attenzioni ricevute? • Secondo te l’intelligenza è la stessa fin dalla nascita o può migliorare? • Se pensi che l’intelligenza possa cambiare quali ritieni essere le caratteristiche più modificabili (abilità linguistiche, matematiche….) • Come è possibile migliorare la propria intelligenza?

  41. IDEE SULLA PROPRIA INTELLIGENZA

  42. E LE IDEE SULL’INTELLIGENZA DEGLI ALTRI.. • I punteggi possibili sono compresi tra 3 e 18, più si è attribuito un punteggio basso più si tende a credere che l’intelligenza sia qualcosa di stabile ed immutabile. • Esistono discrepanze tra le attribuzioni della propria e dell’altrui intelligenza? • Se si, perché?

  43. I BUONI VOTI DIPENDONO DA.. • Sono emerse delle differenze nelle percentuali attribuite alle specifiche materie? • Se si, perché?

  44. RIASSUMENDO: STUDENTI DI SUCCESSO VS. STUDENTI IN DIFFICOLTA’

  45. RIASSUMENDO: STUDENTI DI SUCCESSO VS. STUDENTI IN DIFFICOLTA’

  46. RIASSUMENDO: STUDENTI DI SUCCESSO VS. STUDENTI IN DIFFICOLTA’

  47. PER APPROFONDIRE… • Ravazzolo, De Beni, & Moè, (2005). Stili attributivi e Motivazionali. Erickson: Trento • Pazzaglia, Moè, Friso, & Rizzato (2002). Empowerment Cognitivo. Erickson: Trento • Cornoldi, De Beni, & Gruppo MT. (2001). Imparare a Studiare 2. Erickson: Trento • De Beni & Pazzaglia . Lettura e Metacognizione. Erickson: Trento

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