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I costi di produzione

I costi di produzione. Lezione 16 Ist . di Economia Politica I – a.a. 2011-12 Marco Ziliotti. Agenda. 2. Cosa faremo oggi:. Lez. 16: l’impresa e i suoi costi Lez. 16: costi totali, fissi e variabili Lez. 16: costi nel breve e nel lungo periodo. Il comportamento dell’impresa.

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I costi di produzione

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Presentation Transcript


  1. I costi di produzione Lezione 16 Ist. di Economia Politica I – a.a. 2011-12 Marco Ziliotti

  2. Agenda 2

  3. Cosa faremo oggi: • Lez. 16: l’impresa e i suoi costi • Lez. 16: costi totali, fissi e variabili • Lez. 16: costi nel breve e nel lungo periodo

  4. Il comportamento dell’impresa Ora vogliamo studiare il comportamento delle imprese in presenza di differenti strutture di mercato (non solo quello concorrenziale).

  5. Lo scopo dell’impresa L’obiettivo di un’impresa è massimizzare il profitto Profitto:Ricavo totale (RT) meno costo totale (CT)

  6. Profitto d’impresa: Ricavi meno costi • Ricavi: Somma che un’impresa incassa per la vendita del prodotto • Costi: Somma che un’impresa spende per i fattori di produzione • Profitto rendita del produttore(= prezzo pagato al venditore - costo da lui sostenuto). Misura beneficio x venditore

  7. Rendita del produttore Surplus del produttore Offerta P* Costi di produzione Domanda Q*

  8. Costo come costo-opportunità I costi di produzione comprendono i costi esplicitie i costiimpliciti: • Costi espliciti: costi monetari x procurarsi fattori della produzione. • Costi impliciti: costi che non comportano esborsi monetari. Entrambi: costi opportunità.

  9. Costo come costo-opportunità Economisti : guardano ai costi opportunità Contabili: misurano i costi espliciti, ma spesso non i costi impliciti Quando il ricavo totale è superiore ai costi espliciti e ai costi impliciti l’impresa ottiene profittieconomici Quiz: Reinvestire i profitti è il modo meno costoso di finanziare l’attività di impresa?

  10. QUICK QUIZ

  11. Funzione di produzione

  12. Funzione di produzione Mostra relazione tra quantità fattori produttivi “impiegati efficientemente” & quantità prodotto. Cioè: non descrive tutte le relazioni “ingegneristiche” tra quantità di un fattore della produzione e il prodotto ottenibile da quel fattore. Ma solo: quelle che non implicano sprechi. Esempio: se posso produrre 10 unità di un bene impiegando 5 lavoratori oppure 2 lavoratori, l’unico punto sulla funzione di produzione sarà la combinazione (prodotto=10, lavoro=2), non quella (10, 5). (10, 5) è inefficiente rispetto a (10, 2).

  13. Funzione di produzione • Prodotto marginale (del lavoro) Q ottenuto da L pari ad un’unità • Cfr. tabella precedente Passare da L=0 a L=1 genera Q = 50 Da L=1 a L=2: Q = 40 Da L=2 a L=3: Q=30 E così via

  14. Andamento del prodotto marginale Nella tabella, si vede anche che il prodotto marginale del lavoro è sempre positivo, ma decrescente Cioè: se aumenta L: • aumenta sempre il livello di produzione (prodotto marginale positivo), • ma sempre meno al margine (prodotto marginale decrescente) Perché ? Presenza di fattori fissi (effetto di congestione)

  15. Dalla produzione ai costi

  16. Costi fissi e costi variabili • La divisione tra costi fissi e variabili dipende dall’orizzonte temporale preso in considerazione • nel breve periodo alcuni costi sono fissi • nel lungo periodo molti costi fissi diventano variabili • Nel lungo periodo vi è maggiore capacità di rispondere ai cambiamenti (sostituibilità)

  17. Curva di costo totale

  18. Andamento del costo totale Il costo totale  se Q (cioè il costo marginale è positivo) Inoltre: con Q, la curva diventa più ripida (cioè il costo marginale è crescente) Spiegazione: dipende dalla forma della funzione di produzione (fattori fissi) Se PMa con L, per ottenere un dato Q ci vogliono sempre più lavoratori. A parità di salario per lavoratore, CTotale è +che proporzionale rispetto a Q

  19. Relazione tra PMa e CMa

  20. Costi medi e marginali • Costi medi: CF, CV, CT divisi per Q • Costo medio fisso (CMeF) • Costo medio variabile (CMeV) • Costo medio totale (CMeT) • Costo marginale • Di quanto aumenta CT se Q=1 • È uguale a: CT / Q • L’impresa considera sia CMe che CMa per prendere decisioni di produzione

  21. La forma a U del CMeT di breve periodo CMeT Costo (in euro) Q* Quantità

  22. I costi

  23. I costi

  24. Andamento del CMeT Perché il CMeT è fatto a U? • Perché è la somma di CMeF e CMeV • CMeF è decrescente rispetto a Q • CMeV è crescente rispetto a Q CMeT Costo (in euro) CMeV CMeF Quantità

  25. Dimensione efficiente dell’impresa • Il punto più basso della curva ad U corrisponde alla quantità che minimizza il costo medio totale. Tale quantità (Q*) è definita dimensione efficientedell’impresa Perché?

  26. Relazione tra CMa e CMeT CMa CMeT Costo (in euro) La curva del costo marginale interseca sempre la curva costo medio totale nel suo punto di minimo! Quantità

  27. Relazione tra costo marginale e costo medio totale • Se il costo marginale è inferiore al costo medio totale, il costo medio totale è decrescente. CMa < CMeT CMeT  • Se il costo marginale è superiore al costo medio totale, il costo medio totale è crescente. CMa > CMeT CMeT 

  28. Costi nel breve e nel lungo periodo Distinzione CF e CV dipende dall’orizzonte temporale Esempio: Parmalat non può variare il numero di impianti nel breve  costo impianti fisso nel breve Ma non nel lungo periodo Cosa vuol dire “variare il numero degli impianti”? In pratica, “saltare” dalla vecchia alla nuova curva di CMeT di breve periodo. [Cfr. grafico p.225 sul libro di Mankiw]

  29. Economie di scala Economie (o rendimenti crescenti) di scala se impresa produce lungo il trattodecrescentedella curva di CMeT di lungo • Economie di scala: presenti seCF è la parte principale dei costi Diseconomie (o rendimenti decrescenti) di scala: se impresa se produce lungo il tratto crescente della curva di CMeT • Diseconomie di scala: si generano quando alcuni fattori produttivi non sostituibili sono disponibili in quantità limitata Se CMeT non variano al variare di Q, si dice che esistono RENDIMENTI COSTANTI DI SCALA • in qs. caso: CMeT hanno un tratto piatto

  30. Economie di scala - esempio • La seguente tabella mostra i CT di lungo periodo (in milioni di Dollari) per tre imprese diverse e per differenti quantità prodotte:

  31. Conclusioni Abbiamo studiato gli strumenti per studiare decisioni di impresa in modo più approfondito Ancora non sappiamo dire quali decisioni l’impresa davvero prende Lo impariamo nelle prossime lezioni, studiando le varie forme di mercato, cominciando con la concorrenza perfetta

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