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Tecniche del fitness per anziani Equilibrio – Mobilità articolare

Università degli studi di Verona LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE DELLE ATTIVITA’ MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE. Tecniche del fitness per anziani Equilibrio – Mobilità articolare. Lezione 23 gennaio 2007 Arianna Zandonai. Equilibrio: alcune osservazioni.

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Tecniche del fitness per anziani Equilibrio – Mobilità articolare

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Presentation Transcript


  1. Università degli studi di Verona LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE DELLE ATTIVITA’ MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE Tecniche del fitness per anzianiEquilibrio – Mobilità articolare Lezione 23 gennaio 2007 Arianna Zandonai

  2. Equilibrio: alcune osservazioni • Nelle linee guida si indica l’equilibrio come unica capacità “coordinativa” connessa esplicitamente con la salute • Nel monitoraggio delle attività in palestra si registrano miglioramenti significativi delle prestazioni nelle abilità a carattere prevalentemente coordinativo più elevati di quelle a carattere “energetico”

  3. • I programmi di attività motoria rivolti agli anziani indicano la necessità di un intervento sull’equilibrio motivandolo, principalmente con l’importanza della prevenzione delle cadute, causa frequente di fratture e complicazioni successive anche molto gravi. • Prima ancora della vera e propria caduta, il timore di cadere pone seri problemi perché tende a limitare, spesso in modo significativo la motricità dell’anziano contribuendo ad innescare un circolo vizioso che può portare alla malattia ipocinetica.

  4. Obiettivi comportamentali • Controllo della postura eretta nella deambulazione e nei principali passi coordinativi • Controllo della postura eretta e della deambulazione in appoggio su spazi limitati sconnessi e con limitazioni delle informazioni sensoriali • Il controllo dell’equilibrio nei rapidi cambiamenti di posizione nelle rotazioni del capo del busto e globali del corpo e nelle rapide variazioni di direzione • Il controllo del trasporto di oggetti con diverse parti del corpo

  5. EQUILIBRIO CARATTERISTICHE • E' sollecitato dalla maggior parte delle attività di resistenza, coordinazione forza o mobilità svolte principalmente in piedi che prevedano: • riduzione della superficie di appoggio, • diminuzione delle afferenze sensoriali visive • variazione della velocità d’esecuzione • Si allena tramite ripetizione delle esercitazioni e variazione delle condizioni • Ruolo nella prevenzione delle cadute • Assieme a fattori quali la forza, la velocità di reazione, l’ambiente

  6. TIPOLOGIE GENERICHE EQUILIBRIO • Attività all'aperto • camminare su sentieri sconnessi, camminare in salita e in discesa, correre, andare in bicicletta, camminare in diverse direzioni e maniere • Attività casalinghe • alzarsi dalla sedia - dalla poltrona - dal letto, fare le scale, esercizi di semipiegamento degli arti inferiori senza appoggio delle mani (o con appoggio limitato a garantire la sicurezza), ...;

  7. TIPOLOGIE SPECIFICHE EQUILIBRIO • Attività con macchine • run, step… • Attività specifiche • deambulazione su superfici ridotte (linee, bassi rialzi), posizioni statiche su un solo arto, sugli avampiedi, su tavolette basculanti, deambulazione su varie parti del piede, in differenti direzioni, ecc...

  8. METODOLOGIA EQUILIBRIO • Privilegiare condizioni di sicurezza(appoggio su o vicinanza di qualcuno o qualcosa) • Non eseguire in stato di affaticamento • Eseguire in condizioni ambientali senza distrazioni per facilitare la concentrazione • Non eseguire per più di 7 - 8 minuti

  9. MONITORAGGIO EQUILIBRIO TEST “Tinetti” Semitandem - tandem Nei corsi di attività motoria per la terza età del Comune di Verona si applica un test "da palestra" chiedendo, ai soggetti, di rimanere in piedi su un solo arto, alternativamente su destro e sinistro, per 60 secondi. Per anziani fragili si usa anche il cammino su di una linea larga 3 cm e lunga 5 metri contando il numero totale dei passi e il numero dei passi fuori dalla linea

  10. VARIABILI EQUILIBRIO VISTA (posizione del corpo nello spazio, presenza di ostacoli sulla traiettoria d’azione, valutazione distanze, velocità di oggetti e corpi) Le INFORMAZIONI da cui si traggono elementi utili al mantenimento dell’equilibrio derivano da APPARATO VESTIBOLARE(equilibrio dinamico e controllo posturale) RECETTORI TATTILI, di SENSO, NEURO MUSCOLARI e TENDINEI(stabilità del corpo)

  11. VARIABILI (continua) EQUILIBRIO Base d’appoggio(anche in stazioni diverse o anche su oggetti su cui si deambula) Dovendo impostare un lavoro sull’equilibrio, si devono tener presenti i fattori che influenzano il grado di difficoltà delle proposte Ulteriori appoggi esterni(parete, compagni; sono un appoggio”meccanico” e un’informazione tattile) Distanza del baricentro da terra(attenzione: equilibrio meccanico non è = a sensazione dell’equilibrio)

  12. VARIABILI (continua) EQUILIBRIO Movimenti associati(possono diminuire o aumentare l’equilibrio) Dovendo impostare un lavoro sull’equilibrio, si devono tener presenti i fattori che influenzano il grado di difficoltà delle proposte Velocità di esecuzione(sia esecuzioni molto velocizzate che molto rallentate sono elemento di ulteriore complessità) Contesto(contesti silenziosi, tranquilli, ecc)

  13. MOBILITA’ CARATTERISTICHE • I ricercatori hanno spesso ritenuto la mobilità articolare un difficile oggetto per i propri studi. Perché ... 1 … non si riesce a fissare un punto di partenza e un punto d’arrivo del movimento 2 … c’è difficoltà ad oggettivizzare la “soglia del dolore” che non ha una definita tollerabilità (Studio rivista “CHINESIOLOGIA”)

  14. • Definita dall’ampiezza del movimento delle articolazioni (Range of Motion – R.O.M.) • Composta da • Elasticità muscolare • articolarità

  15. FUNZIONE MOBILITA’ • mantenimento dell’autonomia funzionale • prevenzione e contenimento delle sindromi dolorose delle articolazioni

  16. MODIFICAZIONIcorrelate all’età MOBILITA’ Alterazioni strutturali dell’articolazione con dolore per patologie articolari o tendinee Debolezza muscolare associata a contrattura e rigidità muscolare Tipico atteggiamento flessorio, specie di rachide e arti inferiori Nell’anziano si verifica Movimenti contratti e rigidi anche condizionati da stati psicologici Ipocinesia con conseguente scarso utilizzo dell’escursione massimale

  17. TIPOLOGIA (1) MOBILITA’ LAVORO STATICO il tempo di “allungamento” e tenuta delle posizioni: circa 30 secondi (tra 20 e 40) , in linea con le tecniche di stretching tradizionale. Evitare “molleggio” - respirazione

  18. MOBILITA’ TIPOLOGIA (2) LAVORO DINAMICO numero di ripetizioni del movimento oscillatorio, di spinta, di circonduzione, flessione, rotazione, ecc.: da un minimo di 8 ad un massimo di 16 TUTTI I GIORNI, anche PIU’ VOLTE al GIORNO per ALCUNI MINUTI

  19. Variabili metodologiche MOBILITA’ RESPIRAZIONEper una più completa decontrazione muscolare, una diminuzione del tono difensivo, un miglior rilassamento globale e una conseguente positiva predisposizione psicologica all’esercizio. LAVORO STATICO Lo “Stretching” COMPENSIvanno annullati e vanno scelte accuratamente le stazioni di lavoro FORZE ESTERNEapplicate nel verso dell’ampiezza articolare da incrementare

  20. Variabili metodologiche MOBILITA’ CONTRAZIONE E DECONTRAZIONEdevono attivarsi in sinergia, alternanza e armonia ESCURSIONEgradatamenteva ricercata la più ampia ampiezza articolare LAVORO DINAMICO RESPIRAZIONE per una più completa decontrazione muscolare, un miglior rilassamento globale e una ritmata e ampia esecuzione dei gesti

  21. MONITORAGGIO MOBILITA’ TEST 1 “Flessione anteriore busto” Flessione del busto da in piedi (sopra uno sgabello basso). Si misurano i centimetri di distanza, in positivo o negativo, dal piano di appoggio. I riferimenti medi indicano, per le donne, valori compresi tra -3 e +4 cm, mentre per gli uomini tra -8 e -1 cm.

  22. MONITORAGGIO MOBILITA’ TEST 2 “Sit and reach” Flessione del busto da seduti (sit and reach). Si misurano i centimetri di distanza, in positivo o negativo, dal piano di appoggio verticale dei piedi. I riferimenti medi indicano, per le donne una mobilità normale tra -2 e +5, mentre per gli uomini la norma è tra -9 e -4.

  23. PROBLEMA DEL DROP-OUT Possibili cause e strategie per contrastarlo PARKINSON E ATTIVITA’ MOTORIA Conoscendo la patologia ipotizzare un programma di attività motoria

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