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La demenza nel morbo di Parkinson

La demenza nel morbo di Parkinson. Paolo Nichelli (Università di Modena e Reggio Emilia). Ferrara 26 ottobre 2012. 1764. La demenza nel Parkinson (PDD). Malattia di Parkinson Demenza La diagnosi di m. di Parkinson (PD) deve precedere di almeno un anno la diagnosi di demenza (PDD).

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La demenza nel morbo di Parkinson

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Presentation Transcript


  1. La demenzanelmorbo di Parkinson • Paolo Nichelli • (Università di Modena e Reggio Emilia) Ferrara 26 ottobre 2012

  2. 1764

  3. La demenza nel Parkinson (PDD) • Malattia di Parkinson • Demenza • La diagnosi di m. di Parkinson (PD) deve precedere di almeno un anno la diagnosi di demenza (PDD)

  4. Criteri diagnostici della UK Parkinson’s Disease Society Brain Bank 1. diagnosi di sindrome parkinsoniana • Acinesia/bradicinesia + almeno 1 fra: • rigidità (ipertono plastico) • tremore a riposo • instabilità posturale (non attribuibile ad altre disfunzioni) (Hughes AJ, et al. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 1992;55:181-184)

  5. Criteri diagnostici della UK Parkinson’s Disease Society Brain Bank 2. Criteri di esclusione • storia di ictus ripetuti • traumicraniciripetuti • encefalite • crisioculogire • terapia con neurolettici • remissionesostenuta • sintomistrettamenteunilateralidopo > 3 anni • paralisisopranucleare di sguardo • segnicerebellari • precocecoinvolgimento del s. nervosoautonomo • demenzaprecoce con disturbi di memoria, linguaggio e aprassia • segno di Babinski • neoplasia o idrocefalonormoteso • rispostanegativaalla levodopa • esposizionealla MPTP (Hughes AJ, et al. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 1992;55:181-184)

  6. Criteri diagnostici della UK Parkinson’s Disease Society Brain Bank 2. Criteri di supporto (almeno 3) • Inizio unilaterale • presenza di tremore a riposo • Disturbo progressivo • Asimmetria clinica persistente (il lato affetto all’esordio peggiore) • risposta eccellente alla levodopa (70-100%) • discinesie coreiche indotte dalla levodopa • risposta alla levodopa per ≥ 5 anni • decorso clinico di ≥ 10 anni (Hughes AJ, et al. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 1992;55:181-184)

  7. La diagnosi di demenza Sintomi cognitivi e/o comportamentali (neuropsichiatrici) che: • Interferiscono con le ADL • Si accompagnano a un declino del livello di prestazioni e di funzionamento precedente • Non possono essere spiegati da “delirium” o da disturbi psichiatrici • Il deficit cognitivo è rilevato e diagnosticato con una combinazione di: • Anamnesi (dal paziente e da un informatore al corrente della situazione) • Valutazione cognitiva obiettiva (+/- val. neuropsicologica) (McKhann GM et al, 2011)

  8. Ambiti (domini) Almeno 2 dei seguenti domini comportamentali o cognitivi • Deficit di apprendimento e di memoria di nuove informazioni • Deficit di ragionamento, pianificazione, decisione • Deficit visuospaziale o aprassici • Deficit delle funzioni linguistiche • Alterazioni della personalità e del comportamento, fra le quali • insolite variazioni dell’umore, agitazione, deficit di motivazione, iniziativa, apatia, ritiro sociale, perdita di interesse per le attività svolte in precedenza, comportamenti ossessivi o compulsivi, comportamenti socialmente inaccettabili La differenziazione demenza/MCI si basa sulla compromissione delle ADL (McKhann GM et al, 2011)

  9. La diagnosi di m. di Parkinson (PD) deveprecedere di almeno un anno la diagnosi di demenza (PDD) • Se la diagnosi di demenza precede o concomita la diagnosi di PD bisognaconsiderarediagnosi alternative

  10. La diagnosi differenziale • Sindromi parkinsoniane associate a demenza, con aspetti neurologici caratteristici • Paralisi sopranucleare progressiva • Degenerazione corticobasale • Demenza vascolare • Idrocefalo normoteso • Malattia di Alzheimer (il parkinsonismo si sviluppa nelle fasi avanzate di malattia) • Demenza con corpi di Lewy (la demenza precede, concomita o si presenta entro un anno dai disturbi motori)

  11. Paralisi sopranucleare progressiva

  12. I movimenti saccadici nel PD

  13. degenerazione corticobasale “chiuda gli occhi” “apra gli occhi”

  14. degenerazione corticobasale faccia il segno

  15. Idrocefalo normoteso

  16. Prevalenza del PDD • Circa 120.000 persone in Italia sono affette da m. di Parkinson e ogni anno vengono diagnosticati circa 6.000 nuovi casi di PD1 • La prevalenza di demenza fra i PD varia dal 24% al 40%2 • Il rischio di sviluppare demenza è 4-6 volte maggiore nei PD rispetto ai controlli3,4 • Dopo 20 anni di PD la PDD è pressoché inevitabile5 1.von Campenhausen S, et al Europ. Neuropsychopharmacol. 2005;15:273-490 2. Aarsland D, et al. Mov Disord. 2005;20:1255-1263 3.Hughes TA, et al. Neurology. 2000;54:1596-1602 4. Aarsland D, et al. Neurology. 2001;56:730-796. 5. Hely MA Mov Disord, 2008;23:837-844

  17. GlistadiBraak e Braak Alcuni studi1 hanno dimostrato che la sinnucleina si può trasferire per via sinaptica da cellula a cellula 1 Brundin P, et al. Nat Rev Neurosci. 2008;9:741–745.

  18. La progressione del PD La progressione varia in funzione delletà (nei pazienti con esordio fra i 50 e 70 a. e s. tremorigena, i corpi di Lewy raggiungono le regioni limbiche in circa 13 anni e ne impiegano altri 5 per raggiungere la corteccia) Halliday et al; Mov Disord 2011, 26: 1015-1021

  19. L’impatto della demenza nel PD • la demenza è associata a disturbi comportamentali e allucinazioni e predice il collocamento in case di riposo • I disturbi cognitivi e comportamentali sono la maggiore fonte di “stress del caregiver” • La mortalità aumenta con la comparsa di demenza

  20. Profilo cognitivo del PDD • Deficit attentivo con fluttuazioni • Bradifrenia • Deficit delle funzioni esecutive • ragionamento astratto • elaborazione, mantenimento e modificazione di regole • difficoltà nei comportamenti “internally cued” • poco comuni gli errori di perseverazione (diff con PSP) • Deficit di memoria • deficit di rievocazione libera • beneficio da suggerimenti esterni • preservato il riconoscimento • Deficit visuospaziali • Linguaggio preservato (eccetto fluenza verbale) • Prassia preservata • Alterazioni comportamentali e di personalità (Emre M Lancet Neurol 2003, 2:229-237)

  21. Profilo comportamentale nel PD e nel PDD • Fequenti alterazioni della personalità • Sintomatologia depressiva1 • Le allucinazioni visive sono più frequenti nel PDD2 • I disturbi comportamentali del sonno REM precedono il PD nel 65% dei casi3,4 1 Aarsland D, et al. Int J Geriatr Psychiatry. 2001;16:184-191.2 Fenelon G, et al. Hallucinations in PD Brain. 2000;123:733-734.3 Schenck C, et al. Sleep. 2003;26:A 316, 4| Boeve B, et al. Neurology. 61:40-45

  22. I disturbi comportamentali sono una difficile sfida terapeutica • La terapia dopaminergica • esacerba i sintomi psicotici • La terapia con neurolettici (atipici) • ipersensibiltà ai neurolettici • complicazione degli antipsicotici negli anziani (mortalità) • peggioramento dei disturbi cognitivi • peggioramento dei deficit motori

  23. Correlati neuropatologici Corpi di Lewy in un pz con PD che sviluppò successivamente PDD Carico di Corpi di Lewy: A e B in pz con DLB PPD e PD C e D in pz con e senza allucinazioni E e F in pz con allucinazioni precoci, tardive o senza allucinazioni (Emre M Lancet Neurol 2003, 2:229-237)

  24. PET con PIB compound: casi rappresentativi Il ruolo dell’amiloide distribuzione volumetrica di PIB compound I depositi di amiloide hanno un ruolo più importante nella DLB che nella PDD (Gomperts SN, et al. Neurology 2008;71;903-910)

  25. TRASMISSIONE DOPAMINERGICA TRASMISSIONE COLINERGICA 18FGD PET Aree con riduzione significativa di captazione di 18fuorodopa Aree cerebrali con riduzione significativa di N-11C-methyl-4-piperidyl acetate (MP4A) correlati neuroimaging J. C. Klein, C. Eggers, E. Kalbe, et al. Neurology 2010;74;885

  26. Terapia La storia della Tacrina Wilcock GK, Scott MI. Tacrine for senile dementia of Alzheimer's or Lewy body type.Lancet. 1994 Aug 20;344(8921):544. The currently available evidence supports the use of cholinesterase inhibitors in patients with PDD, with a positive impact on global assessment, cognitive function, behavioural disturbance and activities of daily living rating scales. The effect in DLB remains unclear. There is no current disaggregated evidence to support their use in CIND-PD. Rolinski M, et al.;Cochrane Database Syst Rev. 2012 Mar 14;3:CD006504

  27. Terapia L’effetto della mamantina sembra riguardare soprattutto i disturbi comportamentali e i pazienti con DLB (Emre M, et al Lancet Neurology 2010, 9:969-977)

  28. Conclusioni La PDD è un’entità clinica caratterizzata da: • progressione tipica (inizia con PD, i sintomi motori sono presenti per molti anni prima che compaia la demenza) • deficit esecutivi, attentivi, mnestici e funzionali • disturbi neuropsichiatrici di tipo psicotico La PDD si associa ad un deficit di trasmissione colinergica • Gli inibitori della colinesterasi sono i farmaci di prima scelta

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