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Del libro ci interessa:

La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi. E. CAMBON, La Trinit? come modello sociale?.. L'esigenza oggi ? invece di scoprire non soltanto la centralit? della Trinit? nella fede cristiana e l'influsso che essa deve esercitare su tutta la riflessione teologica, m

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Presentation Transcript


    1. Del libro ci interessa: La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi Lanalisi delle realt umane rivisitate in chiave trinitaria La Trinit come modello di ogni comunicazione

    2. La vita di Amore, intra-trinitaria e le relazioni che diventano modello per noi E. CAMBON, La Trinit come modello sociale.

    3. L'esigenza oggi invece di scoprire non soltanto la centralit della Trinit nella fede cristiana e l'influsso che essa deve esercitare su tutta la riflessione teologica, ma soprattutto di approfondire ci che significa nella pratica per la costruzione del mondo. In altre parole, occorre far ritornare dall'esilio la Trinit e darle spazio nella nostra vita: "Ci troviamo oggi di fronte a un periodo straordinario, perch il bene meraviglioso della Trinit nell'alto dei cieli, della grande mistica, si converte in storia... E' una Trinit che entra nella storia"

    4. Pericoresi Un concetto chiave dell'attuale dottrina trinitaria quello di pericoresi, utilizzato fin dai primi tempi del cristianesimo. Il termine applicato all'ambito trinitario si trova usato gi da san Giovanni di Damasco, uno dei grandi teologi dei primi secoli del cristianesimo che per l'importanza fondante del loro pensiero e della loro azione furono chiamati Padri della Chiesa.

    5. Riferita alla Trinit, pericoresi significa il mutuo contenersi, il reciproco essere l'uno nell'altro, la presenza o compenetrazione che avviene reciprocamente tra le Persone divine, le quali si uniscono distinguendosi e si distinguono unendosi. Il menzionato Giovanni Damasceno lo esprimeva ad esempio cos: le tre Persone della Trinit "sono unite ma non si confondono, sono l'una nelle altre e questa interpenetrazione (pericoresi) avviene senza fusione e senza mescolanza"24. "Ciascuna persona abita, tiene la propria sede, nell'altra"

    6. La chiave della vita trinitaria: knosis Nuovo Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana di G. Devoto G. C. Oli): knosis. Come pericoresi, anch'esso e per gli stessi motivi fu assunto dalla teologia nel suo originale greco. E' un concetto imprescindibile, perch esprime una realt senza la quale non possibile cogliere cosa significa una dinamica trinitaria ed applicarla nella nostra vita e nelle strutture sociali.

    7. La parola deriva da un verbo che esprime il gesto di svuotare, ad esempio un recipiente pieno d'acqua. Ma la sua enorme importanza teologica dovuta al fatto che il Nuovo Testamento us tale concetto applicandolo a Ges Cristo. La seconda Persona della Trinit, il Figlio/Verbo, in Ges di Nazaret si "svuot" della propria divinit (senza con ci alienarla) per farsi uno con noi, uno di noi:

    8. "Cristo Ges, pur essendo di natura divina, non consider un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma SPOGLIO' SE STESSO (in greco: eknosen), assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umili se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che al di sopra di ogni altro nome" (Fil 2, 5-7).

    9. "Ges Cristo, da ricco che era si fatto povero per voi, perch voi diventaste ricchi per mezzo della sua povert" (2 Cor 8, 9). "Colui che non aveva conosciuto il peccato, Dio lo tratt da peccato in nostro favore, perch noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio" (2 Cor 5, 21).

    10. In questi testi viene espressa tipologicamente la dinamica della vita trinitaria, che consiste nel donarsi completamente per amore producendo, con ci, un duplice effetto contemporaneo: dare esistenza agli altri e realizzare la propria identit.

    11. Il reciproco espropriarsi per amore costituisce come tale ciascuna delle Persone divine ed questo il mistero intimo della vita intratrinitaria: "Il Padre genera per amore il Figlio, si 'perde' in Lui, vive in Lui, si fa, in certo modo, 'non essere' per amore e proprio cos , Padre. Il Figlio, quale eco del Padre, torna per amore al Padre, si 'perde' in Lui, vive in Lui, si fa, in certo modo, 'non essere' per amore e proprio cos , Figlio; lo Spirito Santo che il reciproco amore tra Padre e Figlio, il loro vincolo d'unit, si fa, anch'Egli, in certo modo, 'non essere' per amore e proprio cos , lo Spirito Santo"

    12. Pertanto, knosis significa spogliarsi del proprio per amore, rinunciare a se stessi per darsi totalmente, per "farsi uno" con gli altri, per "vivere l'altro", per permettere all'altro di realizzarsi e in tal modo, allo stesso tempo, diventare pi pienamente se stessi. Una tale realt risulta paradossale o incomprensibile - come succede con altre affermazioni evangeliche - soltanto per chi ancora non ne ha fatto l'esperienza.

    13. Chiara Lubich ha ripetuto spesso che per ottenere una vera unit tra due persone, non basta la "mortificazione", ma necessaria la "morte" del nostro egoismo. Soltanto se mi faccio "vuoto" di tutto per amore mi metto nella possibilit di accogliere pienamente e comprendere a fondo il mondo dell'altro. Quando simile atteggiamento reciproco tra due o pi persone o realt sociali, allora esistono le condizioni per un rapporto pericoretico, trinitario.

    14. Il punto pi alto dove nella storia si vissuto questa realt stato labbandono del Padre sofferto da Cristo nella croce. Quel grido Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato? (Mt 27,43; Mc 15,34) contiene non solo il segreto della vita divina intratrinitaria; ma oggi visto dalla teologia come il mistero della Trinit aperto nella storia (J. Moltmann). Perci lamore portato fino ad un tale svuotamento di s, la misura affinch i nostri rapporti possano essere di tipo trinitario.

    15. Quale amore?: agpe Probabilmente non esiste un altro vocabolo passibile di tante accezioni come amore. Ci sono innumerevoli tipi e sfumature dellamore come lo sintende nel linguaggio comune: materno, paterno, filiale, fraterno, dinnamoramento, nuziale, di amicizia, rivolto ad oggetti, luoghi, istituzioni, e via discorrendo.

    16. A quale amore ci riferiamo? A quello che allorigine di tutti gli amori possibili: lAmore che in Dio. Le prime comunit cristiane, volendo esprimere questa realt, utilizzarono un termine greco, presente gi al loro tempo per dandole un significato nuovo: agpe (che in latino stato tradotto caritas, da cui carit). Esso ricorre ben 177 volte nel Nuovo Testamento, e sono state scritte intere biblioteche per sviscerare la sua ricchezza di significato.

    17. Si tratta dello stesso amore di Dio, partecipato agli esseri umani, riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rom 5,5): Come il Padre ha amato me, cos io ho amato voi; restate nel mio amore (Gv 15,9); Padre lamore con cui tu mi hai amato, sia in essi (Gv 17,26).

    18. E lamore che sottost a tutte le possibilit umane damare. Ogni tipo damore umano pi pienamente tale, nella misura in cui si modella sullamore che viene da Dio. Quello che fa lamore/agpe sprigionare tutte le potenzialit positive di ogni tipo di amore. Informandolo dal di dentro lo fa crescere e fiorire, larricchisce, labbellisce, lo matura, lo fa duraturo, lo rinnova costantemente. Veramente, lAmore protegge lamore (C. Lubich). Se la fonte dellamore umano rischia di esaurirsi, la sua sorgente divina inesauribile quanto le profondit insondabili dellaffetto di Dio (Paolo VI).

    19. Rapportandosi fra di loro con la stessa qualit di relazioni che uniscono le Persone della Trinit, gli esseri umani entrano nel circuito dellagpe divina. Divina e trinitaria lagape con la quale il Padre ama il Figlio e nel Figlio gli uomini; divina e trinitaria lagape con la quale luomo ama Dio e in Dio gli uomini; divina e trinitaria lagape con la quale samano lun laltro i membri della Chiesa.

    20. Si potrebbero sintetizzare molto succintamente i rapporti fra knosis-pericoresi-agpe, dicendo: la knosis-pericoresi la dinamica unitrinitaria che esprime lAmore che in Dio, che Dio; autocomunicandosi allumanit, Dio ha trasmesso ad essa la sua stessa vita, il suo stesso Amore; quindi lamore divino partecipato a noi, che stato chiamato nel Nuovo Testamento agpe/carit, la vocazione e la realizzazione dellessere umano e della Chiesa; nella croce-abbandono-morte-risurrezione di Ges e nella sua effusione dello Spirito, questamore/agpe ci svelato e donato in pienezza; Ges crocifisso e abbandonato il modo di amare i fratelli. La sua morte in croce, abbandonato, laltissima, divina, eroica lezione di Ges su cosa sia lamore (C. Lubich); parlare di unitrinitariet vissuta nella storia umana non altro che sviluppare le potenzialit dellamore/agpe.

    21. CARATTERISTICHE TIPICHE DI UNO STILE TRINITARIO DI VITA In cosa consiste la trinitariet

    22. Per cercare di parlare della Trinit come paradigma della socialit umana nel modo meno inadeguato possibile, occorre muoversi in una permanente circolarit vitale di comprensione: * le caratteristiche della realt intratrinitaria di Dio possono dirci molte cose circa la nostra esperienza intersoggettiva e l'ordinamento sociale, * ma allo stesso tempo non riusciremmo ad intuire la vita divina intratrinitaria, se la nostra esperienza concreta e il nostro contesto storico non ci aiutassero a scoprire e a valorizzare quelle caratteristiche della vita trinitaria.

    23. Come ha fatto notare con precisione e lucidit il teologo C. Molari, nel nostro modo di conoscere non viene prima la formula trinitaria e poi la Chiesa, ma viene prima la Chiesa all'interno della quale, durante secoli di esperienza, si sviluppata la dottrina trinitaria.

    24. Ci mette in evidenza che sarebbe un'ingenuit pensare che si possa agire a senso unico, "deducendo" semplicemente dalle formule trinitarie i nostri comportamenti. E' dal continuo andare e venire dalla dottrina trinitaria alla vita e dall'esperienza trinitaria alle formule, che s'illuminano entrambe. Per dirla nel linguaggio che usano i teologi, "teologia" ed "economia" sono inseparabili; in altre parole, il modo di rapportarsi di Dio con la storia quello che ci rivela com' la vita di Dio in s, e questa a sua volta ci dice delle cose fondamentali per vivere la storia secondo il progetto di Dio.

    25. Analisi di Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unit-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocit; svuotamento-pienezza.

    26. Persona-rapporto "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10, 30; cf. 17, 21.23). Uno dei problemi pi delicati della teologia trinitaria quello che faceva notare K. Barth, considerato il pi grande teologo protestante del XX secolo. Si tratta del fatto che la dottrina trinitaria cammina sempre sulla cresta di un monte tra due precipizi pericolosi: il triteismo (pensare o rapportarsi con il Dio Uno e Trino come se fossero, di fatto, tre di), e il modalismo (considerare le Persone della Trinit come semplici "modi": di presentarsi di Dio nella storia, o di apprendere con la nostra mente la divinit).

    27. Nella Trinit ogni Persona tale nel reciproco atto di darsi alle altre: "Ciascuna delle divine Persone necessita dell'altra per essere 'S'."

    28. Nell'Uno-Tre che contemporaneamente costituisce l'essere di Dio, ciascuna Persona se stessa nel suo rapporto con le altre. Se, per ipotesi assurda, il Padre cessasse per un attimo di darsi al Figlio, non solo non esisterebbe il Figlio, ma cesserebbe di esistere anche il Padre, in quanto Egli tale soltanto nell'atto di generare il Figlio: la Persona del Padre l'atto del generare.

    29. "Padre" o "Figlio" o "Spirito" dicono necessariamente relazione, esigono una "e", perch non si pu essere Padre di se stessi, si Padre "di" un Figlio e reciprocamente. Perci si parla di Trinit e non di "triplicit": in Dio non esiste quantit nel senso di addizione e successione, giacch in un unico atto coincidono dinamicamente il rapportarsi e la Persona.

    30. E' precisamente questa diversit nella pi indivisibile unit che colsero grandi mistici e teologi lungo tutta la storia cristiana, quando ad esempio esclamavano: "Non appena inizio a pensare all'unit, la Trinit mi inonda col suo splendore; non appena inizio a pensare alla Trinit, mi rapisce di nuovo l'unit" (san Gregorio di Nazianzo).

    31. Il fatto che si tratta di due realt inseparabili, perch si costituiscono reciprocamente: ciascuna simultaneamente causa e conseguenza dell'altra. L'atto d'amore che dona la vita all'altro il medesimo che fa se stesso colui che dona

    32. L'"inseparabilit" delle Persone divine attraverso questa meravigliosa pericoresi, la fede della Chiesa l'ha espressa cos: "N il Padre viene riconosciuto senza il Figlio, n si trova il Figlio senza il Padre. Invero la relazione stessa... vieta di separare le persone... Nessuno pu udire uno di questi nomi, senza essere costretto a comprendere insieme anche l'altro"

    33. E' possibile sintetizzare tutto ci in una breve formula, che pu costituire il primo gradino, la prima "legge" o caratteristica che ci aiuti a comprendere - e soprattutto a vivere - una dinamica trinitaria: Nella vita trinitaria, ogni persona se stessa facendo essere l'altra

    34. In ogni rapporto interpersonale stabilito secondo uno stile trinitario di vita non soltanto ciascuna persona include le altre in se stessa, ma dice se stessa attraverso le altre. Nella Trinit, identit personale e comunione hanno una medesima origine: essere e donarsi coincidono. Si potrebbe dire: Essere e comunicazione coincidono

    35. Come in Cielo cos in terra Come tra le Persone della Trinit cos, analogamente, succede tra gli esseri umani: ognuno /diviene se stesso soltanto nel libero rapporto d'amore con le altre persone. E questo, naturalmente, si realizza in modo pi completo e perfetto quando avviene nella reciprocit. La dinamica del dono reciproco, che costituisce lEssere di Dio, la pi profonda vocazione degli esseri umani.

    36. L'esperienza infatti fondamentale per capire le cose di Dio, perch come ha spiegato ripetutamente un grande teologo della Trinit, Hans Urs von Balthasar, tutto quello che possibile vivere da parte degli esseri umani, deve in qualche modo avere la sua condizione di possibilit nella vita divina intratrinitaria, deve derivare da essa. Per il nostro tema delle relazioni interpersonali, ci significa che, dal momento che Dio un mistero di persone in comunione, la relazionalit di Dio costituisce il paradigma di ogni relazionalit esistente nell'universo, ed ogni genere di relazionalit creata suggerisce in qualche modo la relazionalit divina.

    37. Vari autori e scuole di psicologia possono differire in molti aspetti, ma coincidono in un fatto confermato costantemente dalla pratica clinica: "una relazione psicosociale armoniosa, basata su un reciproco amore altruista, necessaria all'io come l'ossigeno ai polmoni" (P. Ionata).

    38. Il pi grande piacere materiale, possesso o comodit, vissuto in maniera egoistica e solitaria, lascia insoddisfatti, pu fare della vita un inferno ("l'inferno sono gli altri" diceva J.P. Sartre in una delle sue opere pi famose dove illustra appunto il tema dell'incomunicabilit); mentre un rapporto armonico con i propri simili rende felici, d sapore a tutte le realt che si vivono e permette di affrontare positivamente le pi ardue difficolt.

    39. A prima vista, infatti, pu apparire contraddittoria l'affermazione biblica: "Vi pi gioia nel dare che nel ricevere" (At 20, 35). Per il credente tale esperienza affonda le radici nella vita stessa di Dio, dove la pienezza della felicit coincide con l'assoluto e totale donarsi nell'Amore. E' logico, pertanto, che questa caratteristica si rifletta nell'essere umano, che appartiene alla "stirpe di Dio" (At 17, 28), ed chiamato a "diventare partecipe della natura divina" (2Pt 1, 4, cf. Gv 10, 34; Sal 82, 6).

    40. Esisto come persona perch mi dono. Una tale "legge" della vita divina costituisce un "criterio-guida" che pu essere verificato a tutti i livelli dell'esistenza umana. Quando, ad esempio, in pedagogia, P. Freire diceva che "nessuno , se vieta che gli altri siano, o quando, parlando pi in generale, si afferma che "pi tu dai, pi ti realizzi, pi sei tu; perch si ha ci che si d, ci che si d ci fa essere" (C. Lubich), questo trova il suo fondamento nella convinzione corroborata dall'esperienza che "senza l'amore la persona non esiste" (E. Mounier).

    41. E' il rapporto che fa dell'individuo isolato una persona. Una "persona isolata", una vita umana radicalmente egocentrica, un controsenso, "innaturale". Nella misura in cui riescono a vivere un autentico amore altruista, disinteressato, gli esseri umani diventano pienamente se stessi. Non si pu essere persona, non si pu essere se stessi, se non "perdendosi", nell'amore, per ritrovarsi. E una legge trinitaria dellesistenza umana che pervade tutti i Vangeli (cf. Mt 17,25 par; Mc 8,35 par; Lc 6,38 par; Gv 10, 17; 15,13...).

    42. Lamore di se stessi inseparabile dallamore agli altri Questo modo "trinitario" di concepire e sperimentare la persona comporta enormi conseguenze in tutti i campi.

    43. S'incomincia a parlare di antropologia trinitaria: considerare la relazionalit con gli altri non come qualcosa che si aggiunge dal di fuori, ma come costitutivo irrinunciabile di me stesso. Certo, tutto sta nel riconoscere quale dev'essere la qualit della relazione. In cristiano si direbbe un rapporto basato nell'amore (agpe) evangelico, e in ci racchiusa tutta la novit e profondit, tutta la ricchezza teorica e vitale della dimensione cristologico-pneumatologica dell'antropologia cristiana

    44. Si deve dare ragione a B. Hring, il quale affermava che ogni comunit cristiana dovrebbe essere, anche nelle sue strutture e nelle sue relazioni strutturalmente condizionate, una fonte di salute, un modello di relazioni sane e sananti, un'alta scuola, a tutti comprensibile, "di terapia relazionale". I cristiani non esauriranno mai la comprensione e le possibilit pratiche, di quello che con formula scultorea san Bonaventura ha cos espresso nel suo Esamerone: La Chiesa lamarsi reciprocamente (1, 4).

    45. "Dio ama come s, e in ci sta il mistero della Trinit" (P. Foresi). E "se Dio Trinit, anche l'essere umano dev'essere, in qualche modo, Trinit" (G. M. Zangh). La differenza fondamentale - perch tra Dio e l'umanit " sempre maggiore la differenza che la somiglianza - consiste nel fatto che la persona umana ha rapporti, mentre nella Trinit i rapporti sono la Persona. Tra gli esseri umani devono esistere prima i soggetti individuali che, rapportandosi in modo corretto, si umanizzano e si realizzano come persone; in Dio, invece, l'atto stesso di rapportarsi costituisce, le Persone.

    46. "Dato che chi ama si trasforma in colui che ama, l'amore introduce l'amante nell'amato e reciprocamente, in maniera tale che non esiste nulla dell'amato che non sia unito a colui che ama.

    47. Questa bella descrizione pericoretica dell'amore fatta da Tommaso d'Aquino, in senso pieno si applica soltanto alla vita interpersonale in Dio, giacch tra gli esseri umani questa comunione non pu mai essere totale: le persone rimangono sempre una di fronte all'altra, in qualche misura un mistero l'una per l'altra, in quanto impossibile per loro comunicarsi e condividere il proprio essere in senso totale e assoluto.

    48. L'amore vissuto dagli esseri umani normalmente racchiude un'istintiva necessit di complemento, di ricerca nell'altro di qualcosa che ci manca, per cui anche un amore che cerchi la pi totale oblativit chiamato a una costante purificazione. I rapporti che sono in Dio, invece, non si fondano su una carenza; nei loro rapporti le Persone divine si comunicano reciprocamente la pienezza dell'amore. L'essenza di Dio infatti pu essere definita come "amore traboccante"

    49. Inoltre, come abbiamo gi accennato e pi avanti affronteremo in modo pi diffuso, i rapporti d'amore tra esseri umani, anche i pi unitivi, implicano sempre una certa incolmabile separazione: una sola persona non tutta la comunit; mentre - questo "il" mistero - il Dio Uno si trova sia nella Trinit di Persone sia in ciascuna Persona

    50. Queste poche osservazioni basterebbero a farci comprendere che nessuna analogia pu "spiegare" la Trinit, che essa rimane sempre un mistero ineffabile, e che i nostri concetti, anche quando si muovono nella direzione giusta, sono capaci solo di alludere all'inesprimibile.

    51. Allo stesso tempo vero che, essendo i rapporti d'Amore - se cos si pu dire - quanto di pi intimo e proprio vi sia nella Trinit, risulta logico che essi offrano non soltanto delle indicazioni fondamentali per orientare la nostra esistenza, ma siano anche la via pi adatta a farci intravedere la non irrazionalit o contraddizione dell'esistenza di un Dio che contemporaneamente Uno e Trino.

    52. Analisi di Cinque binomi, tipici per comprendere la dinamica trinitaria: persona-rapporto; unit-distinzione; totalmente-totalmente; altruismo-reciprocit; svuotamento-pienezza.

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