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L’ANALISI DEL TESTO

L’ANALISI DEL TESTO. Analisi: perché?. Analizzare la struttura di un testo vuol dire comprenderlo . Bisogna: Applicare una procedura oggettiva (il che vuol dire non essere condizionati dai gusti personali) Evidenziare la polisemia del testo

jaegar
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L’ANALISI DEL TESTO

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Presentation Transcript


  1. L’ANALISI DEL TESTO Analisi: perché?

  2. Analizzare la struttura di un testo vuol dire comprenderlo Bisogna: • Applicare una procedura oggettiva (il che vuol dire non essere condizionati dai gusti personali) • Evidenziare la polisemia del testo • Trasformarsi in lettori forti, attivi, non passivi: il testo è una macchina complessa (textus= tessuto) • Essere lettori consapevoli, acquisire conoscenze specifiche riutilizzabili in altra sede (per esempio nella produzione personale)

  3. La NARRATOLOGIA è la disciplina che si occupa della analisi del testo narrativo ed eredita la lezione del formalismo europeo (Propp, Todorov) Il fine è quello di individuare la struttura profonda di un testo

  4. LE PROCEDURE NARRATOLOGICHE

  5. 1. Segmentazione in unità narrative (in macrosequenze e poi in sequenze) SEQUENZA: unità narrativa, il cui cambiamento è segnalato da: • Cambiamento di personaggi • Cambiamento di spazi o tempi • Cambiamento del tempo narrativo

  6. 2. Riconoscimento delle FUNZIONI Ci rifacciamo all’elaborazione di Propp(Morfologia della fiaba): la funzione è l’operato di un personaggio visto dal punto di vista dell’azione narrativa. La funzione va quindi nominata, cioè le va assegnato un nome che la sintetizzi. • Renzo va a Milano • ‘Ntoni si allontana dal paese allontamento • Biancaneve si allontana dal castello • Cappuccetto va nel bosco infrazione • Renzo non ascolta le parole del frate

  7. 3. Distinzione di FABULA E INTRECCIO • FABULA: insieme delle funzioni narrative fondamentali, intese nell’ordine logico e cronologico • INTRECCIO: è la fabula organizzata dall’autore implicito; è insomma l’insieme delle scelte strategiche effettuate per rendere il discorso più fruibile Le sfasature tra fabula e intreccio vengono definite come PROLESSI (anticipazione) e ANALESSI (flashback) Esiste perciò un TEMPO DELLA STORIA (FABULA) E UN TEMPO DEL RACCONTO (INTRECCIO)

  8. 4. Individuazione del TEMPO NARRATIVO TEMPO DELLA STORIA: arco temporale in cui avvengono i fatti narrati. Può essere individuato attraverso MARCHE TEMPORALI esplicite (“Sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628”) o implicite (in Sostiene Pereira, l’autore scrive in una rubrica un testo dal titolo “Due anni fa scompariva L.Pirandello: siamo nel 1938) TEMPO DEL RACCONTO: è il tempo della storia manipolato dall’autore. Può essere accorciato o allungato, condensato o dilatato in base all’effetto che si vuole raggiungere

  9. SCENA: ts=trequilibrioSOMMARIO: ts> trrapidità di ritmo, l’autore riassumeANALISI: ts <trlentezza, il narratore si “perde” a raccontare, analizza i sentimenti o i pensieri ELLISSI: tr= 0, ts= indefinito vengono saltati interi periodi della storiaPAUSA: ts= 0, tr= indefinito tempo della storia fermo, l’autore inserisce commenti, descrizioni.

  10. 5. Individuazione dello SPAZIO NARRATIVO Come il tempo è caratterizzato da marche temporali esplicite o implicite • Esplicite: “Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini”… (La roba, Verga) • Implicite: in Pirandello, Il treno ha fischiato: Milano e Venezia sono città “lontanissime”

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