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Corso di primo soccorso livello base quarta lezione

Corso di primo soccorso livello base quarta lezione. Associazione “La Fenice” Ladispoli. MALORI DI DIVERSA ORIGINE. OBIETTIVO SAPER AFFRONTARE MALESSERI IMPROVVISI CHE POSSONO INTERESSARE PERSONE NEL NORMALE SVOLGIMENTO DELLA VITA QUOTIDIANA. MALORI : CAUSE. ANOSSIA CEREBRALE :

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Corso di primo soccorso livello base quarta lezione

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Presentation Transcript


  1. Corso di primo soccorsolivello basequarta lezione Associazione “La Fenice” Ladispoli

  2. MALORI DI DIVERSA ORIGINE • OBIETTIVO SAPER AFFRONTARE MALESSERI IMPROVVISI CHE POSSONO INTERESSARE PERSONE NEL NORMALE SVOLGIMENTO DELLA VITA QUOTIDIANA.

  3. MALORI : CAUSE ANOSSIA CEREBRALE : LIPOTIMIA, SINCOPE, ICTUS; ALTERAZIONE METABOLICA : CRISI IPER-IPOGLICEMICA; ASSUNZIONE DI SOSTANZE: MORSI DI ANIMALI (indirette), INTOSSICAZIONI; ALTERAZIONE PSICOLOGICA NEUROLOGICA : ATTACCHI DI PANICO, CRISI ISTERICHE, EPILESSIA.

  4. LipotimiaSENSAZIONE DI DEBOLEZZA, SENZA PERDITA DI COSCIENZA, DOVUTA AD UNA TEMPORANEA RIDUZIONE DELL’AFFLUSSO DI SANGUE AL CERVELLO. CAUSE : ANEMIA,P.A. BASSA, DIGIUNO,STAZIONE ERETTA PROTRATTA A LUNGO SEGNI E SINTOMI: COSA FARE: • NAUSEA, VERTIGINI; • VISTA APPANNATA; • PELLE FREDDA, PALLIDA • E SUDATA; • POLSO DEBOLE, LENTO. • EVITARE DI FAR CADERE • IL SOGGETTO; • SLACCIAMO TUTTO CIO’ • CHE STRINGE; • ALLONTANARE LA FOLLA; • POSIZIONE ANTISHOCK. ATTENZIONE, NON SOMMINISTRARE ALCOLICI, NON DARE SCHIAFFETTI, NON FARE ALZARE SUBITO LA PERSONA APPENA RIPRESASI

  5. SincopePERDITA DI COSCIENZA, DOVUTA AD UNA RIDUZIONE DELL’AFFLUSSO DI SANGUE AL CERVELLO PIU’ MARCATO RISPETTO ALLA LIPOTIMIA; PUO’ FARE SEGUITO A QUEST’ULTIMA. CAUSE : P.A. BASSA, REPENTINO PASSAGGIO DALLA POSIZIONE ORIZZONTALE A QUELLA ERETTA, IDROCUZIONE … COSA FARE: SEGNI E SINTOMI: • PERDITA DI COSCIENZA; • PELLE FREDDA, PALLIDA • E SUDATA; • POLSO DEBOLE, LENTO, • FINO AD ARRESTO. • EVITARE DI FAR CADERE IL SOGGETTO; • CONTROLLO FUNZIONI VITALI; • SLACCIAMO TUTTO CIO’ CHE STRINGE; • ALLONTANARE LA FOLLA; • POSIZIONE ANTISHOCK; • SE LA PERSONA NON RINVIENE P.L.S. ATTENZIONE, NON DARE DA BERE A PERSONE INCOSCIENTI,NON SPRUZZARE ACQUA FREDDA SUL VISO

  6. IctusDIMINUZIONE O ARRESTO DI AFFLUSSO DI SANGUE E QUINDI OSSIGENO AD UNA PARTE DEL CERVELLO. CAUSE : EMBOLO, FORMAZIONE DI TROMBO, ANEURISMA. SEGNI E SINTOMI: COSA FARE: • CEFALEA, CONFUSIONE; • VISO CONGESTO O PALLIDO; • RESPIRO DEBOLE,POLSO LENTO; • VOMITO, PARALISI META’ CORPO; • DIFFICOLTA’ NEL LINGUAGGIO; • ALTERATO DIAMETRO PUPILLE; • CONTROLLO FUNZIONI VITALI; • RASSICURARE IL SOGGETTO; • SE COSCIENTE: POSIZIONE SEMISEDUTA; • SE INCOSCIENTE: PLS ASSOLUTAMENTE!!!!! NO POSIZIONE ANTISHOCK

  7. Crisi IperglicemicaECCESSIVO AUMENTO DI GLUCOSIO NEL SANGUE CAUSE : PATOLOGICHE, MANCATA ASSUNZIONE DIINSULINA, ALIMENTAZIONE SREGOLATA. SEGNI E SINTOMI: COSA FARE: • BOCCA SECCA, SETE INTENSA; • PELLE CALDA, SECCA, ROSSA; • ALITO ACIDO; • FAME D’ARIA; • POLSO DEBOLE. • CONTROLLO FUNZIONI VITALI; • SOGGETTO INCOSCIENTE: PLS; • OSPEDALIZZARE SUBITO. VERIFICARE SE IL SOGGETTO E’ DIABETICO

  8. Crisi IpoglicemicaECCESSIVA DIMINUZIONE DI GLUCOSIO NEL SANGUE CAUSE : SCARSA ALIMENTAZIONE, ERRATA ASSUNZIONE DI INSULINA, SFORZI ECCESSIVI , VOMITO. SEGNI E SINTOMI: COSA FARE: • TREMORE, VERTIGINI; • SALIVAZIONE PROFUSA; • SENSO DI FAME; • PELLE FREDDA, SUDATA, • APPICCICOSA; • POLSO RAPIDO, PIENO. • SOGGETTO COSCIENTE • DARE ZUCCHERI; • SOGGETTO INCOSCIENTE: PLS. VERIFICARE SE IL SOGGETTO E’ DIABETICO

  9. Crisi epilettiche • COSA SONO: CRISI scatenate dall’instaurarsi di un’attività elettrica cerebrale irregolare Sono il SEGNO di una patologia sottostante

  10. PRINCIPALI CAUSE  Tumori cerebrali  Difetti cerebrali congeniti  Febbre (soprattutto nei bambini)  Forme idiopatiche  Infezioni  Cause metaboliche (x es. diabete)  Cause tossiche  Traumi

  11. COME SI MANIFESTANO IN GENERALE: Susseguirsi di contrazioni e movimenti INVOLONTARI che possono interessare LA MUSCOLATURA tutta o in parte

  12. CRISI PARZIALI SEMPLICI (Crisi motoria focale) SEGNI E SINTOMI:  Irrigidimento  Spasmo di una parte del corpo  Aura percettiva (odori, luci) NO PERDITA DI COSCIENZA COMPLESSE (psicomotoria del lobo temporale) SEGNI E SINTOMI:  Preceduta da aura  Comportamento ripetitivo soggettivo PERDITA DI COSCIENZA

  13. CRISI GENERALIZZATE PICCOLO MALE(assenza) SEGNI E SINTOMI:  Durata di pochi secondi  Possibile ripetizione nell’arco della giornata  Perdita temporanea di concentrazione  Perdita temporanea di consapevolezza NO PERDITA DI COSCIENZA

  14. CRISI GENERALIZZATE GRANDE MALE(crisi tonico clonica) 6 FASI: 1)AURA (pochi secondi) 2)PIANTO EPILETTICO (grido) 3)FASE TONICA (30’’): a) corpo rigido b) può mordersi la lingua 4)FASE CLONICA (1-2’): a) spasmi evidenti b) perdita di schiuma e saliva bocca c) labbra e viso cianotici 5)FASE COMATOSA (30-60’): a) sonno profondo b) rilassamento degli sfinteri 6)FASE POST CRITICA (ORE): a)graduale risveglio b) nessun ricordo di quanto accaduto c) emicrania

  15. ATTENZIONE LE CRISI PARZIALI IL GRANDE MALE Durano solo pochi minuti (2-3) Se di durata maggiore(5-10’) si parla di STATUS EPILETTICO ALLERTARE IMMEDIATAMENTE MEZZO SOCCORSO AVANZATO (ALS) DARE OSSIGENO SE POSSIBILE

  16. COSA FARE CRISI PARZIALI Non trattenere il paziente Rimuovere gli oggetti tutt’intorno

  17. COSA FARE GRANDE MALE DURANTE LA CRISI: Adagiare il paziente a terra Allentare ciò che stringe Aspirare liquidi dalla bocca Rimuovere oggetti intorno NON tentare di tenerlo fermo durante la crisi DOPO LA CRISI: Mantenere il paziente calmo Se necessario aspirare Somministrare O2 Controllare costantemente i parametri vitali Supporto psicologico

  18. PAUSA Poi cambiamo argomento

  19. LE FERITE

  20. ARGOMENTI:1) cenni di anatomia e funzioni della cute2) vari tipi di ferita3) primo soccorso

  21. LA PELLE

  22. FUNZIONI DELLA CUTE: 1) protezione dall'esterno (anche da infezioni) 2) termoregolazione 3) eliminare sostanze di rifiuto 4) senso del tatto

  23. DEFINIZIONE DI FERITA:interruzione traumatica dellacontinuità della cute ✔ Abrasioni ed escoriazioni ✔ Ferite con corpo estraneo (oggetto conficcato o frammenti) ✔ Ferite senza corpo estraneo (da taglio, di punta, da arma da fuoco, lacero-contuse)

  24. CLASSIFICAZIONE DELLE FERITE • Abrasioni:striciamento di un oggetto che asporta i primi strati di epidermide • Escoriazione: strisciamento di corpo ruvido e irregolare, arriva fino al derma • Ferite da punta: oggetto perforante acuminato, perfora la cute • Ferite da taglio: corpo tagliente bordi netti, grande perdita di sangue • Ferite lacere: oggetto non tagliente, strappa la cute e gli strati sottostanti • Ferite lacero-contuse: oggetto non tagliente che urta o viene premuto e provoca lacerazione e rottura dei vasi sanguigni con echimosi o ematoma • Ferite da arma da fuoco: scheggia o proiettile, se esce provoca una ferita più grande rispetto a quella di ingresso • Avulsioni: asportazione dei tessuti con ossa in vista

  25. AUTOPROTEZIONE:nel caso vi sia rischio di contatti con ferite (e in genere con liquidi biologici) è opportuno seguire delle precauzioni igieniche e di prevenzione: 1) lavarsi le mani prima 2) indossare se possibile dei dispositivi di protezione 3) attenzione se abbiamo a nostra volta delle ferite 4) lavarsi accuratamente le mani dopo 5) non toccarsi occhi, capelli, bocca, altre parti del corpo prima di essersi lavati

  26. PRIMO SOCCORSO 1) rimuovere gli indumenti se necessario 2) valutare la sede, l'estensione, la profondità, altre lesioni associate.. 3) lavare con acqua corrente 4) coprire con garze sterili

  27. DA NON FARE: 1) non usare tintura di iodio o disinfettanti colorati 2) non usare polveri o pomate 3) non usare cotone idrofilo 4) IN CASO DI FERITA CON CORPO ESTRANEO: NON muoverlo, lasciarlo in sede e cercare di stabilizzarlo

  28. FASCIATURE

  29. USO DEL TELO TRIANGOLARE

  30. Nuova pausa Ci facciamo una fumata?

  31. EMORRAGIE

  32. ARGOMENTI TRATTATI 1) classificazione delle emorragie 2) primo soccorso e tecniche di emostasi

  33. CLASSIFICAZIONE • In base al tipo di vaso (arteriose, venose, capillari) 2) in base alla sede del sanguinamento (opercorso): (esterne, interne, esteriorizzate) AUTOPROTEZIONE: evitare il contatto diretto con liquidi biologici come sangue, urine, vomito: esiste il rischio di trasmissione di malattie infettive

  34. EMORRAGIE ESTERNE ARTERIOSE • L'emorragia arteriosa consiste nella fuoriuscita di sangue da un vaso arterioso. Essa, poiché interessa vasi di diametro particolarmente largo e vede il sangue fuoriuscire a pressione estremamente elevata, ha scarse probabilità di coagulare spontaneamente, cioè di fermarsi in virtù dei normali meccanismi "riparatori" prontamente attivati dall'organismo. Vi sono tre caratteristiche distintive peculiari che devono indicarti immediatamente la presenza di un’emorragia arteriosa, guidandoti correttamente al suo riconoscimento:           il sangue esce a fiotti, in modo zampillante il ritmo di fuoriuscita è sincrono a quello del battito cardiaco;       il colore del sangue è rosso vivo (come si fa a vederlo con scarsa luce? Bohh). Le due caratteristiche sono dovute al fatto che il sangue scorre sotto la ritmica e forte pressione impressa dall’azione della pompa cardiaca. Il colorito rosso acceso è dovuto alla particolare ricchezza in ossigeno del sangue arterioso.

  35. EMORRAGIE ESTERNE VENOSE L'emorragia esterna venosa rappresenta la fuoriuscita del sangue da un vaso venoso. Ricorre con maggiore frequenza rispetto all'emorragia arteriosa, dato il decorso prevalentemente superficiale delle vene nei riguardi delle rispettive arterie. La riconosci individuando la presenza delle tre seguenti caratteristiche:           l'uscita del sangue avviene continuamente e non a fiotti;           il flusso è lento e si espande "a macchia d'olio";           il colore del sangue è rosso scuro. (Procurasi una torcia!!!!) Le prime due caratteristiche sono dovute al fatto che nel settore venoso della circolazione il sangue scorre a bassa pressione, con un flusso che risente molto meno della ritmica azione della pompa cardiaca. Il colorito rosso scuro è proprio del sangue povero di ossigeno e ricco di anidride carbonica.

  36. EMORRAGIE ESTERNE VENOSE: seguito La maggior parte delle vene tagliate si chiude subito e abbastanza facilmente. Ma ciò non vi deve trarre in inganno, perché, qualora il vaso sanguinante sia più grosso e profondo, l'emorragia assume gli stessi caratteri di pericolosità propri dell’emorragia arteriosa. Il problema peculiare delle emorragie venose coinvolgenti vasi di maggior calibro, come quelli del collo, è determinato dal fatto che una grossa vena aperta tende a risucchiare corpi estranei e bolle d'aria (emboli), i quali possono fermarsi a livello del microcircolo cardiaco, polmonare e cerebrale, determinando spesso la morte del paziente.

  37. EMORRAGIE INTERNE Nelle emorragie interne il sangue si riversa all'interno dell'organismo raccogliendosi in una cavità non raggiungibile direttamente dall’esterno.

  38. EMORRAGIE INTERNE ESTERIORIZZATE Nelle emorragie interne esteriorizzate, il sangue, proveniente da una lacerazione vasale profonda, si raccoglie in una cavità interna comunicante con l'esterno e successivamente fuoriesce da questa attraverso un orifizio naturale (naso - bocca - orecchio). • EMATEMESI: sangue nel vomito • EMOTTISI: sangue nella tosse • MELENA: sangue nelle feci, di colore rosso scuro, simile a fondi di caffè • EMATURIA: sangue nelle urine • METRORRAGIA: sangue dalla vagina, fuori del periodo mestruale • OTORRAGIA / RINORRAGIA: sangue dalle orecchie o dal naso, in seguito ad un trauma cranico. NON TAMPONARE!

  39. Primo soccorsoQuasi sempre una copiosa emorragia provoca lo stato di shock Il miglior modo di combattere l'insorgenza dello shock, situazione clinica spesso irreversibile, è cercare di prevenirlo. Pertanto, quando già ad occhio nudo l'emorragia si riveli abbondante, non tardare nel porre subito il paziente in posizione di autotrasfusione.  Essa consiste nello stendere il paziente in posizione supina e nel tenergli sollevate le gambe (per mantenerle sollevate si userà ciò che c'è a portata di mano).  In questa posizione assicuri il miglior apporto possibile di sangue al cuore e al cervello del paziente. Subito dopo aver provveduto a sistemare il paziente nella posizione di autotrasfusione, cerca di arrestare l'emorragia utilizzando una o più delle seguenti metodiche

  40. PRIMO SOCCORSO 1) compressione diretta e sollevamento dell'arto 2) applicare bendaggio compressivo

  41. PRIMO SOCCORSO: PUNTI DI COMPRESSIONE PER FERMARE UN EMORRAGIA ESEMPIO: emorragia femorale

  42. EPISTASSI (sangue dal naso) • reclinare il capo in avanti per far defluire il sangue, comprimere la narice interessata, eventualmente impacchi con ghiaccio

  43. Si cambia argomento Mi tollerate ancora per un po’ ?

  44. Le intossicazioni sono provocate da agenti tossici o sostanze velenose che a contatto con l’organismo interferiscono con le normali attività metaboliche e biochimiche, provocando reazioni più o meno gravi. Vie di penetrazione delle sostanze velenose: • INGESTIONE: attraverso l’apparato digerente • INALAZIONE: attraverso le vie respiratorie • VIA PARENTERALE: iniezione diretta nel sangue o nel sistema linfatico • CONTATTO CUTANEO: azione diretta dell’agente tossico attraverso la pelle o le mucosa INTOSSICAZIONI ED AVVELENAMENTI

  45. I segni e i sintomi delle intossicazioni dipendono da diversi fattori: • Tipo si sostanza assunta • Quantità di sostanza assunta • Tempo trascorso dall’assunzione • Tempo di esposizione all’agente tossico • Peso corporeo ed età del soggetto • Concomitanza di altre patologie Sintomi e segni

  46. Dolore alla deglutizione Ustioni alla bocca e alle mucose Salivazione eccessiva e schiumosa Dolori addominali Nausea e vomito Diarrea … morte! Sintomi e segni dell’ingestione

  47. Bruciore agli occhi Irritazione delle vie respiratorie Insufficienza respiratoria Cianosi …morte! Segni e sintomi dell’inalazione

  48. Gonfiore Arrossamento Prurito Bruciore Dolore …morte! Segni e sintomi dell’intossicazione per via parenterale Reazione locale nel punto di penetrazione:

  49. Prurito Lesioni cutanee irritative o allergiche Aumento della temperatura cutanea …morte! Segni e sintomi dell’intossicazione per via cutanea

  50. Definizione • L’intossicazione acuta da monossido di carbonio è la condizione patologica derivante dall’esposizione più o meno prolungata a CO. Essa è identificata dal riscontro di valori positivi di carbossiemoglobina (o di CO plasmatico), cui possono corrispondere quadri clinici di presentazione totalmente silenti oppure disfunzioni di diversa gravità di uno o più organi e apparati, sia in fase acuta che post-acuta. • I valori di carbossiemoglobina (COHb) si considerano positivi quando maggiori o uguali a 5% nei bambini e nei soggetti non fumatori, e maggiori o uguali a 10% nei soggetti fumatori. In particolari situazioni (es. determinazione tardiva della COHb) il riscontro di valori di COHb inferiori ai valori sopra indicati non esclude la diagnosi di intossicazione da CO. Intossicazione daMonossido di Carbonio

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