1 / 148

SOCIOLOGIA GENERALE I E II MODULO

SOCIOLOGIA GENERALE I E II MODULO. I testi che seguono corrispondono a quelli dei lucidi proiettati a lezione, in ordine cronologico. In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint . . Sociologia.

kareem
Télécharger la présentation

SOCIOLOGIA GENERALE I E II MODULO

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. SOCIOLOGIA GENERALEI E II MODULO • I testi che seguono corrispondono a quelli dei lucidi proiettati a lezione, in ordine cronologico. • In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint. Materiale didattico non divulgabile

  2. Sociologia una disciplina che studia la vita sociale degli individui, dei gruppi e delle intere società. Materiale didattico non divulgabile

  3. Sociologia Fornisce dei fenomeni sociali rappresentazioni verificabili Si oppone al senso comune Contribuisce, a sua volta, alla formazione di credenze di senso comune. Materiale didattico non divulgabile

  4. Sociologia • La sociologia studia le interazioni sociali strutturate in istituzioni sociali • Le istituzioni sociali sono sistemi di comportamento strutturati, stabili • I sistemi di comportamento degli individui sono condizionati da fattori sociali esterni alla sua volontà. Materiale didattico non divulgabile

  5. Sociologia • La sociologia studia infine l’azione umana, dei singoli o dei gruppi, con significato sociale. UNO PER L’ALTRO, CON L’ALTRO E CONTRO L’ALTRO L’azione sociale è comprensibile mettendoci nei panni di chi la compie, ovvero chiarendone il significato per chi le compie. Materiale didattico non divulgabile

  6. IL PARADIGMA CAUSALEEMILE DURKHEIM (1858-1917) • Il fatto sociale come elemento di scientificità della sociologia. Le istituzioni sociali corrispondono per la sociologia ai fenomeni naturali per la scienza. Fatti sociali=cose. Ovvero la vita sociale può essere analizzata con rigore scientifico. Materiale didattico non divulgabile

  7. IL PARADIGMA DELL’AZIONEMax Weber (1864-1920) • Rispetto a Durkheim e a Marx, Weber si rifiuta di considerare i fenomeni sociali come FATTI e dati. Ai fenomeni sociali sono attribuiti SIGNIFICATI da parte dei membri delle società, che ne determinano il valore ai loro occhi e che orientano il COMPORTAMENTO dei membri nei loro confronti. Materiale didattico non divulgabile

  8. IL PARADIGMA DELL’AZIONEMax Weber (1864-1920) L’immaterialità dei rapporti sociali porta ad escludere che lo studio della società possa essere quindi equiparato allo studio degli insetti. Nel nostro caso non vi sono dati certi, ma basi materiali e mondi di significato che non è possibile uniformare. Materiale didattico non divulgabile

  9. LA MODERNITÀ • Nascita del capitalismo • Lo Stato moderno • Razionalizzazione e disincanto del mondo • Differenziazione ed autonomizzazione delle sfere della vita sociale (Stato, economia, religione, cultura, ecc.) Materiale didattico non divulgabile

  10. KARL MARX (1818-1883)Il modo di produzione capitalistico • FORZE PRODUTTIVE  forme di divisione del lavoro. • RAPPORTI SOCIALI DI PRODUZIONE  forme di proprietà e rapporti di classe dominanti all’interno del modo di produzione. Le contraddizioni fra forze produttive e rapporti di produzione si incarnano in classi sociali antagonistiche. Materiale didattico non divulgabile

  11. KARL MARX (1818-1883)Il modo di produzione capitalistico • I modi di produzione si succedono l’uno all’altro sulla base del superamento delle contraddizioni interne fra forze produttive e rapporti sociali di produzione. • LA LOTTA DI CLASSE è quindi il motore della storia. Materiale didattico non divulgabile

  12. WERNER SOMBART (1863-1941)IL CAPITALISMO MODERNO (1902) • Economia monetaria di scambio  tipo dominante di transazione economica. • Non più accumulo di ricchezze, ma profitto e suo reinvestimento nell’impresa. • Organizzazione razionale dell’impresa  connessione industria/tecnologia/scienza. Materiale didattico non divulgabile

  13. MAX WEBER (1864-1929)L’ORIGINE DEL CAPITALISMO • NASCITA DELL’IMPRESA • NASCITA DELLA CONTABILITÀ RAZIONALE • NASCITA DELLA POLITICA ECONOMICA DEGLI STATI MODERNI • ETHOS RAZIONALE NELLA CONDOTTA DI VITA Materiale didattico non divulgabile

  14. ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ:LA CRISI DELL’AGRICOLTURA FEUDALE • RIVOLUZIONE NELLE CAMPAGNE. • PROVATIZZAZIONE DELLE TERRE COMUNI (ENCLOSURES ACTS, EDITTO DELLE CHIUDENDE, 1830). • “ESPULSIONE” DEI CONTADINI DALLE CAMPAGNE. • UOMINI NUOVI E LAVORO SALARIATO. Materiale didattico non divulgabile

  15. ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ:MERCANTILISMO E CAPITALISMO • MERCATO MONDIALE DELLE MERCI  CAPITALISMO: (tesi di Braudel, Pirenne, Wallerstein)  Sfera della circolazione. • NASCITA DELLA FABBRICA E DELLA PRODUZIONE MANIFATTURIERA  CAPITALISMO: (tesi di Dobb e Marx)  Sfera della produzione. Materiale didattico non divulgabile

  16. ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ:LO STATO MODERNO • MONOPOLIO DELLA FORZA LEGITTIMA, XVII-XVIII secc.  Paesi privi di tradizioni comunali. • MONOPOLIO FISCALE DELLO STATO  necessità di finanziare le armate e di un flusso finanziario costante. • MONOPOLIO DEL CONIO. • MONOPOLIO DELL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA  nascita del diritto razionale Materiale didattico non divulgabile

  17. ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ:DALLO STATO ASSOLUTISTA ALLO STATO DI DIRITTO • Ascesa della borghesia. Nascita del mercato e del capitalismo. • Nascita della burocrazia statale. • Riforma protestante. Illuminismo. LE RIVOLUZIONI INGLESE, AMERICANA E FRANCESE TRASFORMANO LO STATO ASSOLUTISTA IN STATO DI DIRITTO Dal potere tradizionale al potere legale-razionale. Materiale didattico non divulgabile

  18. ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ:LO STATO DI DIRITTO • Uguaglianza giuridica formale. • NORME OGGETTIVE formali. • Le costituzioni vincolano la sovranità degli Stati, derivante dal popolo. • Suddito  cittadino: i diritti di cittadinanza riconosciuti agli individui in quanto membri del popolo. • Il cittadino è sottoposto ai comandi della legge e non di una persona. Materiale didattico non divulgabile

  19. L’ETHOS RAZIONALEMax Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) • Gestione razionale dell’impresa (contabilità razionale, bilancio). • Redditività invece che rendita feudale. • Rottura con lo stile di vita dell’aristocrazia, ostilità verso l’ostentazione e lo spreco. • Ideale di vita sobria, lavoro come preghiera. • Ascesi intramondana: interpretazione puritana della dottrina calvinista della predestinazione. Materiale didattico non divulgabile

  20. CALVINISMO E BORGHESIAMax Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) • La Bibbia di Lutero: mela’kah come Beruf. • Giovanni Calvino (1509-1564): la dottrina della predestinazione. Dio è ineffabile, il suo disegno oscuro, le opere di bontà sono peccato di superbia. • Dottrina della grazia: l’uomo è indegno (peccato originale), la grazia è concessa solo agli eletti, e ab aeterno, a prescindere dalle opere. Materiale didattico non divulgabile

  21. CALVINISMO E BORGHESIAMax Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) • Cristo è morto solo per gli eletti. • Segno della grazia è una vita retta: per i cristiani riformati (calvinisti) è peccato dubitare dell’elezione. • Cento anni dopo Calvino, i calvinisti inglesi (puritani) RADICALIZZANO e ADATTANO il calvinismo. • Memento: il Cristianesimo comprende il Cattolicesimo, l’Ortodossia, le Chiese d’Oriente (Monofisiti Armeni e Siriaci, Nestoriani, Copti egiziani e etiopi) e il PROTESTANTESIMO: i Luterani (Evangelici) vanno distinti dai Calvinisti (Riformati) e dagli Anglicani (Episcopali). Materiale didattico non divulgabile

  22. I PURITANIMax Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) • Solitudine e incertezza del calvinista. • La setta puritana: controllo sociale sui comportamenti: finisce la doppia morale. • Non è più la dottrina ma il comportamento a ‘fare’ il cristiano. • Retto comportamento: Lavoro, studio e riflessione sulla Scrittura • La ricchezza: segno della grazia divina. • Effetto di composizione: modelli di comportamento indipendenti dalla matrice religiosa, e legittimati su base utilitaristica e razionale. Materiale didattico non divulgabile

  23. LA CULTURA DELLA MODERNITÀ:L’INDIVIDUALISMO • Vale l’individuo con le sue capacità e non la persona con le sue appartenenze (status acquisiti > status ascritti). • L’individuo è inteso come padrone delle sue scelte. • Religiosità interiore, privata, slegata dai dogmi (Riforma protestante). • Diritto naturale > gli uomini nascono liberi e uguali (vs. diritti connaturati soprannaturale e positivo). • PROTAGONISTI: l’imprenditore e il cittadino. Materiale didattico non divulgabile

  24. LA CULTURA DELLA MODERNITÀ:IL RAZIONALISMO • LA RAGIONE: facoltà più nobile dell’uomo. • Usando la ragione si accede alla verità. • La ragione è lo strumento attraverso il quale l’uomo governa la sua vita e il suo destino. • RAZIONALIZZAZIONE degli ordinamenti (strutture sociali) e dei comportamenti (azione sociale). • La razionalità strumentale diventa la forma legittima e superiore di razionalità Materiale didattico non divulgabile

  25. LA CULTURA DELLA MODERNITÀ:IL DISINCANTO RISPETTO AL MONDO • Le radici dell’Occidente: Atene e Gerusalemme. • Il sacro è totalmente trascendente: si nega la magia. • Il mondo e la natura > realtà oggettiva. • Governare gli eventi: tecnica e previsione. • La vita è immersa nel progresso e nell’infinito, la morte perde significato (Lev Tolstòj, La morte di Ivàn Il’ìč). Materiale didattico non divulgabile

  26. IL PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE O MODERNIZZAZIONE • Relazioni impersonali (“di lavoro”), uso della conoscenza (intellettualizzazione) in contesti sempre più ampi. • L’azione razionale rispetto allo scopo (razionalità strumentale) in ambiti sempre maggiori. • Diffusione di ordinamenti razionali in tutta la società, ma anche in società caratterizzate dal dominio di comportamenti tradizionali. Materiale didattico non divulgabile

  27. MODERNITÀ vs. TRADIZIONE:I MODELLI DICOTOMICI • Henry James Sumner MAINE: Ancient Law (1861). • Émile DURKHEIM: De la division du travail social (1893). • Ferdinand TÖNNIES: Gemeinschaft und Gesellschaft (1887). • Talcott PARSONS: lo schema delle pattern variables (1951). Materiale didattico non divulgabile

  28. I MODELLI DICOTOMICI:Henry James Sumner MAINE: Ancient Law (1861). Le leggi di Maine • Le società premoderne: lo STATUS (ascritto) determina privilegi e obblighi della persone appartenenti al gruppo. • Le società moderne: il CONTRATTO liberamente assunto determina i diritti e i doveri degli individui. Materiale didattico non divulgabile

  29. I MODELLI DICOTOMICI:Émile DURKHEIM: De la division du travail social (1893). Solidarietà meccanica e organica. • Cambia il fondamento della solidarietà (coesione sociale). • Divisione del lavoro e individualismo: crisi di norme e valori condivisi. • La società moderna rimane però un insieme stabile e l’anomia è limitata. Materiale didattico non divulgabile

  30. Società premoderna Piccoli gruppi: scarsa densità di scambi. Scarsa divisione del lavoro. Unità sociali simili: famiglia, clan, tribù. Unità di valori e norme condivisi (CULTURA). SOLIDARIETÀ MECCANICA Società moderna Grandi gruppi: grande densità di scambi. Divisione del lavoro: funzioni differenziate. Differenziazione, interdipendenza, INDIVIDUALIZZAZIONE. “La legge è uguale per tutti”. SOLIDARIETÀ ORGANICA I MODELLI DICOTOMICI:Émile DURKHEIM: De la division du travail social (1893). Solidarietà meccanica e organica. Materiale didattico non divulgabile

  31. Comunità Rapporti tipici: Vincoli di sangue, vicinato, amicizia. Intimità, riconoscenza e esperienze comuni. La disuguaglianza non si può sviluppare oltre un certo limite. Società Rapporti di scambio. Si entra in rapporto reciproco non con la totalità del proprio essere ma per prestazioni specifiche. Individui separati, isolati, in continua tensione fra di loro. La coesione sociale è superficiale. I MODELLI DICOTOMICI:Ferdinand TÖNNIES: Gemeinschaft und Gesellschaft (1887). Comunità e società Materiale didattico non divulgabile

  32. I MODELLI DICOTOMICI:Talcott PARSONS: lo schema delle pattern variables (1951). Le variabili modello. • Gli orientamenti di valore e normativi tipici della modernità: essenziali per comprenderla. • ORIENTAMENTI DI VALORE: orientano l’azione. • ORIENTAMENTI NORMATIVI: regolano l’azione. Materiale didattico non divulgabile

  33. Società premoderne: 1. Affettività. 2. Orientamento all’interesse privato. 3. Particolarismo 4. Diffusione (ruoli) 5. Ascrizione (status) Società moderne: 1. Neutralità affettiva 2. Orientamento all’interesse collettivo 3. Universalismo 4. Specificità (ruoli) 5. Acquisizione (status) I MODELLI DICOTOMICI:Talcott PARSONS: lo schema delle variabili modello. Materiale didattico non divulgabile

  34. LA DUALITÀ DELLA STRUTTURA • “è l’uomo a fare la storia, ma in condizioni non scelte da lui” K. Marx. • Il peso delle strutture sociali condiziona l’azione sociale degli attori. • Le scelte e l’intenzionalità degli attori producono il mutamento. • Effetti di composizione / Sistemi di interdipendenze. Materiale didattico non divulgabile

  35. L’AZIONE SOCIALEUno per l’altro, con l’altro, contro l’altro • L’azione sociale è un agire riferito al senso. • Senso dell’agente/attore (individui o gruppi). • Senso come significato intenzionale attribuito all’azione. • Senso come definizione della situazione. Materiale didattico non divulgabile

  36. TIPOLOGIA DELL’AZIONE SOCIALEUno per l’altro, con l’altro, contro l’altro • AZIONI RAZIONALI • Rispetto allo scopo: scopo, mezzi, conseguenze. • Rispetto al valore: scopo, mezzi, valori interiorizzati, imperativi • AZIONI DETERMINATE AFFETTIVAMENTE • AZIONI TRADIZIONALI Materiale didattico non divulgabile

  37. RAZIONALITÀ E DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE • La razionalità  relativa alla situazione in cui ci si trova. • La situazione  è quella definita tale dagli attori coinvolti. • TEOREMA DI THOMAS  “una situazione definita reale dagli attori coinvolti, è reale nelle sue conseguenze” Materiale didattico non divulgabile

  38. RELAZIONE SOCIALE • QUADRO DELLE AZIONI SOCIALI: Due o più individui che orientano reciprocamente le loro azioni • ASSOCIAZIONE E DISTANZA: le due forme. • Tipi: cooperative e conflittuali. • Durata: stabili o transitorie. Materiale didattico non divulgabile

  39. INTERAZIONE SOCIALE • AGIRE REAGENDO ALL’AZIONE: la “storia”, il “contenuto” della relazione sociale. • Interazione diretta: compresenza, faccia a faccia. • Interazione indiretta: senza compresenza (dal telefono in poi). Materiale didattico non divulgabile

  40. IL GRUPPO SOCIALE • INSIEME DI PERSONE • CHE INTERAGISCE CON CONTINUITÀ • SCHEMI DI INTERAZIONE STABILI • SI DEFINISCONO MEMBRI DEL GRUPPO • SONO DEFINITI TALI DA ALTRI • Gruppo  Aggregato  Categoria soc. Materiale didattico non divulgabile

  41. IL GRUPPO SOCIALE:i caratteri dimensionali (Georg Simmel) • DIADI:Due persone  Fragilità, personalizzazione, emotività. • TRIADI:Tre persone  Figure tipiche del conflitto interno: il mediatore e il tertium gaudens. • > 3  Gruppi di numero pari: più conflittuali dei dispari. • Gruppo più stabile: 5 membri. Materiale didattico non divulgabile

  42. IL GRUPPO SOCIALE:il lavoro continuo di demarcazione • Definizione continua dei confini e definizione della situazione. • Grado di completezza rispetto a una popolazione data. • Alto grado di completezza = alto grado di influenza sociale. Materiale didattico non divulgabile

  43. IL GRUPPO SOCIALE:la tipologia dei non membri di R.K. Merton Materiale didattico non divulgabile

  44. I RUOLI SOCIALI • Descrivere un gruppo significa descriverne i ruoli differenziati. • RUOLO: insieme di comportamenti che ci si aspetta da chi occupa una data posizione sociale. • Punto di incontro fra le vite individuali e le strutture sociali. Materiale didattico non divulgabile

  45. I RUOLI SOCIALI • RUOLI SPECIFICI: comportamenti limitati e specifici. • RUOLI DIFFUSI: insieme ampio e non definito di comportamenti. • Il gruppo totalitario impegna tutti i ruoli dei partecipanti. • OGNI PERSONA HA TANTI RUOLI QUANTE SONO LE SUE APPARTENENZE Materiale didattico non divulgabile

  46. I RUOLI SOCIALI:SCHEMI DI COMPORTAMENTO ATTESI E FORMALIZZAZIONE • SCHEMI DI COMPORTAMENTO ATTESI: 1. Gruppi primari: interazione faccia a faccia, ruoli diffusi, contenuti affettivi. 2. Gruppi secondari: ruoli specifici, interazioni indirette, impersonali. • GRUPPI FORMALI • GRUPPI INFORMALI Materiale didattico non divulgabile

  47. ERVING GOFFMAN (1922-1982)La sociologia della vita quotidiana • IlSé è frutto del rituale dell’interazione sociale. • La meccanica più intima dell’interazione è la VITA QUOTIDIANA. • Il nostro comportamento nella VQ è determinato dal ruolo sociale Materiale didattico non divulgabile

  48. ERVING GOFFMAN (1922-1982)Il modello drammaturgico • Esecuzione di un ruolo > pubblico rilevante (altri di ruolo). • Situazioni di ribalta e situazioni di retroscena. • Interazione non focalizzata (es.: l’incontro). • Interazione focalizzata (es.: la disattenzione civile). Materiale didattico non divulgabile

  49. ERVING GOFFMAN (1922-1982)NOI E I NOSTRI RUOLI • Controllare le impressioni di sé (base dell’immagine di sé). • Esecuzione regolare di un ruolo. • Attaccamento/ Distanza/ Assorbimento rispetto ai ns. ruoli. • Aspettative reciproche inespresse. • Salvarsi la faccia: il tatto. Materiale didattico non divulgabile

  50. I COMPORTAMENTI COLLETTIVI • Un insieme di individui agisce SENZA RIFERIRSI A RUOLI DEFINITI (come nei gruppi). 1. IL PANICO: reazione circolare, perdita di controllo. 2. LA FOLLA: reazione circolare, sviluppo di atteggiamenti comuni: a): folla espressiva; b): folla attiva. 3. IL PUBBLICO: interazione interpretativa, risposte con contenuto diverso rispetto ai messaggi di altri partecipanti (spesso: polarizzazione delle opinioni). Materiale didattico non divulgabile

More Related