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KARL MARX

KARL MARX. KARL MARX – ISTRUZIONI PER L’USO. Impossibile parlare di Marx senza che il discorso investa la nostra condizione presente e la residua capacità di immaginarla diversa e migliore.

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KARL MARX

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Presentation Transcript


  1. KARL MARX

  2. KARL MARX – ISTRUZIONI PER L’USO • Impossibile parlare di Marx senza che il discorso investa la nostra condizione presente e la residua capacità di immaginarla diversa e migliore. • A dispetto dei tentativi di esorcizzarlo, lo scontro che si seguita a combattere intorno a Marx ... viene alimentato: • 1) da una delle promesse di felicità più seducenti che la cultura occidentale abbia mai arrischiato; • 2) da un'analisi e una passione per il reale che giustifica quell'aspettativa. • Due fonti che confluiscono in una prospettiva di superamento delle patologie generate dal capitalismo che ha trovato in molti passi e concetti marxiani un orizzonte di rara intelligenza e fascino.

  3. PROMESSA, FALLIMENTO, PERVERSIONE speranza di emancipazione sociale, apertura sull'avvenire Fallimento Perversione Promessa: Speranza condivisa esigenza che, malgrado quella deriva, non può venire rimossa o liquidata macchina che generava automaticamente verità e salvezza Il capitalismo ricava infatti molta della sua forza dal soddisfacimento individualizzato e mercificato del desiderio nutrito da Marx; un modo di depotenziare e assorbire la carica di quel sogno, rinnovandolo costantemente solo per frustrarlo: la libertà del consumatore, il comunismo realizzato in un uomo solo, in ogni individuo isolato nella lotta per la ricchezza e la felicità. storia dei socialismi: una seduzione per il cinismo dei leader e il bisogno di credere dei fedeli ... risolvere per via biografica le contraddizioni del sistema capitalistico. Un sovraccarico delle funzioni dell'Io imputabile al venire meno della fiducia in un sapere in grado di fungere da orizzonte di un'azione collettiva.

  4. LA PROMESSA E LO SCONFORTO due risposte Cristo e Marx non accettazione del mondo così com‘è indimostrabile certezza che "deve esserci qualcosa di meglio” percezione parziale e acuta del male in ogni suo aspetto IL PRETE Cristo Marx una rivelazione sotto mentite spoglie, che non soltanto annuncia, ma addirittura garantisce l'avvento di una società che sopprime lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo: un futuro senza patologie sociali, che realizza le promesse e i miracoli che il cristianesimo disperde in cielo. le gerarchie ecclesiastiche distribuiscono "analgesici" di vario genere, e massacrano "con coerenza" ogni eresia che indichi una scorciatoia terrena verso quella meta Chiesa docilità, ubbidienza e sopportazione che verranno ricompensata, alla fine dei tempi Un inganno che rappresenta un"`umiliazione dell'uomo e della donna peggiore delle tirannie e delle depravazioni del cristianesimo, per quanto orrende esse siano", e che ha trovato nei guardiani delle rivoluzioni rosse novecentesche i suoi sanguinari quanto immaginabili esecutori

  5. sopravvalutazione forse fatale, forse insensata, eppure magnifica, giubilante, dell'uomo. Il più grande complimento che gli sia mai stato fatto". ... la radice di un inganno che ha reso agli esseri umani, soprattutto agli ultimi tra loro, il più grande degli onori, concependoli come una "cosa senza limiti", un'infinita potenza di trasformazione del mondo. IL PROFESSORE Cristo Marx Ai suoi devoti la Chiesa ha in realtà sempre riservato un "disprezzo tremendo", mortificandoli con paure e rimedi infantili. il capitalismo ... non si accontenta nemmeno di lasciare l'uomo così com'è, ma lo rende "più piccolo", per farlo sentire costantemente a suo agio nella propria pelle, a patto che disponga del denaro per comperare le cose che cementano questo benessere e regalano una salvezza istantanea, privata, a portata di tasca. E in questo sgravio dalle responsabilità nei riguardi del resto del mondo, unito a un'indulgenza assolutoria verso la propria imperfezione, si cela la sua inesauribile fonte di profitto: "Questo è il vero genio del capitalismo: impacchettare, mettere l'etichetta con il prezzo sui sogni degli uomini.

  6. Un’esigenza e un disoccultamento L’esigenza che non può venire rimossa o liquidata appropriarsi della realtà sociale in cui si è inseriti, invece di avvertirla come un che di estraneo, ingovernabile e fatale, a cui doversi adattare o soccombere. La potenza dell'arsenale scientifico, tecnico e politico di una ragione che ignora "ostacoli insormontabili e vicoli ciechi" avrebbe finalmente permesso di istituire una condizione degna dell'uomo perché libera da ingiustizie e sofferenze non necessarie realizzare i desideri di una soggettività individuale e collettiva, non solo mortificata, ma anche arricchita dalla sensazione che la vita sia tutta qui perché ... la privatizzazione della cognizione del dolore, del dissenso e della speranza, produce i suoi effetti sulla percezione della realtà sociale. A dominare sembrano comportamenti di tipo adattivo improntati a un'eternizzazione del presente e a una desertificazione del futuro che mescolano toni euforici e sconsolati. Da un lato, un senso di liberazione da ideali che impongono all'esistente un orizzonte di ulteriorità frustrante, abbinato a una condanna talvolta spietata della sua imperfezione; il piacere per prospettive di vita finalmente adeguate alle proporzioni del singolo e delle sue effettive possibilità. Dall'altro, un senso di perdita e angustia, uno strano pessimismo che si fatica a organizzare.

  7. Un’esigenza e un disoccultamento Il disoccultamento il tentativo di analizzare e descrivere, fornendo qualcosa di simile a delle istruzioni per l'uso, il funzionamento occulto del capitalismo, la matrice originaria di svariate critiche al nostro modo di vivere e produrre l'esistenza di un "lato cattivo della storia" dovuto non al vizio morale dei singoli individui o a un deficit di regolamentazione giuridica, bensì al carattere strutturalmente antagonistico e oppressivo di un determinato modo di esistere e produrre un sapere in grado di fungere da orizzonte di un'azione collettiva.

  8. i presupposti I presupposti da cui muoviamo non sono arbitrari, non sono dogmi: sono presupposti reali ... sono gli individui reali, la loro azione e le loro condizioni materiali di vita, tanto quelle che essi hanno trovato già esistenti quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione = = ANIMALE UOMO ciò e come producono costituzione fisica condizioni naturali geologiche oro-idrografiche, climatiche costruzione strumenti modi di vita azioni Base naturale modi di essere Base sociale Coscienza di se stesso

  9. Modi di vita: forme di produzioni e forme di relazione attività materiale tribale antica feudale capitalista Sviluppo forze produttive Forma produzione Divisione del lavoro Forma relazioni Forma proprietà

  10. Modi di essere: attività materiali e attività spirituali ... individui determinati che svolgono un'attività produttiva secondo un modo determinato entrano in questi determinati rapporti sociali e politici. . . . individui quali sono realmente, cioè come operano e producono materialmente, e dunque agiscono fra limiti, presupposti e condizioni materiali determinate e indipendenti dalla loro volontà. Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza. Coscienza di se stesso ciò e come producono attività produttiva struttura economica relazioni sociali modi di essere modi di vita = = relazioni politiche modi di essere modi di vita ideologica sovrastruttura idee, rappresentazioni ciò e come producono Coscienza di se stesso morale, religione, metafisica

  11. i presupposti DELLA STORIA a - mantenimento propria vita 1 - creazione mezzi soddisfare bisogni vita materiale 2 - creazione nuovi bisogni 3 – famiglia 4 – industria e scambio 5 – linguaggio lavoro manuale e intellettuale 6 – coscienza godimento e lavoro 7 – divisione del lavoro produzione e consumo proprietà privata b - mantenimento specie cooperazione di tutti a vantaggio di pochi classi sociali ... con la divisione del lavoro è data altresì la contraddizione fra l’interesse del singolo individuo o della singola famiglia e l’interesse collettivo di tutti gli individui che hanno rapporti reciproci; e questo interesse collettivo non esiste puramente nell’immaginazione, come «universale », ma esiste innanzi tutto nella realtà come dipendenza reciproca degli individui fra i quali il lavoro è diviso.

  12. Il potere sociale E infine la divisione del lavoro offre anche il primo esempio del fatto che gli uomini si trovano nella società naturale, fintanto che esiste, quindi, la scissione fra interesse particolare e interesse comune, fin tanto che l'attività, quindi, è divisa non volontariamente ma naturalmente, l'azione propria dell'uomo diventa una potenza a lui estranea, che lo sovrasta, che lo soggioga, invece di essere da lui dominata.

  13. i presupposti DELLA rivoluzione Affinché essa diventi un potere «insostenibile», cioè un potere contro il quale si agisce per via rivoluzionaria, occorre che: abbia prodotto il massimo sviluppo delle forze produttive abbia reso la massa dell’umanità affatto « priva di proprietà » abbia posto l’umanità in contraddizione con un mondo esistente della ricchezza e della cultura perché: senza di esso si generalizzerebbe soltanto la miseria e quindi col bisogno ricomincerebbe anche il conflitto per il necessario e ritornerebbe per forza tutta la vecchia merda solo con questo sviluppo universale delle forze produttive possono aversi relazioni universali fra gli uomini, ciò che fa : dipendere ciascuno di essi dalle rivoluzioni degli altri sostituisce agli individui locali individui inseriti nella storia universale, individui empiricamente universali.

  14. la generazione dell’uomo La creazione è quindi una rappresentazione assai difficile da sradicare dalla coscienza del popolo; questi infatti non riesce a concepire che la natura e l'uomo possano esistere per opera propria, posto che ciò contraddice a tutti i dati evidenti della vita pratica. La storia del mondo non è altro che la generazione dell'uomo mediante il lavoro umano i sensi e ... gli attributi umani ... sono diventati umani, sia soggettivamente sia oggettivamente. L'occhio è diventato occhio umano non appena il suo oggetto è diventato un oggetto sociale, umano, che procede dall'uomo per l'uomo.

  15. la generazione dell’uomo Infatti ... il senso umano, l'umanità dei sensi, si formano soltanto attraverso l'esistenza dell'oggetto loro proprio, attraverso la natura umanizzata. S'intende che l'occhio umano gode in modo diverso dall'occhio rozzo, inumano Soltanto attraverso l'intero svolgimento oggettivo della ricchezza dell'essere umano, viene in parte educata, in parte prodotta la ricchezza della sensibilità soggettiva dell'uomo, e parimenti un orecchio per la musica, un occhio per la bellezza della forma, in breve i soli sensi capaci di un godimento umano, sensi oggetto natura umanizzata cibo alimenti musica/rumore musica sensi rozzi oggetti rozzi uomini rozzi quei sensi che si confermano come forze essenziali dell'uomo

  16. la natura sociale del soggetto e dell’oggetto ... i sensi dell'uomo sociale sono diversi da quelli dell'uomo non sociale L'educazione dei cinque sensi è un'opera di tutta la storia del mondo sino ad oggi L’oggetto dei sensi è la natura umanizzata Come gli oggetti divengano per lui i suoi oggetti, dipende dalla natura dell'oggetto e dalla natura della forza essenziale ad essa corrispondente Nell'ambito della proprietà privata... Ogni uomo s'ingegna di procurare all'altro uomo un nuovo bisogno, per costringerlo ad un nuovo sacrificio, per ridurlo ad una nuova dipendenza e spingerlo ad un nuovo modo di godimento e quindi di rovina economica. Ognuno cerca di creare al di sopra dell'altro una forza essenziale estranea per trovarvi la soddisfazione del proprio bisogno egoistico. Con la massa degli oggetti cresce quindi la sfera degli esseri estranei, ai quali l'uomo è soggiogato, ed ogni nuovo prodotto è un nuovo potenziamento del reciproco inganno e delle reciproche spogliazioni. natura dell'oggetto + forza essenziale

  17. L’essenza storico-sociale dell’uomo ... ad ogni grado (della storia) si trova un risultato materiale, una somma di forze produttive, un rapporto storicamente prodotto con la natura e degli individui fra loro, che ad ogni generazione è stata tramandata dalla precedente una massa di forze produttive, capitali e circostanze, che da una parte può senza dubbio essere modificata dalla nuova generazione, ma che d’altra parte impone ad essa le sue proprie condizioni di vita e le dà uno sviluppo determinato, uno speciale carattere; ... dunque le circostanze fanno gli uomini non meno di quanto gli uomini facciano le circostanze Questa somma di forze produttive, di capitali e di forme di relazioni sociali, che ogni individuo e ogni generazione trova come qualche cosa di dato, è la base reale di ciò che i filosofi si sono rappresentati come « sostanza » ed « essenza dell’uomo » ... società uomo capitalista socialista capitalista socialista

  18. l’umanizzazione dell’uomo natura società -storia umanizzazione uomo bisogni sistema per soddisfarli nuovi bisogni

  19. la generazione dell’uomo capitalista sensi avere Al posto di tutti i sensi fisici e spirituali è quindi subentrata la semplice alienazione di tutti questi sensi, il senso dell'avere. La proprietà privata ci ha resi così ottusi ed unilaterali che un oggetto è considerato nostro soltanto quando lo abbiamo, e quindi quando esso esiste per noi come capitale o è da noi immediatamente posseduto, mangiato, bevuto, portato sul nostro corpo, abitato, ecc., in breve, quando viene da noi usato; sebbene la proprietà privata concepisca a sua volta tutte queste realizzazioni immediate del possesso soltanto come mezzi di vita, e la vita, a cui servono come mezzi, sia la vita della proprietà privata, del lavoro e della capitalizzazione. godimento oggetti Possesso oggetti ma sensi = forze essenziali dell’uomo allora il suo denaro essenza dell’uomo

  20. l’uomo capitalista: Il controllo del potere sociale nelle tasche Il suo potere sociale, così come il suo nesso con la società, l’uomo capitalista lo porta con sé nella tasca perché: La mutua e generale dipendenza degli individui reciprocamente indifferenti costituisce il loro nesso sociale la mia attività riducendo la mia attività a qualcosa di generico in cui ogni individualità, qualità, è negata e cancellata. Valore di scambio il nesso che unisce l'uno all'altro, si presenta a essi stessi estraneo, indipendente, come una cosa. Nel valore di scambio la relazione sociale tra le persone si trasforma in rapporto sociale tra cose; la capacità personale in una capacità delle cose = denaro la loro relazione reciproca come la loro subordinazione a rapporti che sussistono indipendentemente da loro e nascono dall'urto degli individui reciprocamente indifferenti. potere sull'attività degli altri o sulle ricchezze sociali

  21. l’uomo capitalista: la mancanza di bisogni Come l'accrescimento dei bisogni e dei mezzi produca la mancanza di bisogni e di mezzi, lo prova • la riduzione del bisogno dell'operaio al più indispensabile e al più compassionevole sostentamento della vita fisica riconoscendo anche ad una vita siffatta il carattere di vita umana e di esistenza umana 2) in parte l'estensione dei prodotti e dei bisogni si fa schiava - schiava ingegnosa e sempre calcolatrice – di appetiti disumani, raffinati, innaturali e immaginari; la proprietà privata non sa fare del bisogno grossolano un bisogno umano;

  22. l’uomo capitalista: la mancanza di bisogni quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, al ballo e all'osteria, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi, ecc., tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro, che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale. quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato. ciò che l'economista ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza; e tutto ciò che tu non puoi, può il tuo denaro. E tu devi non solo privarti dei tuoi sensi immediati, come il mangiare, ecc., ma devi risparmiarti anche ogni partecipazione ad interessi di carattere generale, la compassione, la fiducia; tutto quanto devi risparmiarti se vuoi essere un uomo economico, se non vuoi andare in rovina per le illusioni. L'essere umano doveva essere ridotto a questa assoluta povertà (l’uomo capitalista), affinché potesse estrarre da sé la sua ricchezza interiore.

  23. l’uomo capitalista: la ricchezza del denaro Tutto ciò che tu non puoi, può il tuo denaro Esso può mangiare, bere, andare a teatro e al ballo, se la intende con l'arte, con la cultura, con le curiosità storiche, col potere politico, può viaggiare; può insomma impadronirsi per te di tutto quanto; può tutto quanto comperare: esso è il vero e proprio potere. Ma pur essendo tutto questo, non è in grado di produrre null'altro che se stesso, né di comprare nulla fuor che se stesso, poiché tutto il resto è ormai suo schiavo; e se io ho il padrone ho pure il servo, e non ho bisogno del suo servo. Così tutte le passioni e tutte le attività devono andare a finire nell'avidità di denaro. L'operaio può avere soltanto quanto basta per voler vivere; e può voler vivere soltanto per avere.

  24. Dall’uomo capitalista all’uomo onnilaterale I rapporti di dipendenza personale (all'inizio su una base del tutto naturale) sono le prime forme sociali, nelle quali la produttività umana si sviluppa soltanto in un ambito ristretto e in punti isolati. L'indipendenza personale fondata sulla dipendenza materiale è la seconda forma importante in cui giunge a costituirsi un sistema di ricambio sociale generale, un sistema di relazioni universali, di bisogni universali e di universali capacità. La libera individualità, fondata sullo sviluppo universale degli individui e sulla subordinazione della loro produttività collettiva, sociale, quale loro patrimonio sociale, costituisce il terzo stadio. Il secondo crea le condizioni del terzo. Sia le condizioni patriarcali che quelle antiche (e anche feudali) crollano perciò con lo sviluppo del commercio, del lusso, del denaro, del valore di scambio, nella stessa misura in cui di pari passo con essi s'innalza la società moderna.

  25. la generazione dell’uomo onnilaterale La soppressione della proprietà privata rappresenta quindi la completa emancipazione di tutti i sensi e di tutti gli attributi umani A. G. Stachanov , minatore sovietico, Eroe del Lavoro Socialista

  26. la generazione dell’uomo onnilaterale: il controllo del potere sociale Prima della rivoluzione (capitalismo) .... i singoli individui, con l’allargarsi dell’attività sul piano storico universale, sono stati sempre asserviti a un potere a loro estraneo ... a un potere che è diventato sempre più smisurato e che in ultima istanza si rivela come mercato mondiale. Condizioni della rivoluzione: Dopo la rivoluzione La dipendenza universale, questa forma spontanea della cooperazione degli individui su piano storico universale, è trasformata da questa rivoluzione comunista nel controllo e nel dominio cosciente di queste forze le quali, prodotte dal reciproco agire degli uomini, finora si sono imposte ad essi e li hanno dominati come forze assolutamente estranee. massimo sviluppo delle forze produttive + massa rivoluzionaria che agisce rivoluzionariamente non solo contro alcune condizioni singole della società fino allora esistente, ma contro la stessa « produzione della vita » come è stata fino a quel momento

  27. l’uomo onnilaterale: l'uomo ricco e la ricchezza di bisogni umani L'uomo ricco è • l'uomo in cui la sua propria realizzazione esiste come necessità interna, come bisogno • l'uomo che ha bisogno di una totalità di manifestazioni di vita umane • la sua ricchezza spirituale reale dipenda interamente dalla ricchezza delle sue relazioni reali Facendo l'ipotesi del socialismo, non soltanto la ricchezza, ma anche la povertà dell'uomo riceve in egual misura un significato umano e quindi sociale. E il vincolo passivo che fa sentire all'uomo come bisogno la più grande delle ricchezze, l'altro uomo. • posto in relazione pratica con la produzione (anche spirituale) di tutto il mondo e messo in condizione di acquistare la capacità di godere di questa produzione universale di tutta la terra (creazioni degli uomini) • La dipendenza universale, questa forma spontanea della cooperazione degli individui è trasformata nel controllo e nel dominio cosciente di queste forze le quali, prodotte dal reciproco agire degli uomini, finora si sono imposte ad essi e li hanno dominati come forze assolutamente estranee • Nuova attuazione della forza essenziale dell'uomo e nuovo arricchimento dell'essere umano

  28. l’uomo onnilaterale: tempo libero e tempo di lavoro malgré lui il capitalismo è strumento di creazione delle possibilità di tempo sociale disponibile, della riduzione del tempo di lavoro per l'intera società a un minimo decrescente, così da rendere il tempo di tutti libero per il loro sviluppo personale Una volta chela massa operaia si sia appropriata del suo pluslavoro il tempo di lavoro necessario avrà la sua misura nei bisogni dell'individuo sociale lo sviluppo della produttività sociale crescerà così rapidamente che, sebbene ora la produzione sia calcolata in vista della ricchezza di tutti, crescerà il tempo disponibile di tutti ciascuno non avrà una sfera di attività esclusiva ma potrà perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere , la società regolerà la produzione generale e in tal modo mi renderà possibile di fare oggi questa cosa, domani quell'altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia; senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico. Presupposti: la ricchezza reale è la produttività sviluppata di tutti gli individui non il tempo di lavoro, ma il tempo disponibile deve calcolare la misura della ricchezza

  29. non la critica, ma la rivoluzione è la forza motrice della storia Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni!

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