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L INIZIAZIONE CRISTIANA NELLA DIOCESI DI BRESCIA

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L INIZIAZIONE CRISTIANA NELLA DIOCESI DI BRESCIA

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    1. LINIZIAZIONE CRISTIANA NELLA DIOCESI DI BRESCIA

    2. IL DOCUMENTO DEL VESCOVO DI BRESCIA Il 15 agosto 2003 il Vescovo di Brescia Giulio Sanguineti pubblica un documento dal titolo Liniziazione cristiana dei fanciullI e dei ragazzi, nel quale viene presentato un nuovo modello di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (ICFR).

    4. Uniniziazione cristiana catecumenale: LA PROPOSTA DEL RICA Il RITO DI INIZIAZIONE CRISTIANA DEGLI ADULTI (traduzione-adattamento italiano: 1978) afferma che l'itinerario con caratteristiche catecumenali "ha valore di forma tipica per la formazione cristiana. Inoltre, lOrdo sottolinea, in questo processo catecumenale, il significato che ha la stretta e organica connessione dei tre sacramenti di iniziazione: il Battesimo, la Confermazione e l'Eucaristia, che ne costituisce il culmine.

    5. UNA IC CATECUMENALE I Vescovi italiani hanno cos progressivamente maturato la convinzione che il catecumenato degli adulti debba costituire il modello di ogni processo di iniziazione cristiana.

    6. Questa riflessione si traduce in una SCELTA PASTORALE con la pubblicazione di TRE NOTE SULLIC, pubblicate dal Consiglio Permanente della CEI

    7. LE TRE NOTE DELLA CEI: Liniziazione cristiana 1. Orientamenti per il catecumenato degli adulti (1997): per gli adulti che chiedono il battesimo

    8. LA RICHIESTA DELLA PRIMA NOTA: Nella PRIMA NOTA si afferma: Anche la prassi tradizionale delliniziazione per coloro che hanno ricevuto il Battesimo da bambini va ripensata e rinnovata alla luce del modello catecumenale (n. 41)

    9. LA RISPOSTA DELLA DIOCESI DI BS Coerentemente con questa indicazione, lUfficio catechistico della Diocesi di Brescia, che gi da tempo stava riflettendo sul problema delliniziazione cristiana dei fanciulli, a partire dal novembre 1997 incominci a pensare a un nuovo modello di introduzione alla vita cristiana secondo lispirazione catecumenale.

    10. UN LAVORO DEQUIPE Nel progetto furono coinvolti sacerdoti, laici, religiosi, esperti e rappresentanti delle associazioni e dei vari uffici di Curia interessati allargomento (circa 30 persone).

    11. LO STUDIO DEI DOCUMENTI MAGISTERIALI Lquipe incaricata si dedic per diversi mesi ad un lavoro di studio dei principali documenti magisteriali recenti sulliniziazione cristiana. In modo particolare ci si concentr su: 1) Il RICA (1978); 2) La lettera della CEI per la riconsegna de Il rinnovamento della catechesi (1988); 3) La nota dellUfficio catechistico nazionale su Il catechismo per liniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (1991); 4) La (gi citata) nota pastorale del Consiglio Ep. Permanente della CEI sugli Orientamenti per il catecumenato degli adulti (1997).

    12. LA STESURA DEL PLIC Si giunse cos, nellottobre del 1998, alla redazione, in forma di ciclostilato, di un Piano di lavoro per liniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (PLIC), che in diverse occasioni venne presentato alla Diocesi dallallora Vescovo ausiliare Mons. Vigilio Mario Olmi.

    13. STRUTTURA DEL PLIC Il Piano di lavoro per liniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Strumento di confronto per le Comunit, dopo le premesse, prevedeva quattro parti: analisi della situazione; progetto per una nuova prassi dellICFR; itinerari differenziati per lICFR; indicazioni metodologiche per la comunit parrocchiale.

    14. LAGGIORNAMENTO E COMPLETAMENTO DEL PLIC Nel giugno del 2001, il Consiglio Episcopale decise di rilanciare il PLIC e chiese allUfficio catechistico diocesano di rivederlo e completarlo alla luce: delle sperimentazioni gi in atto in alcune parrocchie; della seconda Nota pastorale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI sulliniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni (maggio 1999); della scelta pastorale del Vescovo Mons. Sanguineti sulla nuova evangelizzazione (luglio 1999).

    15. LA NUOVA EDIZIONE APPROVATA DA ROMA Si ricostitu perci il gruppo di lavoro che, nel giro di cinque mesi, prepar una nuova edizione, la quale venne offerta al Vescovo e al Consiglio Episcopale nel maggio 2002. Dopo ulteriori ritocchi e la risposta della Sacra Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il testo venne approvato definitivamente dal Vescovo e dato alle stampe il 15 agosto 2003.

    16. PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO SULLICFR Struttura, proposte e scelte pastorali

    17. STRUTTURA Il documento si compone di unintroduzione e di tre parti, intimamente e logicamente collegate: la prima parte (kairologica) e la seconda parte (criteriologica) sono a fondamento della terza parte (operativa). INTRODUZIONE: si precisa il concetto di iniziazione cristiana e si ribadisce che la parrocchia il suo luogo ordinario e privilegiato; PRIMA PARTE: analisi della situazione; SECONDA PARTE: orientamenti biblico-teologici fondamentali; TERZA PARTE: proposta operativa di un nuovo itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli pi adatto al nostro tempo.

    18. Parte prima: ANALISI DELLA SITUAZIONE

    19. Perch cambiare? Perch la situazione socio-culturale cambiata! Nella prima parte si fa notare che il motivo che ha spinto la Diocesi alla elaborazione di un nuovo modello di ICFR non costituito soltanto dalla pura obbedienza alle sollecitazioni della CEI e neanche dalla constatazione dellesito insoddisfacente dellattuale prassi di iniziazione cristiana, ma piuttosto dalla percezione della inadeguatezza del modello tradizionale rispetto alla nuova situazione culturale e religiosa che si venuta a creare anche a Brescia.

    20. Linadeguatezza del modello tradizionale tridentino Il modello tradizionale di ICFR era nato nellepoca tridentina, cio in un contesto di cristianit che chiaramente non pi il nostro. Da un tempo in cui la fede si respirava un po ovunque (in famiglia, nella societ, nella cultura ecc.) si passati a un tempo in cui la fede cristiana non pi di tutti, non scontata neppure nelle famiglie che chiedono i sacramenti per i loro figli ed essenzialmente legata ad una libera scelta personale. cambiata unepoca e, come sempre avvenuto anche nel passato, questo implica il cambiamento anche del modello di iniziazione cristiana.

    21. Parte seconda: ORIENTAMENTI FONDAMENTALI PER UNA NUOVA PRASSI DELLICFR

    22. DIVENTARE CRISTIANI: LA FEDE DALLEVANGELIZZAZIONE IN FORZA DELLA MEDIAZIONE ECCLESIALE-SACRAMENTALE Nella seconda parte, precisato dal punto di vista teologico-biblico cosa significhi diventare cristiano, si sottolinea il primato della evangelizzazione in vista del far nascere, per grazia di Dio, la fede cristiana. La fede ha unintrinseca dimensione ecclesiale ed indispensabile perch gli stessi sacramenti delliniziazione cristiana, che trovano nellEucaristia il proprio culmine, abbiano senso e siano efficaci, cio introducano effettivamente nel mistero di Cristo e della Chiesa.

    23. Alla luce di questo concetto biblico-teologico di iniziazione, confrontato con la situazione attuale, si incomincia poi a delineare gli orientamenti pastorali di fondo, che implicano un cambiamento di mentalit. UN CAMBIAMENTO DI MENTALIT

    24. I. UN CAMBIAMENTO DI MENTALIT NELLA PASTORALE (cf ICFR, 31-34)

    25. DA UNA PASTORALE CULTUALE DI CONSERVAZIONE AD UNA PASTORALE DI EVANGELIZZAZIONE Si tratta di passare da una pastorale di conservazione, prevalentemente dedita ai molteplici servizi religiosi (sacramenti, funerali, benedizioni ecc.) e ai bambini, a una pastorale di evangelizzazione finalizzata alla nascita o rinascita della fede, specialmente degli adulti, al fine di creare una comunit di adulti nella fede che affascina anche le nuove generazioni. PRESUPPOSTO > UNA NUOVA CONCEZIONE DI CHIESA: Sullo sfondo occorre tenere presente una concezione di Chiesa, che ricupera la dimensione comunionale e la corresponsabilit missionaria di tutti i battezzati per la trasmissione della fede.

    26. II. UN CAMBIAMENTO DI MENTALIT CIRCA I SACRAMENTI DELLINIZIAZIONE CRISTIANA (cf. ICFR, 24-29)

    27. IL LEGAME INTRINSECO TRA I TRE SACRAMENTI DELLIC I sacramenti delliniziazione cristiana, attraverso i quali Dio stesso ci introduce per grazia nel mistero di Cristo e della Chiesa, non sono tre sacramenti autonomi e isolati, ma sono tra loro intimamente collegati secondo una logica intrinseca.

    28. LORDINE (TEO-)LOGICO DEI SACRAMENTI DELLIC Di conseguenza bisogna ricuperare non solo lorganica connessione dei tre sacramenti delliniziazione cristiana, ma anche quella successione teologicamente pi coerente che vede: Il Battesimo, come porta dingresso nel mistero di Cristo e della Chiesa; La Confemazione, come sacramento che conferma e rafforza la grazia battesimale. la Celebrazione eucaristica come il momento culminante che ne realizza il pieno compimento. La meta delliniziazione cristiana non la Cresima, che si celebra una sola volta, ma lEucaristia che si celebra ogni domenica >>> il senso delliniziazione star proprio nella piena comunione con Cristo e coi fratelli che si rinnova domenica per domenica.

    29. LA META CHE ISPIRA IL CAMBIAMENTO: LA PARTECIPAZIONE REGOLARE ALLEUCARISTIA DOMENICALE La vera sfida pastorale del nuovo modello di iniziazione non sta perci nella preparazione pi adeguata alla Cresima o alla prima Comunione ma nel ricupero del giorno del Signore.

    30. III. UN CAMBIAMENTO DI MENTALIT NEI GENITORI (cf. ICFR, 48c; 54)

    31. DALLA DELEGA ALLA CORRESPONSABILIT NELLA TRASMISSIONE DELLA FEDE Oggi in molti genitori vi la tendenza, per un verso, a delegare alla parrocchia il compito di introdurre i ragazzi nella vita di fede e, per un altro, a preoccuparsi soltanto che i propri figli ricevano i sacramenti. Il nuovo modello di ICFR chiede, perci, alla famiglia e, in modo particolare, ai genitori, di ricuperare la loro responsabilit originaria e originale per leducazione cristiana dei figli e di passare dallinteresse prevalente per i sacramenti dei figli, intesi spesso genericamente come riti convenzionali di passaggio, alla preoccupazione di accompagnarli in un autentico cammino di fede, accettando loro stessi di fare insieme tale cammino.

    32. IV. UN CAMBIAMENTO DI MENTALIT NELLA CATECHESI (cf ICFR, 36; 42-45)

    33. DA UNA CATECHESI DOTTRINALE E PER I SACRAMENTI A UNA CATECHESI PER LA VITA CRISTIANA Come lascia gi intendere il progetto catechistico della CEI si tratta di passare da una catechesi della dottrina cristiana a una catechesi per la vita cristiana. La meta non la preparazione ai sacramenti o la mera acquisizione di alcune conoscenze religiose, ma lAPPRENDISTATO DELLA VITA CRISTIANA! La catechesi chiamata ad iniziare alla vita cristiana nella sua globalit. Il mistero cristiano CELEBRATO (liturgia); Il mistero cristiano annunciato e professato (martyria); Il mistero cristiano vissuto nel servizio e nella comunione fraterna (diakonia e koinonia).

    34. In breve, serve UNA CATECHESI DI ISPIRAZIONE CATECUMENALE Occorre passare da una catechesi prevalentemente dottrinale e scolastica a una catechesi di ispirazione catecumenale, cio un cammino di catechesi: che non dia pi per scontata la fede ma cerchi di suscitarla attraverso una reale prima evangelizzazione; che sviluppi uneducazione globale alla vita cristiana senza limitarsi al momento dellistruzione religiosa; che sia scandito da tappe progressive e sia segnato da diversi passaggi non automatici e da opportune verifiche in base al reale progresso nella vita di fede; che abbia unintrinseca dimensione comunitaria ed ecclesiale.

    35. V. UN CAMBIAMENTO DI MENTALIT NELLATTENZIONE AI SOGGETTI (cf ICFR, 38; 48-57)

    36. DA UN CAMMINO MASSIFICANTE AD UN CAMMINO (maggiormente) INDIVIDUALIZZATO Al centro del cammino di iniziazione cristiana non devono stare i programmi o lorganizzazione ma i soggetti. Ora, tutti sappiamo quanto il cammino diniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi sia omogeneo e a volte anche massificante, poco individualizzato e quindi scarsamente commisurato alle esigenze di fede e di vita dei destinatari. Eppure ogni catechista sperimenta oggi quanto grande sia la diversit, sul piano della fede e del vissuto concreto dellambiente familiare e sociale, che ogni fanciullo e ragazzo porta con s (ICFR, 38). Si tratta di transitare da un processo di socializzazione religiosa di massa, da una proposta standard uguale per tutti, a un processo di iniziazione che, almeno l dove sia possibile, fa spazio anche a cammini diversificati, pur lasciando ai genitori e ai loro figli di decidere, in ultima analisi, a quale tipo di itinerario partecipare.

    37. Parte terza: ITINERARIO ORDINARIO E CAMMINI DIFFERENZIATI

    38. UN ITINERARIO PER TUTTI E TRE EVENTUALI CAMMINI DIVERSIFICATI La terza parte traduce operativamente le sollecitazioni delle prime due. Anzitutto si precisano gli elementi comuni ad ogni itinerario > in particolare il fatto che per tutti gli itinerari i catechismi di riferimento rimangono quelli ufficiali e normativi della CEI (opportunamente adattati). Essa presenta litinerario ordinario, che quello fondamentale e necessario per ogni parrocchia, e tre cammini diversificati, che possono essere progressivamente attivati l dove il consiglio pastorale parrocchiale lo ritenga possibile e necessario.

    39. ITINERARIO ORDINARIO

    40. Litinerario ordinario, al quale possono accedere tutti i fanciulli indistintamente, prevede una durata di circa 6 anni. Comporta TRE TEMPI:

    41. I. Tempo preliminare di evangelizzazione dei genitori e di primo contatto coi fanciulli Durata > circa un anno. In questo tempo si convocano insieme per una serie di incontri (circa uno al mese) i fanciulli (a partire dai 6 anni) e i loro genitori: I BAMBINI stanno con un catechista che, attraverso esperienze, preghiere, canti, giochi, racconti evangelici ecc., li fa sentire parte di una comunit pi grande rispetto a quella della famiglia; i GENITORI sono condotti a scoprire o riscoprire la bellezza di alcuni aspetti essenziali del Vangelo, perch nasca in essi il desiderio di accompagnare i propri figli nel cammino di fede.

    42. IL COINVOLGIMENTO DEI GENITORI Nel nuovo modello di ICFR laccompagnamento dei genitori da parte della comunit cristiana particolarmente intenso al primo anno, ma continua per tutto larco dei sei anni del cammino stesso. Nel primo anno sono previsti circa sei incontri di evangelizzazione e due o tre giornate di festa; mentre negli anni successivi si pu prevedere un itinerario essenziale (ad es. 4 incontri formativi e due feste comuni allanno) da garantire a tutti e a cui tutti sono invitati. Poi lofferta di altre possibilit pi ampie messe a disposizione dalla comunit parrocchiale: es. catechesi degli adulti, centri di ascolto della Parola (alcuni dei quali potrebbero essere pensati proprio per questi genitori), partecipazione ai gruppi famiglie o delle giovani coppie, gruppi biblici, percorsi offerti da associazioni e movimenti ecc.

    43. UN TEMPO NECESSARIO PER TUTTI I CAMMINI DI IC Il tempo preliminare di evangelizzazione dei genitori comune a tutti i genitori, indipendentemente dalla scelta di eventuali cammini diversificati per i loro figli (scelta che avviene a partire dal secondo anno);

    44. II. Tempo della prima evangelizzazione dei fanciulli DURATA: almeno due anni; FINALIT: introdurre il fanciullo alla conoscenza e allaccoglienza di Ges che ci fa conoscere e incontrare il mistero di Dio. Il primo tempo si compone di DUE TAPPE

    45. Prima tappa: LA SCOPERTA DI GES OBIETTIVO: aiutare a scoprire chi Ges; far nascere in loro il desiderio di conoscerlo, incontrarlo ed introdurli ad una prima accoglienza di Lui. Il riferimento in particolare ai testi evangelici, in modo che i bambini si sentano introdotti nella storia della salvezza, anche grazie alla memoria del proprio battesimo. Si conclude col Rito della Rinnovazione delle promesse battesimali, inteso soprattutto come decisione di procedere nel cammino di conoscenza e amore per Ges.

    46. Seconda tappa LA SCOPERTA DEL DIO DI GES OBIETTIVO: suscitare il desiderio di conoscere e incontrare il Padre di Ges ed aiutare a scoprire il suo volto amante e misericordioso, anche mediante lesperienza del perdono chiesto e offerto, dinanzi a Dio e ai fratelli. Si conclude con la celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

    47. III. Tempo dellapprofondimento della fede e del completamento dei sacramenti delliniziazione cristiana (Cresima ed Eucaristia) DURATA: almeno due anni; FINALIT: far conoscere ed esperimentare ai fanciulli la storia della salvezza, la comunit cristiana e i sacramenti come luoghi privilegiati dellincontro con Ges e con Dio.

    48. Prima tappa: LA STORIA DELLA SALVEZZA TRA PROMESSA E COMPIMENTO OBIETTIVO: Conoscere la storia di amore e di liberazione tra Dio e il suo popolo testimoniata dalla Scrittura ed aiutare a leggere la propria storia alla luce della storia della salvezza. Si conclude col Rito dellammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima ed Eucaristia;

    49. Seconda tappa: LA COMUNIT DEI DISCEPOLI DI GES E I SACRAMENTI DELLINIZIZIONE CRISTIANA OBIETTIVO: Conoscere la Chiesa come luogo-ambiente-popolo in cui dato di fare esperienza della salvezza, in particolare nellincontro trasformante con il Risorto che ha luogo nella celebrazione dei sacramenti. Si conclude con la celebrazione unitaria dei sacramenti della Cresima e dellEucaristia, cos da ricuperare, per quanto possibile, lunitariet dei sacramenti delliniziazione cristiana e la loro finalizzazione allEucaristia.

    50. III. Tempo della mistagogia DURATA: almeno un anno; FINALIT: accompagnare i ragazzi a testimoniare la loro fede e il loro amore per Ges nella Chiesa e nel mondo, aiutandoli a tradurre nella vita i sacramenti che hanno ricevuto e, soprattutto, a vivere cristianamente il giorno del Signore.

    51. ITINERARIO CATECUMENALE

    52. Litinerario catecumenale quello della Nota pastorale del Consiglio Permanente della CEI circa liniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (1999), pensato in non meno di cinque anni. Esso proposto per tutti i fanciulli non ancora battezzati ma consigliabile anche per quei fanciulli e ragazzi che, pur essendo gi battezzati, devono partire da zero, non avendo mai avuto nessuna educazione cristiana. Per i tempi e le tappe di questo itinerario si rimanda alla guida curata dal Servizio Nazionale per il Catecumenato.

    53. ITINERARIO ASSOCIATIVO

    55. ITINERARIO FAMILIARE

    56. Questo itinerario, la cui attivazione subordinata inevitabilmente ad alcune condizioni precisate nel testo, prevede che, almeno in parte, il cammino di evangelizzazione e catechesi dei fanciulli avvenga direttamente in famiglia ad opera dei loro stessi genitori. Ovviamente questo itinerario pu essere consigliabile per quei fanciulli e ragazzi che nella loro famiglia gi stanno facendo un significativo cammino di vita cristiana e i cui genitori abbiano tempo, voglia e capacit di offrire questo prezioso servizio. Anche per litinerario familiare i tempi e le tappe sono gli stessi dellitinerario ordinario.

    57. ATTUAZIONE DEL NUOVO MODELLO DI ICFR

    58. La lettera pastorale del 2003 Quasi contemporaneamente alla pubblicazione del documento Liniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (agosto 2003), il Vescovo Giulio Sanguineti nella Lettera pastorale per lanno 2003-2004 (luglio 2003) presentava le tappe della conoscenza, della interiorizzazione e della attuazione del nuovo modello di iniziazione cristiana.

    59. FASE DI PRESENTAZIONE Chiedo che tutta la Diocesi nel giro di cinque anni studi questo nuovo modello, lo assuma e lo avvii, pur lasciando alle varie zone pastorali la possibilit di decidere quando partire, in base al proprio cammino di maturazione e di preparazione. Lanno 2003-2004 dovr essere lanno della presentazione del nuovo modello di iniziazione cristiana: al consiglio presbiterale, al consiglio pastorale diocesano, ai presbiteri nelle macrozone.

    60. FASE DI APPROFONDIMENTO E DI SENSIBILIZZAZIONE Nello stesso anno (2003), i presbiteri delle varie zone, sotto la guida del vicario zonale, sono stati chiamati ad approfondire la conoscenza del nuovo modello di iniziazione cristiana, coinvolgendo i consigli pastorali, i catechisti e le varie comunit parrocchiali.

    61. LA PRIMA RISPOSTA DELLA DIOCESI A distanza di alcuni mesi (il 23 marzo 2004), il Vescovo mandava una lettera ai vicari zonali in cui, tra laltro, diceva: mio vivo desiderio sapere come la Diocesi stia rispondendo alla richiesta di approfondimento e assunzione del nuovo modello di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Ti chiedo perci il favore di farmi avere una breve relazione scritta. Nel giro di alcuni mesi tutti i 32 vicari zonali della Diocesi hanno fatto giungere la loro relazione, da cui risulta che, nonostante alcune perplessit e resistenze (pi tra i preti che non tra i laici), praticamente in tutte le zone iniziato un cammino di conoscenza e di sensibilizzazione sul nuovo modello di iniziazione.

    62. I PRIMI PASSI Per volere del Vescovo i primi esperimenti sono seguiti dallUfficio Catechistico che chiede alle zone che partono la partecipazione ad alcuni incontri zonali di formazione per sacerdoti, consigli pastorali e catechisti. Sono previsti 5 incontri per la preparazione del tempo preliminare di evangelizzazione dei genitori, 5 per il tempo della prima evangelizzazione dei fanciulli, 5 per il tempo dellapprofondimento della fede e del completamento dei sacramenti delliniziazione cristiana e 3 per il tempo della mistagogia.

    63. CONCLUSIONE

    64. LAPPORTO DETERMINANTE DELLE FAMIGLIE Tutta la Diocesi, sia pure con intensit diversa, si sta muovendo per conoscere e attuare il nuovo modello di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, che vede come determinante laccompagnamento della famiglia e, soprattutto, dei genitori. NB: Tuttavia il Documento sullICFR prevede che, in caso di rifiuto da parte dei genitori, il fanciullo possa essere accompagnato da altri membri della famiglia (fratelli o sorelle o parenti stretti) o da famiglie affidatarie che lo adottino spiritualmente (ad es. la famiglia del padrino o altre famiglie della parrocchia). Cf n. 48.

    65. LA LETTERA SU IC E FAMIGLIA Per sottolineare questo, il Vescovo Sanguineti ha emanato per il 2004-2005 una Lettera pastorale intitolata iniziazione cristiana e famiglia, nella quale, oltre a ribadire che la famiglia il luogo privilegiato dellesperienza e della trasmissione della fede, precisa che il suo apporto va esigito e valorizzato per tutto il cammino delliniziazione cristiana dal Battesimo fino al tempo della mistagogia dopo la Cresima e lEucaristia.

    66. LA PARROCCHIA A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE indispensabile che la parrocchia, per tutto questo arco di tempo, offra alle famiglie il sostegno e i mezzi adeguati per un autentico cammino di fede, perch possano a loro volta realizzare il compito originario e originale di trasmetterla ai figli.

    67. UNOPPORTUNIT DI EVANGELIZZAZIONE DEGLI ADULTI Lattenzione allICFR e la sua revisione non contraddicono la scelta prioritaria della evangelizzazione degli adulti, chiaramente evidenziata nella scelta pastorale del Vescovo (1999) e attuata anche attraverso i corsi zonali di formazione superiore dei catechisti per adulti. Quella dei figli, infatti, rimane la via pi facile per giungere al cuore anche dei genitori.

    68. CAMBIARE PER RIMANERE FEDELI A CRISTO Il percorso intrapreso mostra come, lungo la sua storia, la Chiesa ha saputo rinnovare le modalit di trasmissione della fede cristiana alle nuove generazioni. Le ragioni contingenti della riforma del modo diniziare alla vita cristiana sono le grandi trasformazioni socio-culturali di ogni epoca, interpretate a partire da criteri teologico-pastorali. Nondimeno, la ragione ultima di ogni riforma dellIC la ricerca di una sempre maggiore fedelt a Cristo, che chiede alla sua Chiesa, in ogni epoca, di adempiere la sua missione essenziale: EVANGELIZZARE al fine di generare nuovi discepoli, partecipi della Vita nuova del Risorto.

    69. FEDELI A CRISTO NELLA DOCILIT AL MAGISTERO ECCLESIALE

    70. FEDELI ALLA TRADIZIONE DELLA CHIESA ANTICA La valorizzazione di percorsi dispirazione catecumenale manifesta una fedelt singolare rispetto alla prassi dIC della Chiesa antica (III-VIII secc).

    71. FATICA E SPERANZA! Siamo soltanto allinizio di una nuova epoca della storia della Chiesa, segnata dallinevitabile travaglio nel difficile e decisivo compito di rinnovare le modalit di trasmissione della fede cristiana. Una fatica che, tuttavia, ha il sapore della speranza, nella consapevolezza che lavvenire della Chiesa in mano al Signore Ges. Ecco perch, un compito irrinunciabile del catechista e di ogni testimone del Vangelo di Cristo, quello di porsi, dinanzi a chiunque manifesti sfiducia e scoraggiamento rispetto allavvenire della Chiesa, con uno sguardo abitato dallottimismo evangelico. Non abbiamo paura di cambiare, se il cambiamento richiesto da una maggiore fedelt a Cristo!

    73. Testo principale di riferimento: R. Tononi, E. Zanoletti, G. Chiari Lesperienza della diocesi di Brescia (XXXIX Convegno Nazionale dei Direttori UCD, Esperienza nuove diniziazione cristiana. Le proposte e i protagonisti, La Perla Ionica - Acireale - Catania 20-23 giugno 2005) in Quaderni della Segreteria Generale dellUfficio Catechistico Nazionale. Notiziario n. 3, Anno XXXIV, Ottobre 2005, pp. 156-162.

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