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GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE

GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE. MODULO 2 Utilizzare la forza dei simboli.

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GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE

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Presentation Transcript


  1. GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE MODULO 2 Utilizzare la forza dei simboli Il Progetto SPRINT è attuato dal FORMEZ nell’ambito della Misura II.2 del PON “Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema Ob.1” ed è cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. La Misura è a titolarità del Dipartimento della Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri

  2. COMUNICARE ATTRAVERSO I SIMBOLI Il complesso sistema di decision making legato alla Progettazione Integrata e la necessità di tenere unita e viva la compagine partenariale (istituzionale e socioeconomica) impone, più che in altri casi, una forte produzione di comunicazione simbolica. La comunicazione simbolica è prodotta, per la maggior parte, dai leader che hanno una capacità (innata per i leader carismatici) peculiare nell’interpretare i “simboli” e nel raccontare i “miti” e “leggende” legate ad un oggetto (in questo caso il Progetto Integrato).

  3. COMUNICARE ATTRAVERSO I SIMBOLI La comunicazione simbolica, dunque, va costruita con azioni mirate di elaborazione/rielaborazione dei simboli, di inserimento degli stessi in schemi narrativi e di diffusione e condivisione verso il Territorio. I soggetti istituzionali che hanno una posizione di leadership all’interno del PIT hanno la responsabilità di non abdicare agli stereotipi. Devono raccontare storie di mobilitazione collettiva e di cambiamento, di aggregazione e di sviluppo, di integrazione e di identità

  4. I SIMBOLI E LE ORGANIZZAZIONI Un filone della scienza organizzativa ha studiato le organizzazioni come culture ed ha dimostrato come i simboli possano essere un’importante risorsa anche nella gestione interna dell’organizzazione oltre che nel rapporto con il mondo esterno. Tanto più l’organizzazione avrà sviluppato un campo simbolico forte interno, tante più probabilità avrà di sopravvivere non solo adattandosi al proprio ambiente, ma anche modificando la realtà. Il sistema industriale occidentale lo ha compreso da tempo: le risorse simboliche sono diventate i principali fattori di business. Con il processo di globalizzazione è diventato sempre più chiaro come sul mercato non si scambino solo beni e servizi, ma soprattutto valori culturali e modi di vivere. Tali valori sono in genere sintetizzati, concentrati, in simboli che diventano così segni dotati di una particolare forza sociale.

  5. I SIMBOLI NELLO SVILUPPO LOCALE …se questi aspetti sono da tempo ormai noti, perché si è data finora così poca importanza al simbolismo nello sviluppo locale?

  6. Non a caso il linguaggio dei Progetti Integrati rimanda ad una Babele: i vari gruppi sociali coinvolti non hanno simboli comuni di riferimento. La gestione della simbologia dei programmi di sviluppo locale si intreccia così con il tema più generale della governance, della capacità effettiva di coordinare in maniera partecipativa un territorio, soggetto a vari livelli di governo e di competenze amministrative. I SIMBOLI NELLO SVILUPPO LOCALE …sicuramente non ha contribuito la frammentazione del sistema sociale coinvolto nei programmi di sviluppo locale.

  7. I SIMBOLI NELLO SVILUPPO LOCALE Nel migliore dei casi potevano essere strutture organizzative già impegnate nella gestione di altri strumenti di sviluppo. Strutture che quindi avevano già loro storie e leggende organizzative, simboli consolidati. In altri casi ha sollecitato il protagonismo dei sindaci o di altri politici locali, con risultati anche dal punto di vista simbolico deludenti: l’adesione agli stereotipi dello sviluppo locale di molte delle Idee-Forza ne costituisce la migliore dimostrazione. In mancanza di strutture proprie, gli strumenti dello sviluppo locale (tra cui i Progetti Integrati) hanno dovuto vampirizzare le risorse simboliche che di volta in volta hanno trovato a loro disposizione

  8. RACCONTARE I MITI DEL PROGETTO INTEGRATO IL MITO ·    …“i miti sono definibili quali schemi narrativi fondamentali, limitati nel numero, tipici nella struttura e generalizzabili nel significato”. ·    …“Il mito è fra le configurazioni del simbolo quella che con maggior facilità rende i soggetti coinvolti consapevoli stimolando l'impiego dell'immaginazione e dell'intuito. Con la sua carica evocativa, partecipa alla dimensione simbolica a livello emozionale, ed è pertanto il veicolo di senso alla portata di tutti”. ·    …“Il mito è funzione attiva del processo identitario”. [Barbara Henry, Mito e identità. Contesti di tolleranza, Edizioni ETS, Pisa 2000] Dai tempi più antichi i simboli vivono all’interno dei miti. Il fascino e l'efficacia del mito risiedono nella sua capacità allusiva di evocare significati attraverso una ricca produzione simbolica. Il tentativo di ricostruire un quadro organico delle possibilità di produzione simbolica racchiuse nella Progettazione Integrata incontra nel mito la sua principale fonte di ispirazione.

  9. RACCONTARE I MITI DEL PROGETTO INTEGRATO I territori hanno sempre delle risorse mitopoietiche proprie: storie e leggende, che a volte si perdono nei secoli, altre volte sono molto più recenti. Alcune di queste storie riguardano proprio lo sviluppo locale: spesso veri e propri racconti mitologici su come, nonostante le mille difficoltà, alla fine si è giunti a conseguire un importante risultato di sviluppo. Frequentemente in questi racconti emergono le figure dei leader (gli “eroi”) che sono stati capaci di raccogliere le forze presenti sul territorio ed indirizzarle positivamente.

  10. RACCONTARE I MITI DEL PROGETTO INTEGRATO Altre storie riguardono, invece, i processi di identificazione culturale, storica e sociale di un determinato territorio che appartengono in maniera più o meno consapevole ai cittadini.

  11. ESEMPIO 1 “…la riappropriazione dell’identità passa attraverso l’ancoraggio del Progetto Integrato agli elementi di riconoscibilità dell’area: e cioè ai simboli del territorio: la linea di terra che è il percorso della “transumanza” nel caso del PIT Regio Tratturo, la linea d’acqua che si riferisce al Fiume Ofanto nel caso del PIT Valle dell’Ofanto. La matrice è comune anche perché, questi, sono due itinerari contigui, che possono essere persino collegati tra di loro; in pratica sono due solchi tracciati sul territorio irpino, lungo i quali si sono strutturati dei percorsi umani. L’Ofanto, è interpretabile come “linea della vita” dell’ethnos degli Irpini…” Intervista a Luisa Bocciero (PIT Regio Tratturo e Valle dell’Ofanto – Provincia di Avellino)

  12. “…per comunicare il Progetto Integrato abbiamo voluto adottare un logo che lo potesse rappresentare, nel quale i diversi attori si potessero riconoscere e che fosse condiviso dai partecipanti al progetto e dal territorio stesso. Abbiamo così cercato di associare il turismo enogastronomico ad un marchio utilizzato nei differenti momenti della comunicazione. Nel logo abbiamo utilizzato il tema della “porta” inserendo l’arco tipico delle zone interne del centro e sud Italia. La porta è intesa come elemento di ingresso che conduce ad un contesto in cui possa avvenire il “viaggio culturale”, che inizia dalla conoscenza della ricchezza enogastronomica ma conduce verso sentieri costellati di risorse storico-culturali, naturali, paesaggistiche La porta intesa quindi non come barriera, ma come elemento dinamico dalle interessanti potenzialità. L’immagine all’interno, ripresa da Bruegel, è quella di un contesto agreste e contadino riconducibile alla tradizione, alla storia, ai prodotti della terra e alla loro valorizzazione”. Intervista Roberto Formato – Responsabile Regionale del Progetto Integrato “Filiera Turistica Enogastronomica” ESEMPIO 2

  13. RACCONTARE I MITI DEL PROGETTO INTEGRATO l’Ufficio Unico, ad esempio, a cui gli enti sottoscrittori del Progetto Integrato affidano l'esercizio di tutte le funzioni pubbliche concernenti l'attuazione, è un esempio di innovazione istituzionale ed amministrativa nel rafforzamento delle capacità di governo e di partecipazione delle Amministrazioni e dei partenariati locali. Ed allora è possibile raccontare il mito di questa Innovazione Amministrativa, e cioè, si possono narrare le gesta di “eroi” che mettono a punto nuove regole, che battono nuovi sentieri, che sperimentano nuove soluzioni. Ma la narrazione mitologica è anche qualcosa di più di questo. La Progettazione Integrata, infatti, può rappresentare un fenomeno di forte discontinuità nell’azione amministrativa sia da un punto di vista strettamente giuridico, sia da un punto di vista organizzativo. Nascono nuovi strumenti di governo del territorio e nuove forme di aggregazione tra Enti Locali

  14. RACCONTARE I MITI DEL PROGETTO INTEGRATO E ancora, l’efficacia della Progettazione Integrata dipende molto dalla qualità ed intensità dell’Azione Collettiva. Il coinvolgimento nelle decisioni sia in sede progettuale che in sede gestionale ci racconta di un Progetto Integrato “partecipato”. Il mito dell’AzioneCollettiva ci racconta una storia di mobilitazione delle migliori risorse territoriali per la costruzione di un intervento importante. Ci parla di “eroi” (Agenti di Sviluppo, Sindaci, Presidenti di Province, Assessori Regionali, semplici funzionari o dirigenti, ecc…) che perseguono con profonda convinzione il riscatto di un’area.

  15. Estratto dalleLinee Guida per la Comunicazione dei PIT, realizzato dal Progetto SPRINT. Sibasa sul lavoro del gruppo interregionale sulla comunicazione nella Progettazione Integrata del Consiglio dei Ministri. I membri del gruppo interregionale sono: Monica Caiaffa Massimo Di Rienzo Marcella Mariani Raffaele Paciello Francesca Pastoressa Claudio Pisu Giuseppina Scirocco Stefania Tripodi Cecilia Vedana Per richiedere ulteriori informazioni e per inviare contributi: Massimo Di Rienzo Progetto SPRINT mdirienzo.guest@formez.it FORMEZ, Via Rubicone, 11 00198 – Roma 0684892204

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