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Domenico Monizzi Cardiologia Territoriale ASP Crotone

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Domenico Monizzi Cardiologia Territoriale ASP Crotone

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Presentation Transcript


    1. Domenico Monizzi Cardiologia Territoriale ASP Crotone

    6. International CHD Mortality Trends in Men: 1968-2003

    7. Decline in Coronary Heart Disease Mortality Between 1981 and 2000, coronary heart disease mortality rates in England and Wales decreased by 62% in men and 45% in women: 68.230 fewer deaths in 2000. Some 42% of this decrease was attributed to treatments in individuals and 58% to population risk factor reductions

    8. Better Primary Prevention Compared with secondary prevention, primary prevention achieved a fourfold larger reduction in deaths. Future CHD policies should prioritise population-wide tobacco control and healthier diets.

    9. Sovrastima della terapia farmacologica? Riduzione di rischio relativo mortalit dopo IMA: -15% aspirina, -23% BB, 20% ACE-I, -22% statine e -26% RC. In un P trattato gi con aspirina, laggiunta di un BB pu ridurre solo il rischio residuo (1 0.15: 0.85); la successiva somministrazione di un ACE-I riduce il rimanente rischio 1 [(1 0.15) X (1 0.23)]. La riduzione del rischio relativo del 34% invece che della semplice somma (106%).

    10. Definizione di rischio Rischio assoluto Probabilit che un individuo manifesti un evento in un dato periodo di tempo. Si esprime in valore % (10% a 10 anni) Rischio relativo Rapporto fra il rischio assoluto di un soggetto e il rischio assoluto medio di una popolazione di riferimento* Il rischio pu essere definito come rischio assoluto o relativo. Per rischio assoluto si intende la probabilit che un soggetto ha di sviluppare un evento cardiovascolare in un determinato periodo di tempo, definito di 10 anni nella maggior parte degli studi di prevenzione cardiovascolare. Diverso dal rischio assoluto invece il rischio relativo che il rapporto fra il rischio assoluto di un soggetto e il rischio di una popolazione di riferimento. In prevenzione primaria la popolazione di riferimento la popolazione di pazienti con et pari a quella del soggetto di cui vogliamo conoscere il rischio relativo ma che non presenta nessun fattore di rischio aggiuntivo.Il rischio pu essere definito come rischio assoluto o relativo. Per rischio assoluto si intende la probabilit che un soggetto ha di sviluppare un evento cardiovascolare in un determinato periodo di tempo, definito di 10 anni nella maggior parte degli studi di prevenzione cardiovascolare. Diverso dal rischio assoluto invece il rischio relativo che il rapporto fra il rischio assoluto di un soggetto e il rischio di una popolazione di riferimento. In prevenzione primaria la popolazione di riferimento la popolazione di pazienti con et pari a quella del soggetto di cui vogliamo conoscere il rischio relativo ma che non presenta nessun fattore di rischio aggiuntivo.

    13. Rischio cardiovascolare residuo nei pazienti trattati con statine Substantial residual cardiovascular risk in statin-treated patients The MRC/BHF Heart Protection Study was one of the landmark trials that have established the place of statins in the management of hypercholesterolaemia. A population of 20,536 patients at high cardiovascular risk through the presence of coronary disease, other arterial disease or diabetes were randomly assigned to treatment with simvastatin or placebo for an average of 5 years. The intervention was highly effective, with a significant reduction in the risk of cardiovascular events of 24%. However, a majority of cardiovascular risk remains unaffected after statin treatment, and almost 20% of patients in the statin group had a major cardiovascular event during the 5-year follow-up period. Total-C and LDL-C were markedly reduced by treatment with the statin (mean changes from baseline of -1.2 mmol/L [-46 mg/dL] and 1.0 mmol/L [-39 mg/dL], respectively). However, other lipid components, such as triglycerides of HDL-C impact importantly on cardiovascular risk and were changed only slightly in the study (mean changes from baseline of -0.3 mmol/L [-27 mg/dL] and 0.03 mmol/L [1 mg/dL], respectively). We may need to look beyond effects on LDL-C to achieve greater results in the management of overall cardiovascular risk. Heart Protection Study Collaborative Group. MRC/BHF Heart Protection Study of cholesterol lowering with simvastatin in 20,536 high-risk individuals: a randomised placebo-controlled trial. Lancet 2002;360:7-22. Substantial residual cardiovascular risk in statin-treated patients The MRC/BHF Heart Protection Study was one of the landmark trials that have established the place of statins in the management of hypercholesterolaemia. A population of 20,536 patients at high cardiovascular risk through the presence of coronary disease, other arterial disease or diabetes were randomly assigned to treatment with simvastatin or placebo for an average of 5 years. The intervention was highly effective, with a significant reduction in the risk of cardiovascular events of 24%. However, a majority of cardiovascular risk remains unaffected after statin treatment, and almost 20% of patients in the statin group had a major cardiovascular event during the 5-year follow-up period. Total-C and LDL-C were markedly reduced by treatment with the statin (mean changes from baseline of -1.2 mmol/L [-46 mg/dL] and 1.0 mmol/L [-39 mg/dL], respectively). However, other lipid components, such as triglycerides of HDL-C impact importantly on cardiovascular risk and were changed only slightly in the study (mean changes from baseline of -0.3 mmol/L [-27 mg/dL] and 0.03 mmol/L [1 mg/dL], respectively). We may need to look beyond effects on LDL-C to achieve greater results in the management of overall cardiovascular risk. Heart Protection Study Collaborative Group. MRC/BHF Heart Protection Study of cholesterol lowering with simvastatin in 20,536 high-risk individuals: a randomised placebo-controlled trial. Lancet 2002;360:7-22.

    16. Linterazione di molteplici fattori di rischio pu determinare aumenti moltiplicativi, piuttosto che additivi, di rischio CV. Questi diagrammi di Venn mostrano gli aumenti del rischio associati alla presenza di molteplici fattori di rischio CV in 2 ipotetici pazienti di sesso maschile di 40 anni, in confronto al rischio CVD di un uomo di 40 anni non fumatore con CT 185 mg/dL e PAS 120 mmHg, non intollerante al glucosio e che non presenta LVH. Il diagramma sulla sinistra illustra linterazione dei fattori di rischio in un paziente con livelli moderatamente elevati di CT (5,4 mmol/L [210 mg/dL]), ipertensione (PAS 165 mmHg), e intolleranza al glucosio. Mentre ciascun fattore di rischio risulta in un aumento compreso tra 1,3 e 1,9 volte del rischio CVD, linterazione di tutti i 3 fattori di rischio determina un aumento di 4,5 volte del rischio CVD. Il diagramma sulla destra mostra linterazione dei fattori di rischio in un paziente con elevati livelli di CT (6,1 mmol/L [235 mg/dL]) e grave ipertensione (PAS 195 mmHg), fumatore. Ciascun fattore di rischio determina un aumento compreso tra 1,7 e 3,0 volte del rischio CVD. Tuttavia, la presenza di tutti i 3 fattori di rischio determina un aumento del rischio di 8,7 volte. Kannel WB, In: Genest J et al., eds. Hypertension: Physiopathology and Treatment. New York, NY: McGraw Hill, 1977;888-910Linterazione di molteplici fattori di rischio pu determinare aumenti moltiplicativi, piuttosto che additivi, di rischio CV. Questi diagrammi di Venn mostrano gli aumenti del rischio associati alla presenza di molteplici fattori di rischio CV in 2 ipotetici pazienti di sesso maschile di 40 anni, in confronto al rischio CVD di un uomo di 40 anni non fumatore con CT 185 mg/dL e PAS 120 mmHg, non intollerante al glucosio e che non presenta LVH. Il diagramma sulla sinistra illustra linterazione dei fattori di rischio in un paziente con livelli moderatamente elevati di CT (5,4 mmol/L [210 mg/dL]), ipertensione (PAS 165 mmHg), e intolleranza al glucosio. Mentre ciascun fattore di rischio risulta in un aumento compreso tra 1,3 e 1,9 volte del rischio CVD, linterazione di tutti i 3 fattori di rischio determina un aumento di 4,5 volte del rischio CVD. Il diagramma sulla destra mostra linterazione dei fattori di rischio in un paziente con elevati livelli di CT (6,1 mmol/L [235 mg/dL]) e grave ipertensione (PAS 195 mmHg), fumatore. Ciascun fattore di rischio determina un aumento compreso tra 1,7 e 3,0 volte del rischio CVD. Tuttavia, la presenza di tutti i 3 fattori di rischio determina un aumento del rischio di 8,7 volte. Kannel WB, In: Genest J et al., eds. Hypertension: Physiopathology and Treatment. New York, NY: McGraw Hill, 1977;888-910

    18. European guidelines on CVD prevention

    19. dal concetto di rischio cardiovascolare globale al concetto di rischio cardiometabolico globale

    20. Sindrome metabolica ______________________________

    21. DAL RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE AL RISCHIO CARDIOMETABOLICO

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