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GLI STADI DI SVILUPPO DELLA LETTO-SCRITTURA

GLI STADI DI SVILUPPO DELLA LETTO-SCRITTURA. Logografico. Il bambino non ha ancora scoperto che i grafemi rappresentano i suoni della lingua e legge la parola come un “disegno”, ad esempio legge il suo nome perché ricorda i segni che lo compongono.

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GLI STADI DI SVILUPPO DELLA LETTO-SCRITTURA

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Presentation Transcript


  1. GLI STADI DI SVILUPPO DELLA LETTO-SCRITTURA Logografico. Il bambino non ha ancora scoperto che i grafemi rappresentano i suoni della lingua e legge la parola come un “disegno”, ad esempio legge il suo nome perché ricorda i segni che lo compongono. • Alfabetico. Il bambino ha scoperto che i grafemi rappresentano i fonemi e si cimenta nella decodifica; associa due grafemi a formare un suono e poi altri due e mettendoli insieme forma le prime parole. • Ortografico. Raggruppa insieme più grafemi (es. “cor” o “man” nelle parole “corto” o “manto”) o legge più grafemi che rappresentano un fonema (digrammi e trigrammi). • Lessicale. Il bambino legge la parola “tutta insieme”, ossia accede al significato direttamente utilizzando in una lingua trasparente come la nostra il lessico fonologico; in altre parole la parola “compito” che ha incontrato altre volte non ha più bisogno di decifrarla. I parlanti le lingue opache utilizzano invece il lessico ortografico, perché l’instabilità di rappresentazione grafema/fonema costringe il lettore a ricordarsi con quali grafemi viene rappresentato quel nome (es. any [‘eni]), per lui è impossibile usare il lessico fonologico.

  2. LE DISLESSIE Mista STADIO LOGOGRAFICO •Fonologica:errori STADIO ALFABETICO nelle non parole •Morfolessicale STADIO ORTOGRAFICO (superficiale): errori nelle par. irregolari STADIO LESSICALE

  3. LE CARATTERISTICHE DEL DISTURBO • Inizialmente le difficoltà sono rappresentate soprattutto dagli errori e dalla lentezza nella lettura e nella scrittura; • Più avanti gli errori tendono a diminuire, mentre rimane la lentezza esecutiva e possono comparire difficoltà di comprensione e di stesura di un testo; • Le reazioni emotive al disturbo, se non riconosciuto, tendono a crescere nel tempo;

  4. LE CARATTERISTICHE EVOLUTIVE • Le competenze metafonologiche e metalessicali rimangono deficitarie; • Diventano più evidenti le difficoltà metalinguistiche; • L’integrazione tra le diverse strategie di lettura rimane precaria;

  5. LE CARATTERISTICHE EVOLUTIVE • Il controllo della lettura e della scrittura diventa difficilmente automatico; • Leggere e scrivere diventano raramente attività piacevoli; • La curiosità e la voglia di imparare si riducono di fronte alla fatica necessaria per leggere; • Il gap tra potenzialità e livello scolastico tende ad aumentare, a meno di non intervenire in modo adeguato.

  6. DOMANDE FREQUENTI • Bisogna ottenere che si impegni di più • La famiglia deve seguirlo meglio • Deve fare più esercizio • Se è un disturbo organico la Scuola non può fare nulla • E’ necessaria una didattica “speciale”

  7. COME DISTINGURE UN DSA DA UN RITARDO MATURATIVO?? • Quando ipotizzare la presenza di un DSA ed attivare strategie didattiche mirate e/o un percorso diagnostico ?

  8. Un bambino che al termine dellaScuola dell’infanzia • Non disegna bene • Non racconta bene • Non sa giocare con i suoni delle parole • Non è coordinato motoriamente • Non si allaccia le scarpe • Non impugna bene la penna • Non usa ancora la mano dominante

  9. Un bambino che a metà della scuola elementare: • Non legge e non scrive autonomamente parole; • Compie errori che deformano completamente la parole • Non comprende ciò che legge

  10. Un bambino che alla fine della prima elementare • Non legge o scrive autonomamente frasi Complesse • Compie errori che deformano la parola • Legge sillabando anche parole comuni • Non comprende ciò che legge

  11. Un bambino che alla fine della II elementare • Legge ancora per parole • Compie errori fonologici • Non sa staccare correttamente le parole • Non sa ripetere ciò che ha letto

  12. Che fare?? • Distinguere tra specificità del disturbo e intervento didattico • L’intervento può precedere la diagnosi • Attività di screening

  13. Progettazione:SCREENING 1. ELEMENTAREutilizzo del dettato • Il dettato di parole consente di verificare la prima acquisizione della fase alfabetica (sillabe piane) e l’inizio della fase ortografica (lettere ponte, sillabe più complesse) dal punto di vista fonologico, escludendo in questa fase tutte le regole ortografiche relative alla punteggiatura, apostrofi, accenti, particolarità, doppie.

  14. Perché si può utilizzare questo tipo di screening? • Sono alcune parole a difficoltà fonologica crescente, a bassa frequenza d’uso e con buon grado di immaginabilità, con alto grado di corrispondenza tra grafema/fonema. • Nelle due prove si utilizzano liste diverse di parole che sono equilibrate nelle caratteristiche fonetiche e sillabiche.

  15. Fase I: Dettato fine gennaio inizio febbraio BISILLABE PIANE • Pera • Fumo • Gola • Biro BISILLABE COMPLESSE • Barca • Fonte • Strada • Grande • Sfinge TRISILLABE PIANE • Carota • Divano • Balena • Melone TRISILLABE COMPLESSE • Scatola • Candela • Mandorla • Fantasma • Serpente

  16. FASE II: Dettato fine maggio BISILLABE PIANE • Tela • Peso • Lino • Fumo BISILLABE COMPLESSE • Festa • Brano • Lungo • Corda • Londra TRISILLABE PIANE • Pavone • Ferita • Numeri • Medusa TRISILLABE COMPLESSE • Patente • Spavento • Vacanza • Persiana • poltrona

  17. I criteri di valutazione La valutazione si basa sui 2 parametri: • lunghezza (memoria verbale) • complessità (nessi consonantici)

  18. Organizzare lo screnning Ambiente: strutturare la classe in modo da evitare copiatureMateriale:fogli con righe o quadrettoni normalmente usati dal bambino nel corso dell’anno Risorse: docenti di classe con referente DSA

  19. Modalità della dettatura • La dettatura delle parole deve essere uniforme. • Le parole devono essere dettate senza sillabarle. • I bambini devono scrivere una parola sotto l'altra utilizzando il carattere usato normalmente (stampato, maiuscolo, minuscolo o corsivo).

  20. Presentazione della prova ai bambini: consegna “Scrivete una parola sotto l'altra. Non posso ripetere la parola. Non importa se non sapete come si scrive. Se vi accorgete di avere fatto un errore, per correggerlo potete tracciare una riga sopra la parola sbagliata e riscriverla sotto. Se non fate in tempo a scrivere tutta la parola, passate alla successiva.”

  21. Indicazioni per i docenti • Possono essere dettate anche un paio di parole di prova su un foglio diverso. Appena tutti hanno compreso le modalità, si procede con il dettato delle parole selezionate. Verificare bene se i bambini hanno compreso il compito prima di iniziare il dettato vero e proprio, che, una volta iniziato, non deve essere interrotto. • Durante la somministrazione del dettato il tempo tra una parola e l'altra deve essere di sette secondi alla prima somministrazione (gennaio o inizio febbraio), di cinque secondi alla seconda somministrazione (maggio).

  22. Modalità di valutazione quantitativa e qualitativa • 1 punto per ogni parola scritta correttamente • 0 punti per parole contenenti 1 o più errori oppure omesse • Non si considera errore il raddoppiamento di grafema (solo in prima) • Non si considera errore la scrittura speculare (solo in prima) • Limite di rischio: più di 8 parole sbagliate

  23. Indice rischio più affidabile • Somma grafemi scritti correttamente • Somma grafemi totali delle 18 parole • Rapporto tra i due valori (grafemi corretti/grafemi totali) • Se il rapporto è inferiore al 50% c’è un alto rischio (85%probabilità) che sia deficitario anche nella prova di maggio (nonostante il lavoro in classe)

  24. Errori più frequenti • Omissione di pezzi superiori alla sillaba • Scambio di grafema • Omissione di sillaba intera • Omissione di grafema in sillaba complessa • Omissione di grafema in sillaba semplice

  25. Valutazione seconda somministrazione • Nella seconda somministrazione i bambini tendono a compiere meno errori nella parte iniziale di parola (più conservata) e, al diminuire del tempo a disposizione, omettono del tutto la parte finale di parola mostrando più capacità di analisi fonologica. • Tra tutti i tipi di errore lo scambio di grafema rimane percentualmente inalterato nelle due prove (“zoccolo duro” della difficoltà per i bambini a rischio)

  26. Classificazione degli errori di scrittura • ERRORI FONOLOGICI ( errori in cui non è rispettato il rapporto fonema/grafema) • scambi di suono es. p/b f/v r/l • riduzioni di gruppo/ dittonghi es. tota x torta pede x piede • aggiunte /omissioni di suoni es. torota x torta • inversioni/migrazioni ecc. es. Banela x balena

  27. Classificazione degli errori di scrittura • ERRORI FONETICI • (errori legati ad aspetti quali l’intensità e la tenuta dei suoni) • omissione/aggiunta di doppie • omissione/aggiunta di accento.

  28. Classificazione degli errori di scrittura • ERRORI ORTOGRAFICI (errori in cui non sono rispettate le convenzioni ortografiche ecc.) • omissione dell’h • omissione di apostrofo • scambi di suoni omofoni non omografi es. quore cuaderno • fusioni/separazioni illegali es. in sieme conla • errori di regole es. cie/ce • errori nella rappresentazione dei di/trigrammi es. gni/gn gl/gli ,cs/sc

  29. La legge 170/2010 • garantire  il  diritto  all’istruzione  e  i necessari supporti agli alunni con DSA; • favorire il successo scolastico, anche attraverso  misure  didattiche  di  supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; • ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con DSA; • assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità degli alunni con DSA; • adottare forme di verifica e di valutazione  adeguate  alle  necessità  degli alunni con DSA

  30. Continua …….. • sensibilizzare  e  preparare  gli  insegnanti  ed  i  genitori  nei  confronti  delle  problematiche legate alle DSA; • assicurare   adeguate   possibilità di diagnosi precoce, anche a partire dalla scuola  dell’infanzia, e di riabilitazione per i soggetti con DSA; • favorire la diagnosi  precoce  e percorsi didattici riabilitativi; • incrementare  la  comunicazione  e  la collaborazione  tra  famiglia,  scuola  e  servizi sanitari  durante  tutto  l’arco  dell’istruzione scolastica

  31. La scuola può fare!!!! • PRIMA DIAGNOSI EDUCATIVA: Precoce e tempestiva da effettuarsi nelle prime fasi dell’apprendimento di lettura-scrittura • FORMAZIONE: Al personale educativo della scuola: in termini di formazione relativa alla gestione dell’ALUNNO sia per quanto riguarda gli aspetti didattici sia per quanto riguarda gli aspetti evolutivi e neuropsicologici.

  32. CHI DEVE FARE E COSA: INSEGNANTI • Osservare ed individuare i casi a rischio. • Attuare trattamenti preventivi (dalla scuola dell’infanzia al primo ciclo) dagli esercizi motori e senso-percettivi a quelli per le abilità fonologiche. • Cercare la collaborazione con la famiglia ed i servizi. • Attivare screnning con centri specializzati • Modificare la didattica e personalizzare i percorsi. • Favorire l’autostima. • Attuare provvedimenti compensativi e dispensativi dove è necessario (legge170) .

  33. LE COSE DA NON FARE • Farlo copiare alla lavagna • Correggere gli errori con la PENNA ROSSA • Farlo ricopiare il lavoro già svolto • Mortificarlo paragonandolo agli altri

  34. MISURE DISPENSATIVE • Dispensa dalla lettura ad alta voce, dalla scrittura veloce sotto dettatura, dall’uso del vocabolario, dallo studio mnemonico delle tabelline. • Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta. • Programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte e per lo studio a casa. • Organizzazione di interrogazioni programmate. • Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma. • Attivare forme dispensative personalizzate a seconda della specificità del disturbo

  35. Strumenti compensativi emisure dispensative “Sono misure che non violano l’imparzialità, ma al contrario mettono il dislessico sullo stesso piano dei suoi compagni” Giacomo Stella

  36. SI PUO’ SOLO COMPENSARE? • La compensazione aggira il problema? • La compensazione non è l’unica risposta

  37. LA PLASTICITÀ NEURONALE • Il cervello può essere allenato come qualsiasi altro muscolo.(NORMAN DOIDGE) • Già Rosseau avanza l’idea che l’organizzazione del cervello è influenzata dalla nostra esperienza, e che abbiamo bisogno di esercitare i nostri sensi e le abilità mentali nello steso modo in cui alleniamo i muscoli..)

  38. Per concludere Perché un bambino intelligente non riesce a leggere e scrivere ? Come riconoscere il suo problema e aiutarlo a trovare la sua strada? È facile confondere i sintomi con la semplice pigrizia, o attribuirne la causa a problemi familiari ed emotivi. È facile che a trionfare sia il senso di colpa, del bambino e dei familiari. Vincere la dislessia è possibile. Occorre, però, prima di tutto conoscerla.

  39. “Non intendo trattare neppure due di voi allo stesso modo. E niente proteste al riguardo. Alcuni dovranno scrivere lunghe relazioni, altri avranno il permesso di farle più corte; alcuni dovranno leggere articoli chilometrici, altri articoli brevi. Così stanno le cose. Ognuno apprende in modo diverso e se qualcuno ha esigenze particolari, me lo faccia sapere e io penserò a studiare qualcosa di più adatto a lui. Ma non voglio sentire lamentele su quello che faccio per gli altri” “A modo loro” Mel Levi

  40. E SE FOSSE DISLESSIA? Materiali selezionati e rielaborati per il corso di formazione: E se fosse Dislessia? I.C Gemelli “Sant’Agnello –Sorrento a.s 2011-12 Dott.ssa Faiella Tiziana

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