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LE ACQUE DOLCI SUPERFICIALI: METODI DI MONITORAGGIO ED EVOLUZIONE NORMATIVA

LE ACQUE DOLCI SUPERFICIALI: METODI DI MONITORAGGIO ED EVOLUZIONE NORMATIVA. Mauro Luchelli Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Università degli Studi di Milano Facoltà di Giurisprudenza 25 gennaio, 2007.

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LE ACQUE DOLCI SUPERFICIALI: METODI DI MONITORAGGIO ED EVOLUZIONE NORMATIVA

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Presentation Transcript


  1. LE ACQUE DOLCI SUPERFICIALI:METODI DI MONITORAGGIO ED EVOLUZIONE NORMATIVA Mauro Luchelli Fondazione Lombardia per l’Ambiente Università degli Studi di Milano Facoltà di Giurisprudenza 25 gennaio, 2007

  2. “L’ecologia è quel ramo della biologia che studia l’interdipendenza e le interazioni fra gli organismi viventi e l’ambiente che li circonda” Haeckel 1866

  3. Lo scenario nazionale (D.Lgs.152/99 - D. Lgs 152/2006) ed europeo (WFD 2000/60/CE) in materia di tutela delle acque si è negli ultimi anni evoluto, passando da una visione solo funzionale, alla osservazione del danno ambientale provocato dagli agenti inquinanti e dalle modificazioni strutturali dell’ambiente acquatico

  4. NOTE STORICHE • Legge 319/76 (Merli): disciplinava gli scarichi di qualsiasi tipo, senza tenere conto della capacità dei corpi idrici recettori. Poteva capitare che un corso d’acqua potesse venire inquinato da scarichi in regola con le norme di legge. La legge 319/76 è stata abrogata dal D.Lgs. 152/99. • D.Lgs. 152/99: Fa (faceva?) riferimento alla tutela della qualità del corpo idrico, tenendo conto di tutti gli elementi che ne determinano la qualità finale. Non basta che il singolo scarico sia in regola con i valori di concentrazione delle sostanze inquinanti

  5. 152/99 LA “NUOVA FILOSOFIA” • Legge 319/76: solo limiti agli scarichi, molta importanza ai parametri chimici • Decreto Legislativo 152/99: limiti agli scarichi più obiettivi di qualità dei corpi idrici recettori, molta importanza ai parametri biologici (es. IBE)

  6. Si è passati perciò da un approccio tecnico amministrativo legato a valutazioni di “limiti” e di “conformità” ad una gestione sistemicache analizza la qualità ambientale mediante la stima delle pressioni, dello stato, del trend evolutivo e degli impatti in un’ottica di gestione delle informazioni ambientali finalizzata alla costruzione di un sistema informativo integrato

  7. D.Lgs.152/99 - art. 1 d) mantenere la capacità naturale diautodepurazionedei corpi idrici, nonché la capacità disostenere comunitàanimali e vegetali ampie e ben diversificate Allegato 1 D.Lgs. 152/99 2.1.1 Stato ecologico …..…considerando comunque prioritario lo stato degli elementi biotici dell’ecosistema

  8. IL CONTESTO Il territorioè lo spazio amministrativodove avvengono le trasformazioni L’ambienteèlo spazio necessario per l’espressione della funzionalità degli ecosistemi di una determinata area, in cui si attuano i fenomeni di interazione tra le componenti abiotiche e quelle biotiche

  9. IL PROCESSO FORMATIVO Ecosistemaè una unità ecologica fondamentale formata dall’insieme degli organismi vegetali ed animali ed il luogo in cui essi vivono Un ecosistema è costituito quindi da una componente biotica, detta biocenosi, ed una componente abiotica, detta biotopo

  10. Queste due componenti, legate da intimi rapporti di interdipendenza e interrelazione, costituiscono unacomplessa strutturafunzionale,capace di autoregolarsi.

  11. Questa nuova filosofia richiede (e richiederà maggiormente in futuro) l’affermarsi di una mentalità, di competenze e di metodiche in grado di sostenere le nuove procedure di conoscenza, controllo, prevenzione e gestionedell’integritàecologicae dellacapacità portantedegli ecosistemi

  12. LA CONOSCENZA Gli strumenti di conoscenza rappresentano l’indispensabile presupposto per l’adozione di processi decisionali finalizzati ad una corretta pianificazione degli interventi di tutela e risanamento

  13. Il sistema delle conoscenze basato sulla pur necessaria verifica di conformità a norme e prescrizioni, si è integrato ed evoluto favorendo l’acquisizione di dati ed informazioni sulle cause del degrado e sulla dinamica evolutiva dell’ambiente nella sua complessità e unitarietà.

  14. La strategia è quella di sviluppare indicatori ed indici in grado di rappresentare lo stato di fatto e monitorare il cambiamento conseguente all’applicazione delle azioni di risanamento Lo scopo è quello di rappresentare le tendenze, le relazioni causa-effetto e l’efficacia delle politiche

  15. INDICATORE OECD (Organisation for Economic Coperation and Development) ha sviluppato una propria teoria sugli indicatori: L’Indicatoreè un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni per descrivere lo stato di un fenomeno, un ambiente o un’area, con un significato che va oltre quello direttamente associabile al valore del parametro stesso.

  16. IL BIOTA “ per stimare il reale grado di tossicità degli agenti inquinanti, a completamento delle tecniche tradizionali devono essere utilizzati i test biologici “ (CEE 1986 – OCDE 1987)

  17. INDICI INDICATORI DATI ELABORATI DATIPRIMARI Piramide dell’Informazione

  18. GLI OBIETTIVI Dall’analisialprocessodi monitoraggio integrato Dallaproduzione del datoalla restituzione dell’informazione

  19. Indagini obbligatorie • Analisi chimico fisiche • Analisi batteriologiche • Analisi della componente macrobentonica (corsi d’acqua) • Indagini supplementari • Test addizionali sul biota • Analisi dei sedimenti Gli strumenti tecnici del D.Lgs 152/99 (e D.Lgs 258/00) per la valutazione delle acque dolci superficiali

  20. monitoraggio chimico-microbiologico monitoraggio biologico ELABORAZIONEDEI DATI LIM IBE Classificazione di Stato Ecologico ed Ambientale CLASSIFICAZIONE

  21. PARAMETRI CHIMICI E MACRODESCRITTORI * Parametri macrodescrittori

  22. Dati primari (1994-1999)

  23. LIVELLO INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI (LIM)

  24. LIM

  25. INDICE BIOTICO ESTESO (IBE) Per il calcolo del valore di IBE da inserire nella tabella di intersezione con il LIM, il decreto prevede di effettuare la media dei singoli valori rilevati durante l’anno nelle quattro campagne di misura che, come buona prassi, possono essere distribuite stagionalmente o rapportate ai regimi idrologici più appropriati per il corso d’acqua indagato.

  26. Indice Biotico Esteso

  27. CAMPIONAMENTO CON METODO IBE

  28. MACROINVERTEBRATI ACQUATICI: POPOLAMENTO MOLTO DIVERSIFICATO (AMBIENTI NON ALTERATI)

  29. MACROINVERTEBRATI ACQUATICI: POPOLAMENTO MEDIAMENTE DIVERSIFICATO (AMBIENTI LEGGERMENTE ALTERATI)

  30. MACROINVERTEBRATI ACQUATICI: POPOLAMENTO POCO DIVERSIFICATO (AMBIENTI ALTERATI)

  31. MACROINVERTEBRATI ACQUATICI: POPOLAMENTO NON DIVERSIFICATO (AMBIENTI MOLTO ALTERATI)

  32. Una comunità macrobentonica diversificata, essendo capace di sfruttare più efficacemente l'intera gamma di apporti alimentari e di adattarsi meglio alle loro variazioni temporali, è garanzia di una buona efficienza depurativa

  33. La composizione "attesa" o ottimale della comunità dei macroinvertebrati corrisponde a quella che, in condizioni di buona efficienza dell'ecosistema, dovrebbe colonizzare quella determinata tipologia fluviale

  34. Infatti in un corso d'acqua dalla sorgente alla foce variano diversi fattori, quali velocità di corrente, caratteristiche del substrato, portata, temperatura, ossigenazione, nutrienti, durezza e, contestualmente, variano anche struttura e funzione delle biocenosi

  35. Le differenti tipologie che si succedono in un fiume costituiscono un utile esempio per dimostrare come la diversa organizzazione delle comunità risponda ad una precisa funzione trofica

  36. E' pertanto evidente che non solo l'inquinamento delle acque, ma anche le alterazioni e le banalizzazioni della morfologia degli ecosistemi fluviali, sia in senso longitudinale che trasversale, condizionano la distribuzione dei macroinvertebrati bentonici e la loro possibilità di compiere il loro ciclo vitale

  37. Il controllo biologico di qualità degli ambienti di acque correnti, basato sull’analisi delle comunità dimacroinvertebrati, è in grado di rispondere alle seguenti esigenze:

  38. fornire un giudizio sintetico sulla qualità complessiva dell’ambiente esprimere un giudizio complementare al controllo fisico-chimico: mentre quest’ultimo individua analiticamente le singole cause e la dinamica del processo di alterazione dell’acqua e dei sedimenti(stima del rischio ambientale) il monitoraggio biologico verifica gli effetti d’insieme prodotti dal complesso delle cause inquinanti(analisi degli effetti reali)

  39. individuare e quantificare gli effetti prodotti da scarichi saltuari e/o accidentali, non rilevabili con altri metodi in periodi successivi allo sversamento; definire, con un giudizio sintetico, la qualità di un ambiente e controllare nel tempo l’efficacia degli interventi risanatori attraverso il recupero della sua capacità funzionale

  40. valutare le capacità autodepurative in tratti di corsi d’acqua soggetti a carichi inquinanti continui o temporanei; collaborare agli studi di impatto ambientale; definire il valore “naturale” di un determinato ambiente per una politica di protezione e conservazione (parchi fluviali, riserve ed oasi, ecc)

  41. STATO ECOLOGICO (SECA) E’ l’espressione della complessità degli ecosistemi acquatici e della natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti, delle caratteristiche del flusso idrico e della struttura fisica del corpo idrico, considerando comunque prioritario lo stato degli elementi biotici dell’ecosistema.

  42. STATO ECOLOGICO IBE LIM

  43. STATO ECOLOGICO DEL CORSO D’ACQUA (SECA) Il SECA è definito dal risultato peggiore tra IBE e LIM

  44. STATO CHIMICO Principali inquinanti chimici da controllare nelle acque dolci superficiali ORGANICI Aldrin Dieldrin Endrin Isodrin DDT Esaclorobenzene Esaclorociloesano Esaclorobutadiene 1,2 dicloroetano Tricloroetilene Triclorobenzene Cloroformio Tetracloruro di carbonio Percloroetilene Pentaclorofenolo INORGANICI Cadmio Cromo totale Mercurio Nichel Piombo Rame Zinco

  45. STATO CHIMICO Analisi delle concentrazioni di alcuni inquinanti chimici organici e inorganici con superamento valori soglia: STATO AMBIENTALE SCADENTE

  46. STATO AMBIENTALE (SACA) STATO ECOLOGICO (SECA) STATO CHIMICO

  47. STATO AMBIENTALE DI UN CORSO D’ACQUA (SACA)

  48. LE ANALISI SUPPLEMENTARI DEL D.LGS 152/99 SUL BIOTA E I SEDIMENTI Sono analisi non obbligatorie, da eseguire a giudizio dell’autorità che effettua il monitoraggio, per una analisi più approfondita delle cause di degrado del corpo idrico.

  49. TEST SUL BIOTA Test di tossicità su Daphnia magna e Ceriodaphnia dubia Test di MutagenicitàeTeratogenesi Test di Crescita algale Test di tossicità su Batteri bioluminescenti

  50. ANALISI SUI SEDIMENTI saggi su estratti di sedimento saggi sul sedimento in toto saggi su acqua interstiziale Possono essere utilizzati organismi sia in saggi acuti che (sub)cronici: Oncorhynchus mykiss, Daphnia magna, Ceriodaphnia dubia, Chironomus tentans e C.riparius, Selenastrum capricornutum e Batteri bioluminescenti

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