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SCIENZE TECNICHE APPLICATE Tomografia Computerizzata

CdL Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia a.a. 2012/2013-II anno. SCIENZE TECNICHE APPLICATE Tomografia Computerizzata. Dott.ssa Francesca Luppi. CONTENUTI. RIDUZIONE DELLA DOSE RADIOPROTEZIONE (parte 2) PROTOCOLLI TC NEURO DENTALSCAN. Dose in MSTC.

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SCIENZE TECNICHE APPLICATE Tomografia Computerizzata

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Presentation Transcript


  1. CdL Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia a.a. 2012/2013-II anno SCIENZE TECNICHE APPLICATETomografia Computerizzata Dott.ssa Francesca Luppi

  2. CONTENUTI • RIDUZIONE DELLA DOSE • RADIOPROTEZIONE (parte 2) • PROTOCOLLI TC NEURO • DENTALSCAN

  3. Dose in MSTC • La geometria di costruzione del complesso tubo-detettori nel TC multistrato comporta un aumento della dose rispetto alle generazioni precedenti,per via dell’aumento dell’apertura dei collimatori lungo l’asse del paziente (asse Z)

  4. OVERBEAMING • Nelle TC singolo strato il fascio radiante è utilizzato completamente (fascio primario e penombra) • Nelle TCMS per avere una distribuzione uniforme della dose sui vari detettori si è portata la penombra fuori dal campo di misurazione. • (OVERBEAMING)

  5. Overbeaming • Es: se in una 4 strati (fig.5) adotto una collimazione di 4x5 mm, sprecherò circa il 5% della dose totale, se invece collimo a 4x1 mm, la dose sprecata sarà circa il 20%!

  6. OVERSCANNING • È problema legato alla tecnologia spirale. • Il computer ha bisogno di dati provenienti dall’interazione fascio-paziente prima e dopo la scansione • Può portare all’aumento di dose anche del 20-30% • Il problema è stato risolto con collimatori “intelligenti” che entrano in funzione solo prima e dopo la scansione

  7. Pitch e dose • Nella MS aumentando il pitch si ha un esame più veloce ma una riduzione del rapporto S/R e della dose • L’operatore imposterà un valore di mAs che rimarrà costante al variare del pitch,mantenendo sempre lo stesso rumore nelle immagini :raddoppiando il pitch,raddoppierà anche la quantità di mA e quindi la dose.

  8. Cosa succede se aumentiamo i mA ed i kV? • Con i mA,la dose ha una relazione lineare:raddoppiando i mA e lasciando inalterati tutti gli altri valori,la dose raddoppierà • Il rapporto con i kV,invece,non è lineare :piccole differenze nella gestione dei kV portano a grandi differenze nella dose erogata (per es. passando da 120 kV a 140 kV ,la dose aumenta del 38%). • È importante gestire i kV in base all’esame e al paziente.

  9. Spessore di strato • Esami con spessore di strato molto sottile richiedono un aumento dei mA migliorare il rapporto S/R ma si aumenta in modo esponenziale la dose al paziente

  10. Misurazione della dose • Nel1999 la stesura della Direttiva della Commissione Elettrotecnica Internazionale IEC 60601ha reso obbligatorio, per i produttori di TC, indicare sulla consolle la dose • Si è giunti alla creazione di due grandezze: CTDI e DLP

  11. CTDI • È la dose di una singola scansione assiale • Attualmente,nelle TC spirali,è legato al pitch. • Abbiamo quindi il CTDIvol che è definito appunto come rapporto tra CTDI e PITCH • Unità di misura : mGy

  12. DLP • Dose LenghtProduct • È il prodotto del CTDI per la lunghezza della scansione • Si misura in mGy/cm • La misura del DLP che troviamo sulla consolle è comunque approssimativa,calcoli più veritieri richiederebbero la valutazione del CTDI tramite camera di ionizzazione • Le dosi risultanti vanno corrette al rialzo per i bambini (più radiosensibili e con aspettativa di vita più lunga)

  13. CTDI e DLP Dose GLOBALE DLP [mGy*cm] 1,28 mGy 1,28 mg 1,28 mGy 1,28 mGy Dose locale CTDIvol [mGy] • DLP= 1,28 mGy x 40= 51,2 mGy

  14. Protezione del paziente

  15. RADIOPROTEZIONE • Il fascio radiante in TC è molto collimato. Pertanto fuori dalla zona esaminata arriva sola la radiazione diffusa (scattering) proveniente dal paziente stesso. • I fotoni,infatti,vengono parzialmente assorbiti dalle strutture presenti nel piano della scansione ed è quindi diffuso in tutte le direzioni

  16. RADIOPROTEZIONE • Alle energie che si usano in TC,il processo di diffusione e percentualmente molto basso;meno dell’1% dell’energia del fascio incidente primario si perde sottoforma di radiazione diffusa • Quindi la dose fuori dal volume di scansione è molto bassa e diminusce in base alla legge del quadrato della distanza • LA MAGGIOR PARTE DELLO SCATTERING AVVIENE ALL’INTERNO DEL CORPO!!!

  17. LA PRIMA CONCLUSIONE CHE POSSIAMO TRARRE E’ CHE LE PROTEZIONI ESTERNE POSTE INTORNO AL PAZIENTE,FUORI DALL’AREA DI INTERESSE, AGISCONO SU UNA MINIMA QUOTA DI RADIAZIONI (IL 5%) E CHE,PER QUESTO,IL LORO UTILIZZO VA ATTENTAMENTE VALUTATO

  18. INFINE DOBBIAMO ANCHE VALUTARE LA POSSIBILITA’ CHE CI SIANO FOTONI DIFFUSI CHE,NON APPENA COLPITA,LA PROTEZIONE,POSSANO TORNARE INDIETRO (BACK-SCATTERING) E QUINDI CONTRIBUIRE AD AUMENTARE LA DOSE PROPRIO DOVE VOGLIAMO DIMINUIRLA (questa ipotesi ,proprio per l’esiguità delle grandezze in gioco,è difficile da verificare sperimentalmente ma va comunque considerata)

  19. Presidi di protezione • Attualmente si provvede a proteggere il paziente attraverso grembiuli o teli di gomma piombifera a 360° attorno alle gonadi (quando non rientrano nel campo di scansione) • Negli ultimi anni si stanno introducendo schermi al bismuto in grado di proteggere organi radiosensibili compresi nella scansione riducendo artefatti e rumore

  20. Schermi al Bismuto

  21. Posizionamento schermi al bismuto • La protezione oculare al bismuto è una protezione, deve essere posizionata sopra al setto nasale, con le ali protettive distese sopra gli occhi chiusi del paziente. • Nessuna parte della protezione dovrà coprire la sporgenza ossea della cavità orbitale, altrimenti l’immagine acquisita potrebbe presentare artefatti. • non utlizzarlo nello scanogramma e posizionarlo nel verso giusto

  22. In conclusione… • L’utilizzo di protezioni poste attorno al paziente coinvolge numerosi aspetti,non ultimi il senso di sicurezza e di “cura” per la persona che queste possono dare; senza dimenticare,però,che la vera radioprotezione avviene alla consolle,scegliendo i parametri più adatti al tipo di paziente e di esame.

  23. NEURO-RADIOLOGIA

  24. TC cranio ed encefalo

  25. Introduzione… • È l’indagine di prima istanza più frequentemente eseguito • Sia per gli esame in elezione che in urgenza (pazienti non collaboranti,traumatizzati,con sospette lesioni ischemiche o emorragiche)

  26. Vantaggi TC vs RM • Tempi di esecuzione • Problemi legati alla claustrofobia • Qualità delle immagini • Limitazioni poste dai campi magnetici

  27. Indicazioni • Lesioni cerebrali o cerebellari di natura neoplastica o vascolare • Emorragie • Ictus • Ematomi • Idrocefali • Controlli post-operatori • fratture

  28. Piani di inclinazione PIANO ORBITO-MEATALE Canto esterno orbita-meato acustico esterno SOTTO ORBITO-MEATALE (O DI FRANCOFORTE) Pavimento orbita-bordo sup meato acustico esterno (rocche petrose)

  29. Piani di inclinazione SOVRAORBITO-MEATALE Tetto orbita-bordo sup. meato acustico esterno NEURO-OCULARE Pavimento orbita-bordo sup padiglione auricolare (orbite)

  30. Posizionamento paziente • Pz supino sul lettino con la testa inserita nell’apposito supporto • È opportuno usare fasce adesive o piccoli cunei di gomma per fissare la testa evitando eventuali spostamenti durante l’indagine • Il cranio deve essere perfettamente verticale cioè il piano sagittale mediano deve essere perpendicolare al piano assiale

  31. Posizionamento paziente • Un errore di posizionamento provocherebbe una dismetria,cioè la visualizzazioni su scansioni diverse le rocche,le orbite,i ventricoli e tutte le strutture pari e simmetriche

  32. CENTRAGGIO • PIANO ASSIALE: glabella • PIANO CORONALE: centro del meato acustico esterno • PIANO SAGITTALE: linea sagittale mediana

  33. Protocollo d’esame • Scanogramma in laterale • Acquisizione sequenziale • Piano di studio:orbito-meatale • DFOV: dal foro occipitale al vertice • Spessore di strato: 2,5 mm fossa cranica posteriore ; 5 mm sovratentoriale • Filtro e finestra per parenchima

  34. Fasi temporali di ischemia

  35. Protocollo d’esame • È possibile eseguire questo studio anche con tecnica volumetrica nella necessità di ricostruzioni MPR o 3D oppure in caso di pz poco collaboranti • Spessore strato: 2,5 mm • Gantry : 0°

  36. TRAUMI Frattura orbitaria + pneumoencefalo Frattura + area contusiva

  37. TRAUMI

  38. EMORRAGIE Aneurisma comunicante anteriore Ematoma subdurale + ESA

  39. EMORRAGIE Ematoma + emorragia subdurale FRATTURA+ PNEUMOENCEFALO+ ESA

  40. TUMORI Astrocitoma Astrocitoma

  41. TUMORI Glioblastoma Glioblastoma

  42. METASTASI

  43. INFIAMMAZIONI MENINGITE ENCEFALITE

  44. INFIAMMAZIONI ASCESSO ASCESSI

  45. TC Rocche Petrose

  46. Introduzione … • La TC  è una metodica di alto livello per le strutture anatomiche della rocca pertrosa, dell'angolo pondocerebellare e dell'orecchio.Le sue caratteristiche la rendono la miglior scelta per la maggiorparte delle patologie dell'orecchio medio e della rocca petrosa, molto adatta comunque allo studio dell'orecchio esterno e della mastoide, e sufficiente per lo studio dell'orecchio interno e dell'angolo pontocerebellare (questa ultima parte viene studiata in modo più accurato dalla risonanza magnetica anche grazie al suo contrasto intrinseco).

  47. Cenni anatomici • Orecchio interno: il VII e l'VIII nervo cranico. • orecchio medio:coclea,3 canali semicircolari, e la catena ossiculare (martello, incudine, staffa) che si articolano con la membrana timpanica che li separa dal canale acustico esterno • Orecchio esterno:condotto uditivo esterno e padiglione auricolare.

  48. TECNICA • L'esame TC dell'orecchio deve essere condotto in modo diverso a seconda del tipo di patologia ricercata • CON MDC:tutte le patologie del pacchetto acustico facciale o sospetti conflitti neuro vascolari • SENZA MDC:tutte le patologie dell'orecchio medio e delle strutture ossee In entrambi i casi il concetto comune è la ricerca dell'alto dettaglio, viste le dimensioni delle parti anatomiche interessate.

  49. TECNICA • Le TC multistrato consentono di ottenere un dettaglio elevatissimo con una sola acquisizione volumetrica e ricostruzione MPR in coronale e ovviamente anche in altri piani • L'insieme di dati acquisiti in volumetrica consentono ricostruzioni multiplanari senza perdita di definizione, non obbligano il paziente ad assumere posizioni estremamente scomode, non hanno problemi di artefatti da protesi dentarie (che invece si hanno nelle acquisizioni coronali dirette), e come contro hanno una lieve minor definizione delle immagini ricostruite rispetto alle acquisizioni coronali dirette.

  50. PREPARAZIONE DEL PAZIENTE • La preparazione del paziente segue le regole degli altri esami TC del capo, quindi rimozione di tutti gli oggetti metallici a partire dal collo verso l'alto e  delle protesi dentarie quando possibile. • Se l'esame deve essere eseguito con somministrazione di mdc, il paziente deve aver eseguito le analisi del sangue per verificare i valori della funzionalità renale  e l'eletroforesi proteica, ovviamente non devono esserci controindicazioni a questa somministrazione (es allergie): sono necessarie poi 4-5 ore di digiuno prima dell'esame.

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