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DISTURBI DELL’UMORE

DISTURBI DELL’UMORE. DEPRESSIONE UNIPOLARE. Ripetersi più o meno frequente ed irregolare di episodi depressivi di tipo endogeno con interposti intervalli liberi. Prevalenza lifetime: 4.6%-17.1% Rapporto M/F=1:2 Età media di insorgenza: 25 anni.

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DISTURBI DELL’UMORE

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Presentation Transcript


  1. DISTURBI DELL’UMORE

  2. DEPRESSIONE UNIPOLARE Ripetersi più o meno frequente ed irregolare di episodi depressivi di tipo endogeno con interposti intervalli liberi. Prevalenza lifetime: 4.6%-17.1% Rapporto M/F=1:2 Età media di insorgenza: 25 anni. Durata media dell’episodio depressivo: 4-8 mesi

  3. DEPRESSIONE ENDOGENA Aspetti fondamentali del vissuto melanconico: • Tristezza vitale endogena: non lascia adito ad alcuna speranza, è avvertita come frattura, arresto del divenire. • Sentimento della mancanza di sentimento (Schneider):svuotamento ed inaridimento affettivo, di cui il soggetto è consapevole, nei confronti di tutto ciò che prima era caro al soggetto (persone, interessi). Ne deriva un senso di estraneità, di non appartenenza.

  4. DEPRESSIONE ENDOGENA • Alterazione della coscienza del tempo interiore: il soggetto avverte che il tempo interiore, inerente all’Io, si è fermato o scorre molto lentamente, mentre il tempo esteriore, del mondo e degli altri, continua a scorrere. • Alterazione della coscienza del corpo: il corpo viene avvertito come pesante, oppresso, come conseguenza della riduzione delle pulsioni vitali, dell’inceppo nell’azione, del rallentamento delle attività vegetative, della diminuzione delle risposte emozionali.

  5. DEPRESSIONE ENDOGENA Caratteristiche: • Deflessione del tono dell’umore: prevalgono sentimenti di profonda tristezza, dolore morale, disperazione, sgomento associati alla perdita dell’abituale slancio vitale. • L’umore depresso si può accompagnare a sintomi di ansia quali sensazione di attesa penosa, marcata apprensione per tutto quello che accade, continuo stato di preoccupazione per possibili eventi negativi, somatizzazioni diffuse. • Fissità dello stato d’animo scarsamente modificabile dalle vicende esterne. • Talvolta l’umore depresso può essere sostituito dall’anedonia e si possono configurare quadri di depersonalizzazione affettiva.

  6. DEPRESSIONE ENDOGENA • Rallentamento psicomotorio: i movimenti spontanei sono globalmente ridotti, l’andatura è lenta, trascinata, qualsiasi azione risulta difficile e richiede un notevole sforzo per essere portata a termine. Un profondo senso di astenia, prevalente nelle prime ore del mattino, rende terribilmente faticoso iniziare la giornata ed intraprendere qualsiasi azione. Nelle forme più gravi si può osservare un arresto o blocco dell’attività psicomotoria: il pz giace a letto, mutacico, non risponde alle sollecitazioni ed è del tutto incapace di provvedere a se stesso.

  7. DEPRESSIONE ENDOGENA • Rallentamento del corso del pensiero con povertà di idee: i temi sono scarsi e monotoni, spesso si tratta di tematiche olotimiche di rovina, miseria, colpa e autoaccusa. • L’eloquio è lento, faticoso, monotono, raramente spontaneo. Le risposte sono brevi, talvolta monosillabiche, con lunghi tempi di latenza, la voce è flebile. Talvolta il paziente è mutacico. • Aspetto tipico: sguardo triste, desolato, fronte aggrottata, angoli della bocca piegati verso il basso, mimica ridotta. Abbigliamento spesso dimesso, poco curato. Talvolta viene trascurata anche l’igiene personale e il soggetto può apparire più vecchio di quello che è.

  8. DEPRESSIONE ENDOGENA • Rallentamento delle funzioni psichiche superiori: deficit dell’attenzione, della concentrazione e della memoria sia a breve che a lungo termine. • La compromissione delle prestazioni intellettuali, la sensazioni di aridità affettiva e di inefficienza portano il pz all’autosvalutazione, al disprezzo di sé, alla convinzione della propria indegnità, talora accompagnati da un continuo ripensare a colpe ed errori lontani. Il futuro è privo di speranza, il passato vuoto, inutile e pieno di sbagli. Sono frequenti i sentimenti di colpa e le previsioni di rovina e di miseria.

  9. DEPRESSIONE ENDOGENA • In alcuni casi il contenuto del pensiero può presentare aspetti deliranti: tematiche di colpa, di rovina, di autoaccusa, di indegnità congrue con l’umore e ad esso strettamente correlate (deliri olotimici). • Le manifestazioni deliranti più raramente hanno contenuti incongrui all’umore con tematiche di persecuzione, influenzamento e veneficio.

  10. DEPRESSIONE ENDOGENA • Poco comuni i fenomeni dispercettivi : quando presenti sono caratterizzati da allucinazioni uditive autodenigratorie. • Frequente è la presenza di ideazione suicidaria • Sintomi vegetativi: riduzione della libido, riduzione dell’appetito, insonnia terminale (risveglio precoce). • Andamento circadiano della sintomatologia che è più accentuata al mattino e tende ad attenuarsi verso sera.

  11. DISTURBO BIPOLARE • Succedersi più o meno regolare di episodi distimici di opposta polarità seguiti generalmente da un periodo intervallare libero da sintomi. • Durata media dell’episodio: • Depressivo: 4-8 mesi • Maniacale: 3-4 mesi • In genere gli episodi maniacali sono nella vita del pz bipolare meno frequenti di quelli depressivi e tendono a ridursi con l’età.

  12. DISTURBO BIPOLARE Classificazione: • Disturbo bipolare I: episodi depressivi e maniacali o solo episodi maniacali • Disturbo bipolare II: episodi depressivi e ipomaniacali Prevalenza lifetime: 0.5-1.5% (BP I+BP II) Età media di insorgenza: BP I 18 anni BP II 22 anni

  13. MANIA Stato di eccitamento che investe la sfera emotivo-affettiva, pulsionale e cognitiva che si traduce nella mimica, nei gesti, nel linguaggio e nelle azioni. Lo stato d’animo, caratterizzato da un’elevazione del tono dell’umore, può essere euforico, gaio oppure disforico, irritabile, collerico, furioso.

  14. MANIA • Elevazione del tono dell’umore: l’umore può essere euforico, gaio oppure disforico, irritabile, collerico, furioso con talvolta manifestazioni aggressive. • Aspetto ludico: sono frequenti giochi di parole, scherzi, risate anche quando l’umore è improntato alla disforia. • Labilità emotiva: l’umore euforico è instabile, può trasformarsi in rabbia, risentimento, ostilità e viceversa.

  15. MANIA • Accelerazione psico-motoria: è presente iperattività fino all’affaccendamento improduttivo. Il soggetto non prova fatica, stanchezza e presenta una riduzione del sonno. • Carattere di totipossibilità: “tutto è possibile”, viene meno qualsiasi freno inibitorio, vincolo o convenzione sociale. Vengono meno equilibrio, ponderatezza e riflessione (spese folli, investimenti avventati, attività rischiose, etc.).

  16. MANIA • Aumento dell’autostima: sproporzionata fiducia in se stessi e nelle proprie capacità con insufficiente e vaga consapevolezza dei propri limiti. • Accelerazione del corso del pensiero fino alla fuga delle idee (i pensieri si affollano nella mente e viene meno la guida di un filo conduttore coerente). Questo determina alterazioni della forma del pensiero: deragliamento, incoerenza, tangenzialità, allentamento dei nessi associativi.

  17. MANIA • Espressività mimico-gestuale e verbale: mimica e gestualità sono vivaci, continuamente cangianti, esagerati e grotteschi. • Logorrea: eloquio fluido, inarrestabile, concitato, senza pause, ad alta voce, ricco di giochi di parole, battute, rime, dilagante in idee collaterali. Nelle forme più gravi l’ideorrea è tale da riflettersi in un linguaggio costituito da frasi incomplete o slegate fino all’”insalata di parole”.

  18. MANIA • Alterazioni del contenuto del pensiero: deliri olotimici megalomanici caratterizzati da contenuti genealogici, mistici, religiosi, politici, finanziari, sessuali. • Fenomeni dispercettivi: allucinazioni uditive, talvolta visive e raramente olfattive. Sono generalmente frammentarie, di breve durata e collegate a tematiche deliranti a contenuto mistico-religioso o ad esperienze estatiche di illuminazione.

  19. MANIA • Altre alterazioni cognitive: scarsa e talora assente capacità di attenzione e concentrazione con marcata distraibilità. • Alterazioni della sfera istintuale: ridotto bisogno di sonno, aumento dell’appetito, aumento della libido.

  20. DEPRESSIONI PSICOGENE Costituiscono un gruppo composito di quadri clinici che, a differenza della depressione endogena, riconoscono all’origine meccanismi psicogenetici ed eventi o situazioni conflittuali. Tuttavia esistono forme endogene che riconoscono componenti reattive o conflittuali e depressioni reattive che si aggravano tanto da assumere caratteristiche indistinguibili da quelle endogene.

  21. DEPRESSIONI REATTIVE Rientrano nell’ambito delle depressioni psicogene e sono connesse, almeno originariamente, ad un evento o ad una serie di eventi, di particolare significato esistenziale, che assumono il ruolo di fattori scatenanti.

  22. DEPRESSIONI REATTIVE:QUADRO CLINICO • Tristezza: essa però non intacca gli strati più profondi della personalità. • Prevale la componente irrequieto-ansiosa. • Non è presente una frattura esistenziale, ma solo un rallentamento del continuum dell’esistenza. • Il pz mantiene il contatto interumano e una certa proiezione nel futuro. • E’ presente consapevolezza di malattia. Il soggetto è accessibile al contatto interumano

  23. DEPRESSIONI REATTIVE:QUADRO CLINICO • Le pulsioni aggressive sono generalmente eterodirette e si esprimono con atteggiamenti protestatari, lamentosi-queruli oppuri irosi. • Frequenti le lamentele somatiche (turbe gastrointestinali, cardiache, respiratorie,ecc.), i fenomeni vegetativi, i disturbi del sonno (difficoltà d’addormentamento, frequenti risvegli, sogni angosciosi). • Non è presente ritmo circadiano tipico delle forme endogene e spesso il soggetto si sente peggio nelle ore serali.

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