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L’IRC nella riforma della scuola: un primo bilancio

VICARIATO DI ROMA. L’IRC nella riforma della scuola: un primo bilancio. Lunedì 13 Giugno 2005 SALA TIBERIADE docenti della Scuola dell’Infanzia. Relazione a cura del Prof. Antonio Passaro, Dirigente Scolastico. I PRODROMI DELLA RIFORMA. D.P.R. 275/99 Regolamento dell’Autonomia.

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L’IRC nella riforma della scuola: un primo bilancio

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Presentation Transcript


  1. VICARIATO DI ROMA L’IRC nella riforma della scuola:un primo bilancio Lunedì 13 Giugno 2005 SALA TIBERIADE docenti della Scuola dell’Infanzia Relazione a cura del Prof. Antonio Passaro, Dirigente Scolastico

  2. I PRODROMI DELLA RIFORMA D.P.R. 275/99 Regolamento dell’Autonomia • Offerta Formativa – P.O.F. (art. 3) • Autonomia Didattica – (art. 4) • Autonomia Organizzativa – (art. 5) • Autonomia di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo – (art. 6) • Reti di Scuole – (art. 7)

  3. CURRICOLO NELL’AUTONOMIA (art. 8) Il MINISTRO definisce: • gli obiettivi generali del processo formativo • gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni (O.S.A.) • le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli ed il relativo monte ore annuale • l’orario obbligatorio annuale (quota nazionale + quota riservata alle scuole + quota regionale) • gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni (art. 16 comma 3) I docenti hanno il compito e la responsabilità della progettazione e della attuazione del processo di insegnamento – apprendimento.

  4. MODIFICA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE Legge Costituzionale n. 3 del 18/10/01 Art. 117 – la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni, nel rispetto della Costituzione nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie Omissis.. • Determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili • Norme generali dell’istruzione Sono materia di legislazione concorrente quelle relative a: omissis, istruzione, salvo l’autonomia delle istituzioni scolastiche nelle materie di legislazione concorrente spetta alle REGIONI la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali riservata alla legislazione dello Stato

  5. MODIFICA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE Legge Costituzionale n° 3 del 18/10/01 • Art. 118 “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per attività di interesse generale, sulla base del principio di SUSSIDIARIETÀ”

  6. Le Regioni gestiscono tutta l’organizzazione del sistema scolastico e parte del curricolo. Lo Stato determina: • le norme generali dell’Istruzione • i livelli minimi essenziali delle prestazioni in materia di istruzione • i criteri di valutazione degli apprendimenti • le modalità per la formazione degli insegnanti

  7. L. 59/97 – Autonomia e Decentramento D.P.R. 275/99 – Regolamento Autonomia L. 3/01 – Modifica al Titolo V della Costituzione QUESTE DISPOSIZIONI hanno favorito il passaggio da un modello centralista o statalista del sistema scolastico ad un modello poliarchico per cui l’ALUNNO È CONSIDERATO IL CENTRO TELEOLOGICO DEL PROCESSO DI ISTRUZIONE, FORMAZIONE ED EDUCAZIONE DEVE RICEVERE UN SERVIZIO ADEGUATO, EQUO, SOLIDALE

  8. Con l’art. 118 viene a delinearsi un regime di partenariato fra scuola, famiglia e realtà istituzionali interagenti, nei rispettivi compiti, per garantire un servizio adeguato, personalizzato ad ogni alunno, per la sua formazione integrale (P.O.F.) La Scuola è componente costitutiva della Repubblica e le sue azioni dovranno essere unitarie, coerenti, congruenti e rendicontabili.

  9. Secondo il principio di sussidiarietà spetta a chi è più vicino al cittadino/alunno corrispondere alle sue necessità. Nella L. 53/03 si indica come la scuola deve individuare e determinare i livelli di prestazione, traducendo gli obiettivi generali e gli obiettivi specifici in obiettivi formativi per ogni singolo alunno.

  10. IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ DIVIENE IL REGOLATORE DEGLI EQUILIBRI • tra vecchi e nuovi poteri • tra i diversi soggetti istituzionali che sono in rapporto con le istituzioni scolastiche SUSSIDIARIETÀ VERTICALE • Comune • Province • Città metropolitane • Regioni • Stato SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE • Famiglia • Formazioni sociali dove si svolge la personalità

  11. LEGGE 28 Marzo 2003, n° 53 Delega al GOVERNO per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale PRINCIPI (art. 2) • apprendimento in tutto l’arco della vita • formazione spirituale e morale, sviluppo della coscienza storica di appartenenza alla comunità locale, nazionale ed alla civiltà europea • diritto/dovere all’istruzione ed alla formazione per almeno 12 anni

  12. ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE • Scuola dell’Infanzia • PRIMO CICLO: Scuola Primaria + Scuola Secondaria di primo grado • SECONDO CICLO: Sistema dei LICEI e dell’Istruzione e Formazione Professionale

  13. SCUOLA DELL’INFANZIAIL NOME ORIENTAMENTI del ’91 Coesistenza Terminologica • SCUOLA MATERNA • SCUOLA DELL’INFANZIA • SCUOLA DEL BAMBINO LA FINALITÀ Formazione integrale della PERSONALITÀ ORIENTAMENTI del ’91 Tre Traguardi • IDENTITÀ • AUTONOMIA • COMPETENZE

  14. L. 53/03 EDUCAZIONE SVILUPPO AFFETTIVO PSICOMOTORIO COGNITIVO MORALE RELIGIOSO SOCIALE “Rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori” L. 444/68 “Integrando l’opera della famiglia”

  15. D. L.vo 59/04ALLEGATO A OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO La Scuola dell’Infanzia rafforza l’identità personale, l’autonomia e le competenze del bambino. Essa raggiunge questi obiettivi generali del processo formativo (art. 8 D.P.R. 275/99) collocandoli all’interno di un progetto di scuola articolato ed unitario, che riconosce, nel piano educativo, la priorità della famiglia e l’importanza del territorio di appartenenza con le sue risorse sociali, istituzionali e culturali.

  16. LA FAMIGLIA – LA SCUOLA DELL’INFANZIA NEGLI ORIENTAMENTI DEL ‘91 “La distinzione dei compiti sulla base del comune riconoscimento del diritto del bambino all’educazione è la condizione necessaria per stabilire rapporti” La scuola invita la famiglia alla partecipazione e la coinvolge nella progettazione educativa. Riconosce che la famiglia è contesto primario nel quale il bambino vive e fondamento della sua crescita cognitiva, sociale e morale.

  17. Legge 53 – art. 2, comma e “… nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori” INDICAZIONI NAZIONALI – ALLEGATO A - D.Lgs 59/04 La scuola dell’Infanzia concorre all’educazione armonica ed integrale dei bambini e delle bambine che, attraverso la famiglia, scelgono di frequentarla da due anni e mezzo fino all’ingresso della scuola primaria.

  18. Il DIRITTO della FAMIGLIA di EDUCARE è un VINCOLO ETICO – GIURIDICO che non si negozia ed è IRRINUNCIABILE. OCCORRE pattuire le modalità con cui il diritto debba esercitarsi. La famiglia ha facoltà di accesso a: • ANTICIPI della FREQUENZA • TEMPI SCUOLA • AGGIORNAMENTO del PORTFOLIO • MODELLI ORGANIZZATIVI - DIDATTICI

  19. IL PROBLEMA DEGLI ANTICIPI • L. 53 /03 art 2, comma e – art. 2 D.L.vo 59/04 “Possono essere iscritti le bambine e i bambini che compiono i tre anni entro il 30 Aprile dell’anno scolastico di riferimento.” • C.M. n° 29/04 • L’iscrizione anticipata è prevista per chi compie tre anni entro il 28 Febbraio e subordinata a: • esaurimento delle liste di attesa • disponibilità dei posti e particolare dotazione organica • assenso da parte del Comune per i servizi aggiuntivi (mensa, trasporto, attrezzature etc.) • D.L.vo 59/04 art.12 Si parla di nuove professionalità e modalità organizzative. Si parla di modularità delle anticipazioni fra MIUR e AMCI

  20. ORARI DI FUNZIONAMENTO CALCOLO SU BASE ANNUALE (35 settimane) MINIMO 875 (pari a 25 h settimanali) MASSIMO 1700 (pari a 48/49 h settimanali) MODELLO DEL TEMPO NORMALE ex Legge 444/68 n° h 40 settimanali • Si lascia all’autonomia delle scuole e, quindi agli organi collegiali, la scelta con riferimento a due aspetti: • Le risorse di organico • Le prevalenti richieste delle famiglie

  21. LE INDICAZIONI NAZIONALI Nell’art. 12 del D.L.vo 59/04 si precisa che: “… al fine di armonizzare il passaggio al nuovo ordinamento, fino all’emanazione del relativo regolamento governativo, si adotta in via transitoria l’assetto pedagogico, didattico ed organizzativo individuato nell’allegato A.” Sono VINCOLANTI nella TRANSITORIETÀ

  22. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA D.P.R. 30 Marzo 2004 • Osservare il mondo che viene riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi dono di Dio Creatore • Scoprire la persona di Gesù di Nazareth come viene presentata dai VANGELI e come viene celebrata nelle feste cristiane • Individuare i luoghi di incontro della comunità cristiana e le espressioni del comandamento evangelico dell’amore testimoniato dalla Chiesa

  23. Sono tre indicazioni che richiedono al bambino di agire, utilizzando la capacità di osservare, un’azione sulle cose come apprendimento per scoperta, la prima categorizzazione di conoscenze sottintese al momento della individuazione.

  24. L’INSEGNANTE DI RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA CONCORRE alla educazione delle bambine e dei bambini FAVORISCE la maturazione dell’identità anche religiosa la conquista dell’autonomia di pensiero e di giudizio lo sviluppo delle competenze INSEGNA AGLI ALUNNI a valorizzare le esperienze fatte a cogliere i segni della religione cattolica e della religiosità in genere ad esprimere la propria esperienza religiosa con parole e gesti

  25. PONE AL CENTRO l’esperienza di RELAZIONI SIGNIFICATIVE dalle quali può nascere lo stupore, la meraviglia nei confronti dei segni religiosi che si incontrano nell’ambiente di vita, nelle persone, nel mondo VALORIZZA la dimensione religiosa e la dimensione culturale proprie della vita e della storia dell’uomo, che sono intimamente legate e complementari SI INSERISCE nel contesto della vita della Scuola dell’Infanzia in modo armonico ed in forma sinergica

  26. Un PROGETTO di scuola deve prevedere che tutti gli O.S.A. debbano trovare uno spazio comune, un filo conduttore, un legame, prospettati in modo unitario all’alunno. RICHIEDE UNA ARTICOLAZIONE ed una PROGRAMMAZIONE degli O.S.A. sulle linee della teoria dello SFONDO INTEGRATORE

  27. struttura che connette struttura narrativa mentre viene vissuta storia che si costruisce PROGRAMMARE PER SFONDI Lo SFONDO come • Lo SFONDO INTEGRATORE favorisce: • l’attuarsi di una RETE di conoscenze nel bambino, non settoriali, con percorsi propri ed originali • lo sviluppo di una intelligenza complessa, con intrecci e collegamenti che disegnano i quadri concettuali di riferimento Lo SFONDO deve essere avvincente per il bambino; può essere realistico, fantastico o avventuroso

  28. ESEMPIO DI PROGETTO INTER OSA “Dall’inizio del tempo” • IL TEMPO: dimensione della nostra esistenza • trascorrere degli eventi • quotidianità • interruzioni • mutare delle stagioni • abbigliamento • cibo

  29. LA GIORNATA SCOLASTICA E IL FLUIRE DEL TEMPO • giorno-notte • accoglienza • gioco • attività • merenda • giardino/cortile • mensa • riposo • gioco/riordino aula • uscita

  30. Insegnati R. C. e il tempo osservare e scoprire l’ordine armonioso che è dato da Dio creatore • il mondo del bambino, la vita e il suo mistero • il Natale di Gesù: segni e simboli • la Pasqua di Gesù: segni e simboli • La vita e il messaggio di Gesù nei Vangeli • la vita della comunità cristiana

  31. Scoprire che ogni giorno riserva novità e nuove occasioni per imparare, osservare, ascoltare, parlare, capire • crescere con Gesù • Gesù e il tempo • il tempo da passare con Gesù • parlare con Gesù conoscendolo gradualmente IL TEMPO COME SFONDO INTEGRATORE DEL PROCESSO DI CONOSCENZA DELL’ALUNNO

  32. UN PRIMO BILANCIO • la Riforma è un progetto che richiede un processo di assestamento, una gradualità applicativa, un percorso verso la messa a regime • le scuole autonome dovranno confrontarsi sulle esperienze e socializzarle • non eseguire ma essere attori di modifiche • ricercazione su alcuni profili della riforma lavorando in reti di scuole

  33. I NODI PIU’ INTRICATI • il tempo scuola • portfolio e tutor • piani di studio personalizzati

  34. IL TEMPO SCUOLA • conferma prevalente dei modelli di tempo scuola usuali • vincolo della dotazione organica • alcune esperienze di ampliamento dell’orario contrastano con la qualità del servizio educativo, incidendo sulle compresenze

  35. PORTFOLIO E TUTOR • elaborazione propria e personalizzata, rifiuto di prodotti altrui • chiarificazione del ruolo della famiglia • funzione tutoriale diffusa/collegiale • coinvolgimento dell’alunno • centrale il portfolio sull’ORIENTAMENTO

  36. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI • difficoltà ad accogliere-scoprire il concetto di personalizzazione • difficoltà dei docenti nel passare dalle unità didattiche alle unità di apprendimento (che riguardano aspetti trasversali dei campi d’esperienza)

  37. “in conclusione spero che la comune attenzione al territorio e all’ambito educativo porti le scuole e le comunità cristiane a progettare liberamente percorsi di continuità educativa, dando concretezza a quelle possibili forme di integrazione che sono previste dalla autonomia scolastica e dallo spirito della riforma” (Cardinal Camillo Ruini, dal discorso tenuto ai dirigenti scolastici il 15/12/2004)

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