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ISTITUTO COMPRENSIVO LIPARI 2

ISTITUTO COMPRENSIVO LIPARI 2. PROGETTO LE PERLE DI POSEIDONE. oggetti per l’apprendimento learning object. LA CASA EOLIANA un esempio di architettura ecosostenibile. Geografia delle Eolie 1.

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ISTITUTO COMPRENSIVO LIPARI 2

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Presentation Transcript


  1. ISTITUTO COMPRENSIVO LIPARI 2 PROGETTO LE PERLE DI POSEIDONE oggetti per l’apprendimentolearning object

  2. LA CASA EOLIANA un esempio di architettura ecosostenibile

  3. Geografia delle Eolie 1 • A nord della Sicilia, nel basso Tirreno, si estende l’arcipelago eoliano, formato da sette isole di origine vulcanica: Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli, Vulcano. Le aree pianeggianti di ogni isola sono costituite da terrazzi costieri, sui quali sono sparse le case. Il clima è particolarmente mite per l’influenza del mare: le oscillazioni termiche non raggiungono mai valori notevoli. Le piogge si concentrano nei mesi autunnali ed invernali. In primavera ha inizio la stagione asciutta che si protrae fino ai primi di ottobre. Durante tale periodo hanno luogo soltanto sporadici piovaschi. Di tanto in tanto le alte pendici delle isole vengono avvolte da un denso cappello di nubi, di cui si avvantaggia, in un certo qual modo, la vegetazione.

  4. Stromboli MARE TIRRENO Panarea Salina Filicudi Alicudi Lipari Vulcano SICILIA

  5. Geografia delle Eolie 2 • Sino agli anni ’60 l’economia delle isole poggiava essenzialmente sull’agricoltura e in piccola parte sulla pesca. In agricoltura l’evoluzione dei metodi di coltivazione è stata piuttosto lenta. Il paesaggio agrario era caratterizzato da una limitata varietà di colture, che si rifletteva sulla forma tanto semplice della casa rurale. Le parti alte delle isole dedicate alle colture, erano sistemate a terrazzi (liènzi / armacìe) sostenute da muretti a secco. La recinzione delle terre coltivate era ottenuta o con siepi vive (supàli), o con caratteristiche incannucciate (palazzàti). Il reddito unitario dei vari prodotti non è mai stato elevato perché, pur sapendo quanto siano fertili i terreni vulcanici, la carenza d’acqua li limita molto nelle varietà coltivabili. I prodotti agricoli prevalenti sono: vino, olio, capperi, agrumi, fichi, albicocche, pere, susine, gelsi, mandorle, melograni, fichi d’india, nespole, fave, fagioli, piselli, cavoli, carciofi, pomodori e in minima parte grano, orzo e segale detta localmente irmànu.

  6. L’architettura: la casa rurale 1 • L’architettura delle isole Eolie è costituita da molte tipologie diverse tra loro per localizzazione, destinazione d’uso ed epoca di realizzazione. Nel corso dei secoli, le varie culture ed i tanti eventi storici, hanno influenzato e condizionato la nostra architettura. E’ consuetudine comunque, quando si parla di architettura tipica eoliana, far riferimento alle costruzioni rurali, che aggregate in piccoli borghi, o isolate nelle campagne, venivano utilizzate prevalentemente per l’abitazione dei contadini ed attrezzate per la conduzione diretta dei tanti appezzamenti agricoli in cui era frazionata la nostra campagna.

  7. L’architettura: la casa rurale 2 • La casa rurale più diffusa era in origine quella monocellulare, trasformata successivamente in bicellulare e addirittura tricellulare. Lo sviluppo orizzontale a losanga, ottenuto mediante l’accostamento, anche successivo, di vani non comunicanti tra di loro, affacciavano su una ampia terrazza, il cosiddetto “bagghiu”, generalmente ricoperto da un pergolato con travi di legno poggianti su pilastri a tronco di cono, i caratteristici “pulèra” sulle quali si stendevano, in senso trasversale, delle canne dove poggiavano i tralci delle viti che, oltre a fornire l’uva (uno dei pochi lussi della tavola contadina), in estate costituivano naturale riparo con l’ombra dei pampini, mentre in inverno lasciavano che i raggi del sole riscaldassero ed illuminassero la casa.

  8. ‘astricu Tetto con leggera pendenza per con- vogliare l’acqua catusera Canale per la con- duzione dell’acqua alla cisterna ‘isterna Locale per la raccolta dell’acqua piovana

  9. L’architettura: la casa rurale 3 • Alla struttura abitativa venivano affiancati i magazzini, spesso un palmento (parmiéntu) e le stalle (mannare). La terrazza o bagghiu, era delimitata da un muretto, nell’intervallo tra pulera, dove venivano realizzati sedili in muratura, i bisuoli, con il piano spesso rivestito da mattoni in maiolica policroma. Assieme ai bisuoli, vi si realizzava anche un lavatoio rustico con asse in pietra (pila), posizionandolo accanto al collo della cisterna (vucca i jstierna). La cisterna (jstierna), solitamente interrata sotto “u bagghiu”, era destinata a contenere la preziosa provvista d’acqua piovana, raccolta sul tetto (astricu), naturalmente piano per semplicità costruttiva ma anche per facilitarne la raccolta.

  10. Torna indietro

  11. L’architettura: la casa rurale 4 • L’acqua veniva convogliata dal tetto alla cisterna mediante la “catusera”, pluviale in terracotta, interrotto da un deviatore (scatula ill’acqua) che evitava la raccolta delle prime acque solitamente più sporche (foglie, insetti, polveri, ecc.). Sulla parete principale della casa, sopra le porte o in zone limitrofe, si aprivano delle semplici aperture circolari dette “occhiu tunnu”, utilissime a garantire l’aerazione dei locali.

  12. L’architettura: la casa rurale 5 • U bagghiu, oltre a svolgere funzioni di collegamento tra le varie stanze e magazzini, costituiva poi il vero spazio nel quale si svolgevano, sotto il pergolato che attutiva i raggi del sole, tutte le funzioni lavorative e abitative: vi essiccavano e lavoravano i prodotti agricoli, vi si riuniva la sera la famiglia al lume delle lanterne (inserite molto spesso in piccole nicchie ricavate nello spessore dei pulèra per proteggerne la fiammella dal vento), vi si svolgevano tutte le faccende domestiche, cioè la vera vita quotidiana della piccola comunità familiare.

  13. L’architettura: la casa rurale 6 • Accanto alla casa contadina, uno spiazzo pianeggiante chiamato littera, su cui venivano posti a seccare, su appositi cannizzi, passolina o fichi, che di sera venivano messi al riparo in un ampio magazzino aperto, con arco a sesto ribassato, chiamato pinnata. A completare la costruzione c’era un aia circolare (aria) in pietrame e malta pozzolanica (rupiddu). Le case erano realizzate in pietra locale, di pezzatura irregolare, cementata con rupiddu e calce; il massetto della copertura che poggiava su travi di legno ed incannucciato era di malta pozzolanica e pietrame di pezzatura minore, battuto a lungo con mazzuoli di legno per garantire l’impermeabilità.

  14. Torna alla casa rurale 2 Torna alla casa rurale 5

  15. L’architettura: la casa rurale 7 • Le aperture erano chiuse da infissi rustici in legno, molto spesso senza vetri, a sportelloni, venivano generalmente realizzate tutte su di un solo prospetto, quello affacciante sul bagghiu, con un orientamento verso le esposizioni più soleggiate, mezzogiorno o levante, meno battute dai venti dominanti, mentre gli altri prospetti venivano lasciati rigorosamente chiusi.

  16. Le abitazioni durante il periodo estivo accumulano il calore solare.

  17. In inverno i grossi muri in pietra rilasciano gradualmente il calore all’interno delle stanze. CALORE FREDDO

  18. L’architettura: la casa rurale 8 • Con il lento migliorare delle condizioni di vita degli isolani, migliora anche la casa contadina, le facciate vengono rifinite e decorate con più cura, con rifasci e lesene definite con colori vivaci. Il tetto viene impreziosito da elementi curvilinei e “pizzi”, con cuspidi d’angolo o pinnacoli, realizzati in muratura al di sopra ed a completamento del muretto di coronamento della copertura stessa.

  19. Tocca il primo pulera Tocca l’occhiu tunnu Tocca la catusera Tocca l’astricu

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