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III Workshop: Relazioni Interculturali, Roma 31 Marzo 2008

Paesaggi urbani e immigrazione Un’ipotesi di ricerca sul sistema metropolitano di Napoli a cura di Immacolata Caruso imma.caruso@issm.cnr.it. III Workshop: Relazioni Interculturali, Roma 31 Marzo 2008

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III Workshop: Relazioni Interculturali, Roma 31 Marzo 2008

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Presentation Transcript


  1. Paesaggi urbani e immigrazione Un’ipotesi di ricerca sul sistema metropolitano di Napolia cura di Immacolata Carusoimma.caruso@issm.cnr.it III Workshop: Relazioni Interculturali, Roma 31 Marzo 2008 Dipartimento CNR “Identità Culturale” Progetto 04: “IDENTITA’ MEDITERRANEA ED EUROPA. MOBILITA’,MIGRAZIONI, RELAZIONI INTERCULTURALI”

  2. Le ragioni e l’obiettivo dello studio

  3. La struttura dello studio • Territorio ed immigrati in Campania: il sistema metropolitano di Napoli • I luoghi • Gli immigrati • Territorio ed immigrati nella città di Napoli • L’identità dei luoghi tra economia e vocazione: commercio e servizi • Le dinamiche residenziali degli immigrati e le strategie di distribuzione sul territorio • Alcuni processi di ristrutturazione socio-spaziale della città di Napoli tra utopia, possibilità e realtà • L’accesso alla casa per gli immigrati : il caso del quartiere di Pianura • L’uso degli spazi pubblici : gli ambulanti di piazza Garibaldi ed il mercato ucraino di via Brin • Considerazioni conclusive: le variabili in gioco

  4. Territorio ed immigrati in Campania:il sistema metropolitano di Napoli • A partire dagli anni ’60, intorno ai più grandi poli urbani, l’urbanizzazione si è diffusa su ampie aree, articolandosi in forme insediative eterogenee e dalle molteplici caratterizzazioni • Oltre la prima ondata d’espansione edilizia a macchia d’olio che ha configurato le attuali periferie urbane, si sono formati insediamenti diffusi e apparati urbani pluriarticolati che hanno dato vita agli attuali sistemi metropolitani • Espressione di una serie di processi (economici, sociali, culturali) scarsamente governati e spesso al di fuori di una qualsiasi strategia di sviluppo territoriale • A tali forme di urbanizzazione sono riconosciute caratteristiche comuni riferibili in parte a modalità d’uso dello spazio, in parte a stili di vita e schemi di fruizione del territorio che, in genere, “non viene vissuto ma solo attraversato”

  5. I luoghi: spazi privi di identità e poco fruibili dal punto di vista urbano Le proposte di delimitazione del sistema metropolitano di Napoli: • Sostanziale coincidenza tra confini metro-politani e confini provinciali, includendo o meno la Penisola Sorrentina • Parte integrante del sistema metropolita-no ampie aree appartenenti alla provincia di Caserta, di Salerno e di Avellino • Provincia di Napoli (1.171 Kmq, pari all’8,6% della regione): intensa antro-pizzazione(2.612 ab./Kmq), soprattutto espansioni urbane incontrollate, accom-pagnata dallo sfruttamento agricolo e interventi di bonifica, spesso carente nella dotazione di servizi • tre sottosistemi: • Provincia CE: lunghissima successione di lottizzazioni residenziali lungo la linea di costa, cui si contrappone lo spazio agricolo interno organizzato secondo le modalità dell’agricoltura industriale; • Provincia SA: rete di piccoli centri e diffusione dell’urbanizzato nelle campagne circostanti caratterizzate dalla pratica di colture intensive ad alta redditività con la diffusa presenza di serre; • Provincia AV: territorio delle grandi indu-strie e dei grandi centri per il terziario

  6. Gli immigrati in Campania Tabella 1- Popolazione straniera residente per regione e provincia al 1°gennaio 2007 (valori assoluti e altri indicatori). Fonte: ISTAT 2007 • La stima complessiva degli stranieri presenti in Campania raggiunge quasi le 100.000 unità, con più di 150 nazionalità rappresentate • Nel contesto nazionale la Campania si pone in settima posizione • La provincia di Napoli conserva un primato ospitando, da sola, circa il 45% del totale degli immigrati residenti nella Regione laddove uno straniero su quattro vive nel capoluogo • Dopo Napoli, sono le province di Caserta e Salerno ad ospitare il maggior numero di stranieri

  7. Gli immigrati in Campania Tabella 2- Principali comunità residenti in Campania, al 1/01/ 2006 (incidenza % dei singoli paesi e del totale dei 10 paesi sul complesso dei residenti stranieri). Fonte: ISTAT 2007 • Un ruolo importante all'interno della Regione è svolto da una miriade di Comuni, piccoli e grandi, che offrono agli immigrati lavoro e abitazioni a costi relativamente contenuti • L’hinterland tra Napoli e Caserta accoglie molti lavoratori stranieri: sul versante partenopeo sono occupati nei comparti industriali tradizionali: calzaturiero, imballaggi, edilizia; nel ca-sertano sono Aversa e i Comuni dell'agro a richiamare manodopera immigrata, soprattutto per le produzioni ortofrutticole • I Comuni tra Napoli e Salerno, lungo la direttrice Sud, offrono impiego nel comparto tessile, nell’agricoltura e nella zootecnia.

  8. La città di Napoli: l’identità dei luoghi tra economia e vocazione • Napoli si estende ad anfiteatro nella parte interna dell’omonimo golfo, tra il Vesuvio e i rilievi orientali dei Campi Flegrei; dal primo nucleo sorto intorno al porto, e che oggi costituisce il centro commerciale, la città si è estesa con i quartieri residenziali lungo le alture di Mergellina e Posillipo e poi con i sobborghi industriali fino a Portici • Il centro storico è il fulcro di una enorme conurbazione urbana e rappresenta un caso davvero particolare di stratificazione storica in cui sono ancora leggibili tutte le tracce insediative ed edilizie che si sono succedute dalla fondazione della città sino ad oggi, ad opera di popolazioni e culture provenienti dal bacino del Mediterraneo e dall’Europa continentale

  9. Il centro storico: spazio tradizionale del vissuto deputato agli scambi e agli incontri sociali 1) Mercato dei fiori al Maschio Angioino 3) e 4) Centro storico 2) Mercato nel quartiere S. Antonio • Zona da sempre più densamente popolata, con bassi livelli di qualità urbana, con la più alta concentrazione di attività commerciali, con una tendenza alla specializzazione manifatturiera, nei comparti del tessile e della lavorazione delle pelli • L’attività si articola principalmente al dettaglio attraverso un tessuto urbanistico costituito da isolati stretti e lunghi in cui l’unità di vendita, la bottega o il negozio, si affaccia sulla strada con un solo vano • Peculiarità del rapporto con la strada e con lo spazio pubblico più in generale: la vendita si svolge nei negozi, nei cantinati, nei bassi, nelle botteghe, ma anche nei cortili, nei vicoli e nelle strade, secondo una consuetudine mediterranea (bazar orientale), ma anche molto napoletana, di proiettare all’esterno ogni forma di vita quotidiana

  10. Il trend evolutivo Le altre parti della città dove nel tempo non si è consolidata una tradizione commer-ciale sono, invece, caratterizzate da forme innovative affermatesi nel secondo dopoguerra, in riferimento a modelli insediativi e architettonici internazionali che hanno largamente influenzato l’immagine della città anche dal punto di vista commerciale: • lento ma costante trasferimento delle attività artigianali in zone più periferiche; • attrazione commerciale del Centro Direzionale; • diminuzione delle botteghe e dei venditori di merci “sui generis” così come pure risultano diminuite forme di vendita “ambulante” locale che, molto fiorenti in passato, sono state sostituite da forme di ambulantato gestite da immigrati 1) Il CIS di Nola 2) Il Centro Direzionale 3) Ambulante Cinese

  11. Gli immigrati a Napoli • La differenza tra i due dati dipende da due diverse metodologie di calcolo ma il dato dell’anagrafe si presume che sia più vicino alla realtà • Evidente il trend di stabilizzazione degli immigrati, testimoniato anche dall’aumento della popolazione residente immigrata registrata • Femminilizzazione dell’immigrazione, con la popolazione femminile che sfiora il 65% del totale degli immigrati • Difficile da stabilire la quota degli irregolari maggiormente diffusi tra le comunità di più recente ingresso, come, ad esempio quella ucraina (20.000/30.000 presenze) • Collocati soprattutto nelle fasce marginali della filiera produttiva: settore domestico (servizi e cura alla persona), agricoltura, edilizia e commercio (abbigliamento e ristorazione).

  12. Le dinamiche residenziali e le strategie di distribuzione sul territorio • Sri Lanka: comunità meglio integrata nel tessuto sociale cittadino, in gran parte regolari, con una solida rete comunitaria, lavorano principalmente nei quartieri-bene in servizi di cura alla persona e sono generalmente ben retribuiti; alcuni sono dediti anche al commercio con negozi che vendono soprattutto prodotti rivolti alla comunità e che diventano anche centri di incontro e di comunicazione. La comunità abita soprattutto nella zona del centro storico • Ucraina: presenta un altissimo numero di irregolari giunti negli ultimi anni, costituita per la stragrande maggioranza da donne, occupate nei servizi di cura alla persona in nuclei familiari di profilo medio-basso, che offrono compensi decisamente inferiori ma anche l’alloggio. Gli uomini sono mediamente più giovani e si dedicano prevalentemente all’edilizia o sono dipendenti presso piccole fabbriche

  13. Le dinamiche residenziali e le strategie di distribuzione sul territorio • Cina: rilevante crescita negli ultimi anni, spesso provenienti dai comuni della cinta vesuviana si dedicano tutti ad attività commerciali o ristorazione: i più fortunati possiedono negozi o magazzini, gli altri ven-dono la loro merce su di un carrello. La zona della città dove principalmente risiedono è quella centrale intorno a Piazza Garibaldi. Qui, nel quartiere Granturco è stato aperto Cina mercato, un grosso centro commerciale che conta circa 80 espositori. In questo modo i cinesi hanno rivitalizzato l’area, trasformandola da area industriale ad area di servizi • I Filippini sono un’altra comunità storica, le cui dimensioni rimangono costanti, in città si contano diversi nuclei familiari, sia gli uomini che le donne si dedicano essenzialmente ai servizi di cura alla persona e vivono nel centro storico presso le famiglie da cui lavorano • Gli Albanesi che vivono in città sono pochi, quasi tutti concentrati in periferia a Ponticelli, dove molti vivono in container bipiani costruiti per i napoletani dopo il terremoto del 1980, e lavorano soprattutto nelle serre e nell’import-export • Numerosi sono anche gli stranieri che provengono dai paesi del Maghreb, soprattutto marocchini, e dall’Africa sub-sahariana, la cui attività lavo-rativa riguarda per lo più il commercio ambulante e che occupano preva-lentemente alloggi di fortuna

  14. Alcuni processi di ristrutturazione socio-spaziale della città di Napoli tra utopia, possibilità e realtà: la questione abitativa e l’uso degli spazi pubblici • Gli interventi urbanistici pianificati negli ultimi anni a Napoli lungi dall’ispirarsi ad un principio di espansione regolata della città, hanno voluto tutelare prioritariamente l’integrità fisica del territorio • Dal 2005 misure volte ad indirizzare il processo di modernizzazione del tessuto fisico, sociale ed economico verso l’intero territorio metropolitano affrontando le problematiche delle aree di maggiore degrado e delle periferie fortemente urbanizzate con abitazioni spesso di pessima abitabilità e prive di luoghi pubblici di qualità • Gli interventi in ambito di edilizia pubblica hanno dovuto adottare, nei piani e nei programmi avviati, strumenti e metodologie di tipo diversificato, dettati dai diversi contesti in cui si è operato, ma anche dalle difficoltà legate al reperimento di "alloggi parcheggio" e alla disponibilità delle ingenti risorse eco-nomiche necessarie • Programmi di Recupero Urbano di Ponticelli, Soccavo e Poggioreale; l’inter-vento di edilizia sostitutiva con la costruzione in corso di 1500 nuovi alloggi al posto dei prefabbricati pesanti; i nuovi Contratti di Quartiere, oltre a tutte le altre iniziative messe in atto dall'Amministrazione Comunale • L’obiettivo è che «nel prossimo futuro non si parli più di "periferie", ma si possa parlare dei quartieri di Napoli e delle loro diverse forme di attrazione. Quartieri con una propria peculiarità e vocazione, dotati di funzioni a servizio dell'intera area metropolitana e luoghi in cui si possa scegliere di abitare e vivere bene».

  15. L’accesso alla casa per gli immigrati a Napoli • Il percorso degli immigrati verso la stabilità alloggiativa, nell’area metropolitana di Napoli, è ancora lontano dall’individuazione di una strategia di integrazione effettiva • Lo scenario urbano è ancora caratterizzato fortemente dalla forte esposizione al disagio ed alla marginalità di ampi strati sociali della popolazione, che se in molti casi porta ad una vera e propria condivisione della condizione di “irregolarità” con gli immigrati, allo stesso tempo rischia di produrre dei fenomeni di segregazione, e di contiguità con comportamenti sociali collegati all’affiliazione camorristica • Il bisogno abitativo è superiore alla domanda effettiva: nel 2002 circa un terzo dei rapporti di utenza si trovava in condizione di abusività • In questo contesto gli immigrati, anche se il fenomeno è suscettibile di variazioni notevoli a seconda delle dinamiche intracomunitarie, cambiano più volte sistemazione anche nel giro di pochi mesi (situazioni precarie/ più stabili ma del tutto inadeguate/adeguate)equando qualcuno trova una sistemazione migliore, il posto lasciato libero viene subito occupato da altri stranieri • Il filtering down sta contribuendo a modificare il volto di alcuni quartieri della città di Napoli: nei pressi della centrale Piazza Garibaldi, nei bassi dei Quartieri Spagnoli ed in generale nei quartieri di maggior degrado abitativo, interi edifici sono abitati da immigrati contrastando processi di disurbanizzazione o di cambiamento di funzione d’uso dei vani • In alcuni casi, proprio gli immigrati hanno fatto per così dire rivivere luoghi degradati, abitando palazzi fatiscenti, restituendo la funzione d’uso agli spazi oppure trovando nuove funzioni a cui destinare i luoghi comuni • Nuova impennata dei costi degli affitti/situazioni di affollamento abitativo

  16. Il caso di Pianura • Pianura è un quartiere periferico della città di Napoli, insieme a quello di Soccavo è parte della Municipalità 9 del Comune • popolazione residente=106.299 unità • peso della pop. maschile < femminile • Municipalità demograficamente giovane • prevalgono le persone in possesso dei titoli di studio meno elevati • tasso di attività: 44,90% ( NA : 42,67%) • tasso di occupazione: 27,95% (NA: 29,28% ) • tasso di disoccupazione: 37,75% (NA: 31,39% • Anni ’60 e ’80: urbanizzazione selvaggia/abusivismo edilizio • 2 principali interventi urbanistici: • intervento che prevede la sostituzione di 605 “alloggi” per una spesa di circa 58.000.000 euro sistemi di bioarchitettura, per una generale riqualificazione dell’area • “contratto di quartiere” per 8.524.000 euro finalizzati al recupero di edifici residenziali, alla riorganizzazione della viabilità, all’aumento dei servizi e per un centro per la legalità e un istituto di cultura

  17. Tra sett/ott. 2007, 2 interventi dei carabinieri nei confronti degli insediamenti occupati “abusivamente” da immigrati e da cittadini italiani • Manifesti pubblici nei quali si chiedeva esplicitamente l’intervento delle forze dell’ordine contro gli immigrati “per restituire il quartiere ai pianuresi” • Le strutture interessate: una palazzina abusiva acquisita nel 1982 dal Comune e un complesso di corti e cortili secenteschi sgomberati dei legittimi assegnatari nel corso degli anni ’70, perché fatiscenti e pericolanti • Immigrati: circa 300 • Decine di immigrati, provenienti principalmente dall’Africa subsahariana sono stati pre-levati e portati via per l’identificazione • Arrestati 2 immigrati per inosservanza del decreto di espulsione e segnalati 29 per l’espulsione • Unico sostentamento: l'attività di lavoro a giornata nell'edilizia e nel settore agricolo per circa 15-20 euro fino al tramonto • Manifestazione (cartello di sindacati, organizzazioni del terzo settore, e comunità immigrate) e incontro con gli esponenti delle istituzioni

  18. L’uso degli spazi pubblici • A Napoli, in linea con quanto accade in Italia, il quartiere e l’inse-diamento/localizzazione residenziale sembrano meno importanti nel costituire le basi attorno alle quali si giocano i problemi di inserimento e di coabitazione di quanto lo siano i processi di segregazione non spaziali (l’isolamento, la separazione delle reti sociali degli immigrati) e - per quanto concerne gli spazi - la presenza negli spazi pubblici • È soprattutto attraverso l’uso degli spazi pubblici urbani che la presenza degli immigrati marca il territorio: le piazze, i parchi, le strade - come luoghi di incontro, di scambio di informazioni, di attività economica • Napoli mostra sempre più evidenti connotati di etnicizzazione: parrucchieri specializzati nelle tipiche acconciature dei paesi africani, macellerie islamiche, ristoranti etnici, luoghi di culto dove le celebrazioni avvengono in lingua • Come in ogni grande area metropolitana le aree adiacenti i grandi snodi delle vie di comunicazione, come ad esempio Piazza Garibaldi e via Brin vicino la stazione ferroviaria, oltre che a rappresentare le “porte di accesso” alla città, caratterizzate da un flusso continuo di persone in movimento, di culture e lingue differenti, sono anche di fatto una vera e propria riproduzione di tutta la complessità della città, sospesa in equilibrio tra “regno del possibile” ed “utopia realizzabile”

  19. Il caso di piazza Garibaldi • Ai lati di piazza Garibaldi, sui lunghi marciapiedi affollati di bancarelle dove ambulanti immigrati e napoletani vendono di tutto, è possibile ascoltare melodie arabe, napoletane, dell’africa e dell’est Europa, tra gli inevitabili rumori del traffico e dei cantieri, mentre dai ristoranti fuoriescono odori di cibi orientali, mischiati all’odore del caffè dei bar ed allo smog degli autobus in sosta • Progetto da 42 milioni di Euro, promosso da Comune di Napoli, Metropolitana di Napoli e gruppo Grandi Stazioni, firmato dall’architetto francese Dominique Perrault: “Un salotto alle porte della città”, su due livelli con una galleria di collegamento tra la città superiore e il nodo di interscambio inferiore, illuminata con luce naturale, con centri commerciali, negozi, bar, ristoranti • “Ridisegnare piazza Garibaldi – ha dichiarato Perrault nella conferenza stampa di presentazione del progetto – vuol dire affrontare e risolvere numerosi problemi legati all'architettura ma anche alla mobilità e alla sicurezza” • Le Istituzioni: tutta l’area che circonda la stazione di Napoli è oggetto di un’azione finalizzata “al recupero ed alla legalizzazione”, intrapresa già da molti mesi dal “Piano per la Sicurezza di Napoli e Provincia”, azione intensificata in tempi recenti contro i venditori ambulanti sprovvisti di autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico • Nel 2007 i venditori ambulanti di piazza Garibaldi, in grandissima maggioranza immigrati, hanno manifestato in tre cortei , per protestare contro i "continui controlli, sequestri e restrizioni", e "contro la repressione per il diritto alla dignità, alla vita e al lavoro" • La risposta del Comune: individuare d'intesa con le Municipalità, alcune zone dove sarà possibile svolgere legalmente l'attività di ambulantato.” • Al momento a Napoli esiste solo un’area mercatale multietnica destinata agli ambulanti, il mercato delle Scale Filangieri a Montesanto, dove si sono trasferiti 94 migranti di 10 etnie diverse da via Toledo che hanno aderito al bando comunale in due turni da 45 venditori alla volta • Molti, tuttavia, pur avendo pagato la tassa prevista ancora non hanno ricevuto l’autorizzazione

  20. Kiev sotto il Vesuvio : il mercato ucraino di via Brin • Ogni domenica Napoli si sveglia provincia di Kiev in via Benedetto Brin, porta orientale della città invasa già dal mattino presto da venti, trentamila ucraini per lo più clandestini che vivono sotto il Vesuvio • Il terminal bus è il luogo degli incontri, degli scambi, dei traffici di pacchi da ricevere o da spedire da qui a casa, del mercato universale di questa fetta di Est europeo • I furgoni arrivati nella notte sono schierati sul bordo della strada. Quasi tutti senza licenza di trasporto. Cinquanta bus sequestrati negli ultimi mesi dai vigili urbani, multe di 2 mila euro alla volta; ma tornano sempre. Stracarichi di mercanzie, sui tavolini di plastica si aprono i negozi • Prodotti alimentari, pesce essiccato, salumi e carne cotta sfusa. Sui barbecue di lamiera cuociono spiedini di maiale e cipolle, vaschette di alluminio contengono porzioni di verdura condita in salsa bianca • Il mercato offre una quantità di creme, coloranti per i capelli, dvd contraffatti con gli artisti più in voga in Ucraina, libri, giornali, riviste, manifesti a tema religioso e non, pellicce e abiti usati • Gli agenti del nucleo “Mobilità turistica” piantonano il mercato, i motociclisti controllano le auto, aprono portabagagli e spesso trovano pacchi pieni di farmaci senza etichetta, scaduti, e allora portano via tutto e scrivono verbali

  21. Considerazioni conclusive : le variabili in gioco • La Caritas ha stimato recentemente in 3.700.000 gli immigrati presenti in Italia, con una percentuale rispetto alla popolazione del 6,2%, una delle più alte in Europa • La loro presenza, spesso organizzata a “isole”, costituisce una forza rilevante negli ambiti urbani per capacità produttiva, di spesa, consumo ed investimento • Grazie al crescente peso dei ricongiungimenti familiari e al tasso di natalità, gli immigrati costituiscono una quota importante nella domanda di servizi urbani ( scuola, sanità, trasporti etc.) • Ormai anche nella popolazione italiana esistono fasce di reddito paragonabili a quelle in cui è inserita la maggior parte degli immigrati e che contraddistinguono i segmenti cosiddetti “deboli” della comunità • Nel complesso, le modalità di dell’insediamento sono nelle aree degradate: periferie, aree centrali o piccoli centri storici, piccolissimi centri abitati rurali • La strategia di distribuzione degli immigrati sul territorio/due principali bisogni: alloggio e fruizione degli spazi pubblici • Territorio/immigrati -processi di riqualificazione e valorizzazione dei luoghi per lo sviluppo locale e la conservazione dell’identità storica/processi di integrazione Gli esiti di tali processi variano in ragione delle relazioni istituzionali e interpersonali fra vecchi e nuovi abitanti ma soprattutto dipendono dal singolo contesto politico e culturale

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