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Modelli operativi per la didattica

Modelli operativi per la didattica. Pierangela Diadori. IL DIALOGO SOCRATICO. DIALOGO (conversazione maieutica: da maia = nutrice, levatrice) con il Maestro che cerca di far maturare l’autonomia cognitiva e critica dell’allievo:. didattica individuale o per piccoli gruppi (anche on-line).

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Modelli operativi per la didattica

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Presentation Transcript


  1. Modelli operativi per la didattica Pierangela Diadori

  2. IL DIALOGO SOCRATICO DIALOGO (conversazione maieutica: da maia = nutrice, levatrice) con il Maestro che cerca di far maturare l’autonomia cognitiva e critica dell’allievo: didattica individuale o per piccoli gruppi (anche on-line)

  3. LA LEZIONE LEZIONE ex cathedra: lettura di testi sacri o la lectio magistralis in ambito accademico (il docente onniscente legge, interpreta e trasmette a un pubblico indifferenziato) didattica per gruppi numerosi e omogenei, videoconferenze o registrazioni di interventi per la didattica on-line

  4. L’UNITA’ DIDATTICA(Freddi, Balboni, Danesi) UNITA’ DIDATTICA (XX sec.) ispirata alla “psicologia della Gestalt” (= “forma”) che descrive la percezione in termini di globalità-analisi-sintesi prospettiva del docente, sequenza di fasi che guidano i processi mentali degli apprendenti, rigidità di applicazione

  5. MOMENTI DELL’UNITÀ DIDATTICA MOTIVAZIONE GLOBALITÀ ANALISI SINTESI RIFLESSIONE CONTROLLO

  6. Motivazione e approccio globale MOTIVAZIONE • Tecniche didattiche • Attività di pre-contatto con il testo • Attività di contatto con il testo • Sussidi • Videotape, film, diapositive, illustrazioni del libro • Manifesti, cartoline, giornali, realia, vari, ecc. • Laboratorio, registratore audio, videoregistratore, lavagna luminosa ecc. • Esplorazione del contesto comunicativo • Illustrazione delle dinamiche situazionali • Significato culturale e sociale dello scenario • Funzione , scopo del testo • Presupposizioni, implicazioni, modelli culturali GLOBALITÀ • Accostamento e assunzione del testo

  7. Nucleo dell’unità didattica ANALISI • Tecniche didattiche • attività di individuazione • creazione di testi per destinatari specifici • lavoro sui generi comunicativi • transcodificazione • pattern drill • pattern game • drammatizzazione • role-taking • role-making • roleplay • dialogo aperto • Sussidi • Laboratorio, registratore audio, lavagna luminosa, computer, schede ecc. • Osservazione guidata degli aspetti che caratterizzano il testo di input a vari livelli: funzionale, sintattico, lessicale, morfologico, fonetico, culturale ecc. SINTESI • Fissazione delle forme e delle strutture • Reimpiego di forme e strutture

  8. Riflessione e sistematizzazione RIFLESSIONE • Tecniche didattiche • Tecniche di natura insiemistica(inclusione, seriazione, esclusione, sequenziazione) • Tecniche basate sull’esplicitazione • Tecniche di manipolazione • Completamento • Identificazione di errori • Sussidi • Lavagna luminosa, computer, schede ecc. • Inventario dei meccanismi espressivi-comunicativi, stilistici e retorici incontrati nel testo • Sistematizzazione delle strutture morfosintattiche per “sistemi successivi”, a spirale così da dilatare gradualmente l’area della conoscenza grammaticale

  9. Verifica CONTROLLO • Sussidi • Laboratorio • Computer • Scheda • Magnetofono • Controllo dell’avvenuto raggiungimento degli obiettivi didattici

  10. UNITA’ DIDATTICA COME RETE DI PIU’ UNITA’ DI APPRENDIMENTO (Balboni, 2002: 103) UNITA’ DI APPRENDIMENTO/ACQUISIZIONE (unità matetica: manthano = apprendo) può durare da pochi minuti a un’ora UNITA’ DIDATTICA: 4-8 ore prospettiva dell’apprendente, flessibilità di applicazione, più adatta al lavoro di gruppo, all’autoapprendimento, all’apprendimento per progetti e on-line

  11. UNITA’ DI APPRENDIMENTO/ACQUISIZIONE (Balboni, 2002: 103)

  12. UNITA’ DIDATTICA CENTRATA SUL TESTO (Vedovelli, 2002: 133-141) Sequenza organicamente coesa di operazioni e funzioni, strutturata in flussi di interazioni sociali e comunicative fra studenti e docente prospettiva testuale e interattiva, riflette la centralità del testo nel QCER, dà risalto all’input e all’interazione didattica, di cui gestisce l’imprevedibilità e l’indeterminatezza

  13. OUTPUT COMUNICATIVO Contestualizzazione culturale e comunicativa UNITA’ DIDATTICA CENTRATA SUL TESTO(Vedovelli, 2002: 137) • Strumento di interazione e • comunicazione • Modello di lingua rappresentativo • di usi comunicativi e tipi di testo • Fonte di problemi e attivatore • di apprendimento INPUT TESTUALE come: Attività esercitativa di rinforzo Guida alla comprensione Attività di comunicazione da e sul testo Attività metalinguistica

  14. UNITÀ DI CONTENUTO Elementi comuni Componenti della competenza linguistica Competenza matetica Abilità linguistiche Modelli culturali Elementi pragmatici Componenti della competenza generale

  15. Momenti centrali Fruttamento della ridondanza testuale e cotestuale e formulazioni di ipotesi Globalità Analisi guidata delle forme linguistiche Analisi Integrazione delle informazioni Sintesi

  16. UNITA’ DI LAVORO“Unit of work” in informatica = sequenza recuperabile di operazioni all'interno di un processo applicativo dall’UNITA’ DIDATTICA come rete di unità di apprendimento centrata sul testo e sull’interazione all’UNITA’ DI LAVORO come micropercorso di apprendimento guidato

  17. UNITA’ DI LAVOROmicropercorso apprendimento guidato rende operativi i principi teorici sull’insegnamento/apprendimento della L2 in termini di progettazione e realizzazione delle attività • con formati didattici diversi • intorno a uno o più testi • con tecniche diverse secondo il metodo e l’approccio, finalizzate allo sviluppo di diverse abilità

  18. UNITA’ DI LAVORO micropercorso di apprendimento guidato • rappresenta UNA TAPPA del CURRICOLO (inteso come “macropercorso di apprendimento guidato”) • può realizzarsi in - UN INCONTRO/LEZIONE (1-4 ore) - UNA UNITA’ DIDATTICA (4-8 ore in 2-3 incontri/lezione) - UN MODULO composto da più UD

  19. IL MODULO • Sezione autosufficiente di un insieme di contenuti (raccordabile con altri moduli, ma valutabile autonomamente) • Un modulo può essere composto da più unità didattiche: p.es. “Il tempo libero” (modulo); “In discoteca” (unità di lavoro). • La successione fra moduli può essere obbligata o opzionale per consentire di organizzare percorsi reticolari alternativi alla sequenzialità dei macropercorsi realizzati in una sequenza di unità di lavoro

  20. UdL intesa come: • Iperonimo (I/L, UD, UdA, Udt, M) • Percorso unitario e in sé concluso • Lavoro condiviso (docente/studenti) • Realizzazione progettuale • Valorizzazione dell’apprendimento guidato

  21. Fasi dell’UdL: • INTRODUZIONE: attività basate su contesto, motivazioni, obiettivi e preconoscenze • SVOLGIMENTO: attività basate sull’input e sulla sua rielaborazione (globalità, analisi, sintesi, riflessione) • CONCLUSIONE: attività basate sull’output comunicativo (controllo informale o formale degli esiti di apprendimento)

  22. UNITA’ DI LAVOROmicropercorso di apprendimento guidato • Organizzazione delle attività e dell’interazione • Controllo delle attività per il raggiungimento degli obiettivi • Centralità del testo • Consapevolezza della responsabilità di apprendimento dei destinatari • Ruolo-chiave dell’insegnamento in termini di progettazione, input, feed-back e gestione dei processi psicocognitivi

  23. UNITA’ DI LAVORO fa la differenza fra apprendimento spontaneo e guidato nell’accelerare i processi di apprendimento della L2 (Bettoni, 2001): centralità del testo ma anche gestione del tempo, dello spazio, dell’input e dell’output, dell’interazione, delle strategie di apprendimento, dei bisogni e dei processi psicocognitivi

  24. UNITA’ DI LAVORO fa la differenza fra l’incontro con il testo senza e con gli strumenti linguistici e cognitivi per analizzarlo: centralità del testo ma anche modelli di analisi metalinguistica e metaculturale, tecniche euristiche, sviluppo della consapevolezza e dell’autonomia

  25. UNITA’ DI LAVORO un percorso induttivo guidato dal docente (dal funzionale al formale, dall’uso della lingua alla riflessione metalinguistica, dalla scoperta di regolarità e eccezioni alla loro sistematizzazione): il testo ma anche la classe, il docente, i compagni come risorse per l’osservazione e l’auto-osservazione

  26. LE RESPONSABILITA’ DEL DOCENTE NELLA PROGETTAZIONE • Approccio glottodidattico • Rilevamento dei bisogni, definizione e raggiungimento degli obiettivi • Testi, tecniche, compiti, modalità di verifica • Progettazione delle unità di lavoro come tappa del macropercorso di apprendimento • Formati didattici e gestione della classe • Interazione e ruoli reciproci

  27. REALIZZAZIONE DELL’UNITA’ DI LAVORO e del singolo INCONTRO/LEZIONE • Scena culturale • Luogo fisico • Partecipanti • Scopi • Mosse comunicative • Atteggiamento psicologico • Strumenti • Norme di interazione • Generi comunicativi

  28. IL PIANO DELLA LEZIONE (EPOSTL) Delinea in modo sistematico come realizzare la lezione indicando: - gli obiettivi di apprendimento (nuovi o basati su un precedente apprendimento) • I risultati di apprendimento proposti o previsti • attrezzature, risorse, materiali necessari • una sequenza logica di attività con indicazione di possibili tempi di esecuzione • attività diverse secondo i diversi stili di apprendimento • Le abilità linguistiche da sviluppare • Occasioni di verifica e valutazione • Obiettivi futuri

  29. So rendere operativo il piano della lezione? (EPOSTL) • So dare inizio alla lezione in maniera adeguata. • So essere flessibile quando metto in pratica un piano di lezione e so rispondere agli interessi degli apprendenti nel corso della lezione. • So passare con garbo da un’attività all’altra e da un compito individuale a uno a gruppi o per l’intera classe. • So rivedere i tempi della lezione se sopravviene un imprevisto. • So organizzare i tempi delle attività in classe secondo i tempi di attenzione degli studenti • So concludere la lezione in modo focalizzato.

  30. BIBLIOGRAFIA BALBONI P., Le sfide di Babele, UTET, Torino 2002, pp. 99-109 BETTONI C., Imparare un’altra lingua, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 22-53 COONAN M., La lingua straniera veicolare, UTET, Torino 2002, pp. 197-263 CILIBERTI A., Manuale di glottodidattica, La Nuova Italia, Firenze 1994, pp. 144-157 DIADORI P., PALERMO M., TRONCARELLI D., Manuale di italiano seconda lingua, Guerra, Perugia (in stampa), cap. 10 VEDOVELLI M., Guida all’italiano per stranieri, Carocci, Roma 2002, pp. 133-141

  31. Pierangela Diadori Università per Stranieri Siena diadori@unistrasi.it www.siena-art.com/diadori

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