1 / 32

Introduzione ai generi letterari – Analisi del testo narrativo

Introduzione ai generi letterari – Analisi del testo narrativo. Diana Dragoni. “Testo ”, dal latino textus. può essere. non verbale. verbale. scritto. orale. Classificazione dei testi. PER TIPI : narrativi, descrittivi, argomentativi, espositivi, regolativi. PER GENERE :

rafi
Télécharger la présentation

Introduzione ai generi letterari – Analisi del testo narrativo

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Introduzione ai generi letterari – Analisi del testo narrativo Diana Dragoni

  2. “Testo”, dal latino textus può essere non verbale verbale scritto orale

  3. Classificazione dei testi PER TIPI: • narrativi, • descrittivi, • argomentativi, • espositivi, • regolativi. PER GENERE: • lirica • narrativa • drammaturgia

  4. LA FAVOLA Componimento generalmente BREVE, scritto in prosa o in versi. Può avere come protagonisti esseri umani, ANIMALI (questi ultimi rappresentati con caratteristiche umane, nei pregi e nei difetti) o essere inanimati che incarnano vizi e virtù tipicamente umani. Si tratta dunque di un componimento ALLEGORICO, con lo scopo di far riflettere sui comportamenti umani e di educare. La vicenda infatti spesso si conclude con una MORALE. Es.: le favole di Esopo (VI-V sec. a.C.), Fedro (I sec. d.C.), Jean de La Fontaine (XVII sec.), Gaspare Gozzi (XVIII sec.), Italo Svevo, Gianni Rodari, Alberto Moravia (XX sec.)

  5. LA FIABA Narrazione in prosa, ambientato in un tempo indeterminato e in un luogo fantastico, popolato da esseri magici, fate, folletti e streghe, gnomi e orchi, oltre a re, principi e principesse. Generalmente si conclude con un lieto fine e con la vittoria del bene sul male. La favola veicola insegnamenti e valori ritenuti importanti attraverso una narrazione piacevole e comprensibile, un linguaggio semplice e un sistema di personaggi nettamente diviso tra buoni e cattivi. Es.: Giovan Battista Basile (XVII sec.), Charles Perrault (XVII sec.), Jacob e Wihlelm Grimm (XIX sec.), Aleksandr Nikolaevic Afanasjev (XIX sec.) Italo Calvino (XX sec.)

  6. L’universalità delle fiabe e l’analisi di Propp

  7. LA NOVELLA e IL RACCONTO Breve testo narrativo in prosa, relativo a una vicenda in sé conclusa, che può essere reale o fantastica e che ha come UNICO SCOPO L’INTRATTENIMENTO del lettore. I personaggi sono realisticamente individuati e inseriti in un contesto descritto con precisione, spesso con riferimenti a situazioni storiche concrete. Di minore ampiezza rispetto al romanzo, si distingue in vari tipi: storico, fantastico, comico ecc. Es.: Medioevo: Le mille e una notte (IX-XV sec.), Il Novellino (XIII), Decamerondi Boccaccio (1348-1353), Franco Sacchetti (XIV sec.), Giovanni Sercambi(XIV sec.); Età contemporanea: Edgar Allan Poe (XIX sec.), Guy de Maupassant (XIX sec.); Novecento: Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Dino Buzzati, Alberto Moravia, Primo Levi, Italo Calvino, Tommaso Landolfi, Anton Cechov, Arthur Conan Doyle, katherine Mansfield, Mark Twain. Howard P. Lovecraft, Ernest Hemingway, Jorge Louis Borges.

  8. IL ROMANZO NARRAZIONE LUNGA, generalmente in prosa, di vicende che possono essere reali o di fantasia, incentrate sul protagonista, intorno al quale ruotano le vicissitudini di altri personaggi. Il romanzo rispetto al racconto ha una maggiore COMPLESSITÀ che si manifesta attraverso: • le caratteristiche della storia narrata • Oltre alla vicenda principale si sviluppano digressioni, pause riflessive o descrittive… • Intersezione dei piani temporali, variazioni del punto di vista… • il sistema dei personaggi • Non si possono analizzare come entità autonome ma vanno considerati in una rete di relazioni Può presentare, come il racconto, sottogeneri diversi (d’avventura, giallo, umoristico, verista…), ma alcuni sono specifici: di formazione, storico, fantastico, psicologico. Es.: I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1785 –1873)

  9. Elementi di narratologia

  10. IL TESTO NARRATIVO È divisibile in unità minime di significato, dette SEQUENZE (MICRO E MACRO) Possono essere RIFLESSIVE NARRATIVE DIALOGATE DESCRITTIVE

  11. Le MICROSEQUENZE sono brevi sequenze in stretta relazione con unità di contenuto più ampie (sequenze), che riportano un evento oppure informazioni del segmento narrativo. L’unione di più sequenze può essere considerata una MACROSEQUENZA, un organismo complesso e articolato del testo. In essa compaiono dei mutamenti interni di una certa rilevanza e ben individuabili.

  12. Il passaggio tra una sequenza e l’altra può essere segnalato da: mutamento di tempo (il giorno, oggi, la sera prima…); mutamento di luogo; entrata o uscita di un personaggio; diversa tipologia narrativa: descrizione, narrazione, dialogo, riflessione… mutamento di contenuto.

  13. FABULA INTRECCIO Successione logico-cronologica degli eventi essenziali per lo sviluppo della vicenda elaborata dal lettore Organizzazione e disposizione artificiale degli eventi data dall’autore

  14. SCHEMA NARRATIVO Antefatto o prologo Situazione iniziale Esordio e rottura dell’equilibrio Peripezie Spannung (momento di massima tensione) Soluzione o scioglimento (conclusione)

  15. TEMPO DELLA STORIA (tempo che gli avvenimenti occupano nella realtà) e TEMPO DEL RACCONTO (spazio che occupano nella pagina) • SCENA: TR = TS • SOMMARIO: TR < TS • ELLISSI: TR = 0 • ANALISI: TR > TS • PAUSA: TS = 0 RITMO NARRATIVO LENTO VELOCE

  16. PERSONAGGI RITRATTO o AUTORITRATTO (l’autore interrompe la narrazione e introduce una descrizione del personaggio) PRESENTAZIONE DIRETTA o IN AZIONE (il personaggio viene mostrato al lettore mentre dice e fa qualcosa, così il suo ritratto deve ricavarsi dagli indizi INDIRETTA (il personaggio viene presentato attraverso le parole di altri personaggi ) FISICA o ESTERIORE CARATTERIZZAZIONE PSICOLOGICA SOCIALE (contesto e classe sociale, livello culturale, valori e ideali…)

  17. IL RUOLO e IL SISTEMA DEI PERSONAGGI RUOLO NELLA NARRAZIONE: • Protagonista; • Comprimario o secondario; • Comparsa. RUOLO NEL SISTEMA DELLE RELAZIONI: • Eroe; • Aiutante (dell’eroe) o mediatore positivo; • Donatore • Oggetto del desiderio; • Antagonista; • Oppositore (dell’eroe) o mediatore negativo; • Mandante; • Falso eroe.

  18. LA TIPOLOGIA DEI PERSONAGGI • Personaggi STATICI Non sono soggetti a evoluzione o mutamenti di alcun tipo • Personaggi DINAMICI Si modificano o dal punto di vista fisico o psicologico o passano da uno stato sociale all’altro

  19. LO SPAZIO La descrizione dei luoghi può avere funzione • DENOTATIVA (effetto di realtà e verosimiglianza) • CONNOTATIVA (carica di significati simbolici) E può servirsi di una modalità di rappresentazione • EXTRADIEGETICA (affidata a sequenze unicamente descrittive) • DIEGETICA (disseminata all’interno della narrazione dei fatti)

  20. LO SPAZIO Una vicenda può svolgersi in luoghi: • BEN DEFINITI o INDEFINITI • REALI O FANTASTICI • CHIUSI O APERTI • UNICO LUOGO o MOLTI LUOGHI La descrizione di un luogo può essere: • BASATA SUI SENSI • STATICA (presentata come un unico colpo d’occhio) • DINAMICA (sembra seguire i movimenti di una macchina da presa) • CLASSICA (ordine e logica precisi) • IMPRESSIONISTICA (attraverso l’accumulo di particolari) • OGGETTIVA (da un punto di vista neutro, per informare) • SOGGETTIVA (dal punto di vista di un personaggio preciso, per suscitare un’emozione e farne comprendere la psicologia)

  21. IL TEMPO I riferimenti al tempo in cui si sono svolti i fatti (INDICATORI o MARCHE TEMPORALI) Precisare la durata degli avvenimenti Definire l’epoca di riferimento servono a Cogliere la prospettiva temporale (cioè la distanza tra l’ «allora» dei fatti e l’ «adesso» della narrazione) Scandire la successione dei fatti

  22. NARRATORE AUTORE Scrittore che ha ideato e scritto il testo, quindi è dotato di una precisa fisionomia storica Persona fittizia che nasce dalla finzione letteraria, a cui è affidato il compito di narrare la storia

  23. STRUTTURA E GRADI DELLA NARRAZIONE STRUTTURA A CORNICE: Il NARRATORE di 1° GRADO narra la CORNICE (racconto di base) all’interno della quale compaiono il NARRATORE di 2°, 3°… STRUTTURA A RACCONTI PROVENIENTI DA ALTRE FONTI: Il NARRATORE di 1° GRADO sostiene di narrare una storia che gli ha riferito un NARRATORE di 2° GRADO, che afferma di averla appresa da un NARRATORE di 3°… STRUTTURA A INCASTRO: Il NARRATORE di 1° GRADO introduce un NARRATORE di 2° GRADO che narra una storia che risulta incastrata nella narrazione principale.

  24. IL PATTO NARRATIVO

  25. PUNTO DI VISTA e FOCALIZZAZIONE La narrazione è NON FOCALIZZATA nel caso in cui vi è il narratore onnisciente: egli sa tutto sui suoi personaggi, è sempre presente con la sua prospettiva e la sua valutazione (implicita o esplicita) sul loro operato. La narrazione è FOCALIZZATA quando il narratore adotta un punto di vista particolare.

  26. Le intrusioni dell’autore o METALESSI Il narratore mostra la sua presenza attraverso: • Le descrizioni di luoghi e personaggi che non hanno “segreti”; • Le valutazioni, i giudizi morali, psicologici ; • I ragguagli extranarrativi = digressioni storiche e/o culturali…; • Gli appelli al lettore: “…i miei venticinque lettori…” di manzoniana memoria; • Le analessi e prolessi; • Le ellissi = omissione di parti della storia; • I sommari= sintesi-riassunti di parti della storia.

  27. I TRE STILI DELLA RETORICA CLASSICA

  28. IL TEMA • Gli indizi che ci permettono di riconoscere il tema o i temi principali di un’opera sono: • IL TITOLO • L’INCIPIT • LE PAROLE-CHIAVE riconoscibili per • la ripetuta presenza, anche sotto forma di sinonimi o parole appartenenti allo stesso campo semantico • La collocazione in posizione di rilievo (per es. nel titolo o sottotitolo, all’inizio o alla fine di un testo…)

  29. FONTI: http://www.italiano.lascuola.it/italiano/media /approfondimenti/Approfondimenti__Testo_le tterario.pdf Guida per l’uso del portfolio europeo… http://www.esp-pel.it/328d517.html BIGLIA, MANFREDI, TERRILE, CURRARINI, Interminati spazi, a, Paravia, 2010. GALLI, QUINZIO, Freschi pensieri. Narrativa, Einaudi Scuola, 2014.

More Related