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IL PARADIGMA ETICO

IL PARADIGMA ETICO. IL PIANO COME STRUMENTO DI EQUITA’ SOCIALE. PRODOTTO, della attività umana

raziya
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IL PARADIGMA ETICO

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Presentation Transcript


  1. IL PARADIGMA ETICO IL PIANO COME STRUMENTO DI EQUITA’ SOCIALE

  2. PRODOTTO, della attività umana la sua organizzazione, intesa non solo come attrezzatura di base e di servizi, ma più in generale di tutte le infrastrutture indispensabili allo sviluppo dei processi produttivi, è determinata dalla struttura e dai fini della società molto più di quanto non risulti determinata dalle condizioni naturali. FATTORE PRODUTTIVO, in quanto concorre all’accumulazione del capitale: direttamente attraverso la rendita fondiaria, che altri non è che una forma diversa assunta dal profitto capitalistico; indirettamente, mediante l’offerta dei servizi necessari alla produzione, quali strade, aree attrezzate, etc.. IL PIANO COME STRUMENTO ECONOMICO SOCIALELA CITTA’

  3. favorire una riproduzione del capitale attraverso la fornitura dei beni che consentono lo sviluppo dei processi produttivi: aree attrezzate per l' industria, infrastrutture di trasporto, etc..; consentire quella che Marx definisce la riproduzione della forza lavoro, ovvero tutti quei servizi e quelle infrastrutture che consentono alla classe operaia, al di fuori della fabbrica di vivere, riposare, riprodursi: la casa, il verde, i servizi sociali, etc.. LA SOCIALIZZAZIONE DELLE FORZE PRODUTTIVE

  4. LA RENDITA FONDIARIA riduce i margini di profitto del capitale industriale attraverso un eccessiva pressione sul salario operaio per le spese dell’abitazione; riduce gli investimenti nel settore industriale a vantaggio di più redditizi investimenti fondiari: sottrae spazio, attraverso la realizzazione di interventi speculativi, alla realizzazione di infrastrutture necessarie alla produzione del capitale. I BENI DI CONSUMO COLLETTIVO (John Kenneth Galbraith: Ricchezza privata e povertà pubblica), quel consumo la cui realizzazione economica e sociale, pur restando capitalistica, non si compie attraverso il mercato, ma attraverso l'apparato statale, diventa contemporaneamente elemento funzionale indispensabile, oggetto permanente di rivendicazioni e settore deficitario dell’economia capitalista" (M. Castells, 1974). RENDITA FONDIARIA E CONSUMI COLLETTIVI

  5. IL PIANO URBANISTICO strumento di distribuzione della ricchezza, atto a garantire uno sviluppo equilibrato fra consumi privati e consumi collettivi strumento di mediazione fra interessi contrastanti strumento onnicomprensivo, garanzia di un ordine urbano e territoriale, specchio di un parallelo ordine economico e sociale. LA SOCIALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI APPROPRIAZIONE DELLO SPAZIO, mediante l'onere della realizzazione dei beni di consumo collettivo e, dove necessario, limitando la quantità di risorse drenate dalla rendita fondiaria. IL PIANO COME STRUMENTO ECONOMICO E SOCIALE

  6. "La prima funzione dell'Urbanistica nel nostro sistema consiste nell'assicurare il supporto tecnico necessario per organizzare il territorio in quanto fattore produttivo dell'economia capitalistica, per renderlo cioè utilizzabile come tale; questa funzione si esplica a sua volta in due modi: organizzare il territorio da un lato come base per la formazione del plusvalore e dall'altro per la riproduzione della forza lavoro".(Romano M., 1980).

  7. MERCE E PRODOTTO DELLO SVILUPPO ECONOMICO VALORE D’USO E VALORE DI SCAMBIO DELLA CITTA’ E DEL TERRITORIO FATTORE DI PRODUZIONE DELL’ECONOMIA LA RENDITA FONDIARIA LE INFRASTRUTTURE DEL TERRITORIO IL TERRITORIO COME…..

  8. REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA L’ECONOMIA DEL BENESSERE RIEQUILIBRIO FRA CONSUMI PUBBLICI E PRIVATI CONTROLLO DELLA RANDITA FONDIARIA URBANA SUPERAMENTO DEGLI SQUILIBRI TERRITORIALI LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA PER L’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE NEL TERRITORIO IL PIANO COME STRUMENTO DI….

  9. L’ECONOMIA DELLO SPAZIO LE TEORIE DELLA LOCALIZZAZIONE LE TEORIE DELL’AGGLOMERAZIONE LA TEORIA DEI POLI DI SVILUPPO LE SCIENZE REGIONALI IL TERRITORIO COME SISTEMA LA DIMENSIONE REGIONALE COME DIMENSIONE OTTIMALE L’ECONOMIA DEL TERRITORIO

  10. PIANIFICAZIONE URBANISTICA E PROGRAMMAZIONE ECONOMICA • la pianificazione è un processo unitario all interno del quale si possono distinguere • obiettivi a-spaziali (programmazione economica) ed • obiettivi spaziali (pianificazione urbanistica). • "L'urbanistica è un processo che si struttura spazialmente sulla base di finalità che non sono spaziali; l'unità dell'azione programmatrice, non può non far ritenere artificiosa la distinzione tra piano urbanistico e programma economico. • Fondamenti della pianificazione unitaria sono principi e teorie economiche: • razionalità del mercato • teorie della localizzazione spaziale delle imprese, • le economie di scala, • gli effetti di agglomerazione,

  11. LA QUESTIONE AMBIENTALE E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

  12. I LIMITI DELLO SVILUPPO • Il rapporto del Club di Roma, redatto da un gruppo di ricerca costituitosi presso il Massachussets Institute of Technology, mise in evidenza come sia le risorse energetiche che quelle ambientali fossero assolutamente limitate e non rinnovabili e come la crescita produttiva illimitata le avrebbe ben presto esaurite, apportando al contempo alterazioni tali all'ambiente da provocare una catastrofe ecologica di proporzioni incalcolabili: riduzione della fascia di ozono, distruzione della foresta amazzonica, desertificazione, impoverimento delle falde acquifere, mutamenti nel clima, etc.. Da qui il nascere e lo svilupparsi della consapevolezza, all'interno del mondo industrializzato, della assoluta necessità di un cambiamento radicale, di un nuovo modello di sviluppo basato su un utilizzo razionale delle risorse ambientali e compatibile con esse.

  13. LO SVILUPPO INSOSTENIBILE • CRESCITA ILLIMITATA, ovvero l’idea che lo stato di salute di una economia sia misurabile attraverso il tasso di crescita del PIL e che questo possa crescere all’infinito • DISTRUZIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI ED ENERGETICHE (deforestazione, esaurimento delle falde idriche, dissesto idrogeologico, ecc..) • INQUINAMENTO, dell’aria, dell’acqua, del suolo, del paesaggio • SQUILIBRI TERRITORIALI fra paesi ricchi e paesi poveri conseguenza anche della dipendenza decisionale e tecnologica • IL TERRITORIO E L’AMBIENTE COME CONTENITORI

  14. LA COMMISSIONE BRUNDTLAND • "Lo sviluppo sostenibile, lungi dall'essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni delle generazioni future“. (Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, 1987).

  15. LO SVILUPPO SOSTENIBILE • Secondo il concetto di capacità di carico (carryng capacity) dell’ambiente, s’intende per sviluppo sostenibile da un punto di vista ecologico il “miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”. (1991 World Conservation Union - United Nation Environment Programma – World Wide Fund for Nature) • La sostenibilità del sistema società, economia, ecologia comporta la necessità di “lasciare alle future generazioni almeno tante opportunità quante ne abbiamo avute noi”.(1996 World Bank) • Da un punto di vista delle relazioni esistenti tra la scala territoriale locale e globale lo sviluppo sostenibile è quello in grado di offrire “servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità senza danneggiare i sistemi naturali, culturali e sociali su cui si basa tale soddisfazione e senza ridurre le potenzialità di sviluppo sostenibile delle comunità locali in altre parti del mondo”. (1991 International Council for Local Environmental Iniziatives)

  16. LE TAPPE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE • 1972Stoccolma - Svezia Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente Umano • 1980Strategia Mondiale per la conservazione • 1983Commissione mondiale su sviluppo e ambiente • 1987 Rapporto Brundtland - Il Nostro Futuro Comune • 1992Rio de Janeiro - Brasile Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo Vertice della Terra/UNCEDV Piano d'Azione Ambientale dell'UE "Per uno sviluppo durevole e sostenibile" 1993/1999 • 1993Piano Nazionale per lo sviluppo sostenibile in Italia

  17. LE TAPPE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE • 1994Aalborg - Danimarca 1ª Conferenza Europea sulle città sostenibili • 1996Lisbona - Portogallo 2ª Conferenza europea sulle Città SostenibiliIstanbul - Turchia Conferenza delle Nazioni Unite sugli Insediamenti Umani/Habitat II • 1997New York - Stati Uniti d'America XIX Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite/UNGASS (Rio+5)Trattato di Amsterdam • 1999Ferrara - Italia Conferenza di FerraraRiorganizzazione del Ministero dell'Ambiente - Istituzione del Servizio per lo sviluppo sostenibile

  18. LE TAPPE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE • 2000Hannover - Germania 3ª Conferenza europea sulle Città SostenibiliDichiarazione del Millennio • 2001VI Piano d'Azione Ambientale 2002/2010 dell'UE "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta"Strategia dell'Unione Europea per lo Sviluppo SostenibileStrategia d'Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in ItaliaDoha - Qatar Vertice dell'Organizzazione Mondiale del Commercio • 2002Monterrey - Messico Conferenza Internazionale per il Finanziamento dello SviluppoRoma- Italia Vertice Mondiale FAO sull'alimentazioneJohannesburg - Sud Africa Vertice Mondiale sullo Sviluppo sostenibile

  19. 2. LE SFIDE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE • Combattere la povertà e lo squilibrio fra Nord e Sud del mondo; • Garantire la conservazione delle risorse energetiche e naturali; • Migliorare la qualità della vita, la salute (wash) e la sicurezza; • Salvaguardare la complessità sotto ogni aspetto (naturale, sociale, culturale) • Favorire le comunità locali e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali;

  20. COMBATTERE LA POVERTA’ La prima sfida dello sviluppo sostenibile è quella di combattere la povertà in cui versa più della metà degli uomini e superare il divario fra paesi ricchi e paesi poveri

  21. Reddito pro capite in Dollari / anno 2000 Svizzera 44.908 Stati Uniti 29.683 Italia 19.574 India 444 Nigeria 256 Etiopia 110 Durata media della vita anni Giappone 80,5 Stati Uniti 76,5 Italia 78,2 Afghanistan 44,5 Etiopia 42,5 Zambia 40,5 COMBATTERE LA POVERTA’

  22. COMBATTERE LA POVERTA’ • Povertà di reddito1,2 miliardi di persone che vivono con meno di 1 dollaro USA al giorno (dollari USA PPA 1993), 2,8 miliardi con meno di 2 dollari USA al giorno (1998) • Bambini163 milioni di bambini sotto i cinque anni d’età denutriti (1998)11 milioni di bambini sotto i cinque anni d’età che muoiono annualmente per cause che si potrebbero prevenire (1998) • Istruzione854 milioni di adulti analfabeti, 543 milioni dei quali donne (2000)325 milioni di bambini che non frequentano la scuola al livello primario e secondario, 183 milioni dei quali bambine (2000)

  23. LE RISORSE ENERGETICHE

  24. LE RISORSE ENERGETICHE • L'accessibilità universale alle risorse energetiche è ben lontana, il 20% della popolazione del pianeta consuma l’80% delle risorse energetiche. • Il settore è dominato dai carburanti fossili i cui rifiuti sono estremamente nocivi per l'inquinamento atmosferico e la riduzione dei gas serra. Occorre indirizzare gli sforzi per potenziare la ricerca, l'utilizzo di fonti rinnovabili e di tecnologie "pulite", per ratificare e implementare il Protocollo di Kyoto.

  25. CONSERVARE LE RISORSE AMBIENTALI • 3.870 milioni di ettari coperti da foreste nel mondo • 80% delle foreste è stato già distrutto • 140.000 km2 di foresta tagliati ogni anno • Scompare ogni 2 secondi una superficie pari ad un campo di calcio • 94% delle foreste primarie negli USA è stato abbattuto • 15.000 ettari l'anno la foresta distrutta in Russia • 70% del legname la quota estratta illegalmente in Indonesia

  26. RIDURRE L’INQUINAMENTO DEL PIANETA • A partire dalla rivoluzione industriale, la concentrazione di CO2 nell'atmosfera è aumentata del 30%, la concentrazione del metano è quasi raddoppiata, e la concentrazione dell'ossido di azoto è salita di circa il 15%. • L’80% delle emissioni di anidride carbonica, il principale "gas serra", proviene dalla combustione del carbone, del petrolio e del metano, dunque dall’attività delle centrali termoelettriche, dai fumi delle industrie, dagli scarichi delle automobili. Se la tendenza attuale di consumo delle risorse fossili e non rinnovabili continuerà invariata, la quantità di anidride carbonica presente nell'atmosfera terrestre raddoppierà nel giro di circa 50 anni.

  27. MIGLIORALE LA QUALITA’ DELLA VITA • Salute968 milioni di persone prive di accesso a fonti d’acqua pulita (1998) • 2,4 miliardi di persone prive di accesso ai servizi sanitari di base (1998) • 34 milioni di persone affette da HIV/AIDS (fine 2000) • 2,2 milioni di persone che muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico (1996)

  28. MIGLIORALE LA QUALITA’ DELLA VITA • Ridurre i livelli di inquinamento • Migliorare l’accesso alle risorse idriche • Migliorare la dotazione dei servizi sanitari • Prevenire i disastri naturali: alluvioni, terremoti, ecc.. PRESERVARE LA COMPLESSITA • A livello naturale • Un terzo della biodiversità complessiva è andato perso a partire dal 1970

  29. VERSO LA CATASTROFE AMBIENTALE? Fenomeni come desertificazione, riduzione della fascia di ozono, innalzamento del livello degli oceani, impoverimento della fauna e della flora (terrestri e marine), erosione delle coste, scioglimento dei ghiacciai minacciano gravemente il pianeta. Paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo sono responsabili in ugual misura: l'uso indiscriminato delle risorse ha profondamente danneggiato gli equilibri degli ecosistemi, lo sfruttamento eccessivo ne ha compromesso la capacità di rigenerazione.

  30. A BLUEPRINT FOR SURVIVAL • Il difetto principale dello stile di vita industriale e della sua etica dell’espansione è che esso è insostenibile. La sua fine, presumibilmente entro l’arco di vita di chi è nato oggi, è inevitabile- dal momento che esso continua ad essere sostenuto da una esigua minoranza, al costo però di imporre grandi sofferenze al resto dell’umanità. Noi possiamo essere certi che prima o tardi esso finirà (solo il momento preciso e le circostanze sono in dubbio), e ciò accadrà in due possibili modi: o contro la nostra volontà, in una successione di carestie, epidemie, crisi sociali e guerre, o perché noi lo vorremo, attraverso una serie di cambiamenti calcolati e pensati, perché desideriamo creare una società che non imporrà ai nostri figli crudeltà e dolore.

  31. L’ECONOMIA ECOLOGICA Dal 1968 H. Daly ed altri lavorano alla definizione di un’economia ecologica, che riconosce l’esigenza di tre (non solo due…) fattori di produzione: • Il capitale naturale: l’insieme dei sistemi naturali (mari, fiumi, laghi, foreste, flora, fauna, territorio), ma anche i prodotti agricoli, i prodotti della pesca, della caccia e della raccolta • Il capitale prodotto dall’uomo: le merci • Il lavoro

  32. Stiamo passando da un’economia da “mondo vuoto” (il fattore limitante era il capitale prodotto dall’uomo) ad un’economia da “mondo pieno” dove il fattore limitante è il capitale naturale. Oggi la produzione agricola è limitata dalla disponibilità d’acqua, più che dalla disponibilità di trattori e mietitrici. Il tasso di utilizzo del capitale naturale rappresenta una forma di reddito naturale: gli attuali consumi superano il reddito naturale, cioè gli interessi sul nostro capitale. L’umanità deve imparare a vivere del reddito generato dal capitale naturale.

  33. Il problema della separatezza tra economia ed ecologia, tra valori economici e valori ambientali si può impostare superando la chiusura dei modelli economici e allargando le porte del mercato in modo che i beni di tutti, cioè di nessuno, possano assumere un valore economico. E’ un fenomeno ricorrente: la trasformazione di valori etici, filosofici, sociali in valori economici. SVILUPPO SOSTENIBILE è un modello di sviluppo economico in cui: Il tasso di utilizzo delle risorse non rinnovabili non deve eccedere il tasso al quale i loro sostituti rinnovabili sono sviluppati Il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve eccedere il loro tasso di rigenerazione Il tasso di emissioni inquinanti non deve superare la capacità assimilativa dell’ambiente

  34. AGENDA 21 LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE Agenda 21 e’ il nome del documento approvato da tutti i paesi partecipanti alla conferenza di Rio del 1992 nel quale si indicavano le strategie da seguire per garantire uno sviluppo sostenibile nel XXI secolo. Le linee principali indicate da agenda 21 prevedono: • ricercare l’integrazione fra obiettivi ambientali, sviluppo economico, equita’ sociale • conservare le risorse • efficienza energetica e riduzione degli inquinamenti • miglioramento della qualita’ della vita e della sicurezza ambientale • favorire la partecipazione dei cittadini al processo decisionale

  35. LE POLITICHE PER LA CITTA’ SOSTENIBILE • INTEGRAZIONE E MULTISETTORIALITA’ • sviluppo economico, occupazione, fiscalità, ecc.. • aspetti sociali e culturali; • aspetti amministrativi e gestionali • aspetti spaziali • PROCESSI DECISIONALI ALLARGATI E PARTECIPATI • ENTI LOCALI CON PIU’ CAPACITA’ DI COORDINAMENTO E MENO NORME AUTORITATIVE

  36. LE TRASFORMAZIONI ECONOMICO SOCIALI RISTRUTTURAZIONE INDUSTRIALE TERZIARIZZAZIONE INFORMATIZZAZIONE LE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI RALLENTAMENTO PROCESSI DI CRESCITA URBANA TERZIARIZZAZIONE DISPERSIONE TERR. DOMANDA RIQUALIFICAZIONE LA SOCIETA’ POST INDUSTRIALE

  37. LA CITTA’ IMPRESA • L’AMBIENTE URBANO PROMOTORE DELLO SVILUPPO • LE RETI INFRASTRUTTURALI • LA QUALITA’ AMBIENTALE: I PARCHI TECNOLOGICI • LE RISORSE UMANE • CAPACITA’ DI ATTRARRE INVESTIMENTI

  38. IL MARKETING URBANO E TERRITORIALE • LA PROMOZIONE DEL PRODOTTO TERRITORIALE E DELLE SUE RISORSE • NUOVI RAPPORTI FRA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE • NUOVI RAPPORTI PUBBLICO PRIVATO. CONCERTAZIONE DELLE SCELTE • PIANIFICAZIONE PER OBIETTIVI

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