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La gestione dell’informazione sul web

La gestione dell’informazione sul web. ( giornali , tv sul web e blog). tv sul web. Ma perché si deve "spegnere" la televisione analogica?

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La gestione dell’informazione sul web

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Presentation Transcript


  1. La gestione dell’informazione sul web (giornali, tv sul web e blog)

  2. tv sul web • Ma perché si deve "spegnere" la televisione analogica? • La prima ragione è semplicissima: nello spazio di un solo canale analogico si possono collocare diversi canali digitali (da quattro a sei). Siccome la banda radio disponibile per il segnale televisivo terrestre è limitata e già da tempo satura, è necessario disporre di canali liberi per le emissioni in tecnica digitale. • Tuttavia la disponibilità di un maggior numero di canali non è il solo motivo che giustifica la trasformazione: la DTT offre altri vantaggi, • il primo dei quali è l'interattività, che trasforma l'utente da "passivo" in "attivo": il cosiddetto "canale di ritorno" (via linea telefonica) permette la comunicazione bidirezionale, che costituisce la più interessante evoluzione del sistema televisivo.

  3. tv sul web • Oggi abbiamo: 1. La televisione terrestre tradizionale (alla fine del ciclo);2. La televisione terrestre digitale (in partenza);3. Lo streaming sull'internet (bassa qualità, ma facile da sfruttare);4. La televisione via internet (IPTV, anch'essa in partenza);5. la televisione "mobile" (destinata ai telefoni cellulari).

  4. tv sul web L'internet è il mezzo che può "contenere" tutti gli altri, realizzando quella che dai primi anni '90 viene chiamata "convergenza digitale". • L'internet costa meno, • ha una consolidata diffusione a livello mondiale e standard comuni. • Si serve di una rete globale che raggiunge ogni angolo del mondo, anche con diversi supporti trasmissivi (cavi, radiofrequenze terrestri, satelliti). • E' possibile che, nel giro di pochi anni, le tecnologie del digitale terrestre che vengono adottate oggi siano obsolete e già oggi sono meno flessibili da quelle dell'internet Sul piano tecnologico, la televisione digitale terrestre probabilmente non è il "medium del futuro“, però con ogni probabilità sarà il digitale terrestre il motore di una sorta di "digitalizzazione di massa", perché ha dalla sua parte un vantaggio importantissimo: • è il naturale sviluppo della televisione attuale, universalmente diffusa presso ogni strato della popolazione (un'indagine Piepoli-CNIPA indica nel 96% il tasso di penetrazione della televisione attuale, con accesso più diffuso da parte delle persone meno giovani e meno istruite, che hanno notevoli difficoltà a sfruttare le nuove tecnologie). • nel momento in cui si verificherà lo switch-off, se il passaggio sarà stato governato nei modi e nei tempi giusti, non ci sarà una "rivoluzione", ma una assai meno dolorosa "evoluzione". Che porterà naturalmente a un più esteso accesso alle tecnologie "nuove", che esistono e che si svilupperanno intorno all'internet.

  5. tv sul web In sintesi, oggi i contenuti televisivi dispongono di tre principali piattaforme di distribuzione: • il satellite, • il digitale terrestre • l'internet non trascurabile vantaggio che non serve un decoder ciascuno con caratteristiche peculiari, ma con ampie zone di sovrapposizione

  6. tv sul web • L'apparente svantaggio (rispetto al satellite) della limitata copertura territoriale può essere invece una carta vincente, perché il DTT sembra fatto su misura per l'emittenza locale: copertura del solo territorio che interessa, con in più l'interattività, che può trasformare le TV locali in un mezzo simile alle "reti civiche" dell'internet, ma fruibile, allo stato attuale, da una fascia di popolazione molto più ampia. In sostanza, consente contenuti "mirati" su un territorio ben definito. • E' la disponibilità di contenuti che determina l'esistenza stessa dei diversi media e delle diverse "piattaforme": la tecnologia di per sé non serve a nulla, sono le applicazioni che ne giustificano l'esistenza.Si era puntato su due categorie di contenuti: lo sport a pagamento e i servizi della pubblica amministrazione. Oltre, naturalmente, alla "migrazione" dei canali esistenti dall'analogico al digitale.

  7. tv sul web • Da quanto risulta dall’indagine svolta per il CNIPA dall'Istituto Piepoli: nel periodo compreso tra il 22 e il 27 aprile 2006, ben il 70 per cento dei non utilizzatori del digitale terrestre non aveva intenzione di acquistare un ricevitore nei successivi tre mesi. Un dato che probabilmente si giustifica in buona parte con la scarsità di informazione, ma rivela nel pubblico una diffusa mancanza di interesse verso la novità. • Per quanto riguarda lo sport (che dalla stessa indagine appare un fattore trainante) c'è l'ampia offerta via satellite. Sempre secondo l'indagine, i servizi della pubblica amministrazione nel periodo esaminato erano sfruttati solo dall'uno per cento del campione. E questo nonostante gli sforzi (e i soldi) profusi dal CNIPA. La scelta non è facile, anche perché l'esperienza inglese dimostra che solo l'offerta "free" può determinare il successo della piattaforma, ma le produzioni costano ed è necessario che da qualche parte i soldi rientrino.

  8. tv sul web • E' abbastanza evidente che soprattutto i fornitori di maggiori dimensioni sceglieranno (anzi, hanno già scelto) la strada della multimedialità. • Ma questo non significa che un contenuto possa "passare" così com'è sui diversi media. • Un grande film non può essere visto sullo schermo del telefonino o nel riquadro di 320x240 pixel dello streaming via internet. • Media diversi richiedono linguaggi diversi. Lo abbiamo capito fin dagli albori della televisione, quando si è visto che i "campi lunghi" e i dettagli della scenografia di un film non "passano" sulla TV; di conseguenza questa impone per la fiction un linguaggio visivo diverso da quello del cinema. E non parliamo dei telefonini, dove l'intera immagine si riduce a pochi elementi essenziali. Dunque un contenuto deve presentare un formato specifico per ogni mezzo attraverso il quale viene trasmesso, anche in considerazione dei diversi livelli di interattività dei diversi mezzi.

  9. tv sul web • Come per il satellitare, ci sono tre modalità di emissione del digitale terrestre: • 1) emissioni in chiaro ricevibili da chiunque; • 2) emissioni criptate (o "ad accesso condizionato"), che possono essere ricevute solo da chi, pagando, si munisce di una smart card che permette la decodifica del segnale; • 3) emissioni interattive, con le quali l'utente può in qualche modo interagire col sistema attraverso il cosiddetto "canale di ritorno". Questo canale è realizzato con un modem incorporato nel ricevitore, da collegare alla linea telefonica.

  10. tv sul web • Nel soggiorno c'è un grande televisore a cristalli liquidi al centro di uno scaffale che comprende:- un DVD recorder con hard disk; masterizzatore DVD- un videoregistratore VHS ("con più di cento cassette che prima o poi dovremo trasferire su DVD..."); - un ricevitore satellitare "gold box";- un ricevitore satellitare Sky;- un ricevitore digitale terrestre;- una vecchia console da videogiochi;- un trasmettitore wireless per mandare il segnale in altre stanze- un PC portatile;- un modem ADSL.Il tutto vicino a un vecchio sistema Hi-Fi di alto livello, un tempo orgoglio del pater familias ("ho ancora tutti i miei dischi in vinile, ma chi ha più il tempo di sentirli?").  • E' comprensibile che, a parte il costo di tutta questa roba, la presenza di tanti apparecchi, altrettanti telecomandi, intrecci inestricabili di cavi, "ciabatte" di alimentazione, pile di CD e DVD e manuali di istruzioni, la vita familiare diventi difficile.

  11. tv sul web • Il problema non è tecnologico, ma di "diritti", di controllo di particolari settori del mercato dei contenuti e, in ultima analisi, di "volontà politica", perché l'abbattimento di certe barriere tecnico-legali non potrebbe che fare bene al mercato. • Costruire un ricevitore doppio (satellitare e terrestre) è facile e infatti alcuni modelli si possono acquistare. Ma in Italia non "vedono" tutti i canali satellitari disponibili, perché alcuni di essi sono monopolio di Sky Italia e codificati con un sistema "proprietario" la cui licenza è rilasciata solo a qualche costruttore "di fiducia".

  12. tv sul web • Il sistema va esaminato da due opposti punti di vista: • quello degli autori, che devono disporre di una catena che porti i contenuti fino agli utenti finali, assicurando il ritorno economico (diritto d'autore); • quello degli utenti, che devono avere la più ampia scelta possibile di contenuti e non solo a pagamento. • Si riassumono in questo modo i due aspetti di base del "diritto di accesso": • quello che possiamo definire "attivo", cioè il diritto degli autori di disporre di canali di distribuzione, • quello "passivo", vale a dire il diritto degli utenti di accedere a qualsiasi contenuto. i contenuti che passano dagli autori agli utenti sono selezionati a due livelli: dagli editori e dai trasportatori

  13. tv sul web • gli autori subiscono il "filtro" degli editori e gli utenti subiscono i limiti della "piattaforma" usata per accedere ai contenuti. Ed è facile intuire, purtroppo, che queste limitazioni non sono solo di natura economica, perché le scelte degli editori e dei carrier possono essere anche determinate da convenienze di tipo politico o culturale.Dunque a questo punto possiamo ridisegnare lo schema iniziale introducendo le due barriere:

  14. tv sul web • Internet è la piattaforma che assicura il più ampio diritto di accesso, attivo e passivo. In effetti, la disponibilità di contenuti in rete è virtualmente illimitata, potendo comprendere anche la televisione e la radio. • L'internet ha però due limiti: • il primo, dalla parte degli autori, è la difficoltà di riscuotere i diritti sulle opere, quando non sono diffuse attraverso una forte catena distributiva. E' vero che i micropagamenti on line non sono più un problema, ma è vero anche che l'utente dell'internet non mostra molta disponibilità ad accedere a contenuti a pagamento, anche di qualità elevata. In questo modo si rischia di tagliare fuori, anche dalla Rete, i contenuti di qualità, oppure ci si rassegna a diffonderli gratis. • la più importante opportunità offerta dal digitale terrestre: combinando il maggior numero di canali con la diffusione universale della piattaforma televisiva, si ottengono le più ampie possibilità di accesso ai contenuti. Almeno in teoria. se solo il 30 per cento degli italiani si serve di internet, significa che oltre i due terzi della popolazione italiana sono tagliati fuori dalle opportunità offerte dalla Rete. Con un'immagine che non è esagerata come può sembrare a prima vista, si può dire che per due terzi degli italiani il mondo dell'informazione è fermo al secolo scorso. E' un problema serio, alla cui soluzione il digitale terrestre può dare un contributo, data la diffusione del mezzo televisivo.

  15. tv sul web • E a forza di sentir parlare della televisione via Internet rischiamo di credere che sia lì dietro l’angolo. • I problemi aperti sul campo: La tecnologia, quel che serve per diffondere i contenuti, quel che serve per una tv on demandFranco Carlini gennaio 2007

  16. tv sul web • Tecnologia da adottare per diffondere i contenuti. Già adesso molti programmi tv nascono fatti di bit, anziché di immagini analogiche, ma vengono distribuiti secondo il modello classico dell’economia industriale dei media: pochi operatori, dotati di apparati molto costosi (gli studi e le reti di distribuzione), realizzano pochi prodotti di grande successo che mandano in maniera indifferenziata a una massa di spettatori, finanziandosi con il canone e la pubblicità. È ilbroadcasting. Gli stessi prodotti ovviamente possono viaggiare nell’etere, nel cavo di rame, nella fibra ottica, e a «pacchetti di bit», come le pagine web. In questo caso per lo spettatore non cambia quasi nulla: il palinsesto è quello di sempre: mattina, pomeriggio, sera, notte. Per lui la rete di trasporto è indifferente: nemmeno la vede e non è tenuto a sapere quale essa sia.

  17. tv sul web • Tecnologia da adottare per diffondere i contenuti. Le cose si fanno più complicate quando si voglia offrire la possibilità allo spettatore di farsi da soli il proprio palinsesto, su richiesta, on demand: egli apre il computer-televisione e sceglie da un menù di programmi quello che vuole vedere proprio in quel momento. E’ quanto comincia a succedere anche via Internet per esempio con Raiclick della Rai o con Alice di Telecom Italia. Ma quelle cose si vedono solo sul computer e con formati a bassa risoluzione, all’interno di insoddisfacenti e primordiali finestrelle. E si riesce a vederle solo perché il numero di utenti contemporanei è basso. Per esempio il sito di Radio Rai accetta un numero limitato di utenti contemporanei e gli altri li respinge. Se invece alcuni milioni di persone al mondo volessero vedere, un certo film a alta definizione chi iniziando alle 21.00, chi alle 21.17, chi in qualsiasi altro momento, non c’è rete Internet, né server delle tv che oggi sia capace di servirli tutti nello stesso momento e con buona qualità delle immagini. Certamente mandare pagine web a milioni di utenti in momenti diversi è possibile, sia pure avendo computer potenti e molta banda a disposizione del proprio sito, ma per fare lo stesso con delle immagini in movimento occorrerebbero investimenti mostruosi che per ora nessuno dei protagonisti di questo mercato si può permettere, anche perché nessuno sa se questo mercato, a pagamento o pubblicitario, sarà sostenibile. In altre parole l’idea di fare l’IpTV a streaming (flusso di bit) è costosissimae forse persino fallimentare.

  18. tv sul web • I networks proprio a questo stanno lavorando . • questo modello permetterebbe loro di mantenere la centralità che hanno avuto negli ultimi 50 anni: il loro sogno è di fare irruzione in questa cosa minacciosa che è l’Internet per riportarla indietro, al vecchio e «sano» broadcasting. • Le tv tradizionali preferiscono lo streaming perchè si illudono che in questo modo sia più facile impedire agli spettatori di registrare i programmi sui loro computer, magari passandoli agli amici. Questa in realtà è una bella illusione: i software per intercettare gli stream e «salvarli» sul disco fisso già esistono e altri ne arriveranno, perfetti e implacabili, alla faccia di Rai come di Sky. Arriveranno non già per colpa dei pirati, ma perché è nell’interesse di altre aziende del software e dell’informatica produrli e venderli

  19. tv sul web Franco Carlini gennaio 2007 • Perché nonostante gli sconti, le offerte e i videofonini quasi regalati, il popolo consumatore non li compra e poco li usa per vedere la televisione sul cellulare? operatori cellulari tutti ugualmente ossessionati dall’ansia di avere anche loro quello che la concorrenza offre, anche quando non ne sono affatto convinti. la fruizione degli spettacoli televisivi e l’uso del cellulare restano, almeno per ora, due cose abissalmente diverse. • Nel primo caso ci si mette in poltrona, ci si rilassa, e ci si lascia piacevolmente «invadere» da quello che dal centro viene convogliato verso di noi. Proprio per questo gli schermi si fanno sempre più piatti, sempre più grandi e con definizione sempre migliore. Passivizzazione e istupidimento? O invece gustiamo immagini e suoni da altri prodotti, lasciandoci prendere per mano dalle emozioni e dal filo del programma, per come gli autori lo hanno pensato? Non sentiamo nessun particolare bisogno di interagire né di modificare, allo stesso modo che un romanzo lo leggiamo per lasciarci condurre per mano dalla magia delle parole dello scrittore; i tentativi di creare romanzi a trama multipla o racconti televisivi da indirizzare secondo preferenza non hanno mai avuto molto successo. Moderno caminetto, la tv si presta anche a una visione di gruppo, familiare o amicale • Ai fini della chiarezza delle immagini, quelli attuali, cellulari di terza generazione (Umts) siano adeguate a servire molti utenti televisivi; facciamo anche l’ipotesi che i costi della tv sul cellulare siano bassi, insomma che non ci siano troppe barriere al suo utilizzo, anche così resta una differenza profonda perché il telefonino è ed è vissuto come un oggetto assolutamente personale, cui si affeziona persino feticisticamente. Esso non è caminetto ma utensile individuale, quasi una protesi permanente

  20. tv sul web Cellulare: strumento ormai essenziale per stare in contatto con altri umani cui teniamo, per amicizia come per affari. Dunque insieme individualistico, ma per fini di socializzazione a due vie: ascoltare e essere ascoltati, raggiungere ed essere raggiunti. Per molti che conducono una vita di lavoro affannata e scarsa di contatti umani gradevoli, il cellulare per strada o alla fermata d’autobus offre paradossalmente la possibilità di contatti amicali e genuini, senza fini di lucro né di affari. Un’antropologa inglese ha paragonato questa fitta attività di pettegolezzi e parole in libertà al grooming praticato da molte scimmie: si toccano, si spulciano, si sfregano e non lo fanno solo per motivi igienici, perché questa è divenuto comportamento, attività sociale con cui si costruiscono e rafforzano legami di gruppo. Se c’è, se funziona bene, se non costa troppo, la si può anche usare per vedere l’arrivo di una Formula Uno o qualche goal. Ma anche in questa collocazione psicologicamente secondaria, la tv nel cellulare esce sconfitta dalla radio incorporata o dal riproduttore di musica i quali possono essere usati facendo dell’altro.

  21. tv sul web INFORMAZIONE • E’ questione di grande rilevanza per lo sviluppo della società, perché la linea rossa del digital divide non costituisce semplicemente un confine tra chi ha e chi non ha accesso a certe fonti di informazione, ma determina un divario crescente del livello di conoscenza tra gli have e gli have-not. In sostanza, quelli che hanno accesso a più fonti hanno sempre più informazione, capacità comunicative, contatti sociali; gli altri restano al palo. E' la materia della "Teoria dello scarto di conoscenza" (knowledge gap), che dovrebbero studiare i politici e i tecnici che programmano gli sviluppi del sistema dei media, se mai fossero interessati alle conseguenze sociali delle loro decisioni. • dagli anni '50 la televisione ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita socio-culturale degli italiani, al punto che qualcuno dice che ha "unificato" il Paese. Ora i nuovi media possono determinare una più avanzata fase di sviluppo, contribuendo a diminuire gli scarti di conoscenza tra zone geografiche e condizioni socio-economiche.La televisione digitale terrestre, pur con i suoi limiti, può costituire uno strumento fondamentale di questa evoluzione perché per la grande maggioranza della popolazione è un mezzo più "amichevole" dell'internet e più economico e di facile ingresso della TV satellitare. • Naturalmente tutto dipende anche dalla disponibilità e dalla qualità dei contenuti, sui quali si gioca la sfida finale.

  22. BLOG • Definizione di Blog • Cenni storici • Strutturazione e funzionamento • Differenza tra Blog e Forum • Situazione • Riflessioni sui blog • Tipologie di blog • Come creare un blog • Curiosità ed altre informazioni • http://www.blogo.it/post/sondaggiopdf

  23. BLOG • Nel gergo di Internet, un blog è un diario in rete. • Il termine blog è la contrazione di web log, ovvero "traccia su rete". Il fenomeno nasce dal 1997 in America; nel 2001 si consolida anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.

  24. BLOG “Log” in inglese è un pezzo di legno e un tronchetto veniva legato a una fune dotata di nodi equidistanti per misurare la velocità delle navi: si butta il ciocco in mare e si contano i nodi che scorrono nell’unità di tempo: 7 nodi all’ora, 20 nodi, eccetera. Quelle rilevazioni vengono riportate sul libro di bordo il quale viene chiamato “journal”, ma anche, per estensione, “log”. Con un ulteriore passaggio, anche nei computer venne chiamato log quel file creato automaticamente che contiene in ordine cronologico la registrazione di tutte le operazioni effettuate; serve a controllare le prestazioni del sistema, ma anche, se del caso, a rilevare eventuali anomalie, per esempio degli accessi abusivi. Un diario dunque, e cioè una sequenza di annotazioni in ordine cronologico. Venne abbastanza naturale perciò chiamare web log, e in seguito Blog, per contrazione, i diari personali tenuti sul web. Il fenomeno non è nuovo, dato che i siti personali eventualmente aperti alle interazioni ci sono fin dall’inizio del web, alla metà degli anni ’90, ma la esplosione del fenomeno blog è dovuta alla reazione di software particolarmente facili con cui realizzare e nutrire (feed) giorno per giorno il proprio blog, senza bisogno di conoscere il linguaggio Html, né il Php, né l’Asp, né dover caricare le pagine sul proprio sito via Ftp).

  25. Cenni storiciBLOG • Il termine weblog è stato creato da Jorn Barger nel dicembre del 1997. La versione tronca blog è stata creata da Peter Merholz che nel 1999 ha usato la frase "we blog" nel suo sito, dando origine al verbo "to blog" (ovvero: bloggare, scrivere un blog). • Attraverso i blog la possibilità di pubblicare documenti su Internet si è evoluta da privilegio di pochi (università e centri di ricerca) a diritto di tutti (i blogger, appunto). • I blog hanno anche alcune somiglianze con i wiki, nel modo in cui vengono gestiti gli aggiornamenti, favoriti i commenti dei lettori e stimolate le nascite di community.

  26. Strutturazione e funzionamento • La struttura è costituita, solitamente, da un programma di pubblicazione guidata che consente di creare automaticamente una pagina web, anche senza conoscere necessariamente il linguaggio HTML; questa struttura può essere personalizzata con vesti grafiche dette templates (ne esistono diverse centinaia). • Il blog permette a chiunque sia in possesso di una connessione internet di creare facilmente un sito in cui pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia. Ogni articolo è generalmente legato ad un thread, in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare messaggi all'autore. • In questo luogo cibernetico si possono pubblicare notizie, informazioni e storie di ogni genere, aggiungendo, se si vuole, anche dei link a siti di proprio interesse: la sezione che contiene links ad altri blog è definita blogroll. Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l'insieme di tutti i blog viene detto blogsfera o blogosfera (in inglese, blogsphere). All'interno del blog ogni articolo viene numerato e può essere indicato univocamente attraverso un permalink, ovvero un link che punta direttamente a quell'articolo.

  27. Differenza tra Blog e Forum • Il blog è essenzialmente un diario personale, in cui la comunicazione è uno->molti  (blogger-> visitatori)Il Forum è una piazza virtuale in cui le persone discutono di qualcosa con un rapporto del tipo molti->molti (membri->membri) • Blog ->L'autore decide di cosa parlare, l'argomento è il soggetto, la partecipazione attiva dei lettori è facoltativa. Eventuali commenti sono subordinati al soggetto deciso dall'autore, e comunque sono secondari al "post" principale.Forum ->Tutti inseriscono nuovi argomenti di cui parlare, tutti possono partecipare inserendo nuovi argomenti e commenti di discussione allo stesso livello del primo inserito. • Blog ->In genere i commenti sono "free", cioè chiunque, senza registrazione, può aggiungere il suo. Da poco stanno prendendo piede sistemi di autenticazione dei commentatori (es. www.typekey.com)Forum ->In genere tutti i partecipanti sono utenti registrati e identificabili. • Blog ->Il blog rimane comunque un sito di carattere personale, in cui "gli altri" sono ospiti. Affezionati, simpatici, graditi, ma pur sempre ospiti. Forum ->Il forum è molto più simile a un luogo pubblico in cui non si è autori e lettori, ma tutti sullo stesso piano. Eventualmente vi sono sottocomunità per temi o sottocomunità di moderatori. • Blog -> Il blog è personale, il soggetto protagonista è l'autore.Forum -> Il forum è di tutti, il soggetto è la comunità.

  28. Differenza tra Blog e Forum • Netiquette vorrebbe che i commenti in un blog fossero relativamente succinti, sempre in tema e relativi al post principale, e comunque in stile con il blog in cui si è comunque ospiti e non autori. In taluni casi si verifica una "forumizzazione" del blog, cioè discussioni molto accese nei commenti, (es: http://www.macchianera.net/archives/2004/07/commentatori_ch.html), discussioni fuori tema, litigi, etc. cioè quelle dinamiche abbastanza comuni in un forum (dinamiche gestite dalla comunità del forum).A qualche blogger la cosa non dispiace. • Ovviamente i commenti sono anche strumento di "fidelizzazione" dei visitatori, che aumentando il livello di partecipazione sono anche fidelizzati dal blog. E' quindi "controproducente" in linea teorica in termini di visitatori non avere i commenti (N.B: ho detto teorica: Witgenstein, uno dei blog più famosi d'Italia nonchè uno dei primi, non ha e non ha mai avuto commenti).

  29. Situazione FRANCO CARLINI settembre 2005 Il convegno è in pieno svolgimento. Gli oratori si alternano sul palco per le proprie presentazioni. In platea molti prendono appunti, non già sulla carta, ma sui loro notebook ultraleggeri. Uno del pubblico è anche il titolare di un blog e, grazie a un collegamento internet senza fili (la sala è tutta coperta in WiFi), riversa direttamente il suo resoconto nel proprio diario online. Altri, sempre dal pubblico, ne approfittano per leggerlo: alcuni sono d’accordo con i commenti appena immessi in rete, altri invece trovano le critiche troppo severe e intervengono, sempre sul blog, per mitigarle e correggerle. Anche il portavoce dell’oratore si accorge di quanto sta succedendo sul blog e con un bigliettino avverte l’oratore il quale ne approfitta per correggere il tiro. Dunque un flusso di idee,una conversazione si instaura su molteplici e paralleli canali:sonora e gerarchica dal palco alla platea, orizzontale tra il pubblico, di nuovo verticale dal pubblico al palco. Di parole orali e di bit scritti.

  30. Riflessioni sui blog • Le caratteristiche più evidenti del fenomeno blog: (i) l’ immediatezza istantanea e la conseguente rapidità con cui un tema si propaga in rete; (ii) il carattere di conversazione sociale; (iii) il fatto che nei blog più seguiti non conta soltanto il contenuto, ma anche il tono di voce, la passione dell’autore e dei suoi interlocutori. Non è un fenomeno passeggero e di moda, ma si tratta di un qualcosa di solido, consolidato e in crescita, se si considera che ogni giorno, secondo alcuni ricercatori, vengono aperti 10-20 mila nuovi blog e che il loro numero nei soli Stati Uniti è ormai dell’ordine dei 50 milioni. Un fatto tecnologico ma soprattutto relazionale, nato underground e in nicchia, ha dimostrato tali e tante possibilità generali da attrarre l’interesse delle grandi organizzazioni e delle imprese; queste dunque lo adottano, eventualmente riplasmandolo alle proprie necessità e così facendo lo legittimano

  31. Riflessioni sui blog • Da Edelman - concettualmente, i blog non sono una novità assoluta dato che la pratica di aprire e gestire dei siti web personali, dove depositare le proprie idee, ricerche e opinioni, mettendole a disposizione di altri, si sviluppò fin dai primi anni di vita del world wide web, ovvero nella seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso. • Dove sta allora la novità dei blog? Nel fatto che la loro apertura, alimentazione (to feed) e gestione sono stati resi facili e persino gratuiti, mentre in passato chi voleva aprire un proprio sito personale doveva dotarsi di un indirizzo web (domain name), di un server remoto che lo ospitasse (hosting), imparare a costruire e modificare le pagine usando l’apposito linguaggio Html, essere in grado di aggiornare tali pagine, trasferendo le nuove dal proprio computer al server remoto con il protocollo FTP (File Transfer Protocol). • Oggi invece basta collegarsi a uno dei servizi che li offrono gratuitamente, assegnargli un nome, scegliere alcune caratteristiche grafiche e cominciare a usarlo. Alternativamente chi voglia essere più raffinato potrà scaricare sul proprio computer uno dei molti software gratuiti disponibili per la creazione-gestione dei blog, e attivarlo su di un server proprio; eventualmente si può collegare esplicitamente ad altri blog che trattino gli stessi argomenti. La fatica e l’impegno staranno soprattutto nel farlo conoscere e nell’alimentarlo frequentemente, dato che un blog fermo appare inevitabilmente poco interessante.

  32. Riflessioni sui blog • L’essere di parte di molti blog (specialmente in quelli impegnati nell’agone politico statunitense) è quasi sempre autoevidente o esplicitamente dichiarato e va apprezzato come dichiarazione di intenti e di posizionamento, rispetto ai media che si proclamano obbiettivi e tali non sono. • Diversi blog si sono assegnati il ruolo di osservatori critici e di cani da guardia riguardo alle testi e alle informazioni dei commentatori e delle testate avversarie. Così facendo i media e i singoli giornalisti vengono tenuti sotto pressione costante e stimolati a dare il meglio della loro professionalità. Dunque, anche quando di parte, è una funzione di Ombudsman (sorta di difensore civico) collettivo e di rete certamente utile e democratica. Lo stesso vale per i siti e i blog esplicitamente dedicati, in maniera militante, al controllo e alle polemiche contro singole aziende: CocaCola, Nike, Gap per citarne solo alcune tra le più note che sono divenuti bersagli di campagne di rete. L’effetto positivo è stato di costringere queste aziende a rendere conto anche a tale pubblico dei propri comportamenti, regole e policy, che si tratti dei temi dell’inquinamento come della tutela e rispetto dei lavoratori. Le stesse aziende-bersaglio peraltro, frequentando la Blogosfera, hanno la possibilità di accorgersi tempestivamente delle questioni calde emergenti che le riguardano o che le potrebbero riguardare. • Sembra ormai accertato che i blog, nelle esperienze più mature come quella nord americana, hanno oramai un potere significativo di influenza sull’agenda dell’opinione pubblica: i giornalisti e le testate più importanti li frequentano regolarmente e da essi sovente traggono ispirazione; le campagne condotte, per la loro velocità di diffusione e pervasività, interessano e spesso preoccupano i politici, come e ben più intensamente di quanto avveniva con l’invio massiccio e organizzato di e-mail ai propri rappresentanti. Questo ruolo di agenda setting non può più essere trascurato da alcun comunicatore.

  33. Tipologie di blog • blog personale - è la categoria più diffusa. L'autore vi scrive le sue esperienze di ogni giorno, poesie, racconti, desideri (più o meno proibiti), disagi e proteste. Il contributo dei lettori nei commenti è in genere molto apprezzato e dà vita a discussioni molto personali, ma anche a flame (dall'inglese per "fiamma") è un messaggio deliberatamente ostile e provocatorio inviato da un utente alla comunità o a un altro individuo specifico; flaming è l'atto di inviare tali messaggi, flamer chi li invia, e flame war ("guerra di fiamme") è lo scambio di insulti che spesso ne consegue, paragonabile a una "rissa virtuale". Il flaming è contrario alla netiquette, ed è uno degli strumenti utilizzati per attirare l'attenzione su di sé e disturbare l'interazione del gruppo). Questo tipo di blog è usato spesso da studenti di scuola superiore o universitari, con un gran numero di collegamenti incrociati tra un blog e l'altro. • blog di attualità - Molti giornalisti utilizzano i blog per dare voce alle proprie opinioni su argomenti d'attualità o fatti di cronaca, o più semplicemente per esprimere la propria opinione su questioni che non trovano quotidianamente spazio fra le pagine dei giornali per i quali scrivono. Altre persone utilizzano il blog per commentare notizie lette su giornali o siti internet. • blog tematico - Ogni essere umano ha un hobby o una passione. Spesso questo tipo di blog diventa un punto d'incontro per persone con interessi in comune.

  34. Tipologie di blog • blog directory - Una delle caratteristiche peculiari dei blog è la gran quantità di link. Alcuni blog si specializzano nella raccolta di link su un argomento particolare. Anche alcuni siti di news possono rientrare in questa categoria. • photoblog - Sono blog su cui vengono pubblicate foto invece che testi. • blog vetrina - Alcuni blog fungono da "vetrina" per le opere degli autori, come vignette, fumetti, video amatoriali o altri temi particolari. • blog politico - Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, diversi politici lo stanno utilizzando come interfaccia di comunicazione con i cittadini, per esporre i problemi e condividere le soluzioni, principalmente a livello locale.

  35. Tipologie di blog • urban blog - Blog riferiti ad una entità territoriale definita (una città, un paese, un quartiere) e che utilizzano la tecnica del passaparola digitale per compiti di socializzazione diretta e indiretta anche con l'utilizzo di immagini e video riferiti alla comunità. Interessante l'utilizzo di mappe e di sistemi di social bookmarking per aumentare il livello di condivisione e di collaborazione. • watch blog - Blog in cui vengono criticati quelli che l'autore considera errori in notiziari on-line, siti web o altri blog. • m-blog - Blog utilizzati per pubblicizzare le proprie scoperte musicali e renderne gli altri partecipi attraverso la pubblicazione di mp3 (da qui il prefisso) o file audio dei più disparati formati. • vlog o video blog - Si tratta di un blog che utilizza filmati come contenuto principale, spesso accompagnato da testi e immagini. Il vlog è una forma di distribuzione di contenuti audiovideo. I vlog sono utilizzati da blogger, artisti e registi.

  36. Tipologie di blog • Audio Blog e podcasting - Si tratta di blog audio pubblicati attraverso il Podcasting. La peculiarità di questo tipo di blog è la possibilità di scaricare automaticamente sia sul proprio computer che sui lettori mp3 portatili come l'iPod gli aggiornamenti attraverso i feed RSS con gli audio incapsulati. (Qualche definizione: • Broadcast indica una trasmissione radio/tv tradizionale, ascoltabile ad una determinata ora decisa dall'emittente. Quindi sincrona e on-line • Streaming indica una risorsa audio/video fruibile in qualsiasi momento tramite un collegamento internet al sito dell'emittente e un dispositivo per la riproduzione del flusso audio/video digitale. Si possono avere le due modalità di streaming in memoria (video/audio on demand), che è asincrona e on-line, e di streaming dal vivo simile alla trasmissione radio/tv tradizionale, che è sincrona e on-line • Podcasting indica una risorsa audio/video fruibile in qualsiasi momento, scaricata automaticamente in formato mp3 (o altro) dal sito dell'emittente e salvata nella memoria di un dispositivo per la riproduzione. È quindi: asincrona, off-line e nomadica • nanopublishing - blog monotematico, dal contenuto leggero e scritto a più mani. • moblog - blog che si appoggia alla tecnologia "mobile", ovvero dei telefoni cellulari. I contenuti sono spesso immagini (inviate via MMS) o video (in alcuni casi registrati direttamente in video chiamata).

  37. Come creare un blog • Dal 2001 ad oggi sono nati molti servizi in italiano che permettono di gestire un blog gratuitamente. Tra i più utilizzati citiamo: Blogger.com, Splinder, Clarence, Blogsome, Tiscali, Il Cannocchiale, Iobloggo, Bloggerbash, Bloggers, Tuoblog.org, Libero, MSN, MySpace. Esistono poi alcuni network autogestiti. • Chi invece vuole creare un blog da gestire in totale autonomia, può utilizzare una delle numerose piattaforme di gestione blog; le più diffuse sono: Wordpress, MovableType, TypePad, dBlog CMS Open Source, Nucleus, Pivot, Dotclear. Queste piattaforme possono essere utilizzate su un dominio proprio (anche con hosting a pagamento), per generare un servizio maggiormente personalizzato.

  38. Curiosità ed altre informazioni • Un blog è personale e pubblico allo stesso tempo: personale perchè è gestito dal proprietario come meglio crede, pubblico nel senso che possono leggerlo tutti. • Su un blog si può pubblicare quello che pare. • Un blog è facile da usare, non necessita di competenze tecniche particolari. • Tutte le pubblicazioni, chiamate post, vengono etichettate con la data e l'orario di inserimento e visualizzate in ordine cronologico inverso cioè dal più nuovo al più vecchio. • Un blog mantiene l'archivio storico facilmente accessibile di tutto quello che viene pubblicato. • Chi legge può lasciare commenti a quello che è stato scritto, in alcuni casi solo dopo essersi registrato. • Aprire un blog è gratuito. • Un blog permette di avere un'identità alternativa. • È possibile aggiornare il blog da qualsiasi parte del mondo, è sufficiente avere a disposizione un accesso ad internet. • Alcune piattaforme di blogging (ad esempio WordPress) permettono di pubblicare post via e-mail. • Esistono blog, denominati moblog, che sono accessibili o utilizzabili con un telefono cellulare. In casi come questi, si tratta quasi sempre di servizi a pagamento.

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