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LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE (CAP. IV) PSICOLOGIA DELL’APPRENDIMENTO E DELL’ISTRUZIONE

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONE Prof.ssa Nicolini Paola A.A.2010/2011 De Chiro Monica Diomedi Simona Ferracuti Manuela Ricci Federica Sabini Giorgia Saccuzzo Chiara Storani Marika Testasecca Valentina.

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LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE (CAP. IV) PSICOLOGIA DELL’APPRENDIMENTO E DELL’ISTRUZIONE

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Presentation Transcript


  1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATAFACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONE Prof.ssa Nicolini PaolaA.A.2010/2011 De Chiro Monica Diomedi Simona Ferracuti Manuela Ricci Federica Sabini Giorgia Saccuzzo Chiara Storani Marika Testasecca Valentina

  2. LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE (CAP. IV) PSICOLOGIA DELL’APPRENDIMENTO E DELL’ISTRUZIONE Mason Lucia, Il mulino 2006

  3. PROGETTAZIONE DESTINATARI: studenti universitari. TEMPI: 2 ore. SPAZI: aula universitaria. MATERIALI: computer, proiettore, slides, film, questionario. PREREQUISITI: conoscenza generale delle principali teorie sull'apprendimento. FINALITÀ: • cooperazione in piccolo e grande gruppo; • capacità relazionali (ascolto, dialogo e confronto); • metacognizione. OBIETTIVI: • conoscere il concetto di motivazione; • descrivere l’influenza della motivazione nel processo di insegnamento-apprendimento; • valutare il prodotto dell’esperienza proposta. • ATTIVITÀ: • presentazione generale dell’esperienza; • rilevazione delle conoscenze ingenue degli studenti; • visione del film con lavoro di gruppo; • Confronto tra teorie ingenue e teorie scientifiche; • valutazione e autovalutazione.

  4. TEORIE INGENUE La motivazione è…

  5. LAVORO IN PICCOLI GRUPPI (min .2 max.3) tempo 15min. Quali emozioni ti hanno suscitato le scene del film? Analizza e confronta gli atteggiamenti degli attori: su quali pensieri credi si basino azioni e reazioni dei soggetti?

  6. Discussione grande gruppo 15 min Immaginandotinella situazione analizzata, quali le tue azioni e reazioni al posto dei personaggi?

  7. Discussione grande gruppo

  8. PAUSA 10 min.

  9. Confronto trateorie ingenue e teorie scientifiche

  10. TEORIA DEGLI OBIETTIVI DI RIUSCITA Partiamo dalla definizione di obiettivo nel linguaggio comune: OBIETTIVO=risultato che si vuole ottenere o evitare. Per esempio: sostenere un esame, evitare la bocciatura. • Target: veri e propri traguardi. Il raggiungimento degli obiettivi è facilmente verificabile. DIVERSO DA: • Achievement goal: non è un risultato da raggiungere ma il perché un individuo si impegna in un compito o attività di apprendimento (Es. approfondire una materia). No TRAGUARDO ma ORIENTAMENTO dell’ individuo verso la realizzazione del sé. credenza nelle proprie abilità Ruolo attivo del soggetto

  11. DWECK Vengono identificati due obiettivi: di PADRONANZA di PRESTAZIONE • Gli studenti sono motivati a capire ciò che fanno e a farlo bene. • hanno fiducia in se stessi. • persistono nel compito. • mostrano di usare strategie • cognitive più flessibili. • Ricerca di valutazioni positive. • pattern maladattivo • maggiore sconforto per l’insuccesso. Ruolo attivo del soggetto

  12. Per chi ha un obiettivo di PRESTAZIONE il successo è definito in termini di bei voti, superiorità sui pari, riconoscimento da parte degli altri. • I criteri di valutazione sono in rapporto agli altri. • Gli errori rappresentano l’insuccesso e la dimostrazione di scarsa capacità. • L’individuo non pensa di poter superare i suoi limiti, che vengono riaffermati ad ogni insuccesso. • Per chi ha un obiettivo di PADRONANZAil riuscire significa migliorare le proprie conoscenze e abilità in un settore e acquisire o sviluppare la propria competenza. • Conta l’impegno, persistere nelle difficoltà. • I criteri di valutazione sono in rapporto all’individuo. • Gli errori non sono colpe. • L’individuo ritiene che l’abilità possa essere appresa e sviluppata. TEORIA DELL’ABILITA’(o DELL’INTELLIGENZA) Ruolo attivo del soggetto

  13. ELLIOT ≠ DWECK • Non sempre l’orientamento di prestazione porta a pattern maladattivi ma può avere sia effetti positivi che negativi sulla motivazione. • propone una distinzione nella motivazione di una componente di APPROCCIO o AVVICINAMENTO da una di EVITAMENTO: - approccio di prestazione : lo studente vuole dimostrare la propria capacità. - evitamento della prestazione: lo studente vuole evitare di mostrare la propria incapacità. Ruolo attivo del soggetto

  14. TRICOTOMIA DI ELLIOT: Obiettivi di padronanza Obiettivi di approccio di prestazione Obiettivi di evitamento della prestazione. Ruolo attivo del soggetto

  15. MOTIVAZIONE INTRINSECA Comportamento sostenuto dallo spontaneo senso di soddisfazione che si prova in una attività che ci piace e in cui ci sentiamo competenti ESTRINSECA Comportamento Intrapreso per ottenere un qualche premio o per evitare una conseguenza negativa Ruolo attivo del soggetto

  16. INTERIORIZZAZIONE Ruolo attivo del soggetto

  17. EMOZIONI • Nel contesto interpersonale in cui si esplicano i tentativi di riuscire ha origine una varietà di emozioni come la SODDISFAZIONE, l’ORGOGLIO, l’INVIDIA, la VERGOGNA, la COLLERA, ECC. • AFFETTIVITA’:vengono distinti i TRATTI e gli STATI. • UMORI • Durata più lunga • Non ha un particolare referente Modalità stabili o predisposizioni a risposte emotive • EMOZIONI • Brevi episodi intensi • Sorgono in risposta a un particolare evento. Ruolo attivo del soggetto

  18. INTERESSE Tipo di relazione che intercorre tra un individuo e un oggetto all’interno di un contesto. • COMPONENTE ENERGETICA: più attenzione, impegno e coinvolgimento se c’è interesse. • LA DUPLICITA’: può essere uno STATO (interesse situazionale) o un TRATTO (interesse personale). • COMPONENTE COGNITIVA: la conoscenza anche parziale di un argomento sembra essere condizione necessaria per la stimolazione e lo sviluppo dell’interesse per tale argomento. Ruolo attivo del soggetto

  19. IL SENSO DI EFFICACIALa valutazione che ciascun individuo dà di se stesso e delle possibilità che ha di riuscire in un compito è il frutto di esperienze passate che influenzano il suo futuro.Si prepara ad affrontare compiti con l’atteggiamento costruito in base a queste esperienze. “NON SONO TANTO BRAVO IN QUESTA MATERIA, MA NEL COMPITO PENSO DI CAVARMELA” B A Valutazione che lo studente fa di se stesso per quanto riguarda la materia CONCETTO DI SE’ Ciò che lo studente pensa della propria capacità di affrontare con successo una prova specifica. SENSO DI EFFICACIA Percezione di sè

  20. CONCETTO DISÈ • Riguarda le capacità che si ritiene di avere. • È relativamente stabile perché basato su una serie di esperienze. • Può predire atteggiamenti, emozioni, l’uso di strategie e la scelta di attività. • SENSO DI EFFICACIA • Riguarda quello che una persona sa fare con le capacità che possiede. • È variabile perché è relativo a compiti specifici. • Ha effetti positivi sull’apprendimento • Viene usato per predire il risultato in compiti specifici. Percezione di sè

  21. TEORIA DELLE ATTRIBUZIONIWEINER • Quando l’obiettivo è stato raggiunto o si ha fallito ci si interroga sulle cause dell’insuccesso o del successo. Possono essere ricondotte a 3 dimensioni causali: • LOCUS: causa interna (abilità o impegno) o esterna all’individuo (difficoltà del compito). • STABILITÀ: cause che durano nel tempo (abilità) o sono temporali (uso di strategie, difficoltà del compito). • CONTROLLABILITÀ: cause che possono essere modificate dalla volontà individuale(impegno nello studio) o sono incontrollabili (umore dell’insegnante, sfortuna). Percezione di sè

  22. AUTOREGOLAZIONE Insieme di processi, sentimenti, pensieri e azioni prodotti dall’individuo per raggiungere obiettivi educativi. Nell’apprendimento autoregolato: • lo studente affronta l’impegno scolastico in maniera adattiva, • si pone degli obiettivi • cerca di utilizzare varie risorse per apprendere e perseverare nell’impegno. Autoregolazione

  23. Carattere evolutivo: l’autoregolazionemigliora e aumenta con lo sviluppo dell’individuo nel senso di una maggiore flessibilità ed efficacia nella scelta e nell’uso di strategie. • BANDURA -TEORIA SOCIOCOGNITIVA: l’autoregolazione è specifica del contesto, lo studente deve imparare ad autoregolarsi in relazione ad attività e discipline diverse. 3 elementi interagiscono nel funzionamento umano: • Il COMPORTAMENTO • L’AMBIENTE • I FATTORI PERSONALI DEFINIZIONI DI AUTOREGOLAZIONE: Autoregolazione

  24. 2. PINTRICH E ZUSHO l’autoregolazione è composta da vari sottoprocessi interagenti:

  25. STRATEGIE ADATTIVE E MALADATTIVE L’autoregolazione implica l’adattare delle strategie di apprendimento alle esigenze del compito. RISCHIESTA DI AIUTO: fondamentale strategia interattiva di autoregolazione. Può essere adattiva e implicare: • Consapevolezza delle difficoltà. • Utilizzo delle informazioni disponibili per valutare se la richiesta è necessaria. • Cosa chiedere e a chi rivolgersi. • Esprimere la richiesta. • Utilizzare l’aiuto ricevuto in modo da ottimizzare la probabilità di successo in successive richieste di aiuto. ( non è adattiva quando l’individuo che chiede aiuto si aspetta che l’interlocutore risolva il problema al posto suo) Autoregolazione

  26. STRATEGIE DI AUTOSTACOLO (Self-handicapping): qualunqueazione che aumenta la possibilità di manifestare e scusare il fallimento consentendo all’individuo di evitare o diminuire le implicazioni negative della prestazione. Si distingue per la presenza di tre elementi: • Comportamento • Ragione del comportamento • Collocazione temporale. Autoregolazione

  27. QUESTIONARIO PER LA VALUTAZIONE E L’AUTOVALUTAZIONE

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