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Corso di Perfezionamento _________________ Il Teatro dall’antico

Corso di Perfezionamento _________________ Il Teatro dall’antico al moderno e dai testi alla scena a.a. 2008-2009 Direttore Prof. Paola Radici Colace Università di Messina. I Lezione 21 febbraio 2009 Accademia Peloritana dei Pericolanti Paola Radici Colace

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Presentation Transcript


  1. Corso di Perfezionamento _________________ Il Teatro dall’antico al moderno e dai testi alla scena a.a. 2008-2009 Direttore Prof. Paola Radici Colace Università di Messina

  2. I Lezione 21 febbraio 2009 Accademia Peloritana dei Pericolanti Paola Radici Colace Fonti del teatro Classico. Teatro e Drammaturgia dell’antichità classica. Contenuti, formalizzazioni, strutture

  3. Direttore del progetto interdisciplinare, finanziato dall’Università di Messina (Fin. 1999) sul teatro classico e le sue riscritture;

  4. Responsabile scientifico del Progetto • “Dai testi alla scena” finanziato dalla Regione Siciliana (anno 1998-2007);

  5. Funzionario delegato del Laboratorio “Linguaggi e Sistemi di Comunicazione” iniziativa direttamente promossa dalla Regione Siciliana – Assessorato regionale Beni Culturali Ambientali e Pubblica Istruzione – Primo ciclo (settembre – dicembre 1999);

  6. Direttore come presidente e fondatore del “Laboratorio teatrale universitario di Messina (LATUM)”, del progetto: “Mito dall’antico al moderno: miti classici tragici nella letteratura occidentale”, finanziato dalla Regione Siciliana (anni 1999- 2007)

  7. VIDEO sperimentazione di attualizzazione scenica dei testi teatrali

  8. Dai testi alla scena: • esperimenti teatrali nello spazio drammatico dell'Aulularia di Plauto; • Rappresentazione dell'Aulularia, Messina 29-30 Giugno 1998 - Teatro Vittorio Emanuele;-

  9. "Antigone o della scelta, di Marguerite Yourcenar, trad. di M. L. Spaziani, Naxos- Messina (sala Laudamo) Ottobre 1999;

  10. Clitennestra di Marguerite Yourcenar, trad. di M. L. Spaziani Naxos Ottobre 1999;

  11. A ciascuno il suo Minotauro di Marguerite Yourcenar Messina, aprile 2002, - Teatro Vittorio Emanuele

  12. Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare Patti, teatro comunale 5 maggio 2003 Messina teatro Vittorio Emanuele 10 Giugno 2003

  13. Aristofane Tesmoforiazuse Messina Teatro Vittorio Emanuele 26 giugno 2005

  14. Direttore del Corso di Perfezionamento “Il teatro dall’antico al moderno e dai testi alla scena” Riservato a laureati e docenti della Scuola secondaria Università di Messina, aa.aa. 1999-2000; 2000 - 2001; 2001-2002; 2002-2003; 2003-2004; 2004-05; 2005-2006; 2007-2008;2008-2009

  15. Bibliografia minima di riferimento La riscrittura  e il teatro dall'antico al moderno e dai testi alla scena a cura di P. Radici Colace e A. Zumbo Messina, Edas 2003.

  16. P. Radici Colace I poeti "opinion leaders". Letteratura e propaganda nel mondo greco, in L'intellighenzia al potere. Intellettuali e politica nella polis a cura di P. Amato Roma 1992, pp. 49-67.

  17. P. RADICI COLACE • Medea tra traduzione e riscrittura, • in • Medea di Euripide. Traduzione di Emilio Isgrò,Teatro di Messina,stagione 2001-2002, pp. 5-13.

  18. P. Radici COLACE La Medea di Euripide e la traduzione di Emilio Isgrò, in Medea di Euripide. Traduzione di Emilio Isgrò Teatro di Messina,stagione 2001-2002, pp. 65-70.

  19. P. Radici Colace – A. Anania “Hosper prosopon” La maschera, paragone e metafora della realtà nel mondo classico, in “AAPel ”, LXXIII (1997), pp. 161-184

  20. Certamente, uno spettacolo coreografico è teatro; è teatro il cosiddetto spettacolo di “varietà”: fanno teatro le canzonettiste e i prestigiatori; fanno teatro anche gli acrobati e i pagliacci;

  21. E non c’è da stupirsi se tanti storici hanno, nella storia del Teatro, tirato dentro anche quella dell’ Anfiteatro, dello spettacolo cioè che si è dato e si dà nell’arena, nel circo e simili, da gladiatori e da giocolieri, da ginnasti e da cavallerizzi, da

  22. toreros e da domatori di belve. Ma l’argomento di questo corso intende unicamente occuparsi del Teatro-principe: il Teatro drammatico. E cioè di una forma d’arte, di r a p p r e s e n t a z i o n e. I soldati in una parata, i calciatori in uno stadio, i giocolieri e gli

  23. Acrobati, i toreri ed i cavallerizzi, non rappresentano nulla: danno spettacolo, sì, ma di se stessi: offrono al pubblico una autentica seppure atteggiata verità. Invece gli attori del teatro drammatico offrono una finzione : rappresentano altri personaggi,

  24. ambienti, vicende; insomma intendono fare dell’arte in quell’unica forma di Teatro in cui il Verbo prende carne. E dove, perciò, madre e sovrana è la Parola:

  25. poiché in esso registi e attori, apparato scenico e vestiti, coreografie e luci non hanno, o non dovrebbero avere, altro compito che questo, illustrare e e potenziare la Parola regina. Poprio al contrario del Cinema, il quale è essenzialmente visione commentata della Parola, il teatro drammatico esiste unicamente in quanto teatro di Parola.

  26. Quando la Parola muore, diventa spettacolo di Mimo o Pantomimo nel Cido Massimo della Roma imperiale, tra una folla vociante che non poteva essere più destinataria di un dramma che si compiva

  27. sul filo sottile di un dialogo che misurava l’impotenza umana. Si creano così due elementi: il testo da una parte, analizzato con le tecniche di analisi tipiche di un testo letterario (la psicanalisi,la sociologia, la semiotica, la critica letteraria), in cui si cade nell’errore di indagare il testo teatrale non nella sua peculiarità teatrale, in ciò cioè che lo fa diverso

  28. da un testo narrativo o poetico, privilegiando i contenuti laddove nella letteratura il vero sociale è la forma. Solo la forma trasforma in comunicazione l’esperienza che il poeta compie stando con gli altri, cioè con il suo pubblico.

  29. L’arte, solo allora, diventa sociale,viene socializzata solo da questa comunicazione “formata” dalla possibilità dell’effetto e dall’effetto da essa insorgente.

  30. Testo letterario e Attualizzazione scenica

  31. G. Lukàcs Il dramma moderno (1908-09) trad.it. SugarCo Milano 1976 “il dramma è un’opera d’arte letteraria che mediante la raffigurazione di eventi interumani intende produrre un effetto immediato e forte su una massa riunita in un medesimo luogo”

  32. Il dramma è assoluto. Per poter essere puro rapporto -cioè essenzialmente drammatico, agito - esso deve essere staccato da tutto ciò che gli è esterno. Il dramma non conosce nulla al di fuori di sé. Il drammaturgo è assente dal dramma. Egli non parla; ha fondato ed istituito la comunicazione, la ha “posta” coma una “datità” .

  33. Lo stesso carattere di assolutezza dimostra il dramma nel suo rapporto allo spettatore. Coma la battuta drammatica non è espressione diretta dell’autore, così essa non è neppure allocuzione al pubblico . Lo spettatore assiste al dialogo drammatico in silenzio, con le mani legate, paralizzato alla vista di un secondo mondo

  34. Ma la sua totale passività ( e su ciò si basa l’esperienza drammatica) deve rovesciarsi in un’ ‘attività irrazionale’ : lo spettatore viene trascinato nel gioco drammtico, diviene egli stesso parlante, benintyeso per la bocca di tutti i personaggi. Il rapporto spettatore-dramma conosce solo la completa separazione o

  35. la completa separazione, ma non l’intrusione dello spettatore nel dramma o il rivolgersi del dramma allo spettatore.

  36. Piano testuale e piano scenico sono interrelati non solo in quanto materialmente connessi nella ‘traduzione’ fisica; sono invece interrrelati nel senso che il primo rappresenta la trascrizione metalinguistica di un progetto per il seconso. • Il piano testuale, dunque non è da considerarsi monodico o lineare, in quanto in esso vivono le modalità di saturazione delle unità del parlato: esso, cioè, vive come messaggio in quanto ipotesi di azione.

  37. La sintesi scenica risulta come ‘ polifonia informazionale’ non tanto perché materilamente essa fa uso di codici diversi operanti “in spessore”, quanto perché nasce da un’ipotesi che è già polifonica nell’intenzionalità della scrittura testuale. • Il piano testuale va dunque rivalutato non già come oggetto letterario, quanto oggetto semiotico privilegiato, come proposta di una densa ed articolata sperimentazione di semiosi.

  38. Ciò in quanto “mimesi”,“rappresentazione”, “rinvio” e “simulazione” . • E’ evidente che ogni autore, nello scrivere per il teatro, ha in mente una sua messinscena e la imprime nel suo testo, all’interno del sistema di convenzioni del suo tempo.

  39. Elementi del teatro secondo Aristotele, Poetica 6: 1 (modo): spettacolo 2,3 (mezzi) : musica, linguaggio 4,5,6 (oggetti) : caratteri, pensiero, racconto Scala dei sei elementi • Origine e anima della tragedia è il racconto • La dipintura dei caratteri • pensiero • Linguaggio, cioè la comunicazione attraverso i vocaboli: la sua capacità di espressione è la stessa così nei versi come nei discorsi. • Melodia: è un ornato grandissimo • Lo spettacolo (opsis) benchè estraneo all’arte poetica, è peculiare del teatro.

  40. PIANO TESTUALE PIANO SCENICO

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