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La politica distributiva

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA. FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi”. La politica distributiva. Prof. Giuseppe Nardin. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA. FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi”. PERCHE’ LE IMPRESE INDUSTRIALI SI SERVONO DI INTERMEDIARI COMMERCIALI. P.

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Presentation Transcript


  1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” La politica distributiva Prof. Giuseppe Nardin

  2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” PERCHE’ LE IMPRESE INDUSTRIALI SI SERVONO DI INTERMEDIARI COMMERCIALI P C P C C P C P I P C P C MANCANZA DI RISORSE FINANZIARIE MANCANZA DI COMPETENZE SPECIFICHE LA GESTIONE EFFCIENTE RICHIEDE DIVISIONE DEL LAVORO E SPECIALIZZAZIONE G. Nardin - Università di Modena e Reggio Emilia - Facoltà di Economia “Marco Biagi”

  3. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” POLITICHE DISTRIBUTIVE E DI VENDITA La configurazione dei canali di distribuzione dipende da: - la scelta e la gestione dei canali distributivi da utilizzare - la scelta degli attori con cui scambiare nel canale: per tipologia e numero (per ciascuno stadio di canale) POLITICHE DISTRIBU-TIVE • assetto dell’organizzazione di vendita strutture fisiche (filiali, depositi, magazzini,…) personale di vendita POLITICHE DI VENDITA

  4. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” I CANALI DI DISTRIBUZIONE UN CANALE DI DISTRIBUZIONE E’ IL PERCORSO CHE IL PRODOTTO SEGUE NEL SUO TRASFERIMENTO DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE

  5. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” DECISIONI STRATEGICHE DI CANALE 1. CANALI DIRETTI O INDIRETTI 2. SCELTE RELATIVE A LUNGHEZZA DEL CANALE 3. NUMERO DI INTERMEDIARI SERVITI (GRADO DI INTENSITA’ DISTRIBUZIONE) 4. POLITICHE DI TRADE MARKETING 5. CANALE SINGOLO O CANALI MULTIPLI (WEB)

  6. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 1a. CANALE DIRETTO SPACCI, FACTORY OUTLET  CONSUMATORI Store PRODUTTORI-DISTRIBUTORI AMBULANTI VENDITE PER CORRISPONDENZA TELEVENDITE DISTRIBUTORI AUTOMATICI PORTA A PORTA (VENDITA DIRETTA) Non store COMMERCIO ELETTRONICO PRODUTTORI  CLIENTI UTILIZZATORI

  7. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 1b. CANALE INDIRETTO: INTERMEDIARI DI MARKETING DEFINIZIONE Un intermediario commerciale è un’azienda indipendente che opera come raccordo tra sistema della produzione e mercato finale della domanda (consumatori o utilizzatori finali). Operatori che acquistano in conto proprio i beni, ne acquisiscono la proprietà e assumono i rischi di mercato Operatori che effettuano attività di rappresentanza e promozione e vendita per conto di terzi, senza acquisire la proprietà dei prodotti e senza assumere rischio GROSSISTA DETTAGLIANTE AGENTE/RAPPRESENTANTE BROKER

  8. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 1c. INTERMEDIARI COMMERCIALI: FUNZIONI PRODURRE UTILITA’ DI SPAZIO E TEMPO • Acquisto, aggregazione e conservazione (magazzinaggio) delle produzioni; • Assunzione del rischio comm.le e di garanzia • Adattamento quantitativo e adattamento qualitativo (formazione assortimenti); • Formazione prezzo e finanziamento vendite Vendita, trasporto, servizi d’assistenza, comunicazione al cliente • Informazioni dal mercato

  9. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 1d. CANALI INDIPENDENTI E SISTEMI VERTICALI DI MARKETING • Canali indipendenti • Le organizzazioni sviluppano una politica commerciale autonoma • Poco coordinamento tra le decisioni dei soggetti di canale • I sistemi verticali di marketing • nel canale i membri sono legati da una forte interdipendenza • le relazioni sono durature e funzionali per migliorare efficacia ed efficienza del sistema Sistemi di marketing (canali) amministrati: alcuni membri sono in grado di influenzare e controllare economicamente le decisioni di altri Sistemi di marketing (canali) contrattuali: relazioni guidate da formali accordi contrattuali per lo svolgimento di specifiche attività Sistemi di marketing aziendali (canali integrati): una singola azienda possiede due o più livelli del canale di distribuzione

  10. 2a. FATTORI DI SCELTA CANALI DISTRIBUTIVI (I) FATTORI DI MERCATO • Numero di acquirenti potenziali / Varietà settori serviti • Concentrazione geografica del mercato • Dimensione degli ordini FATTORI DI PRODOTTO • Valore unitario • Deperibilità • Caratteristiche tecniche del prodotto (necessità di informazioni) FATTORI RELATIVI AGLI INTERMEDIARI COMM.LI • Tipologia ed efficienza dei servizi forniti dagli intermediari • Disponibilità (esistono intermediari idonei? / esclusive precedenti) • Coerenza di politiche di marketing / Prodotti della concorrenza trattati

  11. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 2a. FATTORI DI SCELTA CANALI DISTRIBUTIVI (II) FATTORI RELATIVI ALLE IMPRESE INDUSTRIALI • Dimensioni / Risorse finanziarie • Grado di conoscenza del mercato • Ampiezza della gamma offerta • Servizi di marketing offerti dall’impresa produttrice (es.: investimenti in consumer mktg necessari per essere referenziati da alcuni dettaglianti) • Propensione ad un maggior controllo di canale - per aggiungere valore al prodotto - per migliorare il flusso di informazioni di ritorno - per ottimizzare la gestione logistica - per ridurre l'impatto di politiche di diversificazione delle forniture da parte del dettaglio - per migliorare la posizione dei prodotti di marca sul p.v.

  12. 2b. TRADE OFF RISCHIO - CONTROLLO CANALE DIRETTO ALTI INVESTI-MENTI E RISCHI FINANZIARI FRANCHISING CANALE CORTO BASSI CANALE LUNGO BASSO ALTO GRADO CONTROLLO DEL MERCATO FINALE

  13. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 3a. GRADO D’INTENSITA’ DELLA DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE INTENSIVA (Coca Cola /Pepsi) DISTRIBUZIONE SELETTIVA (Levi’s) DISTRIBUZIONE ESCLUSIVA (Gucci, Ferrari, Rolex)

  14. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 3b. INDICATORI DI COPERTURA PENETRAZIONE MEDIA COPERTURA PONDERATA X Acquisti distributori trattanti QUOTA DI MERCATO Vendite del fornitore = X Acquisti distributori trattanti Vendite totali del mercato BENI PROBLEMATICI Alta penetrazione/Bassa ponderata BENI BANALI Bassa penetrazione/Alta ponderata

  15. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 3c. PENETRAZIONE E COPERTURA NUMERICA: UN ESEMPIO PENETRAZIONE MEDIA COPERTURA PONDERATA X QUOTA DI MERCATO 100.000 Euro 1 Mln. Euro = X 1 Mln. Euro 5 Mln. Euro 0,1 X 0,2 = = 0,02 = 2% N° Clienti trattati 40 COPERTURA NUMERICA = = = 10% N° Clienti totali 400

  16. 4. CONCORRENZA TRA FORNITORI E RAPPORTO COL MERCATO INTERMEDIO DELLA DISTRIBUZIONE MERCATO INTERMEDIO Trade marketing VANTAGGIO COMPETITIVO Processo competitivo MERCATO FINALE Consumer marketing

  17. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 5a. CANALI MULTIPLI STESSO PRODOTTO A CLIENTI DIVERSI (es., consumatore e utilizzatore industriale) PRODOTTI TRA LORO NON COLLEGATI STESSO PRODOTTO, MA CON DIFFERENZE NEI VOLUMI ACQUISTATI STESSO PRODOTTO, MA CON DIFFERENZE NELLA DENSITA’ DISTRIBUTIVA DELLE DIVERSE AREE DEL MERCATO PROBLEMA: EVITARE IL CONFLITTO TRA CANALI

  18. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 5b. CANALI MULTIPLI Mercato 1° acquisto Mercato ricambio Grossisti pneumatici Negozi propri Grossisti ricambi auto Stazioni di servizio Gommisti Aziende di trasporto pubblico Consumatori finali Enti pubblici/grandi comunità Produttori auto

  19. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” 5c. IMPATTO DI INTERNET SULLE STRUTTURE DI CANALE CONSOLIDA-MENTO DEL BRAND Cosmetici Moda ARRICCHI-MENTO DEL CANALE Servizi sanitari Formazione alta RICCHEZZA INTERAZIONE FISICA NEL PROCESSO D’ACQUISTO MOLTIPLICA-ZIONE DEI CANALI Libri Musica / Video DECOSTRU-ZIONE DEL CANALE Viaggi Servizi finanziari bassa bassa alta INTENSITA’ INFORMAZIONE NEL PROCESSO D’ACQUISTO

  20. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” POLITICHE DI VENDITA • Struttura dell’organizzazione di vendita: • diretta • indiretta • mista • Gestione del personale di vendita: • remunerazione • motivazione • controllo

  21. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” STRUTTURA ORGANIZZAZIONE DI VENDITA • ORGANIZ.ONE DI VENDITA DIRETTA - Personale di vendita dipendente remunerato a stipendio (costi fissi) - Personale direttamente programmabile e controllabile - Maggiori costi di struttura • ORGANIZ.ONE DI VENDITA INDIRETTA - Personale di vendita indipendente (agenti e rappresentanti) remunerato a provvigione (costi variabili) - Collaboratori esterni all’impresa dotati di > autonomia - Diventa rilevante la funzione di controllo • ORGANIZ.ONE DI VENDITA MISTA - Combinazione tra rete diretta e rete indiretta - Soluzione frequente in contesti di mercato molto diversi

  22. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” STRUTTURA DEI COSTI DELLA RETE DI VENDITA CT indiretta Costi CT diretta CF diretta CF indiretta Volumi/Valori Volume di vendita di indifferenza

  23. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” SCELTA ORGANIZZAZIONE DI VENDITA • (A) CT = (CV * VOL) + CF = 0 + 90 mila • (B) 90 = (0.15 * VOL) + 30 mila = 60/0.15 = VOL = 400 [volume sotto cui B è meglio di A] • (C) 90 = (0.45 * VOL) + 0 = 90/0.45 = VOL = 200 [volume sotto cui C è meglio di A e B]

  24. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” NATURA E RUOLO FUNZIONE VENDITA ATTIVITÀ DI VENDITA attività attraverso la quale l’impresa di produzione raggiunge l’attore del canale che costituisce il suo cliente diretto, al fine di sviluppare lo scambio VENDITA PERSONALE comporta una relazione diretta tra venditore e cliente attuale e potenziale. Si fonda su un processo di comunicazione bilaterale e interpersonale. E’ una delle componenti del mix comunicativo

  25. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” OBIETTIVI FORZA DI VENDITA CONTATTARE CLIENTI, NEGOZIARE E “FARE ORDINI” SVILUPPARE UNA FUNZIONE DI PROMOZIONE DECENTRATA - informazione - persuasione enfasi sulla differenziazione indurre al primo acquisto sviluppare acquisti ripetuti massimizzare vendite rispetto a presentazioni vendere prodotti complementari FUNZIONI DI ASSISTENZA E SERVIZIO AL CLIENTE consegna, installazione, gestione problemi postvendita, rassicurazione del cliente ADATTARE L’AZIONE DI MARKETING AL CONTESTO RACCOGLIERE INFORMAZIONI SUL MERCATO

  26. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” Gestione del personale di vendita: retribuzione e motivazione Commissioni Stipendio Premi e incentivi Gare Fringe benefitse rimborsi G. Nardin

  27. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” IL CONTROLLO DELLA FORZA DI VENDITA • previsione delle vendite • determinazione di zone e quote di vendita (obiettivi) • Quote di vendita: % vendite rispetto al potenziale previsto • Non tutti i territori hanno lo stesso potenziale (alcuni sono consolidati, altri da esplorare) • Non tutti i venditori hanno le stesse capacità ed esperienza • analisi dei costi di vendita • valutazione dei venditori

  28. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA “Marco Biagi” VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO VENDITORE Misure valutazione dell’impegno Misure valutazione del risultato • Numero di visite di vendita effettuate. • Numero di visite di assistenza effettuate. • Numero di lamentele gestite e informazioni evase. • Numero di controlli del livello delle scorte dei rivenditori. • Volume delle vendite (totale, per prodotto) • Volume delle vendite come percentuale dell’obiettivo • Redditività delle vendite • Numero di nuovi clienti • Numero di rotture di stock • Numero di distributori contattati • Numero di clienti persi • Numero di lamentele della clientela • Rapporto scorte/vendite del distributore Valutazione sui comportamenti criteri soggettivi (conoscenza e preparazione; capacità di risolvere conflitti in autonomia,…)

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