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Vantaggi e svantaggi:

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Vantaggi e svantaggi:

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Presentation Transcript


  1. Modello basato sull'uso di un server centrale che dirige il traffico dei client registrati. Il server gestisce un database che mantiene un indice delle risorse condivise dai client. L'indice contiene indirizzo IP del client e nome della risorsa condivisa (chiave con la quale viene identificata la risorsa). Ogni volta che un utente effettua la richiesta per un particolare file, il server interroga il suo database e a seconda del risultato restituisce o meno una lista di file, corrispondenti a quello richiesto, dei client connessi alla rete.A questo punto l'utente richiedente non deve far altro che selezionare uno di questi file dalla lista, aprendo una connessione diretta con il proprietario del file. Di qui ha luogo il trasferimento della risorsa tra i due client. 

  2. Vantaggi e svantaggi: Il principale vantaggio del modello client-server e' la sua centralizzazione che permette la localizzazione dei file rapidamente ed efficacemente. Dal momento che il server mantiene aggiornato l'indice delle risorse condivise dai client, i file che gli utenti trovano attraverso le loro ricerche sono immediatamente pronti per essere scaricati. Nonostante un'architettura centralizzata sia efficiente, il sistema ha un singolo punto di ingresso. 

  3. Nella rete si identificano uno o più sistemi SERVER in grado di fornire servizi specifici a che li richiede e più sistemi CLIENT che sono i fruitori attivi di questi servizi. A livello di grandi applicazioni specialmente gestionali, è comodo suddividere il problema in più funzioni distinte e assegnare queste funzioni ad opportuni sistemi, molto potenti in grado di offrire la loro esecuzione in tempi molto brevi; si ottiene una frammentazione del problema, parallelizzabile, inoltre gli utenti possono accedere in un parallelismo di tipo pipeline alle varie funzioni, riducendo il tempo di esecuzione della singola applicazione e di permettere a più utenti di accedere allo stesso servizio comune Una possibile implementazione del modello client/server richiede solo due primitive: Send (ADDR, MSG) Receive (ADDR, MSG)

  4. Grazie al modello P2P, i computer possono comunicare e condividere i file e altre risorse, invece di passare attraverso un server centralizzato. Ciascun computer (nodo) e' responsabile del passaggio dei dati alle altre macchine. Le connessioni non nascono spontaneamente, ma devono essere richieste da una delle parti in causa. A differenza dell'approccio client-server, chi richiede la connessione non e' ad un livello gerarchico inferiore; infatti entrambi i partecipanti sono alla pari (peer). In una architettura peer to peer i computer che sono stati tradizionalmente usati solo come client comunicano tra di loro e possono agire sia da client che da server, assumendo un ruolo che e' molto efficiente per la rete. Questo riduce notevolmente il carico sui server.

  5. Attraverso un client scaricato gli utenti si connettono alla rete. Dopo la connessione, ha inizio la comunicazione tra i nodi che avviene tramite uno scambio di messaggi.  • I messaggi servono a: • segnalare la propria presenza sulla rete • chiedere una o piu' risorse risorsa • servire la richiesta di una o piu' risorse • trasferire le risorse • La validita' dei messaggi e' data dal TTL (time to live). • Se il TTL > 0 allora il messaggo e' valido, altrimenti non viene preso in considerazione. • Il valore del TTL viene decrementato ad ogni hop, al passaggio da un nodo

  6. PROTOCOLLI DI COMUNICAZIONE Necessità della standardizzazione3 componenti ITU (Telecomunicazioni)ISO (Standardizzazione in generaleorganizzazioni mondiali (IEEE)

  7. ITU Organizzazione interna all’ONU: coordina i fornitori dei servizi di telecomunicazioni

  8. ISO • Organizzazione volontaria con il compito di SVILUPPARE GLI STANDARD INTERNAZIONALI; • Fondata nel 1946 appartengono: • ANSI (USA) • UNI (ITALIA) • DIN (GERMANIA) • HA CREATO IL MODELLO OSI che rappresenta lo standard universalmente riconosciuto

  9. ORGANIZZAZIONI Organizzazioni che si occupano della materia tra le quali la più importante è l’IEEE (institute of Electrical and Electronics Engineers) è un albo mondiale degli ingegneri elettronici ed elettrotecnici Proposta di standardizzazione delle reti LAN nota con la sigla 802.

  10. MODELLO OSI OPEN SYSTEMS INTERCONNECTION Si inizia a studiarlo nel 1977; solo nel 1984 è stato approvato Rappresenta la conoscenza essenziale per affrontare le problematiche della comunicazione di rete

  11. MODELLO OSI Scopo: Descrivere un modello di architettura VERSATILE ed EFFICIENTE per proporre una serie di contenitori (LIVELLI) gerarchicamente collegati per adattare o indirizzare gli standard esistenti o futuri. FAR SI’ CHE I SISTEMI DI ELABORAZIONE INTERCONNESSI TRA LORO RISULTINO VIRTUALMENTE APERTI

  12. I LIVELLI DEL MODELLO OSI 1 - LIVELLO FISICO: (PH) gestisce direttamente le risorse fisiche di interconnessione (Mezzi di trasporto ) assicurando il trasferimento dei singoli bit in termini di: • Caratteristiche meccaniche (numero dei piedini di un connettore) • Elettriche (al livello di bit 1 corrispondono 12 volt) • Funzionali (significato di ogni piedino)

  13. I LIVELLI DEL MODELLO OSI 2 - LIVELLO COLLEGAMENTO DATI(data link layer) assicura il trasferimento di un frame (blocco di info) privo di errori. Deve: • Delimitare i dati da inviare al livello 1 (caratteri di inizio e fine) • Aggiungere informazioni di controllo necessarie per il riconoscimento ed individuazione degli errori (eventuali ripetizioni) • Regolare il traffico (ordine dei pacchetti trasmessi e ricevuti, introdurre dei meccanismi (wait) per compensare eventuali mittenti troppo veloci rispetto al destinatario)

  14. I LIVELLI DEL MODELLO OSI 3 - LIVELLO RETE (Network layer) : • Determina il percorso che la sequenza di pacchetti che compongono il messaggio dovranno seguire per arrivare a destinazione. L’instradamento avviene attraverso l’utilizzo di tabelle • Il percorso da seguire può essere: • Fisso – assegnato all’inizio della comunicazione e rilasciato al termine della comunicazione – Commutazione di circuito • Variabile per ogni frame che compone il messaggio – Commutazione di pacchetto • Tariffazione • Interfacciamento con reti differenti risolto con l’attribuzione del protocollo IP che si effettua a questo livello

  15. I LIVELLI DEL MODELLO OSI I livelli 1 – 2 e 3 sono chiamati LIVELLI TRASMISSIVI perché si occupano dell’implementazione fisica della rete, in termini di cablaggi (livello 1), tipologie di instradamento (livello 3) Questi livelli sono orientati i livelli inferiori o con il supporto fisico. I livelli da 4 in poi sono chiamati LIVELLI END TO END

  16. I LIVELLI DEL MODELLO OSI 4 – livello di trasporto (Transport layer): primo livello end to end- ottimizza l’uso delle risorse di rete prevenendo la congestione o multiplando (operazione che permette di condividere un solo mezzo fisico tra più stazioni) l’unica richiesta di collegamento su più connessioni E’ orientato alla connessione diretta con il livello paritario della stazione collegata. Controlla che i pacchetti siano trasmessi nella giusta sequenza (alta affidabilità) e ricevuti correttamente (senza perdite o duplicazioni). Il protocollo TCP è assimilabile a questo livello del modello OSI

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