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L'interlingua e le sequenze di apprendimento

L'interlingua e le sequenze di apprendimento. Gabriele Pallotti Università di Modena e Reggio Emilia. Due obiettivi per la didattica e la valutazione. Competenza comunicativa Competenza linguistica in senso stretto (lessico e morfosintassi). Descrivere la competenza comunicativa.

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L'interlingua e le sequenze di apprendimento

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Presentation Transcript


  1. L'interlingua e le sequenze di apprendimento Gabriele Pallotti Università di Modena e Reggio Emilia

  2. Due obiettivi per la didattica e la valutazione • Competenza comunicativa • Competenza linguistica in senso stretto (lessico e morfosintassi)

  3. Descrivere la competenza comunicativa • Sa chiedere informazioni • Sa leggere un libro scolastico • Sa scusarsi • Sa essere umoristico • Sa esporre con chiarezza i suoi pensieri per iscritto

  4. Descrivere la competenza comunicativa: il QCER A1 Comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi indispensabili per soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su informazioni personali. […] A2 Comprende frasi ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza. Comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. […] B2 Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche nel suo campo di specializzazione. E’ in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un’interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l’interlocutore. […]

  5. Descrivere la competenza linguistica • Sa usare gli articoli determinativi e indeterminativi • Sa coniugare i verbi al presente indicativo • Sa coniugare i verbi al passato prossimo

  6. L’interlingua • Un sistema linguistico autonomo, regolare e funzionale • NON è un insieme di errori • Dipendente da L2 (molto), fattori di apprendimento naturali (molto), L1 (un po’, e a seconda dei casi), altre L2 (un po’, e a seconda dei casi)

  7. Le prime parole  Prime parole apprese da Fatma: - Sollecitatori d'attenzione: guarda, maestra, bimbi, ecco, io, NOMI PROPRI. - Regolatori dell'interazione: aspetta, andiamo, va via, aiuto, piano, sì, no. - Formule rituali: ciao, scusa, grazie, com chiami?, puttana, uno-due-tre-quattro. - Dimostrativi: questo, quello. - Descrittori: bella, grande, brava, brutto, mio, buono, pipì.

  8. Formule a) Formule fisse: Mi chiamo X, come stai?, sto bene, per piacere, quanto costa?, cosa vuol dire, che cos'è?, come si chiama?, non ho capito, capisci?, non so, buon giorno, arrivederci. b) Formule semi-aperte: mi piace X, posso X?, devo fare X, voglio X, vorrei X.

  9. Alcuni enunciati nella varietà basica • Di Rashid regalo, no Fatma regalo? • Tu fare questo e io così • Anche il primo già sposato ah: quattro fili e questa ingeniere in olio in betrolio 

  10. Ins.-Idina: hai freddo? In effetti è un po' freddo. Ins.-Fatma: mangia Fatma. Tieni. (0.9) Ins.-Idina: [è buo::na. [((Fatma tocca Ins.)) Fatma: maestra ((tocca Ins.)) (1.4) Fatma: maestra Fatma: no io freddo. questa, questa no freddo. (0.3) Ins.: non hai freddo? Fatma: questo,oh ((indica maglione))

  11. La varietà basica • Morfologia grammaticale assente o molto semplice. • Uso scarso o nullo della copula. • Mancanza (o uso limitato) di articoli e preposizioni. • Uso di funtori grammaticali in contesti e con funzioni non standard. • Negazione espressa mediante una particella invariabile. • Ripetizioni, dipendenza dal contesto linguistico ed extralinguistico

  12. Pronto soccorso linguistico • Socializzare: come ti chiami, mi chiamo, ciao, grazie, scusa, anch’io, amico • Interagire: facciamo…, andiamo, aspetta, ancora, va bene, bravo, sì, no • Esprimere bisogni: vorrei, (non) mi piace, posso…, bagno, mangiare, acqua • Metalinguistiche: come si dice/chiama?, (non) ho capito, parla piano, è difficile, è facile

  13. Alcune sequenze di apprendimento per l’italiano L2 Temporalità forma basica > ‘passato prossimo’ > imperfetto > futuro Accordo articoli > aggettivo attributivo > aggettivo predicativo > participio passato Negazione no > non > niente/nessuno… > neanche/mica

  14. Forma basica Io mangia, noi mangia, io vuoi, noi vuoi, Luca cadere, domani io andare Part. Pass Io mangiato, Giovanni andato, lei è arrivato, lui ha detto Imperfetto Io ero, Luca aveva, noi sapevamo Futuro/condizionale Io sarò, Marcella verrà, io vorrei, io farei, loro sarebbero Congiuntivo Se io fossi, credo che vada, penso che sia Tempo/modo del verbo

  15. Forma basica Un libro, tanti libro, la bambino articoli La bambina, il bambino; una donna, un uomo; la cinema, la problema aggettivo attributivo La bambina piccola, tanti amici italiani aggettivo predicativo; participio passato La bambina è piccola, i miei amici sono italiani; La ragazza è arrivata, gli amici sono partiti, Genere e accordo

  16. La teoria della processabilità • Basata su un modello psicolinguistico • Concetto chiave: gerarchia di processabilità • Le procedure cognitive per produrre la L2 emergono in un ordine preciso e implicazionale (a > b > c) • Per produrre certe strutture sono necessarie certe procedure

  17. La gerarchia di processabilità

  18. Sequenza prevista per l’italiano L2

  19. Un ordine di acquisizione basato sulla teoria della processabilità (Johnston 1985, quoted in Pienemann 1998:178)

  20. Forme tradizionali di valutazione della competenza linguistica • Volgi le seguenti frasi dal presente al passato • Scrivi i verbi tra parentesi nella forma appropriata: Ieri noi (dormire) molto • Scrivi cosa hai fatto domenica

  21. Limiti della valutazione linguistica tradizionale • Valutata con prove metalinguistiche, orientate alla forma (conoscenza dichiarativa, controllata, astratta) • Orientata alle regole della L2 • Misurata in base al numero di errori

  22. Percorsi a U Correttezza Preso Preso Presato Tempo

  23. Valutare la competenza linguistica: un approccio alternativo • Valutata con prove comunicative, orientate al significato (conoscenza procedurale, automatica, in situazione) • Orientato alle strutture dell’interlingua • Misurazione rapportata al concetto di sviluppo, evoluzione del sistema

  24. L’approccio tradizionale “Volgi dal singolare al plurale”

  25. L’approccio tradizionale “L’apprendente sbaglia 5 plurali su 8” E allora? • E’ molto lontano dalla lingua d’arrivo? • E’ migliorato/peggiorato/cambiato rispetto a due mesi fa? • E’ sfortunato, curioso, pigro? • Cosa sta facendo?

  26. Gli errori non sono tutti uguali: tipi di errori • Fonologico: es. muntagna, pellone • Lessicale: es. leggiono, anda, prenduto • Grammaticale: es. ieri io dormo, io arrivato, io ho andato

  27. Gli errori non sono tutti uguali: il passato prossimo

  28. Gli errori non sono tutti uguali: il passato prossimo

  29. Implicazioni didattiche Una valutazione basata sui processi di sviluppo dell’interlingua è utile per: • descrivere più accuratamente lo sviluppo linguistico; • svolgere interventi più mirati di attenzione alla forma (ad es. spiegazioni, esercitazioni, correzioni); • costruire un sillabo psicologicamente plausibile.

  30. Io speranzo… noi dobbiamo matrimoniare (Keane, irlandese, in Italia da sei mesi)

  31. Elicitare i dati • Conversazione spontanea • Task comunicativi con: • descrizione di immagini • trova le differenze • componi un’immagine • racconto di video

  32. Una bambino e e lui papà vado a lago prendi pesce. Loro anda- andiamo andar an andàno andàno casa. Papà (vuomo) mangiar- mangiato pesce. Quello bambino … loro loro va viado vanno vano la lago il lago. Il lago meno, meno il pesce in lago.

  33. Scienze? (eamo) studiato erba come erba come quando c’è autunno come fai albero diventa tutto cade tutto giù perché è autunno. Quando c’è estate diventa tutto caldo fre- non c’è flesco non c’è aria per dormile bene. Ma però in Ghana il nostro tempo c’è piove e caldo come qui ma però non c’è neve in Ghana allora non c’è non facciamo troppo freddo. (insomma) piove che non facciamo freddo. E quando io quando c’è quando sta piovendo io sempre va fuori fa la doccia. Che vado vado in giro. Che mi- che mi piace che quando c’è sta piovendo faccio un giro. Sì quando io la sette nove anni. Ma quando io ho la dieci anni mica fatto questa cosa più. E in Ghana abbiamo uno frutto che si chiama mango. Mango che è un albero frutt che noi mangiamo. Quando sta piovendo con vento noi dici “no, prendo io! no, prendo io! no, prendo io! no prendi questo. no no”. E poi ti dà un pugno ti ti fa male. E allora così io stai fermo quando c’è un quando uno caduto giù io corro subito prendilo, così nessuno prendi. E' una buono frutto ma qui non c’è. Allora non m-piace.

  34. Un’interlingua semi-fossilizzata I2: E ad esempio un uomo può avere più fidanzate prima di sposar- può ad esempio fidanzarsi con con diverse donne nella sua vita e poi sposarsi con con un’altra donna oppure deve fidanzarsi con una donna e quella deve sposare? A: N::o mh I2: Come funziona? I1: In Libia ber ber a fare ber fidanzato, questa fidanzata quando lu-, io bre sempio con questa fidanzata deve a fare con questa sposare questa fidanzato no:n non io , vede altra donna anche quando bella anche quando grandi anche quando dottoressa anche quando così no, devi sposare e questa fidanzata questa n: Li- ma e c’è differenza, fidanzata fidanzata sposare sposare, c’è differenza, non come Italia I1: È molto impegnativo A: Non come Italia Italia cento ber centi non come Italia berché e fidanzata ( )non è:, è molti cosa non en casa fari ber macchina insiemi n’antro no no no no no no devi barlari così en iuniversità ah: en casa ah: con casa così familia ma non eh::: # che si chiama, non toccari questa fidanzata nienti

  35. I1: Niente A: No no non c’è ehm: è come I1: Questo è l’effetto A: Solo così, ciao come stai sì sì senti con familia così ta- ma non come Italia e questa differenza questa mh: berché:: c’è storia sbagliata en Libia dobo tornato subito berché la, c’è molti bersona fari così come Italia comi ok? # Dobo # dobo:::, se mesi::: sette mesi:: tutti questa persona, masgioranzi masgioranzi, a fare molti molti cosa questa donna dobo lui a fare sposare con altra donna normali dalla casa non questa donna perché questa donna lui a fare molti con questa, anche lui parla questa donna sempre con me ha fatto molti cosa, lascia, masgioransi dalla questa donna tutti, separa- non separata berché fidanzata non sposa ma ciao ciao tutti # berché en Libia (ho) c’è molti molti storia ber così, dobo tornato sobito, quando bersona ber fidanzato non, non a fari:: dormiri obburi en casa o fari berché omo non va bene omo l’omo quando # molti questa donna donna dobo lui vidè vedere altra donna che bella così, lascia questa e andari la- l’altri # questa storia ( ) in Italia non lo so io non lo so in Italia # c’è differenza? (Apprendente adulto arabofono, in Italia da un anno e mezzo)

  36. Ricerca sull'istruzione in L2 • L'istruzione nella L2 ha il più delle volte effetti positivi • Questi effetti sono generalmente duraturi nel tempo • L'istruzione esplicita produce effetti più significativi dell'istruzione implicita • Attrarre l'attenzione sulle singole forme linguistiche in isolamento o all'interno di scambi comunicativi produce effetti equivalenti.

  37. Criteri per la costruzione di un sillabo Molto diffuso > poco diffuso Molto utile > meno utile Semplice > complesso Criteri tradizionali Apprendibile prima > apprendibile dopo criterio basato sulla ricerca

  38. Tipi di sillabo • Procedurale (task-based) • Disegnare una mappa  scrivere indicazioni scrivere un progetto • Nozionale-funzionale • nozioni: la casa  la famiglia  al lavoro  la politica • funzioni: presentarsi  chiedere informazioni richiedere beni e servizi  discutere • Strutturale

  39. Un sillabo strutturale Ad es. : Presente > passato > futuro Articoli > dimostrativi > quantificatori Verbi regolari > ausiliari > verbi modali > verbi irregolari Accordo nei sintagmi > accordo tra i sintagmi

  40. Strategia cognitiva: “concentrati prima sulle ‘cose grosse’; penserai dopo ai dettagli” (Wong Fillmore) il plurale è una ‘regola semplice’… … o no? io ho mangiato una mela  noi abbiamo mangiato delle mele  non si può insegnare tutto subito

  41. Applicare alla didattica la ricerca sulle sequenze di acquisizione: alcuni problemi - alcune strutture della L2 molto utili e frequenti sono apprendibili solo molto tardi - esistono regole complesse come il passato prossimo - è difficile accertare il livello raggiunto da un apprendente in una sequenza acquisizionale; inoltre, nella stessa classe possono esserci alunni con livelli diversi

  42. Strutture utili e frequenti, ma difficili da apprendere • Distinguere input per la comprensione e input per la produzione • Tollerare per molto tempo gli errori nella produzione • Insegnare le forme corrette, ma non immediatamente apprendibili, all'interno di alcune formule fisse, da memorizzare.

  43. “Regole” complesse come il passato prossimo • far notare / far praticare solo gli aspetti delle regole complesse che gli allievi sono in grado di acquisire in quel momento • riprenderle ciclicamente, approfondendo ogni volta un aspetto della regola più avanzato

  44. Diversi livelli, diversi processi • Livello 0: accorgersi della struttura • Livello 1: formulare alcune ipotesi iniziali sul suo funzionamento • Livello 2: verificare e fissare le ipotesi • Livello 3: automatizzazione, fluenza, trattamento delle eccezioni

  45. Valutare l’efficacia dell’istruzione Dipende dal livello iniziale di ciascun apprendente 0  1 successo 1  2 successo 2  3 successo 2  2 delusione 2  1 fallimento Insomma: non aspettiamoci che dopo due settimane tutti gli apprendenti abbiano raggiunto il livello 3!

  46. Processi di apprendimento e insegnamento

  47. Imparare una nuova struttura • Notarla (accorgersi che esiste, scoprire una regolarità nell’input) • Comprenderla (cosa significa? quando si usa? per fare cosa?) • Usarla in modo controllato • Usarla in modo automatico

  48. Modi di favorire l’attenzione alle strutture linguistiche • Input arricchito • Spiegazioni • Fare pratica • Correzione

  49. Input arricchito Ieri Alberto è andato al mare. Ha giocato tutta la mattina in spiaggia con i suoi amici. Ha nuotato e si è tuffato dentro le onde. Poi ha pranzato insieme ai suoi genitori: hanno mangiato panini, pizzette e alla fine anche un gelato. Nel pomeriggio Alberto è andato con i suoi genitori a visitare il porto del paese, poi è tornato in spiaggia. Lì ha fatTO l'ultimo bagno, si è asciugaTO bene e poi è tornato in macchina a casa. Il viaggio di ritorno è durato 3 ore: sulla strada, infatti, hanno incontrato una lunga coda di macchine. Input arricchito mediante: - evidenziazione - inondazione - esplicitazione di relazioni

  50. Istruzione esplicita 1) [spiegazione esaustiva, grammatica scientifica] Il passato prossimo esprime un'azione che ha avuto luogo in un momento precedente rispetto a quello in cui si sta parlando. Per formare il passato prossimo di un verbo occorre prima formare il suo participio passato, aggiungendo la desinenza -to al tema verbale; inoltre il verbo deve essere preceduto dall'ausiliare essere o avere (il primo si usa con i verbi intransitivi che esprimono un cambiamento di stato, il secondo con tutti gli altri). Se l'ausiliare è essere, il participio passato deve essere accordato per genere e numero con il soggetto. Il participio si accorda per genere e numero con il complemento oggetto quando questo è un pronome atono preverbale. 2) [spiegazione parziale, grammatica pedagogica] Se vuoi dire 'ieri', 'tanto tempo fa', devi dire -to: mangiato, andato, tornato

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