1 / 41

Monitoraggio dei corpi idrici superficiali in applicazione della Direttiva 2000/60/CE in Veneto

Monitoraggio dei corpi idrici superficiali in applicazione della Direttiva 2000/60/CE in Veneto. Manuela Cason ARPAV Servizio Acque Interne, Padova. Verona, 23 ottobre 9:30 -13:30 Padiglione 4 – Sala 7. PERCORSO di IMPLEMENTAZIONE DELLA DIRETTIVA. TIPIZZAZIONE DEI CORSI D’ACQUA.

zuzana
Télécharger la présentation

Monitoraggio dei corpi idrici superficiali in applicazione della Direttiva 2000/60/CE in Veneto

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Monitoraggio dei corpi idrici superficiali in applicazione della Direttiva 2000/60/CE in Veneto Manuela Cason ARPAV Servizio Acque Interne, Padova Verona, 23 ottobre 9:30-13:30 Padiglione 4 – Sala 7

  2. PERCORSO di IMPLEMENTAZIONE DELLA DIRETTIVA Verona, 23 Ottobre 2007

  3. TIPIZZAZIONE DEI CORSI D’ACQUA Primo step fondamentale di implementazione della WFD. Definisce la diversificazione in funzione delle caratteristiche bio-ecologiche dei sistemi fluviali. • Sistema A: Descrittori: Ecoregioni Allegato XI WFD. Per l’Italia: Alpina e Mediterranea + Classificazione in base all’altitudine (3 cl.), alle dimensioni del bacino idrografico (4 cl.) ed alla composizione geologica (3 cl.) • Sistema B: Descrittori Obbligatori: Altitudine, Latitudine, Longitudine, Composizione geologica, Dimensioni del bacino + Descrittori Opzionali (…). Applicando il sistema B si deve ottenere almeno lo stesso “grado di classificazione” del sistema A. Verona, 23 Ottobre 2007

  4. METODOLOGIA ITALIANA PER LA TIPIZZAZIONE (sistema B) • Zonizzazione in IDROECOREGIONI (quota, geologia, clima) come definito dal CEMAGREF; • Definizione di TIPI FLUVIALI, all’interno delle HER, sulla base di “pochi” descrittori (Tipizzazione di livello 2): • perennità o persistenza acqua in alveo (soglia: 8 mesi) • origine del corso d’acqua (runoff, laghi, sorgenti, acque sotterranee, ghiacciai • distanza dalla sorgente (indicatore di dimensione, 5,25,75,150 km) • morfologia dell’alveo (solo per i temporanei, 2 classi: meandriforme, sinuoso, semiconfinato e confinato; transizionale, canali interecciati o anastomizzato ) • possibile influenza della/e HER a monte sul corpo idrico. • APPROFONDIMENTI a scala locale/di bacino sulla base di approfondimenti e/o ulteriori descrittori (Tipizzazione di livello 3) Verona, 23 Ottobre 2007

  5. TIPIZZAZIONE: LIVELLO 2 Verona, 23 Ottobre 2007

  6. IDROECOREGIONI IN VENETO 106 = Inner Alps 2 = Calcareous southerns Alps and Dolomites 56 = Po plain Verona, 23 Ottobre 2007

  7. TIPIZZAZIONE:primi risultati bacino del Piave Una ventina di tipologie. E’ attualmente allo studio l’implementazione del dato di temporaneità dei corsi d’acqua e l’estensione della tipizzazione ai corpi idrici con bacino di ameno 10 km2 Verona, 23 Ottobre 2007

  8. TIPIZZAZIONE: primi risultati bacino Fratta - Gorzone Verona, 23 Ottobre 2007

  9. Prima applicazione a 2 bacini: 34 tipi… • Scarsità di dati omogenei su perennità – persistenza • Necessità di coprire il reticolo > 10 km2 di bacino (prima applicazione solo ai “significativi” ed a quelli “di interesse” identificati dal PTA). • Rappresentatività “bio-ecologica” • Tempi TIPIZZAZIONE: risultati e criticità Verona, 23 Ottobre 2007

  10. IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI Guidelines CIS: il “corpo idrico” deve essere una subunità coerente all’interno del bacino idrografico a cui si devono applicare gli obiettivi ambientali della Direttiva Verona, 23 Ottobre 2007

  11. Corsi d’acqua naturali (obiettivo: “buono stato ecologico”) • Canali artificiali (obiettivo: “potenziale ecologico”) • Corsi d’acqua fortemente modificati: modificazioni FISICHE che impediscono il raggiungimento del “buono stato ecologico” (obiettivo: “potenziale ecologico”) IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI Verona, 23 Ottobre 2007

  12. Tematica complessa date le caratteristiche della pianura veneta. Sono in corso ulteriori approfondimenti. Verrà poi affrontata la problematica di definizione dei “fortemente modificati” IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI: tratti artificiali Verona, 23 Ottobre 2007

  13. WFD E SISTEMI DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ ECOLOGICA • Basati sulle comunità biologiche • Definizione di comunità tipo specifiche di riferimento • Devono essere considerate le seguenti componenti: • tolleranza • ricchezza / diversità • abbondanza • Ecological Quality Ratio (EQR): giudizio di qualità espresso come rapporto tra il valore osservato e quello rilevato nei siti di riferimento Verona, 23 Ottobre 2007

  14. EQR: ai fini della classificazione dello stato ecologico e per assicurare la comparabilità dei sistemi di monitoraggio, i risultati conseguiti in ciascuno Stato membro in base al sistema applicato sono espressi come RAPPORTI DI QUALITÀ ECOLOGICA. Questi rapportano i valori dei parametri biologici riscontrati in un dato corpo idrico superficiale a quelli constatabili nelle condizioni di riferimento applicabili al medesimo corpo. Il rapporto è espresso come valore numerico compreso tra 0 e 1. Verona, 23 Ottobre 2007

  15. ELEMENTI DI QUALITA’ (WFD E D.Lgs. 152/2006) Elementi a sostegno degli elementi biologici Verona, 23 Ottobre 2007

  16. ELEMENTI IDROMORFOLOGICI A SOSTEGNO DEGLI ELEMENTI BIOLOGICI • regime idrologico • massa e dinamica del flusso idrico • connessione con il corpo idrico sotterraneo • continuità fluviale • condizioni morfologiche • variazioni della profondità e della larghezza del fiume • struttura e substrato dell’alveo • struttura della zona ripariale Verona, 23 Ottobre 2007

  17. ELEMENTI CHIMICI E FISICO-CHIMICI A SOSTEGNO DEGLI ELEMENTI BIOLOGICI Elementi generali • condizioni termiche • condizioni di ossigenazione • salinità • stato di acidificazione • condizioni di nutrienti Inquinanti specifici • inquinamento da tutte le sostanze prioritarie di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico • inquinamento da altre sostanze di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico in quantità significative Verona, 23 Ottobre 2007

  18. MONITORAGGIO CHIMICO Parametri di base: tabella 1/A all. 1 parte III, 36 sostanze (o gruppi di sostanze) per le quali sono indicati gli standard di qualitàda conseguire entro il 31/12/2008 • Inquinanti organici (As, Cd, Cr, Hg, Ni, Pb e loro composti) • IPA • Idrocarburi aromatici (benzene, triclorobenzeni) • Idrocarburi alifatici clorurati (1,2 dicloroetano, cloroformio, ecc) • Prodotti fitosanitari e biocidi (aldrin, dieldrin, DDT, ecc) • Composti organici semivolatili (tetracloruro di carbonio) Parametri aggiuntivi: tabella 1/B all. 1 parte III, 135 sostanze (o gruppi di sostanze) per le quali non sono indicati gli standard di qualità, da ricercare in funzione delle informazioni e delle analisi dell’impatto dell’attività antropica. Verona, 23 Ottobre 2007

  19. ATTIVITA’ DI ARPAV NEL 2007 • Il D.Lgs. n. 152/2006 ha profondamente rivisto, nell’ottica del recepimento della Direttiva 2000/60/CE, la sezione relativa alla classificazione dei corpi idrici: vengono elencati, per le varie tipologie di acque superficiali, gli “elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico” e vengono date delle “definizioni normative per la classificazione dello stato ecologico elevato, buono e sufficiente”, per ogni elemento di qualità, privilegiando gli elementi biologici. • Tali elenchi e definizioni, tratti integralmente dalla direttiva 2000/60/CE, non rappresentano criteri oggettivi per la classificazione. • Per garantire continuità con i dati rilevati negli anni passati, in questa fase di transizione si è deciso di continuare anche nell’anno in corso con le attività di monitoraggio e classificazione dei corsi d’acqua impostate come in precedenza ai sensi del D.Lgs. 152/99. Verona, 23 Ottobre 2007

  20. RISULTATI DELLA CLASSIFICAZIONE Verona, 23 Ottobre 2007

  21. CLASSIFICAZIONE 2006 Per lo stato chimico sono stati utilizzati gli standard di qualità e le metodologie di calcolo previsti dal D.Lgs. n. 152/2006. Verona, 23 Ottobre 2007

  22. ACQUE DESTINATE ALLA VITA DEL PESCI • Prima designazione: DGR n. 3062 del 5/7/1994 • Classificazione acque Prov. Padova: DGR n. 1270 del 8/4/1997 • Classificazione acque Prov. Belluno, Treviso, Vicenza, Verona: DGR n. 2894 del 5/8/1997 Si tratta per la maggior parte di corsi d’acqua, ma anche di laghi. Alcuni dei punti di monitoraggio fanno già parte della rete regionale, altri sono destinati esclusivamente al monitoraggio per la vita dei pesci. I criteri per la classificazione delle acque superficiali destinate alla vita dei pesci (salmonidi o ciprinidi) sono determinati dalla tabella 1/B allegato 2 parte terza del D.Lgs. n. 152/2006, invariata rispetto a quanto previsto dalla normativa previgente (allegato 2 al D.Lgs. 152/1999). Verona, 23 Ottobre 2007

  23. NUMERO DI TRATTI DESIGNATI O CLASSIFICATI PER BACINO Verona, 23 Ottobre 2007

  24. TRATTI DESIGNATI • Viola: salmonidi • Rosso: ciprinidi Verona, 23 Ottobre 2007

  25. ACQUE SUPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODUZIONE DI ACQUA POTABILE • L’individuazione delle acque dolci superficiali da destinare alla produzione di acqua potabile è di competenza regionale, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006; in tal senso è in vigore la DGR n. 7247 del 19/12/1989 che ha classificato le acque dolci superficiali regionali ai sensi dell’allora vigente D.P.R. n. 515/1982. • Devono essere classificate dalle regioni nelle categorie A1, A2, A3 secondo le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche della tabella 1/A allegato 2 parte terza del D.Lgs. n. 152/2006, invariata rispetto a quanto previsto dalla previgente tabella A/1 allegato 2 del D.Lgs. 152/1999 e s.m.i. Verona, 23 Ottobre 2007

  26. ACQUE SUPERFICIALI DESTINATE ALLA POTABILIZZAZIONE IN VENETO A seconda della categoria cui appartengono, le acque dolci superficiali sono sottoposte ai seguenti trattamenti: • cat. A1: trattamento fisico semplice e disinfezione; • cat. A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione; • cat. A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione. • Fiume Adige (9 prese) A3 • Fiume Po (3 prese) A3 • Fiume Sile e derivazioni (3 prese) A3 • Fiume Livenza (1 presa) A3 • F. Bacchiglione e C. Brentella A3 • Lago di Garda (6 prese) A2 • Ci sono inoltre alcuni torrenti del Bellunese utilizzati allo scopo (Rui delle Salere, T. Anfela, T. Medone, Rio Frari) Verona, 23 Ottobre 2007

  27. ALGHE (MACROFITE) • Per alghe si intendono essenzialmente le macrofite, sia vascolari che non vascolari, sommerse o emergenti. • La loro attività è legata alla disponibilità di nutrienti e di luce • Forniscono l’habitat di rifugi e supporti per la fauna acquatica • Rivestono un ruolo importante come sostanza organica utilizzabile Verona, 23 Ottobre 2007

  28. INDICI MACROFITICI Ideati a partire dagli anni ’70 (Irlanda, Inghilterra, Francia, Germania) Finalizzati genericamente • valutazione delle cenosi a macrofite acquatiche • valutazione della qualità dell’acqua • valutazione dell’integrità ecositemica del corso d’acqua • in particolare, danno indicazioni circa lo STATO TROFICO Attualmente ampiamente utilizzati in molti paesi europei (Francia, Inghilterra, Irlanda, Germania, Lussemburgo, Belgio, Austria, Spagna, Portogallo). SOLO ALCUNI consentono di classificare i corsi d’acqua. Verona, 23 Ottobre 2007

  29. STRUTTURA DEGLI INDICI • Indici basati su una valutazione di presenza/assenza e (solo in alcuni casi) abbondanza di un limitato set di taxa indicatori raggruppati in classi di sensibilità/tolleranza (es: Macrophyte Index Scheme, Nutrient Status Order) • Indici fondati sull’uso di un maggior numero di taxa indicatori a ciascuno dei quali è associato un coefficiente (score) di tolleranza/sensibilità e, talvolta, un valore indicatore (reliability) (es: Plant score, Trophyc index, Indici GIS, Indice IBMR, Mean Trophyc Rank; Trophyc Index of Macrophytes). • Indici finalizzati alla valutazione del grado di scostamento da una potenziale comunità ottimale (es: Il Damage Rating Method) Verona, 23 Ottobre 2007

  30. APPLICAZIONE DEGLI INDICI MACROFITICI • Individuazione corretta della stazione • ricerca della comunità indicatrice • Studio quali-quantitativo della comunità presente • campionamento • attribuzione indici di copertura in campo • determinazione dei taxa rinvenuti • elaborazione di schede stazionali • Applicazione delle formula di calcolo • EVENTUALE Classificazione della stazione • Attribuzione della stazione ad una “classe” ad un LIVELLO TROFICO • Tutti gli indici macrofitici prevedono in comune la gran parte delle procedure di rilevamento, definite in ambito CEN (Guidance Standard for the surveying of aquatic macrophyte in running water - prEN 14184) Verona, 23 Ottobre 2007

  31. PERIPHYTON Consiste in un insieme di diversi elementi biotici costituito soprattutto da: • diatomee • alghe brune e gialle • euglenofite • batteri filamentosi e alghe azzurre • Può essere distinto come: • EPILITON (su pietre o ciottoli) • EPIPELON (su depositi di limo in acque a lento scorrimento) • EPIPHYTON (su macrofite acquatiche) Verona, 23 Ottobre 2007

  32. DIATOMEE COME BIOINDICATORI Le diatomee possiedono tutti i requisiti che contraddistinguono un buon indicatore ambientale: • sono presenti tutto l’anno in tutti gli ambienti fluviali • sono molto sensibili a variazioni dei parametri chimico-fisici del mezzo ambiente • sono fisse al substratoefacili da campionare • sono ben conosciute sia sistematicamente sia ecologicamente • hanno un breve tempo di resilienza (2-4 settimane) Le diatomee bentoniche maggiormente utilizzate per il monitoraggio fluviale sono quelle epilitiche. Verona, 23 Ottobre 2007

  33. INDICI DIATOMICI IN EUROPA A livello europeo le procedure sono standardizzate da norme CEN: • EN 13946 – Water quality – Guidance standard for the routine sampling and pretreatment of benthic diatoms from rivers (2003). • EN 14407 – Water quality – Guidance standard for the identification, enumeration and interpretation of benthic diatom samples from running waters (2004). Tutte queste metodiche hanno lo scopo di valutare gli effetti del carico di nutrienti ed inquinanti sulla comunità diatomica. Verona, 23 Ottobre 2007

  34. APPLICAZIONIA LIVELLO EUROPEO A livello europeo molti stati hanno da tempo adottato indicatori algali per la sorveglianza ecologica dei corsi d’acqua. Verona, 23 Ottobre 2007

  35. L’INDICE EPI-D • L’EPI-D (Eutrophication/Pollution Index – Diatom based) (Dell’Uomo, 1996, 1999) è stato elaborato dopo un lungo periodo di studi sulle comunità algali dei corsi d’acqua dell’Appennino centrale. • Si basa, come la maggior parte degli indici diatomici europei, sulla formula di Zelinka e Marvan (1961). • A ciascuna specie è associato un valore di i (indice integrato disensibilità) e un valore di r (grado di affidabilità come bioindicatore), attraverso i quali è possibile calcolare il valore numerico di EPI-D. Verona, 23 Ottobre 2007

  36. PRIMI RISULTATI IN AMBITO ALPINO • La comunità diatomica fornisce informazioni complementari a quelle degli altri indici abitualmente applicati; infatti è lo strumento più adatto per valutare il livello trofico del sito (le diatomee sono in stretto rapporto con la concentrazione dei nutrienti nell’acqua e hanno una rapida risposta alla sua variazione). • L’applicazione dell’indice EPI-D nei corsi d’acqua alpini richiede ulteriori studi per calibrare la metodica a questi ambienti; ad esempio alcune specie che per l’indice sono tipiche di acque di buona qualità risultano ubiquitarie nei nostri ambienti. Verona, 23 Ottobre 2007

  37. MACROBENTHOS (macroinvertebrati) Verona, 23 Ottobre 2007

  38. PROPOSTA IRSA WFD COMPLIANT • I.B.E. (Indice Biotico Esteso): previsto dal D.Lgs. 152/99. • Ora revisione del metodo: prelevare il macrobenthos attraverso una procedura selettiva per tipologia di habitat presente in alveo e che consenta una determinazione quantitativa o semiquantitativa. Verona, 23 Ottobre 2007

  39. FAUNA ITTICA Elementi da rilevare: • Composizione in specie • Abbondanza • Specie sensibili • Struttura demografica popolazioni • Riproduzione E quindi: • analisi della composizione e dell’abbondanza delle specie delle comunità; • • verifica della presenza delle specie più sensibili attese per una specifica situazione ambientale; • • analisi della struttura demografica delle popolazioni che compongono le comunità ittiche per verificare l’eventuale compromissione della riproduzione, del reclutamento o dello sviluppo di una particolare specie Verona, 23 Ottobre 2007

  40. INDICI ITTICI • Indici di diversità (es. Shannon), indice di ricchezza in specie, indice di benessere, ecc. • Indici basati su una “gerarchia di condizioni”(valutazione di ciò che si osserva contro un riferimento teorico) (es. IBE per macroinvertebrati e ISECI per pesci, proposto da Zerunian) • Indici multimetrici, basati su più metriche, con valutazioni basate sempre sul confronto tra ciò che si osserva ed un riferimento teorico, ma con base statistica precedente (es. IBI – Karr, 1981) • Metodi basati sulla previsione delle condizioni (composizioni del popolamento, ecc.) con modelli (es. RIVPACS-II e parzialmente lo European Fish Index - EFI) Verona, 23 Ottobre 2007

  41. Grazie per l’attenzione ARPAV Servizio Acque Interne Via Matteotti, 27 35137 PADOVA www.arpa.veneto.it orac@arpa.veneto.it Verona, 23 Ottobre 2007

More Related