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PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE

PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE. LO SCENARIO POST-FORDISTA. SI BASA SU IMPRESE SMAGRITE E MODELLI MICROORGANIZZATIVI PIATTI E’ UN TERRENO FAVOREVOLE PER L’ECONOMIA DEI DISTRETTI E DELLE PICCOLE IMPRESE ASSUME UN RUOLO PIU’ RILEVANTE LO SVILUPPO LOCALE .

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PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE

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Presentation Transcript


  1. PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE

  2. LO SCENARIO POST-FORDISTA • SI BASA SU IMPRESE SMAGRITE E MODELLI MICROORGANIZZATIVI PIATTI • E’ UN TERRENO FAVOREVOLE PER L’ECONOMIA DEI DISTRETTI E DELLE PICCOLE IMPRESE • ASSUME UN RUOLO PIU’ RILEVANTE LO SVILUPPO LOCALE

  3. PERCHE’ CRESCE IL PESO DEI DISTRETTI? • CRISI DELLE POLITICHE MACROECONOMICHE KEYNESIANE • PERDITA DI PESO DELLE GRANDI IMPRESE • RILEVANZA CRESCENTE DEI TERRITORI E DELLE RISORSE IMMATERIALI NELLO SVILUPPO ECONOMICO

  4. CAMBIA LA LETTURA DELLE IMPRESE MINORI • FINO AGLI ANNI SETTANTA VENIVANO VISTE COME UNA PATOLOGIA RISPETTO AL FORDISMO • GRAZIE AGLI SCIENZIATI SOCIALI SONO RIVALUTATE COME ALTERNATIVA DI SVILUPPO

  5. SI INTRECCIANO STUDI ECONOMICI E SOCIOLOGICI • PER PRIMO BECATTINI HA MOSTRATO CHE IN DIVERSE AREE DEL NOSTRO PAESE E’ RADICATO UN MODELLO PRODUTTIVO BASATO SU AGGLOMERAZIONI DI PICCOLE IMPRESE

  6. I DISTRETTI:DOVE SI TROVANO • BAGNASCO HA CONIATO IL CONCETTO DI TERZA ITALIA PERCHE’ I DISTRETTI CRESCONO IN AREE DIVERSE DAL DUALISMO CLASSICO DELLA NOSTRA EC0NOMIA • NEGLI ANNI NOVANTA I DISTRETTI SI ESTENDONO: SI PARLA DI DORSALE ADRIATICA DELLO SVILUPPO

  7. PERCHE’ LO SVILUPPO • INTERESSI PUBBLICI E PRIVATI SI APPOGGIANO RECIPROCAMENTE NELLA COSTRUZIONE SOCIALE DEL MERCATO • LA COOPERAZIONE TRA IMPRESE, TRA LAVORO E IMPRESE ,TRA INTERESSI DIVERSI E LE RELAZIONI INFORMALI FACILITANO UNO SVILUPPO AUTOSOSTENUTO

  8. I FATTORI SOCIOLOGICI RETROSTANTI • L’INTERROGATIVO DI FONDO E’ PERCHE’ I DISTRETTI SI DIFFONDONO IN ALCUNE AREE E NON IN ALTRE • QUESTO E’ DOVUTO ALLA PRESENZA ABBONDANTE DI PECULIARITA’ SOCIALI CHE AIUTANO IL RISCHIO E IL SUCCESSO ECONOMICO

  9. QUALI FATTORI • IL PASSATO MEZZADRILE • PICCOLE REALTA’ NELLE QUALI PREVALGONO I RAPPORTI FACCIA A FACCIA • RETI FIDUCIARIE E VINCOLI SOCIALI DIFFUSI • SOCIETA’ IRROBUSTITE DA SUBCULTURE POLITICHE FORTI

  10. IMPORTANZA DEL CAPITALE SOCIALE • E’ L’INSIEME DELLE RELAZIONI SOCIALI DI CUI UN SOGGETTO PRIVATO O COLLETTIVO DISPONE IN UN DETERMINATO MOMENTO • DA’ VITA A: • RISORSE COGNITIVE (CONOSCENZE E INFORMAZIONI) • NORMATIVE (FIDUCIA)

  11. A COSA SERVE • A REALIZZARE BENI PUBBLICI CHE GLI ATTORI NON SONO IN GRADO DI RAGGIUNGERE INDIVIDUALMENTE • COMPLEMENTARIETA’ TRA GLI ATTORI RISPETTO ALLA MASSIMIZZAZIONE A BREVE • ESSI SONO INCENTIVATI A CONDIVIDERE ANCHE LE CONOSCENZE TACITE

  12. SI PUO’ RIPRODURRE IL MODELLO DELLO SVILUPPO LOCALE? • LE ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE SI SONO MOSSE IN QUESTA DIREZIONE • IN ITALIA SONO STATE INTRODOTTE LEGGI SULLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA (1997) CHE HANNO DATO VITA A ESPERIENZE DI CONCERTAZIONE LOCALE

  13. LA CONCERTAZIONE LOCALE • SI COMPONE DI : • PATTI TERRITORIALI (PROGETTI DI CRESCITA) • CONTRATTI D’AREA (INTERVENTI PER CONTRASTARE L’EMERGENZA) • HA AVUTO RISULTATI ALTERNI

  14. ED ORA, CON LA NEW ECONOMY ? • APPARENTEMENTE LA LOGICA DI RETE ESALTA I DISTRETTI • MA L’ABBATTIMENTO DEI COSTI DI TRASMISSIONE CONSENTE DI PRODURRE IN RETE ANCHE IN TERRITORI DIVERSI • IL TERRITORIO DEVE PUNTARE SU RISORSE IMMATERIALI E CAPITALE UMANO

  15. DISLOCARE VERSO L’ALTO LA CAPACITA’ COMPETITIVA • RAFFORZARE I RESIDUI NUCLEI DI GRANDE IMPRESA E FAVORIRE LA CRESCITA DELLE PICCOLE IN MEDIE IMPRESE • DECENTRARE LE ATTIVITA’ PIU’ TRADIZIONALI SPECIALIZZANDOSI NELLE FUNZIONI STRATEGICHE E NELLA PRODUZIONE DI BENI CAPITALI

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