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SUPPORTO TECNICO-ORGANIZZATIVO ALLE PARTI ECONOMICHE E SOCIALI DEL PO BASILICATA FSE 2007-2013

SUPPORTO TECNICO-ORGANIZZATIVO ALLE PARTI ECONOMICHE E SOCIALI DEL PO BASILICATA FSE 2007-2013 Vademecum sulla Politica di coesione 2014-2020 (bozza, febbraio 2014). Indice. Indice. Introduzione.

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SUPPORTO TECNICO-ORGANIZZATIVO ALLE PARTI ECONOMICHE E SOCIALI DEL PO BASILICATA FSE 2007-2013

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Presentation Transcript


  1. SUPPORTO TECNICO-ORGANIZZATIVO ALLE PARTI ECONOMICHE E SOCIALI DEL PO BASILICATA FSE 2007-2013 Vademecum sulla Politica di coesione 2014-2020 (bozza, febbraio 2014)

  2. Indice

  3. Indice

  4. Introduzione Il servizio di supporto tecnico-organizzativo alle parti economiche e sociali del POR FSE Basilicata 2007-13 prevede una linea di attività dedicata alla raccolta della documentazione ed elaborazione di materiali di interesse delle PES. In questo ambito, i vademecum semestrali sono finalizzati ad aiutare le PES a comprendere meglio e approfondire le politiche del lavoro, della formazione e sociali. Vista l’attuale necessità delle PES di partecipare alla definizione del nuovo POR FSE Basilicata, si è deciso di dedicare il primo dei quattro vademecum previsti alla riforma della Politica di coesione per il periodo 2014-2020. Le informazioni qui contenute riflettono lo stato dell’arte della negoziazione in corso sull’Accordo di partenariato dell’Italia. La presente versione del vademecum è pertanto provvisoria e sarà aggiornata non appena verrà approvato l’Accordo di partenariato tra la Commissione e l’Italia.

  5. 1. Il contesto della Politica di coesione 2014-20

  6. Contesto europeo Contesto della Politica di coesione • I progressi nella crescita economica e nella creazione di posti di lavoro dell'ultimo decennio sono stati vanificati dalla crisi: il PIL è sceso del 4% nel 2009, la produzione industriale è tornata ai livelli degli anni '90 e 23 milioni di persone (pari al 10% della popolazione attiva europea) sono disoccupate. • Le finanze pubbliche hanno subito un forte deterioramento, con deficit medi tra paesi pari al 7% del PIL e livelli di debito superiori all'80% del PIL: è stato cancellato un ventennio di risanamento di bilancio. • Sono emersi i problemi strutturali di produttività dell’economia europea rispetto ai partner internazionali. La risposta a questi problemi a livello europeo è stata finora debole e poco organica. • Crescono i divari economici e sociali tra i paesi, mentre non è ancora compiuto il processo d’integrazione degli Stati membri più recenti. • L’invecchiamento della popolazione – p.e. gli ultrasessantenni crescono a una velocità doppia rispetto al 2007 - e la tendenza alla diminuzione della popolazione attiva allargano la forbice tra i tassi di attività dell’Europa e degli atri paesi e pongono una forte pressione sui sistemi assistenziali del modello sociale europeo (problema della sostenibilità del welfare). • La crescita della povertà e del disagio sociale hanno significativamente esteso i bisogni cui dovrebbero rispondere le politiche di sviluppo. Fonte: EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva /* COM/2010/2020 def.

  7. Contesto nazionale Le principali conseguenze della crisi sono state: L’elevato debito pubblico, spinto dalla crisi finanziaria internazionale, ha richiesto un aumento generalizzato della pressione fiscale (tra le più alte d’Europa); E’ in atto nel paese un processo di deindustrializzazione (in Basilicata il valore aggiunto dell’industria è diminuito dal 20% al 15% in 10 anni) con una perdita strutturale di posti di lavoro; Il tradizionale divario economico e sociale tra Nord e Sud è tornato ad allargarsi, con una forte ripresa dei flussi migratori dal meridione verso le aree settentrionali ed estere. La crisi in Italia è particolarmente grave, ai problemi dell’economia globale si sono sommate le debolezze interne accumulatesi negli ultimi 15 anni: • Nel Centro Nord le imprese scontano la concorrenza globale a causa della loro bassa competitività e del venir meno, dopo l’adozione dell’euro, della leva monetaria per contenere i costi; • Ai questi fattori nel Mezzogiorno si aggiungono l’inefficienza dei servizi (pubblici e privati) e delle istituzioni pubbliche; • Bassi tassi di attività (in particolare al Sud) e bassa produttività minano la sostenibilità del welfare (in Basilicata rapporto di 2 a 1 tra inattivi e occupati).

  8. 2. Il ruolo della Politica di coesione 2014-2020

  9. La Politica di coesione nei Trattati Una visione di sintesi della Politica di coesione 2014-20 Il Trattato dell’Unione europea* (versione consolidata di Lisbona) stabilisce che l’Unione “promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri” (art.2) e che l’Unione ha una competenza concorrente con gli Stati membri nel perseguire tale finalità generale (art.2C). Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea** (TFUE) istituisce il Fondo sociale europeo – FSE (art.162), il Fondo per lo sviluppo regionale – FESR (art.176), il Fondo di coesione – FC (art.177). Il TFUEprevede all’art.174 che, per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno, l’Unione mira a ridurre il ritardo nello sviluppo delle varie regioni e delle regioni particolarmente sfavorite (p.e. regioni in transizione industriale, insulari, rurali, ecc.). Il TFUE prevede all’art.175 che l’UE appoggi gli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale attraverso l’azione del Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (per la parte “orientamento”), il FSE, il FESR, la Banca europea degli investimenti (BEI) e altri strumenti finanziari esistenti (tra cui il Fondo europeo per lo sviluppo rurale – FEASR e il Fondo per gli affari marittimi e la pesca – FEAMP). * Trattato di Lisbona sottoscritto nel 2007 e entrato in vigore nel 2009. ** Nella versione consolidata del 2012.

  10. Una visione di sintesi della Politica di coesione 2014-20 Trattato dell’Unione Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE) Quadro finanziario pluriennale europeo 2014-20 Strategia Europa 2020 Risorse per la Politica di coesione (PC) Quadro Strategico Comune (QSC) 2014-20 Contributo agli obiettivi di EU 2020 Regolamento generale dei Fondi del QSC Reg. FSE Accordo di partenariato sottoscritto dallo SM Reg. FESR Reg. FEASR PROGRAMMI OPERATIVI NAZIONALI E REGIONALI Reg. FEAMP Reg. FC Verifica dei risultati attesi OUTPUT

  11. Elementi della Politica di coesione Una visione di sintesi della Politica di coesione 2014-20 Il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) traduce in termini finanziari le priorità politiche dell'Unione per una durata di almeno 5 anni (in genere 7) e, grazie al Trattato di Lisbona, è divenuto un atto giuridicamente vincolante. La strategia Europa 2020 è la strategia decennale adottata dall’Unione per creare le condizioni per una crescita più intelligente, sostenibile e solidale. Si ritiene che la coesione europea può essere perseguita in modo più efficace se i Fondi contribuiscono alla realizzazione di Europa 2020. Il Quadro Strategico Comune 2014-20 (QSC) è uno strumento previsto allo scopo di rafforzare la coerenza tra gli impegni politici presi nell’ambito di Europa 2020, incoraggiare l’integrazione tra i Fondi, essere una fonte di orientamento strategico che “dovrà essere tradotta dagli SM e dalle regioni nella programmazione dei Fondi […] nel contesto delle loro esigenze, possibilità e specifiche sfide”*. Il QSC dovrebbe facilitare la definizione degli Accordi di partenariato e dei programmi. Il Regolamento generale recante disposizioni comuni sui Fondi garantisce l’impiego coordinato dei Fondi, la concentrazione delle risorse sugli obiettivi di Europa 2020, le modalità di pianificazione e attuazione, la concentrazione sui risultati, l’armonizzazione delle regole di ammissibilità e la semplificazione amministrativa. I Regolamenti specifici stabiliscono il campo di applicazione e le disposizioni specifiche per ciascun Fondo. L’Accordo di partenariato (AP) è il documento preparato dallo SM per definire sia la strategia e le priorità nazionali sia le modalità di impiego dei Fondi del QSC; in particolare definisce i programmi per l’attuazione dei Fondi. * Cit. da Elementi di un quadro strategico comune, SWD(2012) 641 final.

  12. Finalità e dimensioni del QFP* Quadro Finanziario Pluriennale 2014-20 • Il TFUE (art.132) sancisce che il QFP “mira ad assicurare l’ordinato andamento delle spese dell’Unione entro i limiti delle sue risorse proprie” e che “il bilancio annuale dell’Unione è stabilito nel rispetto del QFP”. Parlamento, Consiglio e Commissione hanno raggiunto un accordo politico ed entro l’autunno 2013 è programmata l’approvazione del regolamento del QFP. • Il Quadro proposto per il periodo 2014-20 equivale a 959,9 miliardi di euro, pari all’1% del reddito nazionale lordo (RNL) della UE, e contempla sei macro categorie di spesa. • Per quanto riguarda la rubrica 1.a “Coesione economica, sociale e territoriale”: • Stanzia complessivamente di 325,15 miliardi di euro equivalente a circa il 39% del totale; • Diminuisce le risorse di 29,7 miliardi di euro rispetto al 2007-13 (-8,4%); • Gli Stati membri più poveri riceveranno una quota maggiore della dotazione globale destinata alla Politica di coesione rispetto ad oggi. * Progetto di Regolamento del Consiglio sul QFP per il 2014-20 del 27/06/2013.

  13. La proposta di QFP Quadro Finanziario Pluriennale 2014-20 (milioni di euro – prezzi 2011) Fonte: Progetto di Regolamento del Consiglio sul QFP per il 2014-20 del 27/06/2013.

  14. Quadro Finanziario Pluriennale 2014-20 Differenze tra QFP 2014-20 e QFP 2007-13 Fonte: Consiglio dell’Unione europea, http://www.consilium.europa.eu/special-reports/mff/summary-of-the-european-council-agreement?lang=it

  15. Contenuti del Quadro Strategico Comune Quadro Strategico Comune 2014-20 Il QSC* ha lo scopo di migliorare il coordinamento e l’integrazione tra i Fondi FESR, FSE, FC, FEASR e FEAMP attraverso: • 11 Obiettivi Tematici (OT) per la Politica di coesione e le loro connessioni con gli obiettivi di Europa 2020; • Le azioni fondamentali per ciascun OT e per ciascun Fondo; • I principi generali di attuazione, p.e. per il FSE e l’OT n. 8 Occupazione si prescrive: a) una stretta collaborazione con le PES per l’attuazione della YouthGuarantee; b) la concentrazione delle risorse sulle micro e piccole imprese nel caso delle politiche per la creazione di posti di lavoro; • I principi che assicurino complementarietà e coordinamento tra i Fondi, p.e. nel caso dell’OT n. 8 Occupazione il FSE deve investire nello sviluppo delle competenze, mentre il FESR deve supportare gli investimenti compresi quelli per le infrastrutture dei servizi per l’impiego. * CE, Documento di lavoro SWD(2012) 61 final.

  16. Obiettivi Tematici Quadro Strategico Comune 2014-20 • Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione (FESR e FEASR) • Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime (FESR e FEASR) • Rafforzare la competitività delle piccole e medie imprese (FESR), il settore agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell'acquacoltura (per il FEAMP) • Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori (FEAR, FEASR e FEAMP) • Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi (FESR, FC, FEASR) • Proteggere l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse (FESR, FC, FEASR, FEAMP) • Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete (FESR e FC) Obiettivi di interesse prevalente del FSE: • Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori • Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà • Investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente • Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente

  17. Collegamento tra Europa 2020 e il QSC Strategia Europa 2020

  18. 3. Obiettivi territoriali della Politica di coesione

  19. Obiettivi territoriali Obiettivi territoriali della Politica di coesione • Regioni meno sviluppate: regioni il cui PIL pro capite, a parità di potere di acquisto (PPP), è inferiore al 75% della media del PIL dell’UE27 continuano a ricevere un intenso supporto dalla Politica di coesione pari ad almeno due terzi della dotazione dei fondi strutturali del 2007-13. • Regioni di transizione: è una categoria introdotta in luogo dell’attuale sistema di phasing-in e phasing-out, vi rientrano le regioni con un PIL pro capite (PPP) compreso tra il 75% e il 90% della media dell’UE27. • Regioni più sviluppate: regioni il cui PIL pro capite (PPP) è superiore al 90% della media del PIL dell’UE27.

  20. Obiettivi territoriali della Politica di coesione Risorse per obiettivi territoriali (milioni di euro – prezzi 2011) Fonte: Commissione – DG Regio ed elaborazioni di Ismeri Europa sulla base del Regolamento FSE * Non include l’iniziativa occupazionale per i giovani • Disposizioni finanziarie FSE:una quota minima del 25% della Politica di coesione, pari a circa 80,1 miliardi di euro, è complessivamente destinata al FSE, così ripartita per obiettivi territoriali: • 25% della quota minima alle regioni meno sviluppate; • 40% della quota minima alle regioni di transizione; • 52% della quota minima alle regioni più sviluppate. Fonte: Commissione – DG Regio ed elaborazioni di Ismeri Europa sulla base della Proposta di regolamento FSE * Non include l’iniziativa occupazionale per i giovani

  21. Le risorse comunitarie per l’Italia Obiettivi territoriali della Politica di coesione * Fonte: “Stato dell’arte della programmazione dei Fondi strutturali europei 2014-2020” slide di F. Busillo

  22. Eleggibilità delle Basilicata Obiettivi territoriali della Politica di coesione • La Basilicata, attualmente tra le regioni in phasing-out, nel prossimo ciclo di programmazione tornerà nell’obiettivo delle regioni meno sviluppate*.

  23. 4. Gli strumenti della Politica di coesione

  24. Missione del FSE Fondo sociale europeo - FSE • L’art.2 del Regolamento specifico definisce i compiti del FSE: • Promuovere elevati livelli di occupazione e di qualità dei posti di lavoro, sostenere la mobilità geografica e professionale dei lavoratori, facilitare il loro adattamento ai cambiamenti, incoraggiare un livello elevato di istruzione e di formazione, promuovere l'uguaglianza di genere, pari opportunità e la non discriminazione, migliorare l'inclusione sociale e la lotta contro la povertà; • favorire le persone, compresi i gruppi svantaggiati quali i disoccupati di lunga durata, le persone con disabilità, i migranti, le minoranze etniche, le comunità emarginate e le persone socialmente escluse; • sostenere le imprese, i sistemi e le strutture al fine di agevolare il loro adattamento alle nuove sfide e promuovere la buona governance nonché l'attuazione delle riforme, in particolare nel settore dell'occupazione, dell'istruzione e delle politiche sociali.

  25. Priorità d’investimento FSE Fondo sociale europeo - FSE

  26. Obiettivi e priorità d’investimento FSE Fondo sociale europeo - FSE

  27. Ambito del sostegno FESR Fondo europeo per lo sviluppo regionale - FESR • Investimenti produttivi che contribuiscono alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro sostenibili, tramite aiuti diretti a investimenti in piccole e medie imprese (PMI); • investimenti in infrastrutture che forniscono servizi di base ai cittadini nei settori dell'energia, dell'ambiente, dei trasporti e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC); • investimenti in infrastrutture sociali, sanitarie ed educative; • lo sviluppo del potenziale endogeno promuovendo lo sviluppo regionale e locale, la ricerca e l'innovazione. Queste misure comprendono: • investimenti fissi in attrezzature e infrastrutture di ridotte dimensioni; • sostegno e servizi a imprese, in particolare a PMI; • sostegno a organismi pubblici di ricerca e innovazione e a investimenti in tecnologie e nella ricerca applicata nelle imprese; • la creazione di reti, la cooperazioni e lo scambio di esperienze tra regioni, città e attori ambientali, economici e sociali interessati; • assistenza tecnica.

  28. Integrazione FESR e FSE Fondo europeo per lo sviluppo regionale - FESR • Il FESR concorre con il FSE al raggiungimento degli Obiettivi dell’occupazione e dell’inclusione sociale occupandosi delle seguenti priorità:

  29. Ruolo del FEASR e del FEAMP Gli altri fondi del QSC • Le priorità del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) riguarderanno la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nei settori agricolo, alimentare e forestale e in generale nelle zone rurali. Esse comprendono: • Il trasferimento delle conoscenze e l'innovazione, • la competitività dell'agricoltura, • la gestione delle risorse naturali, • la lotta contro i cambiamenti climatici, • lo sviluppo inclusivo delle regioni rurali. • Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), in linea con la riforma della Politica comune della pesca, avrà come priorità: • la redditività e la competitività della pesca e dell'acquacoltura, garantendone al tempo stesso la sostenibilità ambientale; • creazione di posti di lavoro nelle comunità che dipendono dalla pesca, in particolare mediante la diversificazione delle attività in altri settori marittimi nonché attraverso misure nel settore della politica marittima integrata.

  30. 5. Il nuovo approccio alla Politica di coesione

  31. Sintesi della riforma della PC Gli elementi della riforma • Programmazione efficace e concretezza dei risultati • Concentrazione tematica sulle priorità per la crescita • Condizionalità ex-ante • Governance e partenariato • Semplificazione

  32. Scopo della concentrazione tematica Concentrazione tematica Dal Regolamento generale: • “Al fine di conseguire gli obiettivi generali e specifici della strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, i Fondi del QSC dovrebbero concentrare il sostegno su un numero limitato di obiettivi tematici”. • “E’ opportuno che l’ambito preciso di ciascun dei Fondi del QSC sia descritto nelle regole specifiche [nei Regolamenti specifici] di ciascun fondo ed è possibile circoscriverlo ad alcuni soltanto degli obiettivi tematici definiti nel presente regolamento”. Regole specifiche per la concentrazione tematica delle risorse sono previste sia per il FESR che per il FSE.

  33. Concentrazione tematica nel FSE Concentrazione tematica Disposizioni specifiche per la concentrazione tematica del FSE: • Almeno il 20% delle risorse totali del FSE sono attribuite in Ciascuno SM all‘Obiettivo Tematico n. 9 “Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà“; • Per quanto riguarda le regioni meno sviluppate, compresa la Basilicata, lo SM concentra il 60% della dotazione FSE destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità d'investimento*. Inoltre, le azioni del FSE devono essere coerenti e incentrate sulla risoluzione dei problemi individuati nei programmi nazionali di riforma (PNR) e nelle raccomandazioni allo SM formulate dal Consiglio (ex art.148 del Trattato). * Le percentuali salgono rispettivamente all’80% e al 70% nei casi delle regioni più sviluppate e delle regioni in transizione.

  34. Soluzioni volte a migliorare l’efficacia Orientamento ai risultati • Previsione ex ante di efficacia: gli Stati membri devono prevedere ex ante i risultati attesi, gli indicatori per monitorarli, i target e le azioni per raggiungerli. • Contratto con la Commissione: le suddette previsioni saranno vincolanti e, per ciascun Obiettivo Tematico, saranno indicate nell’Accordo di partenariato. • Monitoraggio dei progressi verso gli obiettivi concordati: avverrà durante l’attuazione e di concerto con la Commissione attraverso la fissazione di tappe fondamentali intermedie e di obiettivi finali che costituiranno il quadro di riferimento dei risultati. La verifica dei risultati avverrà mediante il rapporto sullo stato dei lavori presentato dallo SM. Continua 

  35. Soluzioni volte a migliorare l’efficacia Orientamento ai risultati • Disposizioni di monitoraggio specifiche per il FSE: alcuni indicatori comuni consentiranno un monitoraggio più accurato e agevoleranno la valutazione dell’impatto dell’investimento del FSE a livello europeo. • Condizionalità ex post: accantonamento del 5% di ogni Fondo del QSC a livello nazionale e assegnazione di una premialità alla verifica del conseguimento dei target previsti. • Incentivo per i beneficiari: le opzioni di costo standard (vedi oltre sulla semplificazione), quali tabelle standard di costi unitari e importi forfettari, consentiranno agli SM di introdurre una gestione orientata ai risultati, perché spingeranno i beneficiari a spostare l’attenzione dalle attività agli output dei progetti.

  36. Quadro di riferimento dei risultati Orientamento ai risultati Il quadro di riferimento dei risultati riporta le tappe fondamentali definite per ciascuna priorità per gli anni 2016, 2018 e 2022, secondo il formato standard riportato sotto. Formato standard per il quadro di riferimento dei risultati Fonte: Regolamento generale dei Fondi, allegato II Le tappe fondamentali comprendono indicatori finanziari, di realizzazione e, solo per il 2018 e se del caso, indicatori di risultato, e devono essere: • pertinenti  recanti informazioni essenziali sui progressi di una priorità, • trasparenti  con obiettivi verificabili e fonti di dati chiare e pubbliche, • verificabili  senza imporre un onere amministrativo eccessivo, • coerenti tra i vari programmi che costituiscono l’Accordo di partenariato.

  37. Rapporto sullo stato dei lavori Orientamento ai risultati Il Rapporto è presentato dalla SM nel 2017 e nel 2019, concerne l’esecuzione dell’Accordo di partenariato rispettivamente al 31/12/2016 e al 3/12/2018, e contiene informazioni e valutazioni in merito a: • Cambiamenti nelle esigenze di sviluppo dall’adozione dell’Accordo di partenariato; • Progressi nella realizzazione della strategia Europa 2020 e in particolare rispetto alle tappe fondamentali stabilite per ciascun programma nel quadro di riferimento dei risultati, collegato ai risultati attesi dell’Accordo di partenariato; • Effettiva attuazione, secondo il calendario stabilito, delle eventuali azioni per soddisfare le condizioni ex ante non presenti all’avvio del programma; • Attuazione dei meccanismi di coordinamento tra Fondi del QSC; • Azioni intraprese per rafforzare la capacità delle autorità e dei beneficiari; • Azioni intraprese per ridurre gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari; • Ruolo dei partner nell’esecuzione dell’Accordo di partenariato.

  38. Condizionalità ex ante generali Condizionalità L’erogazione dei Fondi del QCS è condizionata al rispetto di requisiti ex ante di natura sia normativa che sostanziale; se non soddisfatti, tali requisiti comportano sanzioni come la sospensione dei pagamenti da parte della Commissione. Le condizionalità ex ante sono stabilite a livello europeo per ciascun Fondo del QSC, ma vengono poi declinate da Commissione e Stato membro nell’Accordo di partenariato. Lecondizionalità ex ante di natura generale sono: • Macroeconomiche, ovvero, per assicurare maggiore coerenza tra spesa nazionale e spesa europea, la politica di coesione deve inquadrarsi in un contesto di finanza pubblica solido; • Strategiche, ovvero l’attuazione dei programmi deve essere coerente con gli impegni assunti dallo Stato membro in relazione agli obiettivi di Europa 2020.

  39. Condizionalità ex ante specifiche Condizionalità Le condizionalità ex ante specifiche sono individuate per ciascuno degli 11 obiettivi tematici nell’allegato al Regolamento generale dei Fondi del QSC. Gli Stati membri verificano l’applicabilità delle condizionalità ex ante e, se necessario, ne assicurano il soddisfacimento al massimo entro il 31 dicembre 2016. I criteri di verifica delle condizionalità ex ante sono ancora oggetto di dibattito a livello europeo e permangano le seguenti questioni aperte: • Rilevare la predisposizione degli strumenti richiesti dall’Accordo di partenariato o verificare che siano effettivamente operativi; • Applicare un principio di proporzionalità che renda la cogenza/entità della condizionalità proporzionale alla risorse stanziate.

  40. Condizionalità dell’OT 8 - Occupazione Condizionalità

  41. Misure di semplificazione comuni* Semplificazione La semplificazione intende ridurre gli oneri amministrativi a carico sia delle autorità responsabili che dei beneficiari: • Armonizzazione delle norme tra i diversi Fondi del QSC, al fine di evitare la sussistenza di più normative contemporaneamente; • Pianificazione comune di interventi finanziati da fondi diversi per facilitare l’approccio integrato alla realizzazione delle politiche; • Aumento della proporzionalità dei costi amministrativi, prevede la riduzione delle attività di audit, rivelatesi molto onerose nel 2007-13, focalizzandole sui progetti a rischio di irregolarità e in genere sui finanziamenti superiori ai 100mila euro; • Semplificazione delle attività di reporting, p.e. il rapporto annuale di esecuzione potrà essere focalizzato solo sulle informazioni essenziali; • Calcolo semplificato dei costi, al fine di ridurre gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari, è prevista l’introduzione di costi standard e/o forfettari che dovrebbero ridurre gli oneri a carico dei beneficiari e i tempi di attuazione. * Proposte presentate dalla Commissione, cfr. CE, Semplificare la politica di coesione 2014-20, febbraio 2012.

  42. Semplificazione specifica per il FSE Semplificazione Per il FSE sono previste ulteriori possibilità per l’utilizzo del calcolo semplificato dei costi: • Per esempio, il totale dei costi ammissibili potrà essere calcolato aggiungendo il 40% dei costi diretti del personale. Questa procedura consentirà una estesa applicazione dei costi forfettari alle spese FSE e le autorità nazionali non dovranno giustificare l’utilizzo di questa percentuale in quanto fissata dal Regolamento; • Saranno introdotte alcune procedure semplificate per i finanziamenti di piccoli importi, che consentiranno sia un calcolo semplificato dei costi, sia un controllo semplificato da parte delle autorità.

  43. Nuovi strumenti di governance Governance I ministeri e le autorità responsabili dell’attuazione dei Fondi del QSC devono lavorare in stretta collaborazione per la preparazione, l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione dell'Accordo di partenariato e dei programmi: • Assicurando un solido quadro politico attraverso lo sviluppo di documenti strategici vincolanti; • Garantendo una chiara ripartizione delle responsabilità delle istituzioni coinvolte nell’attuazione; • Assicurando che le autorità di gestione sviluppino abilità/competenze interne rispetto all'attuazione delle politiche in cui intervengono i programmi operativi; Continua 

  44. Nuovi strumenti di governance Governance • Attivando un forte centro di coordinamento per migliorare l'applicazione della strategia di sviluppo. In merito a ciò, l’Italia prevede di realizzare tre innovazioni nelle relazioni tra il centro e la periferia che implementa la programmazione*: • Consolidare la natura non contrattabile delle “regole del gioco” che saranno approvato con l’Accordo di partenariato; • Prevedere il lancio da parte nazionale di azioni di co-progettazione strategica territoriale in aree selezionate sulla base di quanto già sperimentato con il Piano di Azione per la Coesione; • Creazione dell’Agenzia per lo sviluppo e la coesione; • Possibile estensione del ruolo del centro nella gestione dei piani operativi. * Fonte: Documento “Metodi e obiettivi” del Ministro della coesione economica. Vedi oltre per la trattazione del Documento.

  45. Innovazione sociale nel FSE Innovazione sociale nel FSE Oltre agli elementi già descritti e comuni ai Fondi, il FSE presenta ulteriori novità: • Secondo l’art.9 del Regolamento specifico, il FSE “incoraggia l’innovazione sociale in tutti i settori che rientrano nel suo ambito d’applicazione […] al fine di sperimentare e sviluppare soluzioni innovative che rispondono ai bisogni di carattere sociale”; • I programmi operativi “identificano i temi relativi all’innovazione sociale che corrispondono alle loro esigenze specifiche”; • In deroga al Regolamento generale, i programmi operativi del FSE possono “definire assi prioritari per l’attuazione dell’innovazione sociale e della cooperazione transnazionale”.

  46. 6. Il partenariato economico e sociale

  47. Partenariato economico e sociale Codice Europeo di condotta sul partenariato* Il codice europeo di condotta definisce gli obiettivi e i criteri di per sostenere l’attuazione del partenariato e agevolare lo scambio delle esperienze a livello europeo. • Lo Stato membro organizza, sia per il Contratto di partenariato che per ciascun programma, un partenariato composto da: • Autorità regionali, locali, cittadine e altre autorità pubbliche competenti, • Parti economiche e sociali (PES), • Organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali, le ONG e gli organismi di promozione delle pari opportunità. • Lo SM associa i partner alle attività di preparazione dei Contratti di partenariato e delle relazioni sullo stato di attuazione, nonché alle attività di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi operativi. * Fonte: Regolamento Delegato della Commissione del 7.1.2014 recante un codice europeo di condotta sul partenariato nell’ambito dei fondi strutturali e di investimento europei

  48. Partenariato economico e sociale Il ruolo delle PES nel FSE • Il nuovo pacchetto legislativo per il periodo 2014-20 promuove: • un maggiore coinvolgimento delle parti sociali, degli stakeholders e dei rappresentanti della società civile, perché ancora troppo limitato a procedure formali; • un ulteriore sviluppo e maggiore utilizzo delle reti partenariali esistenti, valutandone anche la performance. • Un adeguato volume delle risorse FSE è destinato dalle autorità di gestione alle attività di sviluppo delle capacità (p.e. formazione e collegamento in rete), al rafforzamento del dialogo sociale e ad attività intraprese congiuntamente dalle PES. • Un nuovo ruolo è riconosciuto alle ONG, alle quali deve essere destinato un adeguato volume di risorse per incoraggiarne la partecipazione alle azioni nei settori dell’inclusione e delle pari opportunità.

  49. 7. Stato dell’arte della programmazione in Italia

  50. Le tappe della programmazione in Italia Il Documento “Metodi e obiettivi” del Ministro della coesione sociale avvia il confronto pubblico in Italia sull’Accordo di partenariato e i programmi operativi (dicembre 2012) Quadro Strategico Comune Tavoli nazionali con il partenariato istituzionale e audizioni con il partenariato socio-economico (febbraio-marzo 2013) Avvio del dialogo informale (gennaio 2013) Dialogo informale CE-Italia Confronto con CE su bozza di alcune sezioni dell’AP (aprile 2013) Osservazioni CE Accordo di partenariato Approvazione del Regolamento generale dei Fondi del QSC e avvio il negoziato formale Italia-CE L’Italia trasmette ufficialmente l’Accordo di partenariato alla CE Negoziato formale CE-Italia Osservazioni CE Programmi operativi Fonte: elaborazione di Ismeri Europa dello schema presentato in DPS, Una PA per la crescita, n. 2/2013.

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