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Esame di Licenza Media - Colloquio orale -

Esame di Licenza Media - Colloquio orale -. Il razzismo. Dalle origini alle forme più recenti. Relazione interdisciplinare a cura di Marco Campagna, I.C. Don Milani, Latina. Classe 3°A. A.S. 2011/2012. . - 1 -. Mappa Concettuale. - 2 -. Indice.

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Esame di Licenza Media - Colloquio orale -

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Presentation Transcript


  1. Esame di Licenza Media - Colloquio orale - Il razzismo. Dalle origini alle forme più recenti. Relazione interdisciplinare a cura di Marco Campagna, I.C. Don Milani, Latina. Classe 3°A. A.S. 2011/2012. - 1 -

  2. Mappa Concettuale - 2 -

  3. Indice Scienze: L’evoluzione della vita 5 Storia: La storia del razzismo nel mondo 15 Inglese: A nightmare called apartheid 24 Italiano: Il razzismo e l’uomo di oggi 26 Spagnolo: Las diversidades de lenguas en España y en America Latina 31 Geografia: Stati Uniti d’America 35 Ed. tecnica: Il carbone: una risorsa naturale 42 Ed. Fisica: La pallacanestro: l’eccellenza dei neri 47 Arte ed immagine: L’incontro fra culture nell’arte: Paul Gauguin 52 - 3 -

  4. “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.” (M.L. King) - 4 -

  5. L’evoluzione della vita • Spiegare l’evoluzione biologica • A cosa è dovuta la biodiversità sul pianeta Terra, di cui possiamo osservare un esempio nell’immagine a fondo pagina? Per molto tempo la risposta a questa domanda si è basata su fondamenti di tipo religioso: una qualche divinità doveva aver creato gli esseri viventi, già con le forme e le caratteristiche che vediamo intorno a noi. • Ma negli ultimi secoli le ipotesi si sono incentrate sullo studio dei fossili, che sembrano testimoniare la passata esistenza di organismi anche molto diversi da quelli attuali. Molti di essi sono però estinti. • Fino al XVIII secolo, molti ritenevano che l’età della Terra fosse di poche migliaia di anni, un periodo insufficiente per lo svolgersi del grande processo di graduale formazione dell’enorme numero di specie presenti sulla Terra. La geologia, la scienza che studia la Terra ed i processi che la plasmano e la cambiano, ha dato delle importanti risposte a queste credenze: la vita come la conosciamo oggi è il risultato di una lunga evoluzione, cioè una serie di cambiamenti che le specie viventi hanno subito nel corso del tempo. Le barriere coralline sono un osservatorio ideale per apprezzare la biodiversità. - 5 -

  6. Le teorie evoluzionistiche: Lamarck • Jean-Baptiste de Lamarck, fu uno dei primi a sottolineare che gli organismi sono adattati all’ambiente in cui vivono. Egli espose per la prima volta i principi fondamentali dell’evoluzione, che si possono riassumere in due concetti: “l’uso e il disuso delle parti” e “l’ereditarietà dei caratteri acquisiti”. • Il naturalista riteneva che alcune parti del corpo di un organismo, se non venivano utilizzate frequentemente, finivano con l’atrofizzarsi (“disuso”), mentre quelle più spesso usate si sviluppavano in modo particolare (“uso”). Tali modificazioni costituivano “caratteri acquisiti”che potevano venire trasmessi ai figli (“ereditarietà”) e, in tal modo, determinare una modificazione delle caratteristiche della specie. In base a questa teoria, ad esempio, il collo delle giraffe, inizialmente corto, avrebbe potuto essersi sviluppato progressivamente in modo da raggiungere le foglie degli alberi più alti. G.B. de Lamarck - 6 -

  7. La teoria di Lamarck è smentita dai fatti • La teoria di Lamarck, però non sta in piedi poiché i fatti la smentiscono. Un esempio concreto potrebbe essere quello delle donne dell’etnia Padaung. Alle bambine di queste popolazione vengono applicati, per simbolo di bellezza, anelli sul collo per allungarlo. Ciò avviene da generazioni, ma le bambine continuano a nascere con il collo del tutto normale. Da quest’esempio si può trarre un’importante conclusione: negli esseri umani il carattere “collo lungo” non è ereditario. Perché per le giraffe dovrebbe essere diversa la cosa? Una donna dell’etnia asiatica Padaung. - 7 -

  8. Da Lamarck a Darwin: la selezione naturale • Charles Darwin, fu autore della teoria evoluzionistica che ancora oggi, anche se con molte opposizioni, resiste alla prova dei fatti. Darwin, naturalista inglese, riportò nel suo famoso libro intitolato “L’origine delle specie” la sua teoria dell’evoluzione per selezione naturale, la quale continua ancora oggi ad esercitare un'enorme influenza sulle scienze naturali e, più in generale, sullo sviluppo del pensiero moderno. Charles Darwin (1809 – 1882) - 8 -

  9. Il viaggio del Beagle: la tappa nelle Galapagos • Il 27 dicembre 1831, Darwin, salpò da Plymouth, Regno Unito, a bordo del Beagle, una nave della Marina militare inglese che doveva fare il giro del mondo. • Una delle più importanti tappe del suo viaggio fu nelle isole Galapagos, dove sbarcò il 15 settembre 1835, isole che si trovano nell’oceano Pacifico all’altezza dell’Equatore, a ovest dell’odierno Ecuador. Questo paradiso naturale, ancora oggi incontaminato, fu ritenuto un luogo ideale per osservare le caratteristiche delle specie che vivono isolate dal resto del mondo. Darwin si dedicò in particolare allo studio dei fringuelli, il cui becco sembrava essersi adattato all’ambiente per raccogliere e sminuzzare i particolari tipi di cibo, diversi di isola in isola. Qui accanto: I fringuelli delle Galapagos Qui sotto: Il viaggio del Beagle - 9 -

  10. La variabilità intraspecifica • La variabilità intraspecifica, può essere definita come la caratteristica di tutte le specie viventi dovuta alle numerosissime possibilità di combinazioni genetiche, per cui ogni individuo presenta caratteri suoi propri che lo differenziano dagli altri della stessa specie. • La lotta per l’esistenza e la selezione naturale • Darwin formulò le sue idee, per le quali risultarono determinanti anche le letture dell’opera dell’ economista Thomas R. Malthus. Quest’ultimo sostenne che l’enorme crescita delle popolazioni umane, avrebbe prima o poi dato vita ad una competizione per procurarsi il cibo, le terre da coltivare, o l’acqua. • Darwin, ispirato all’idea di Malthus introdusse il concetto di lotta per l’esistenza: • gli organismi competono continuamente per le risorse naturali; • se non sono in grado di procurarsi risorse per la sopravvivenza, muoiono senza lasciare discendenti (sopravvivenza dei più adatti). Un classico esempio di lotta per la sopravvivenza - 10 -

  11. Le specie possono estinguersi La scomparsa definitiva di una specie, può essere dovuta a una o più cause concomitanti, quali: incapacità di adattarsi alle modificazioni ambientali, epidemie, drastiche modificazioni climatiche, fattori antropici come la caccia, la distruzione dell’ambiente naturale, l’introduzione in un habitat di specie che entrano in competizione con quelle autoctone. Una popolazione molto numerosa ha molte probabilità che almeno un piccolo numero di individui si adatti al nuovo ambiente. Ma se i cambiamenti sono rapidi e improvvisi, non permettono alla variabilità intraspecifica di produrre nuovi adattamenti. La popolazione di partenza, così, risulterebbe inadatta a sopravvivere nel nuovo habitat, estinguendosi. Le balene, così come i panda, sono specie a rischio estinzione. - 11 -

  12. L’evoluzione e la genetica Al tempo di Darwin, in realtà, l’esistenza dei geni e i relativi meccanismi di mutazione non erano ancora conosciuti; inoltre, non era chiaro come i caratteri si trasmettessero da una generazione all’altra. Perciò, anche per molti sostenitori della teoria darwiniana, alcuni aspetti dell’evoluzione restavano oscuri. La riscoperta, nei primi decenni del Novecento, delle ricerche sull’ereditarietà del monaco austriaco Gregor Mendel, certificò la validità delle idee darwiniane; il progressivo approfondirsi della conoscenza della biologia molecolare permise, soprattutto nel corso del XX secolo, di approfondirle. Benché la teoria darwinista abbia incontrato notevoli resistenze, oggi costituisce una delle più importanti basi su cui fondare teorie di tipo scientifico.Le ricerche di Mendel, riscoperte all’inizio del Novecento, dimostrarono che l’ereditarietà è dovuta alla trasmissione di generazione in generazione di particelle dette geni. La selezione naturale agisce, pertanto, sull’effetto provocato dalla presenza, assenza o variazione di un gene in un nuovo individuo. Mendel, per gli studi che l’hanno reso famoso, utilizzò la pianta di pisello, con caratteri che si possono manifestare in due diverse varianti. Per prima cosa produsse piante di ceppo puro, poi si occupò del loro incrocio: da questi esperimenti Mendel ne ha ricavato 3 leggi, che sono ancora oggi alla base dell’ereditarietà dei caratteri. Gregor Mendel - 12 -

  13. Prima legge Mendel si occupò dell’incrocio di piante di ceppo puro dal fiore bianco e dal fiore rosso: ne derivarono, nel 100% dei casi, piante dal fiore rosso. Quindi, per un qualche motivo, le due varianti non si erano fuse a formarne una nuova. Mendel, quindi, chiamò la variante “fiore rosso”, dominante, mentre quella “fiore bianco”, la chiamò recessiva, ossia nascosta. Mendel intuì quindi che ciascuna pianta figlia eredita tutte e due le varianti dai genitori, ma una sola (quella dominante) si manifesta. • Seconda legge • Mendel poi incrociò le piante-figlie ottenute dal primo incrocio: scoprì che in media una volta su quattro, ossia nel 25% dei casi, le piante della seconda generazione avevano i fiori bianchi: la variante recessiva si era manifestata. - 13 -

  14. Terza legge Mendel continuò a fare i suoi esperimenti, ma questa volta decise di procedere in modo diverso. Egli provò ad incrociare più caratteri e così prese in considerazione le caratteristiche dei semi della pianta di pisello che possono essere di colore giallo con superficie liscia o verde con superficie rugosa. Scoprì che nella prima generazione i figli erano tutti gialli con superficie liscia, mentre nella seconda generazione si avevano 16 combinazioni (9 giallo-lisci, 3 giallo-rugosi, 3 verde-lisci, 1 verde-rugosi) con caratteristiche mescolate. Da questo esperimento ha origine la terza legge: i diversi caratteri ereditari sono trasmessi alla discendenza in modo indipendente gli uni dagli altri. • Conclusioni • La genetica, attraverso la variabilità intraspecifica legata al genoma umano, esclude l'esisten-za di razze diverse in senso discriminatorio e negativo. Giustifica, al contrario, la pre-senza di etnie diverse dovute solo a condizionamenti ambientali che hanno agito per differenziare tra loro le etnie che oggi conosciamo. La genetica nega quindi il fondamento scientifico a qualsiasi ideologia razzista. - 14 -

  15. La storia del razzismo nel mondo • Le origini del razzismo Nella storia dell’umanità traspare in maniera costante un atteggiamento di tipo razzista. Già nell’antica Grecia e poi nell’antica Roma, la pratica della schiavitù è all’origine delle discriminazioni. Il fatto stesso che questi popoli considerassero “barbari” coloro che non parlavano la loro lingua e non avevano costumi, religioni, istituzioni simili alle loro testimonia la presenza di uno spirito discriminatorio. Comunque, il razzismo per come noi oggi lo intendiamo si sviluppò a partire dal XVII secolo, in seguito alle scoperte geografiche e all’espansione coloniale. In questo periodo si affermò la convinzione che il progresso – intellettuale, scientifico, economico, politico – fosse un’esclusiva prerogativa dei bianchi; era una differenza biologica che impediva agli altri popoli di raggiungere gli stessi risultati. La teoria evolutiva secondo cui le varie razze, partendo da un unico ceppo, si sarebbero diversificate a causa delle diverse condizioni ambientali, nel XVIII secolo fu sostituita dalla teoria “poligenetica” che fa risalire le popolazioni del mondo a progenitori diversi. L’affermarsi di questa convinzione portò a ritenere naturali e inalterabili le differenze tra individui e popoli e a stabilire un principio di gerarchia secondo il quale la razza bianca era una razza superiore, predominante sulle altre. In questo modo veniva giustificato il dominio sugli altri popoli da parte dei bianchi e l’attribuzione a questi di una missione di civilizzazione. - 15 -

  16. Quella che originariamente era una teoria razziale, nel XIX secolo divenne vero e proprio razzismo, soprattutto con l’opera di Joseph Arthur Gobineau, “Saggio sull’ineguaglianza delle razze” (1853-1855). Gobineau affermò che la razza è alla base della civiltà e che quindi la degenerazione della razza comporta un decadimento della civiltà. Egli sostenne che per arrestare il decadimento della razza “ariana”, iniziato agli inizi dell’era cristiana, non si potesse che perseguire un disegno di discriminazione delle razze “inferiori”. La pubblicazione del libro di Charles Darwin L’origine delle specie (1859) ispirò in seguito una nuova forma di razzismo, il cosiddetto “razzismo scientifico”, basato sull’idea che il pregiudizio razziale svolgesse addirittura una funzione evolutiva. (Joseph Arthur Gobineau, 1816 – 1882) • La storia del razzismo - 16 -

  17. Durante tutto il XIX secolo il razzismo si diffuse ampiamente in Europa, alimentato anche dall’insorgere del nazionalismo. Contemporaneamente negli Stati Uniti, il razzismo fu alla base del sistema schiavistico. Dopo la prima guerra mondiale e la conseguente crisi economica e sociale, le teorie basate sulla discriminazione razziale presero corpo in un disegno politico; la Germania nazista, a partire proprio dalla diffusione del mito della superiorità della “razza ariana”, riuscì a far presa su grandi masse e a raccoglierle attorno al progetto che aspirava a imporre la supremazia germanica nel mondo. Il mito della razza e l’odio nazista nei confronti degli ebrei, che furono considerati “sottouomini”, legittimò e rese possibile il genocidio di sei milioni di ebrei e di altri cinque milioni di persone considerate inferiori o devianti (accanto agli ebrei furono sterminati zingari, comunisti, omosessuali, disabili). Sulla scia della Germania nazista anche l’Italia fu segnata dal razzismo: nel 1938 furono emanate le “leggi per la difesa della razza”, che determinarono la discriminazione degli ebrei e ne favorirono successivamente la deportazione nei campi di sterminio. • Il razzismo nel XX secolo e le sue forme Due esempi di razzismo nel XX secolo: i campi di concentramento - 17 -

  18. Verso il razzismo contemporaneo: l’apartheid L’apartheid (“separazione”, nella lingua afrikaans) fu una politica di segregazione e divisione razziale che regolava le relazioni tra la minoranza bianca e la maggioranza non bianca della popolazione, adottata nella Repubblica Sudafricana dal 1948 al 1993. Nel novembre del 1993, con un accordo e le successive elezioni politiche, in cui vennero chiamati al voto gli appartenenti a tutte le razze, si pose definitivamente fine all’apartheid. L’apartheid, adottato nel 1948 dopo la vittoria elettorale del Partito nazionalista del Sudafrica, si basava su alcune leggi che classificavano i cittadini in tre principali gruppi razziali: • Bianco; • Bantu (neri africani); • Coloured (persone con discendenza mista). Successivamente venne istituita una quarta categoria per gli asiatici (indiani e pakistani). Le leggi prescrivevano, inoltre, i luoghi in cui ciascun gruppo poteva vivere, che tipo di lavori poteva esercitare e a quale tipo di sistema scolastico poteva accedere. Le leggi proibivano quasi tutte le relazioni interrazziali, istituivano luoghi pubblici separati (panchine, spiagge, ecc.) ed escludevano i non bianchi da ogni forma di rappresentanza politica. Gli oppositori dell'apartheid furono vittime di persecuzioni e maltrattamenti, tanto da ridurre il Sudafrica in un vero e proprio governo di polizia. - 18 -

  19. A questa politica di segregazione razziale si opposero i neri dell’ African National Congress (ANC), organizzazione fondata nel 1912. Dopo le proteste contro l'apartheid, che sfociarono nel massacro di Sharpeville nel marzo del 1960, il governo mise al bando tutte le organizzazioni politiche nere, compreso l'ANC. Tuttavia azioni di questo tipo, dimostrazioni, boicottaggi, da parte degli oppositori dell’apartheid (soprattutto negli anni ‘60 e ‘70), costrinsero il governo a allentare le restrizioni, ad esempio quelle che riguardavano il contatto quotidiano tra membri delle diverse componenti etniche (petty apartheid). Dalla metà degli anni Settanta fino alla metà degli anni Ottanta il governo attuò una serie di riforme che regolavano le attività politiche: venne infatti concesso alle rappresentanze sindacali nere di organizzarsi e di svolgere una limitata attività politica. La Costituzione del 1984 estese la rappresentanza parlamentare agli asiatici e ai coloured, ma non ancora ai neri, nonostante fossero la maggioranza. Le rivolte si fecero sentire ancora e, di conseguenza, le leggi che regolavano l’apartheid si modificarono. Nel 1990 il nuovo presidente Frederik Willem de Klerk revocò ufficialmente la messa al bando trentennale dell'ANC e liberò il suo leader, Nelson Mandela. Nel 1993 si arrivò finalmente alla firma di un accordo sulle modalità della transizione del Sudafrica alla democrazia. Nelle prime libere elezioni del 1994 Mandela divenne il primo presidente nero nella storia del Sudafrica, nonostante avesse trascorso lunghi anni in carcere. - 19 -

  20. Martin Luther King nasce ad Atlanta il 15 gennaio 1929. Figlio di Michael King e Alberta Williams, il suo nome si ispira alla figura di Martin Lutero, teologo tedesco. Può essere definito uno dei più importanti leader per la lotta a favore dei diritti civili e contro la segregazione razziale in America. Divenuto pastore battista su consiglio del padre, decise di dedicarsi agli studi religiosi nella scuola di Chester, Pennsylvania. Ottenuta la laurea in teologia, iniziò a frequentare una delle chiese battiste a Montgomery, in Alabama, divenendo così pastore in una delle città nel profondo Sud dell’America, dove la situazione razziale era tra le più dure, soprattutto nelle scuole statali. • Nel 1955 King guidò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery: avviò quindi la protesta contro l’arresto di Rosa Parks, una donna di colore che si era rifiutata di lasciare il posto ad un passeggero bianco su richiesta dell’autista. La protesta, non violenta, basata sul boicottaggio, durò 381 giorni. Parks venne condannata a pagare una multa pari a 10 dollari, a cui si aggiunsero le spese per il processo. Il boicottaggio, che prevedeva il divieto di utilizzo degli autobus da parte dei neri, si rivelò efficace: l’episodio venne dichiarato illegittimo dalla Corte Suprema e costituì la base del movimento di protesta non violenta. Il boicottaggio si concluse ufficialmente il 21 dicembre 1956. • Divenuto presidente di alcune tra le più importanti associazioni per la tutela dei diritti umani, il 20 settembre 1958, in un negozio di Harlem, King venne pugnalato al petto con un tagliacarte, dalla sua domestica. Riportò una ferita profonda, fu immediatamente portato all’Harlem Hospital, dove venne operato. • Grandi personaggi: Martin Luther King - 20 -

  21. Recatosi in India nel 1959, poté comprendere più da vicino gli ideali di Ghandi, che decise di utilizzare come principale strumento di protesta sociale. L'anno seguente rinunciò al suo incarico a Montgomery per diventare pastore della chiesa battista di Ebenezer, Atlanta, ciò che gli permise di guardare e di dedicarsi più da vicino alla direzione del nascente movimento per i diritti civili. Il 19 ottobre 1960, King prese parte ad una rivolta studentesca, ma venne arrestato assieme ad altri 51 studenti. Per sua fortuna, venne liberato il giorno dopo il trasferimento in carcere. Nel novembre 1961 formò un movimento di lotta anti-segregazionista, con lo scopo di diffondere le tecniche di non violenza. Il 16 dicembre 1961, venne nuovamente condannato, nel corso di un arresto di massa dei manifestanti. Solo il 10 luglio venne letta la sentenza: 178 dollari o 45 giorni di lavoro forzati. Venne incarcerato. Uscì di prigione pochi giorni dopo, non sapendo che la multa era stata pagata. Ma la prigione lo aspettava ancora una volta. Nel periodo 1960 – 1964, iniziò in Alabama una campagna per la promozione dei diritti civili. Il 3 aprile 1963, 250 volontari manifestarono occupando ristoranti e negozi. Scoppiarono le proteste e gli arresti, e King propose la disobbedienza civile: disubbidire alle leggi che si ritenevano ingiuste. Nel 1963 Luther King si trovò alla guida di un'intensa campagna per i diritti civili a Birmingham, in Alabama, e altre città sparse per tutto il Sud: aveva come obiettivi l'iscrizione dei neri nelle liste elettorali, l'abolizione della segregazione razziale, il miglioramento della qualità dell'istruzione e degli alloggi. Ma Martin venne ancora una volta arrestato. Il 28 agosto 1963 guidò la storica marcia su Washington e pronunciò il famoso discorso che iniziava con le parole 'I have a dream' (Ho un sogno). - 21 -

  22. In quello stesso periodo la leadership nera subì un profonda trasformazione: l’unico bisogno era quello di un cambiamento radicale, “con ogni mezzo possibile”, come definito da alcuni. Emersero quindi nuovi movimenti e gruppi più efficaci, come i Black Muslims di Malcolm X, il Black Power e le Black Panthers, portatori di differenti ideologie e metodi di lotta contro il razzismo. Tuttavia il prestigio di King che garantiva la non violenza come unico metodo ufficiale di resistenza, continuò a crescere. Nel 1965, dopo aver ricevuto il premio Nobel per la pace, venne organizzata una marcia da Selma fino a Montogomery il cui primo tentativo fallì a causa degli attacchi ricevuti dai manifestanti da parte di bande di bianchi e dalla polizia. I terribili scontri che ne seguirono il 7 marzo 1965, fecero sì che quella data venisse ricordata come “Bloody Sunday”. Nel gennaio 1966, si trasferì nei paesi più poveri di Chicago, per vivere come i disagiati cittadini. Durante la primavera dello stesso anno, venne condotta una serie di grandi marce per la lotta contro la discriminazione nella città di Chicago, dove King venne colpito da un lancio di sassi. Nel 1967 King guidò la Poor People’s Campaign, con lo scopo di radunare oltre un migliaio di poveri, per farli marciare su Washington, chiedendo aiuti economici. Il 3 aprile 1968 venne gravemente ferito con un colpo di fucile alla testa. Venne subito trasportato in ospedale, dove i medici non poterono fare altro che constatare un grave danno cerebrale. Alle 19:05 del 4 aprile 1968 venne annunciata la sua morte. - 22 -

  23. I have a dream I say to you today, even though we face the difficulties of today and tomorrow, I still have a dream It is a dream that is deeply rooted in the American dream. I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal." [...] Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: "Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali" - 23 -

  24. A nightmare called Apartheid The word Apartheid derives from Afrikaans language and it stands for “apartness” or “separation”. Apartheid was a political system based on racial separation between whites and blacks. A white minority crushed the rights of a black majority. It came true in South Africa from 1948 to 1993, by the National Party. Not only blacks, but also coloureds and Asians suffered separation. The government, created special areas and territories reserved to black Africans. The mixed marriages were prohibited. Education was denied to prevent the possibility to aspire any position in white society. The greater opponent of the Apartheid was Nelson Mandela, one of the founders of the African National Congress (ANC). It was born in Transkei area of South Africa and carried out a campaign of protest and resistance against the Apartheid regime. It was arrested and imprisoned in 1962. After 28 years, he was released and assumed the leadership of the ANC. He led negotiations with the government, supported by the president De Klerk. In 1993, the both shared the Nobel Peace Prize, for their efforts in establishing democracy and social harmony in South Africa. In May 1994, for the first time, all South Africans were able to vote. Nelson Mandela won those elections and became the first black President of South Africa, a position which he held until he retired in 1999. Nelson Mandela - 24 -

  25. Today in the South Africa the Apartheid is abolished, but its effects will last for a lot of years. In South Africa seems to be two nations: one rich and white, the other poor and black. Blacks still will have to face lots of problems: about 9 million people live in shacks and they don’t have clean water in their homes; 1 million people are homeless; diseases are increasing and there are more than 4 million HIV – positive people. The crime, delinquency and the lack of education, denied during the Apartheid regime, led suburban people to terrible living conditions. However today there are positive aspects: thanks to Mandela’s policy black people have gained self – confidence and exploit new opportunities. We hope that the gap between the high standard of living of industrialized areas and the poverty of the black townships will be filled soon. It’s absurd that inside a nation there are areas with a different progress and standard of living. It’s easy to say, but also in Italy there were deep cultural and growth differences between North and South. Only in this years they start to disappear. About the Apartheid I think it is a human wickedness that sometimes remember the barbarity of Nazism. - 25 -

  26. Il razzismo e l’uomo di oggi Gli uomini sono fortunatamente diversi l’uno dall’altro, per aspetto fisico, lingua, religiosità, carattere. Ma questa diversità è un bene, perché permette a ogni uomo di confrontarsi con i suoi simili. Nessuno, però, può essere autorizzato a sentirsi superiore nei confronti del prossimo, come purtroppo accade spesso nella società di oggi, dove i conflitti razziali sono ancora una triste realtà. Il nostro compito fondamentale è quello di rispondere concretamente al razzismo, un atto di disprezzo così illogico, da essere considerato come “l’espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini”. Il razzismo non si manifesta solo con comportamenti brutali, violenti, riconoscibili: a volte sono le frasi e le gesta di ogni giorno che fanno sentire una persona derisa e, allo stesso tempo, disprezzata. In una società come la nostra, sempre più multietnica, è necessario stroncare sul nascere ogni forma di razzismo, evidente o non evidente, soprattutto quando colpisce ragazzi e bambini che non sono ancora in grado di difendersi. ‖—‖ “E’ inutile continuare a parlare di razze umane, perché così come si intendono di solito, sono destinate a sparire nell’arco di qualche millennio”. Questa tesi, portata avanti da un gruppo di studiosi di genetica dell’Università College di Londra, testimonia la falsità del razzismo, eppure, oggi come non mai, il razzismo è tornato a destare timore ed allarme. Per quale motivo? - 26 -

  27. Immigrazioni frequenti Sono molti gli immigrati che oggi si trovano fuori dal proprio paese di origine, per cause di conflitti interni e/o cause economiche. In Europa, specie negli ultimi anni, l’intolleranza verso l’immigrato ha raggiunto livelli veramente molto alti: a volte si esprime con violenza o con un’ostilità diffusa, quotidiana. • Gli effetti dell’ambiente Per razzismo si intende una tendenza a considerare la razza come fattore determinante dello sviluppo civile di una società e quindi a evitare mescolanze con altri popoli, considerati di razza inferiore, mediante la discriminazione o la persecuzione. Il razzismo è un atteggiamento più o meno comune a tutte le culture, causato, per alcuni, dalle tensioni provocate da immigrazioni massicce. Altro fattore importante sono i conflitti etnici, che nascono da rivalità e odio le cui radici affondano nella storia e ognuno è un caso a sé. • Bisogno di ordine La forma più comune del razzismo, consiste nel disprezzare colui che ha tradizioni e abitudini diverse dalle nostre. Ma ci siamo mai chiesti il perché di queste discriminazioni? “Oggi il razzismo si esprime in modo confuso”, spiegano alcuni. “Molti, per esempio, sostengono che gli extracomunitari ‘se ne devono andare’, senza fare distinzione fra i vari tipi di etnie e i vari tipi di immigrazione”. - 27 -

  28. La paura del diverso Gli immigrati scatenano in tutti noi quella che è considerata una paura istintiva, ma anche una reazione contraddittoria, specie se lo straniero ha caratteristiche fisiche diverse dalle nostre. In particolare quando il “diverso” è a contatto con noi, facciamo ancor più fatica ad accettare che quella persona è uguale a noi. Secondo alcune indagini, le persone che fanno più fatica ad accettare lo straniero sono gli anziani e le persone con un basso grado di istruzione. Nel complesso, le donne sono più tolleranti degli uomini, anche se, quelle che sposano immigrati (specialmente oggi), li considerano più facili da “maneggiare” rispetto ad un marito connazionale. ‖—‖ Quindi l’auspicio è che, entro breve tempo, non si parli più di razzismo. Tutte le etnie si mescoleranno e se ne verrà a creare una sola, senza più differenze somatiche evidenti. Ma perché non smettere di parlare di razzismo già da domani? Purtroppo il razzismo non è curabile come lo è una malattia. Esso è il risultato di cattiva volontà di chi rifiuta il proprio simile e non vuole riconoscersi in lui. Spesso sono i bambini i più aperti e i più disponibili di fronte alle diversità: sanno essere spontanei, e spontaneamente non fanno dell’amicizia una questione di razza e discriminazione. - 28 -

  29. Riassumiamo ora il concetto di razzismo: Come già detto, per razzismo si intende una tendenza a considerare la razza come fattore determinante dello sviluppo civile di una società e quindi a evitare mescolanze con altri popoli, considerati di razza inferiore, mediante la discriminazione o la persecuzione. E’ un atteggiamento più o meno comune a tutte le culture, causato, per alcuni, dalle tensioni provocate da immigrazioni massicce. Ma se è comune, il razzismo si può considerare normale? Comune non vuol dire normale, ossia, non può essere considerato normale solo perché è diffuso. Forse tra tutte le cose che ci sono al mondo, a livello umanitario, è la più diffusa e grave. Ma anche la più stupida. Perché bisogna credere che per la differenza di colore della pelle, della lingua, delle tradizioni, si debba essere superiori rispetto all’altro? Razzisti si è e ci si diventa… Ognuno può essere o diventare razzista: dipende dall’educazione che si riceve. Si deve però accettare l’idea che ognuno di noi potrebbe esserlo, ma bisogna impedirsi di esserlo. Potremmo essere anche noi capaci di provare dei sentimenti ostili verso colui che non ci ha fatto nulla, se non l’essere semplicemente diverso da noi e che, in quanto tale, minaccia la nostra tranquillità. Le diversità possono essere manifestate attraverso l’aspetto fisico, o attraverso le differenze di comportamento. In definitiva un razzista è quindi un minacciato, colui che si sente minacciato perché ha paura di chi non gli assomiglia: nemmeno questo può essere considerato qualcosa di giusto o di ragionevole… - 29 -

  30. Cosa si può fare? Bisogna imparare, educarsi, riflettere: il razzismo può essere superato con l’intelligenza e la ragione. Bisogna soprattutto imparare a vivere e a convivere con gli altri, imparare a conoscersi, imparare a parlarsi, a ridere insieme. Ma anche condividere le proprie paure, le proprie emozioni, i propri sentimenti, i propri problemi: solo così potremmo far regredire il razzismo. Importante è anche il rispetto reciproco, cioè avere riguardo e considerazione l’uno dell’altro. Bisogna saper ascoltare. Bibliografia: Papà, che cos’è il razzismo? - T.J. Belloun Che razza di bugie – O.N Winderling - 30 -

  31. La “Limpieza de sangre” También la España ha tenido momentos historicos caraterizados da politicas racistas, que pongon las raíces en el pasado. Francisco Franco fué un político y generál español que instauró una dictadura entre los años 1939 y 1975. El fue uno de los más importantes protagonistas de la Guerra Civìl Española, un periodo de luchas que duró hasta 1939, cuando Franco ganó la guerra con el apoyo de Hitler y Mussolini. Este periodo fue uno de los mas dolorosos de la historia de España: muchas personas fueron asesinadas y encarceradas por defender la republíca y muchas otras se fueron del país por miedo a ser asesinadas. Durante la dictadura los ciudadanos perdieron todos sus derechos y España se convirtió en el país mas pobre de Europa. La “Limpieza de sangre”fue una politica racista en conciernos de los judíos y musulmanos, puesta en práctica dal govierno español desde la Edad Media. La politica se reforzó durante el reino de Aragon y Castilla, cuando Ferdinando quería eliminar estas religiones por medio de una inquisición. El Govierno, con un decreto alejó los ebreos y musulmanos dal país, que se refugiaron en Turquía y en el Norte de Africa. Los ebreos no pudieron volver en España hasta el 1858, año de la cancelación del edicto. Francisco Franco y su dictadura Francisco Franco - 31 -

  32. La colonización de America La colonización de America empezó en 1492, cuando Cristoforo Colombo desembarcó en la isla de San Salvador. En 1513 Vasco N. De Balboa cruzó el canal de Panamà y guió la primera spedicción en el Oceano Pacifico. En 1519 empezó la conquista del impero Azteco e Inca bajo la guia de Hernán Cortés y Francisco Pizarro. Estas colonizaciónes han favorido el escambio culturál y el de lenguas y por eso casi todos las colonias adquiriron la lengua española, que hoy es una de las mas habladas en America y en el mundo. La colonizacion española: los estados marcados en rojo son colonias españolas. - 32 -

  33. Las diversidades de lenguas en España… La Constitución de 1978 establece que el Castellano (conocido como español), es la lengua oficial de España y es utilizada en todo el país, con algunas diferencias que varian de comunidad en comunidad. La Constitución española reconoce cuatros lenguas principales, que son oficiales en las comunidades autonomas: • El español; • El catalán; • El gallego; • El vascuence o euskera. El español o castellanoes una lengua de origen latino, que nació en el reino de Castilla y se extendió por todo el país desde 1492. Es la lengua oficial de España y es también la que estudiamos en el cole. El catalán, lengua tìpico de la comunidad de Cataluña, es muy extensa. En algunas comunidades de España, esta lengua toma nombres diferentes, como por ejemplo en la comunidad valenciana, donde se habla el valenciano, o en las Islas Baleares, donde el catalán es conocido como mallorquín. Esta lengua es utilizada también en Andorra y en algunas ciudades de Italia, como Alghero, donde vive una pequeña comunidad de catalones. - 33 -

  34. ...y en America Latina El gallegoes una lengua de origen latino mas proxíma al Portugués que al español. Es la lengua tipico de la comunidad de Galicia y es también hablada en el norte de Portugál. El euskeraes una lengua de origen preistorica, que se ha mantenido de forma orál, a tráves de las leyendas, los cuentos y las canciones populares. Por muchos años fué hablada en ámbito locál y familiar. Hoy es la lengua oficial del País Basco, en el norte de España. El español no es solamente el idioma oficial de España. Es una lengua internaciónal, hablada también en muchos países de America como Argentina, Uruguay, Chile, Venezuela, el Salvador, Costa Rica, Puerto Rico, Cuba, Mejico, Estados Unidos, Guinea Ecuatorial (Africa) y Filipinas (Asia) y por eso es la tercera lengua mas hablada en todo el mundo, después de el inglés y el chino. Las dos lenguas no son exactamente iguales: entre ellos hay algunas diferencias de lexico y pronunciación, que no impiden la comprensión entre los hablantes. Por ejemplo, el termino español “coche”, en America Latina se dice “carro”. Otra diferencia se encuentra en la pronunciación de las letras “S” “C” “Z” “Y” “LL” que en America Latina se pronuncian en la misma manera. Por ultimo, desde un punto de vista gramaticál, los hispanoamericanos prefieren utilizar el pretérito indefinido en lugar del pretérito perfecto, asi como usan la forma “ustedes” en contextos informales donde los españoles usan el “vosotros”. - 34 -

  35. Pero, en los diferentes países de America Latina, no existe una ùnica lengua oficial, puesto que el idioma actual es el resultado de la fusión del castellano utilizado da los primeros conquistadores y diferentes lenguas indigenas. En general, podemos decír que muchas caracterìsticas del castellano hablado en America pertenecen también a regiones españolas como Andalucia, Canarias y Galicia, porquè los primeros colonizadores procedián de estas zonas. - 35 -

  36. - 36 -

  37. Stati Uniti d’America Nella storia degli Stati Uniti il razzismo è un fenomeno complesso che affonda le sue radici nel periodo seguente l’era coloniale ed espansionistica della nazione. Lo possiamo trovare articolato in espressioni che vanno dallo sterminio e segregazione delle popolazioni indigene pellerossa, passando per il triste periodo della tratta degli schiavi africani (ma anche di razza bianca) fino ad arrivare ai giorni nostri con episodi di ingiustizie che, purtroppo, ancora oggi salgono agli onori della cronaca. L’ideologia del razzismo su base scientifica ha causato in questa nazione delle azioni efferate di soppressione di etnie paragonabili, ma per molti anche superiori, all’operazione di pulizia etnica messa in atto da Hitler. Basti pensare al genocidio degli indiani d’America che ha portato alla eliminazione di milioni di pellerossa. - 37 -

  38. La morfologia, il clima, la flora e la fauna. La notevole estensione dello stato rende possibile la grande diversità di climi negli USA. Si passa dai paesaggi freddi dell’Alaska (paesaggi costituiti in prevalenza da tundra), al clima arido e steppico delle pianure centrali (presenza di taiga e boschi di conifere), fino ad arrivare al clima tropicale della Florida e delle Hawaii nel Pacifico. La grande varietà di climi permette la sopravvivenza di specie diverse come scoiattoli, orsi, volpi, cervi, fenicotteri, alligatori, tartarughe e lupi. Il paese, delimitato dalla catena delle Montagne Rocciose a occidente e dei Monti Appalachi a oriente, lascia grande spazio alle pianure ed alle aree desertiche che si sviluppano prevalentemente nell’area centrale. La costa atlantica, ricca di insenature e baie, ha reso possibile la costruzione di grandi porti navali. Una buona parte del confine con il Canada è costituita da un vero e proprio sistema lacustre, la regione dei Grandi Laghi, di cui fanno parte il Lago Superiore, Michigan, Huron, Erie ed Ontario. L’acqua di questi laghi si immette nel San Lorenzo che attraversa il confine tra Canada e Stati Uniti, prima di sfociare nel golfo a cui da il nome. Le grandi pianure centrali sono attraversate dal fiume più importante del paese, il Mississippi, che riceve le acque dal fiume Missouri, sfociando poi nel Golfo del Messico. Altri fiumi importanti sono lo Yellowstone, altro affluente del Mississippi e il fiume Colorado, che oltrepassa il confine del Messico per poi sfociare nel Golfo di California. - 38 -

  39. La popolazione La popolazione, che conta quasi 300 milioni di unità, è ancora oggi caratterizzata da un miscuglio di etnie. Per questo la popolazione statunitense è definita come “melting pot”, un vero e proprio miscuglio di popolazioni di origine latina, slava, messicana, asiatica, africana e, più in particolare, europea. La componente più significativa è quella anglosassone; gli afroamericani, che costituiscono solo il 12% sono i discendenti dei popoli deportati durante i secoli dello schiavismo. La lingua ufficiale è l’inglese, ma viene parlato anche lo spagnolo. Le religioni, data la varietà della popolazione, sono diverse fra loro: la prevalenza è rappresentata dai protestanti, con una minoranza di cattolici, ebrei e musulmani. Negli Usa la distribuzione del reddito è squilibrata: il valore medio per ogni abitante è alto, ma vi sono famiglie e gruppi etnici che sono al di sotto della soglia di povertà. I salari e i trattamenti pensionistici sono bassi. Nonostante le occasioni di impiego siano numerose e il tasso di disoccupazione sia basso, i lavori sono piuttosto precari a causa dei facili licenziamenti. • Le città Washington D.C., fu fondata nel 1790, proprio per svolgere la funzione di capitale federale. Circondata dall’agglomerato di District of Columbia, che conta circa 7 milioni di abitanti, si trova al vertice della cosiddetta “megalopoli atlantica”, costituita dalle città di Baltimora, Philadelphia, New York e Boston. - 39 -

  40. New York, anche questa città di antica fondazione, è ancora oggi organizzata in quartieri omogenei, in cui si insediarono piccoli gruppi di italiani, cinesi, ecc… Si diede vita così a Little Italy e China Town. Ancora oggi la parte più povera ed arretrata della città è concentrata ad Harlem, quartiere nero dove regna la povertà. Le altre città, come Dallas, Houston, Chicago e Los Angeles, sono sedi di importanti industrie ed istituti a livello mondiale. • L’economia Anche se la bilancia commerciale e la spesa federale non li aiutano, gli Stati Uniti, costituiscono la più forte potenza economica mondiale. Le grandi multinazionali statunitensi, di grande rilievo, investono in tutto il mondo e riescono ad imporre stili di consumi estranei ai paesi che le ospitano. L’economia statunitense può contare sulla disponibilità di risorse provenienti dal sottosuolo, come carbone, oro, argento, ferro, acciaio, rame, piombo e gas naturale. La produzione di energia elettrica deriva da centrali termiche e nucleari. • Settore primario L’ampia dimensione delle aziende agricole, la poca occupazione e l’elevato livello di meccanizzazione, unita alle produzioni di mais, soia, foraggi, frumento, barbabietola da zucchero, tabacco, uva e cotone, pongono gli Stati Uniti ai primi posti per produzione ed esportazione. Le eccedenze di pesce, vengono invece destinate al mercato interno. - 40 -

  41. Per quanto riguarda l’allevamento, una voce importante è costituita dai bovini e dai suini, la cui carne viene esportata in tutto il mondo. Un’altra risorsa importante proviene dai boschi: il rovere è l’albero più diffuso, il cui legno è utilizzato prevalentemente come materiale per la falegnameria. Il legno ricavato da alberi di pino, viene spesso utilizzato per la produzione di carta. • Settore secondario Ancora oggi l’industria costituisce un settore trainante dell’economia statunitense. Ogni ramo del settore secondario è sviluppato ed attivo. Dall’alta tecnologia e dalle costruzioni spaziali ed aerospaziali, si passa al settore dell’elettronica, dell’informatica e delle telecomunicazioni, della farmaceutica e delle biotecnologie. Sviluppati sono anche i settori automobilistici e alimentari. • Settore terziario Il settore terziario è incentrato sulla produzione di beni immateriali come i sistemi operativi, i software, la ricerca e lo sviluppo, le biotecnologie e la logistica. Anche la grande distribuzione e la pubblicità hanno grande importanza per il settore terziario di questo paese. I principali rapporti commerciali, basati sull’importazione di materie prime e non, sono stabiliti con il Giappone, Canada, Cina, Messico, Taiwan, Germania, Regno Unito e Corea del Sud. - 41 -

  42. A causa dell’ampia estensione del paese i trasporti e le vie di comunicazione sono sviluppati su grandi distanze e si snodano su ferrovie, autostrade e vie aeree. Gli Stati Uniti possiedono una marina mercantile relativamente ridotta. Tipici paesaggi degli Stati Uniti - 42 -

  43. Il carbone: una risorsa naturale • I combustibili fossili I combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale) sono il prodotto della decomposizione di sostanze organiche animali o vegetali di individui vissuti sulla terra milioni di anni fa. Utilizzati da sempre prevalentemente per la produzione di energia elettrica e movimento, sono destinati ad esaurirsi in un futuro relativamente vicino; inoltre sono considerati i maggiori responsabili dell’emissione di gas che provocano l’aumento dell’effetto serra e le piogge acide. • Il carbone come fonte di energia • Il carbone, un composto di carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e zolfo, ha origine dal lento sprofondamento di materiale vegetale e dalla successiva decomposizione dei tessuti ricchi di cellulosa, per effetto di batteri anaerobi. La compattazione che questi tessuti hanno subito ha progressivamente eliminato idrogeno ed ossigeno, assumendo le caratteristiche del carbone. • Il carbone, nel sottosuolo, è disposto a strati. Dallo strato più profondo troviamo: • Antracite: è il più richiesto, ma anche il più costoso, per le sue proprietà; • Litantrace: E’ il più diffuso in natura, ed il più utilizzato per la produzione di energia elettrica. Da questo si ricava un particolare carbone artificiale, il carbon coke, impiegato negli altiforni; Antracite - 43 -

  44. Lignite: non è un buon combustibile, quindi poco diffuso e poco conveniente. Viene di solito utilizzata per alimentare centrali elettriche o per produrre gas, ammoniaca, petrolio sintetico; • Torba: Non è un carbone vero e proprio; viene esclusivamente impiegata in agricoltura per arricchire il suolo. • Estrazione e trasporto • Il carbone nel sottosuolo si trova a strati dello spessore di 3-4 metri alternati a strati di roccia, ad estensione orizzontale o inclinata, a seconda dei movimenti subiti nel tempo dalla crosta terrestre. Le miniere da cui si estrae possono essere di due tipi: • A cielo aperto: se il carbone si trova in giacimenti abbastanza vicini alla superficie; • Sotterranee: formate da pozzi verticali e gallerie. • Il carbone estratto dalle miniere, dopo aver subito un primo trattamento di frantumazione e depurazione, viene trasportato caricandolo su vagoni di treni o su navi. A volte si utilizzano apposite condotte, detti carbonodotti, nei quali il carbone viene pompato dopo aver subito i processi qui sopra indicati. Il carbone così raggiunge le fabbriche in cui sarà utilizzato. Litantrace A sinistra: lignite A destra: torba - 44 -

  45. Cenni storici • Il carbone ha trovato impiego fin dalla prima rivoluzione industriale, utilizzato per produrre il vapore necessario ad azionare i motori delle fabbriche, delle navi e dei treni. • Da quando nel secolo scorso è stato sostituito dalla nafta, il carbone è stato usato per il riscaldamento di edifici, come combustibile naturale nelle centrali termoelettriche e come materia prima per la produzione di cosmetici, medicinali, materie plastiche, benzina, naftalina ecc… • L’impiego oggi • Attualmente il carbone è largamente sfruttato negli altiforni per la produzione di ghisa. - 45 -

  46. Un altoforno • I materiali per produrre la ghisa devono essere immessi dall’alto nella bocca del forno. Per questo scopo si utilizzano appositi carri, che trasportano i materiali alla sommità dell’altoforno. • Nella bocca i materiali sono introdotti a strati alterni: uno strato di minerali, uno di coke e così via. I materiali passano dalla bocca alla tramoggia, una specie di imbuto che la collega al tino e quindi al tino. In esso giunge dal basso un gas, l’ossido di carbonio, sviluppato dalla combustione del coke: tale gas, passando attraverso i minerali, reagisce con gli ossidi di ferro in essi contenuti sviluppando reazioni chimiche che fanno separare il ferro attraverso la produzione di anidride carbonica che poi esce dal camino. • Per ottenere l’ossido di carbonio, bisogna immettere aria calda dal basso (circa 1000°C), che fa bruciare il coke. • Sul fondo del tino si trova il crogiuolo: qui si raccoglie il ferro allo stato fuso che, mescolato ad una piccola percentuale di carbonio, da origine alla ghisa liquida. • Dal fondo del crogiuolo, due condotti portano all’esterno la ghisa liquida e le scorie (materiale vetroso per realizzare fibre per isolanti termici). La ghisa è utilizzata per produrre acciaio o viene inviata alle fonderie dove viene impiegata per la costruzione di tubi. • Nel rivestimento interno dell’altoforno, composto da materiali refrattari, circola acqua per evitare che si raggiungano temperature troppo elevate. L’altoforno è posto su un basamento rialzato entro cui si trova il crogiuolo. - 46 -

  47. Il suo funzionamento • Gli altiforni operano a ciclo continuo, per un periodo di tempo che va da un minimo di tre anni a un massimo di sette/otto: se la combustione si arrestasse, la massa parzialmente fusa si solidificherebbe e il forno dovrebbe essere demolito anzitempo. Le materie prime sono frazionate in piccole cariche introdotte a intervalli di 10-15 minuti. Le scorie vengono estratte ogni due ore circa, mentre la ghisa viene colata cinque volte al giorno. Il prelievo della ghisa si effettua rimuovendo il tappo di argilla che chiude il foro di colata e consentendo al metallo di defluire attraverso un canale di colata, rivestito di argilla, dentro un ampio contenitore di acciaio, ricoperto completamente al suo interno con materiali refrattari; il contenitore può essere una siviera o un vagoncino, in grado di contenere oltre 100 tonnellate di metallo. Eventuali scorie rimaste in superficie vengono eliminate prima di depositarsi nel contenitore, che trasporterà la ghisa liquida alla sua destinazione finale. Un altoforno - 47 -

  48. La pallacanestro Se pur non esente da atteggiamenti razzistici il mondo dello sport testimonia l’assoluta uguaglianza tra le diverse razze evidenziando in alcune discipline non solo l’assenza di inferiorità, ma addirittura la supremazia di atleti appartenenti a razze ritenute inferiori. Sicuramente uno sport in cui per lunghi anni gli atleti neri hanno avuto molto da insegnare al resto del mondo sportivo, è il basket. Gli Stati Uniti, culla di questo sport, hanno consegnato alla storia del basket campioni divenuti addirittura leggendari e rigorosamente di pelle nera. Nomi come quello di Michael Jordan e Magic Johnson sono dei punti di riferimento per qualsiasi giocatore di basket, qualunque sia il colore della sua pelle. - 48 -

  49. A sinistra: la palla A destra: l’inventore del gioco J. Naismith • Origini • Questo sport è nato e si è sviluppato a Springfield (Massachusetts) nel 1891, grazie all'idea di James Naismith, medico ed insegnante di educazione fisica canadese. Dalla fine del XIX secolo, il basket si è diffuso in tutto il mondo, grazie all'attività di propaganda della Federazione Internazionale Pallacanestro, fondata nel 1932. È uno sport olimpico dalla XI Olimpiade, che si tenne a Berlino nel 1936. • Il campo, le regole di base e la palla • Il campo di gioco è diviso in due metà da una linea al cui centro è tracciato un cerchio. Ogni metà campo presenta un semicerchio, all’esterno del quale i tiri a canestro valgono tre punti, l’area dei tiri liberi, quelli che vengono effettuati a gioco fermo in seguito a un fallo, e la zona dei tre secondi. • L’obiettivo del gioco è segnare punti: questi si realizzano lanciando il pallone all’interno di un canestro, formato da un anello di ferro e da una rete in corda senza fondo; il canestro, collocato a 3,05 m da terra, è sostenuto da un tabellone fissato al terreno da sostegni. Il campo - 49 -

  50. La pallacanestro è giocata da due squadre di 5 giocatori. Al playmaker è affidata l’impostazione degli schemi di gioco, che nella pallacanestro sono numerosi e molto elaborati: fondamentali sono infatti i movimenti individuali e collettivi senza palla che servono a smarcarsi, cioè a liberarsi dal controllo dell’avversario per il tempo sufficiente a tirare a canestro o ad acquisire un piccolo vantaggio di spazio. • Una partita si svolge in quattro frazioni di 10 minuti ciascuna (ogniqualvolta si ferma l’azione il tempo viene fermato); alla fine di ogni frazione c’è una pausa di 2 minuti, 15 nell’intervallo (tra la seconda e la terza frazione). In caso di parità, al termine dell’incontro, sono previsti tempi supplementari di 5 minuti ciascuno. Durante la partita, inoltre, sono previste diverse pause di 1 minuto o 24 secondi (time-out o minuto di sospensione) nelle quali l’allenatore può comunicare alla squadra nuove disposizioni di gioco. Vince la squadra che nel corso della partita realizza più punti. • I canestri hanno un valore differente a seconda di come e da dove vengono realizzati: valgono un punto se segnati con un tiro libero; due punti se eseguiti durante un’azione di gioco; tre punti se realizzati tirando al di là della linea dei tre punti. La squadra in possesso di palla ha a disposizione 24 secondi per impostare e concludere l’azione d’attacco, pena la perdita del possesso della palla. • La palla deve ovviamente essere sferica, di cuoio o pelle ruvida, o di materiale sintetico, in modo da facilitare la presa dei giocatori anche con le mani sudate e deve essere anche della giusta durezza. Il regolamento stabilisceche il pallone può avere una circonferenza che varia tra i 72,4 cm (competizioni femminili) ed i 78 cm (competizioni maschili) ed un peso tra i 510 ed i 753 grammi. - 50 -

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