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Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi. Il pensiero filosofico nello Zibaldone. La teoria del piacere. - L'uomo prova dei desideri (mangiare, bere, amare...)

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Presentation Transcript


  1. Giacomo Leopardi Il pensiero filosofico nello Zibaldone

  2. La teoria del piacere - L'uomo prova dei desideri (mangiare, bere, amare...) - I desideri sono infiniti (l'uomo vorrebbe che non finissero mai. Ad esempio dopo una corsa l'uomo prova una sete che reputa infinita... pensa che potrebbe bere tutta l'acqua della Terra) - Ma l'uomo è finito nel corpo e nella mente e anche i piaceri sono finiti (nel numero, nell’estensione, nella durata) - Per cui il piacere che egli prova è finito (quando l'uomo ha bevuto si sente sazio e non ha più voglia di bere) - I PIACERI quindi sono FINITI (in numero, estensione e durata) mentre il DESIDERIO è INFINITO - Nessun piacere (che terminerà), quindi, potrà esaudire il desiderio (che invece è assoluto e non si esaurisce). Per cui l'uomo non potrà mai essere soddisfatto e quindi totalmente felice.

  3. L'attesa di un piacere e la cessazione di un dolore - Per Leopardi sono gli unici momenti di felicità - L'attesa di un piacere è desiderio assoluto e provoca felicità. Esempio: i giorni prima di Natale sono i più belli perché aspettiamo il piacere dei regali e della festa. Ma quando arriva Natale, la gioia dura poco... il tempo di aprire i regali e poi tutto torna come era prima. - La cessazione momentanea di un dolore. Altro momento di fugace felicità è quando l'uomo esce da un momento di dolore. Esempio: quando io sto male spero solo di guarire, di stare meglio. Quando questo accade io per un momento assaporo la felicità. Poi tutto torna normale e non mi rendo più conto di stare bene.

  4. La Noia • E' un altro concetto essenziale nella filosofia leopardiana. • E' un momento né di piacere né di dolore. • Essa avviene quando l'uomo scopre che il piacere che prova non potrà mai esaudire il suo desiderio. • Non è ancora inettitudine, spleen, ma è il frutto di una polarità modernissima e irrisolta: quella tra conoscenza ed errore, coscienza e illusione.

  5. Poco propriamente si dice che la noia è mal comune . Comune è l'essere disoccupato, o sfaccendato, per dir meglio; non annoiato. La noia non è se non di quelli in cui lo spirito è qualche cosa. Più può lo spirito in alcuno, più la noia è frequente, penosa e terribile. la massima parte degli uomini trova bastante occupazione in che che sia, e bastante diletto in qualunque occupazione insulsa; e quando è del tutto disoccupata, non prova perciò gran pena" 
( LXVII Zibaldone ) 

" La  noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani . (......) Il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena , né, per dir così dalla terra intera, considerare l'ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo ed il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d'insufficienza e di nullità, e patire mancamento e voto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e nobiltà, che si veggia nella natura umana. Perciò la noia è poco nota agli uomini di nessun momento e pochissimo o nulla agli altri animali ( LXVIII Zibaldone ) 

  6. Il vago e l'indefinito - Contro la noia e contro l'impossibilità di esaudire il desiderio, l'uomo ha l'immaginazione. - L'immaginazione ci permette di “creare” un mondo infinito. Ci permette di creare piaceri infiniti. - L'uomo ama le immagini vaghe e indefinite perché gli permettono di lasciare spazio all'immaginazione. - Ecco perché Leopardi ama più la luce della luna che quella del sole, perché il suo chiarore non ci fa vedere bene le cose. - Questo concetto sarà alla base dell'Infinito. - Solo gli uomini antichi e i fanciulli sapevano e sanno ancora avere immaginazione. L'uomo adulto ha distrutto tutto con la ragione (contro l'illuminismo). - Esempio: Colombo quando scopre l'America non aumenta le dimensioni della Terra ma le riduce, prima infatti l'uomo poteva immaginare terre inesistenti, animali straordinari. Ora ha la prova che anche la Terra è finita.

  7. La teoria del suono e la doppia visione • Una voce o un suono lontano, o decrescente o allontanatesi a poco a poco, o echeggiante con un'apparenza di vastità .......... è piacevole per il vago dell'idea ....... Però è piacevole il tuono, un colpo di cannone, e simili, udito in piena campagna, in una grande valle ............. il canto degli agricoltori, degli uccelli, il muggito d' buoi ........ nelle medesime circostanze
( 21 settembre 1827 ) • All'uomo sensibile e immaginoso che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi.  Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d'una campana; e nel tempo stesso.  In questo secondo genere di obbietti sta tutto coll'immaginazione vedrà un'altra torre, un'altra campagna, vedrà un altro suono, il bello e il piacevole delle cose.  Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione.
 (30 Novembre,  1^ Domenica dell'Avvento).

  8. Pessimismo storico • La Natura sapeva che i piaceri erano finiti (e che quindi l’uomo non sarebbe mai stato felice) • Per questo, da Madre Benigna, ha creato le illusioni e l’immaginazione • L’uomo antico grazie all’immaginazione creava mondi pieni di immagini fantastiche (l’epica) e le illusioni (la gloria, l’amore, la patria…) davano un senso al nostro esistere • L’uomo ha distrutto tutto (l’immaginazione e le illusioni) con la ragione e la razionalità (l’arido vero) • l’infelicità dell’uomo è, dunque, un dato storico

  9. Pessimismo Cosmico • La Natura sapeva che i piaceri sono finti e che l’uomo disponeva della razionalità • Per cui non doveva creare l’uomo perché sapeva già che era destinato alla sofferenza • La Natura è matrigna, indifferente alle sorti dell’uomo. Per lei l’uomo è un animale come un altro. Lei pensa solo a salvare se stessa

  10. Titanismo • L’uomo è come la ginestra, il fiore che cresce sopra il Vesuvio. Sa che può essere spazzato via da un momento all’altro • Eppure continua a vivere. L’uomo rivendica il suo diritto di esistere anche in mezzo alle sofferenze • L’uomo è superiore agli altri animali. Gli uomini devono aiutarsi l’un l’altro (la social catena)

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