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Facoltà di Scienze della Formazione

Facoltà di Scienze della Formazione. Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria AA 2013/2014 CORSO DI GEOGRAFIA E DIDATTICA DELLA GEOGRAFIA Docente: Andrea Corsale acorsale@unica.it. TESTI CONSIGLIATI: I testi di riferimento per la preparazione dell’esame sono:

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Presentation Transcript


  1. Facoltà di Scienze della Formazione Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria AA 2013/2014 CORSO DI GEOGRAFIA E DIDATTICA DELLA GEOGRAFIA Docente: Andrea Corsale acorsale@unica.it

  2. TESTI CONSIGLIATI: I testi di riferimento per la preparazione dell’esame sono: - Vallega A. (2004), Geografia umana. Teoria e prassi, Le Monnier, Firenze (limitatamente al Capitolo 1); - Greyner A.L., Dematteis G., Lanza C. (2012), Geografia umana. Un approccio visuale, UTET, Torino; - Persi P. (a cura di) (2003), Spazi della geografia. Geografia degli spazi. Tra teoria e didattica, Edizioni Goliardiche, Urbino. Si raccomanda di accompagnare lo studio del testo all’uso di un atlante geografico e di Google Earth.

  3. La geografia insegna ad adottare uno sguardo d’insieme che non si accontenti di sterili dati, ma scopra relazioni, ponga interrogativi, ricerchi spiegazioni da cui nascano nuove domande e comportamenti responsabili di fronte al mondo che cambia. La geografia non delimita, ma amplia e fa dialogare i saperi, rendendoli sinergicamente propositivi e coinvolgenti. La geografia aiuta a comprendere il mondo e a decodificarne la complessità dei processi ambientali e sociali, a condividerne le risorse e ad agire da protagonisti autentici e responsabili.

  4. L’insegnante di geografia e la scuola: un mezzo per aprirsi all’universo sociale, politico, economico e ambientale, allo “spazio geografico”, che, per la sua complessità, ha bisogno di interpretazioni. Associazione Italiana degli Insegnanti di Geografia (AIIG), fondata nel 1954 con l’obiettivo di creare una sinergia fra scuola e università. Geografia umana e geografia fisica.

  5. Conoscenze geografiche scarse e spesso ridotte a mero nozionismo, proprio in un’epoca in cui la globalizzazione rende sempre più necessario interpretare i mutamenti in atto nel mondo. Certo i potenziali contatti con la geografia si sono moltiplicati (es. internet e media, viaggi, migrazioni), ma manca spesso la competenza geografica che consenta di comprendere, interpretare, utilizzare e gestire le informazioni.

  6. La didattica della geografia mira a coniugare esperienze pedagogiche e conoscenze geografiche e si applica a contesti concreti che riguardano le relazioni tra le società umane e lo spazio naturale. Una delle sue chiavi di volta è l’interdisciplinarietà: la geografia stabilisce relazioni con tutti i saperi al fine di comprendere la complessità degli spazi e dei sistemi.

  7. I requisiti dell’insegnante di geografia: • apertura mentale • spirito di innovazione • semplicità espositiva • capacità di dare senso allo spazio e ai luoghi • saper guidare la scoperta delle interazioni fra società e spazi geografici • stimolare la corretta percezione di sé, degli altri e dell’ambiente fisico e sociale • orientare e potenziare la capacità di soluzione dei problemi attraverso la partecipazione attiva all’organizzazione territoriale.

  8. E’ essenziale che l’insegnamento e l’apprendimento siano fortemente problematici e non solo descrittivi. E’ necessario aggiornare continuamente metodi e contenuti. E’ importante evitare la frammentarietà dell’analisi perché spezza i legami fra gli elementi dello spazio geografico. Il paradigma sistemico è quello più adatto.

  9. Va sempre tenuto presente l’aspetto educativo nella sua accezione più ampia: dall’educazione geografica nascono comportamenti corretti nei confronti dell’ambiente e della società. Si “fabbrica” responsabilità civile. Si stimolano senso civico, partecipazione, cittadinanza attiva.

  10. Cos’è la geografia? Quali sono i “confini” con la storia, le scienze naturali e le scienze sociali? La geografia è la scienza del territorio, con le sue implicazioni sociali, politiche ed economiche e le sue connotazioni ambientali, geomorfologiche, idrografiche e bioclimatiche. La geografia studia ciò che agisce sul territorio e lo trasforma, siano esse forze naturali, sociali o immateriali.

  11. La geografia aiuta l’uomo a pianificare il territorio, rispettandone gli elementi naturali e sociali, e a ricercare un paesaggio ideale. La geografia dialoga con le scienze sociali e con le scienze naturali, interviene laddove la frammentazione del sapere moderno spezza le connessioni che rendono complessa la nostra realtà. Studia le dinamiche che legano geologia, geomorfologia, idrologia, meteorologia, biologia, sociologia, storia ed economia. Permette di comprendere le relazioni fra le società umane e gli ecosistemi, più o meno artificializzati.

  12. La geografia è quindi una scienza olistica. Lega insieme passato, presente e futuro e ci richiama alle responsabilità individuali e collettive richieste dal paradigma dello sviluppo sostenibile. Ci aiuta a comprendere i limiti dello sviluppo e a proporre soluzioni contro gli squilibri ambientali e sociali. Come vedremo, la geografia sostiene al tempo stesso l’integrità degli ecosistemi, l’efficienza economica e la solidarietà intra- e inter-generazionale.

  13. Cerchiamo di capire e comprendere come i gruppi umani vengano a patti con gli elementi fisici, con le risorse del suolo e del sottosuolo, con le acque, con il clima e con la biosfera. Il fine ultimo è quello di formare cittadini sempre più responsabili, attenti e attivi, in grado di interpretare i fenomeni che trasformano il pianeta.

  14. La geografia educa alla solidarietà internazionale, allo sviluppo sostenibile, alla comprensione della diversità e del cambiamento, alla valutazione integrata del territorio, alla percezione locale e globale dei fatti geografici, alla partecipazione, all’ecosostenibilità e alla scoperta dei ruoli individuali e collettivi dell’agire. Ciò che studia è in continuo divenire.

  15. “La geografia diventa piacevole e interessante là dove stimola l’immaginazione, suggerisce analogie e ipotesi, segue nel palinsesto della superficie terrestre l’organizzarsi di nuove forme e, esplorando lo spazio, esplora i rapporti che legano tra loro individui, classi, gruppi, nazioni, culture” (Giuseppe Dematteis, 1984) “La geografia ricerca e interpreta i caratteri dei paesaggi geografici, studia i rapporti tra l’ambiente e le società umane, elabora e propone modelli di spiegazione dell’intervento degli uomini sul territorio” (Programmi didattici, 1985)

  16. In Italia la geografia è tradizionalmente inserita nel raggruppamento disciplinare che comprende anche italiano e storia, oppure insieme alle discipline scientifico-naturalistiche. Ne viene così indebolito il carattere transdisciplinare.

  17. Troppo spesso la geografia è stata piagata dal nozionismo mnemonico. Ciò che il geografo deve spronare è la capacità di comparazione dei dati, il corretto uso delle fonti, l’esame critico delle informazioni, la scoperta dei legami tra i fatti e gli elementi del territorio alle diverse scale, la curiosità verso il sistema-mondo.

  18. Il metodo geografico è pluralistico (multifattoriale, multidimensionale, multistrumentale) e cerca di enucleare la conoscenza attraverso l’indagine di tutti gli aspetti e i processi che animano il territorio.

  19. L’approccio induttivo Il geografo avvia la ricerca iniziando dall’esperienza, dal mondo come gli appare o come egli lo vede, per giungere a regole più generali. Rischio di descrittivismo e di soggettivismo.

  20. L’approccio deduttivo Si parte da un’ipotesi da verificare e da dati quantitativi. Si determinano i trend, si fanno ipotesi, si realizzano piani. Tuttavia non tutto è quantificabile, le previsioni sono rischiose e i fenomeni si presentano differentemente in contesti diversi.

  21. L’osservazione La geografia studia le relazioni e gli effetti visibili che queste producono. L’osservazione visiva è importante, ma le relazioni, le reti, i flussi, spesso sono immateriali.

  22. La localizzazione Si studia l’oggetto in relazione alla sua ubicazione e distribuzione, tenendo conto però della dinamicità dei fenomeni.

  23. La correlazione e la comparazione Si ricercano le interconnessioni e le interazioni tra fatti e fenomeni. Si ricercano similitudini, differenze e rapporti attraverso lo spazio (relazioni orizzontali) ed il tempo (relazioni verticali). Consentono di comprendere il “vicino” ed il “lontano”.

  24. La causalità e la concausalità Si ricercano le forze scatenanti di determinati fatti e fenomeni. Nella natura e nella società i contesti mutano ad opera di più cause (concause, multifattorialità). Gli effetti possono diventare a loro volta cause di nuovi effetti (sistema a cascata o a catena). Tutto è annidato in un’invisibile e complessa rete di rapporti.

  25. L’attivismo Ogni elemento ed evento geografico si trasforma, la sua presenza ed azione nel tempo e nello spazio muta. Se tutto si modifica non ci sono verità assolute e questo dovrebbe stimolare riflessione e spirito critico. Di fronte al divenire, si può intervenire: atteggiamento possibilista, costruttivo, propositivo.

  26. La globalità e la trasversalità L’indagine geografica si muove per contesti sincronici e diacronici. Ricerca la localizzazione, la correlazione, la causalità, ricostruisce relazioni crono-spaziali, ricompone un disegno partendo da una visione analitica per approdare ad una visione unitaria, organica e sintetica (analisi integrante). Carattere transdisciplinare.

  27. Attraverso la continuità educativa si tiene conto dello sviluppo psicologico, dei bisogni e degli interessi dell’allievo e si mira ad un arricchimento progressivo e graduale della personalità, tenendo conto dell’intero cammino formativo del ragazzo. Continuità verticale, attraverso il percorso scolastico, e continuità orizzontale, attraverso le relazioni che legano la scuola alle altre agenzie di formazione e informazione (famiglia, associazioni, enti locali, ecc). La geografia, grazie alla sua capacità di relazionare ambiente e società, assume un ruolo trasversale rispetto agli altri saperi e verticale attraverso i cicli scolastici che l’alunno è chiamato a percorrere.

  28. Si possono valorizzare le esperienze e le abilità dell’alunno ancorandolo saldamente alle problematiche spaziali e storiche del territorio d’appartenenza, estendendo la ricerca al territorio percepito, uno spazio sempre più vasto e articolato. L’ideale sarebbe giungere ad una effettiva continuità anche attraverso segmenti contigui della scuola, in particolare tra primaria e secondaria, attraverso un confronto tra insegnanti e discipline.

  29. Il paesaggio: molte definizioni. E’ il prodotto di più organizzazioni sociali di più territori che nel tempo si sono succeduti, riordinando e animando diversamente la morfologia terrestre, usando i suoli e le acque, modificando la copertura animale e vegetale, costruendo città e intensificando scambi e comunicazioni, al punto di arrivare al cosiddetto “villaggio globale”, un megasistema in cui tutto è profondamente correlato.

  30. Il paesaggio nasce quindi dalle stratificazioni dei territori precedenti, di cui conserva le tracce più significative. Il paesaggio è quindi ciò che è visibile del territorio, nella sua evoluzione storica. Il paesaggio è un insieme irripetibile di sottili e innumerevoli legami geomorfologici, idrologici, atmosferici, biologici, storici, economici, demografici, ideologici ed estetici.

  31. Il paesaggio è il risultato plurisecolare e plurimillenario di un confronto continuo tra uomo e natura, con ciclicità che si incontrano, si intersecano e si scontrano. E’ una realtà complessa, in continua trasformazione. E’ un bene quando l’uomo ne trae giovamento, è un male quando, per diverse cause, ne riceve effetti negativi. Nell’accezione comune, il paesaggio è una valore ed una realtà positiva, in quanto riassume elementi storici ed identitari caratterizzanti.

  32. “La cognizione del mondo deve essere un sistema. Nel sistema il tutto è prima delle parti” (Immanuel Kant) Così il paesaggio può essere visto come manifestazione di forze, organizzate e dinamiche. Che si evolvono nel tempo per l’opera congiunta, ma non sempre concorde, della natura e degli uomini. Il paesaggio nasce quindi dall’equilibrio dinamico e agonistico tra elementi naturali e antropici legati da scambi materiali ed energetici.

  33. Gli elementi o componenti essenziali del paesaggio sono quindi, semplificando: • le morfologie (forme concave, modellate da processi esogeni, e forme convesse di origine endogena o biologica); • la copertura vegetale; • le opere umane (insediamenti, infrastrutture, viabilità, ecc); • elementi in movimento, tempo meteorologico, odori, suoni, ecc.

  34. Per leggere e comprendere un paesaggio dobbiamo studiare i processi che legano i vari elementi tra loro, es.: • le strutture geologiche condizionano il rilievo • il rilievo condiziona il clima • il clima condiziona l’idrografia • l’idrografia condiziona la vegetazione • la vegetazione condiziona l’uomo

  35. E’ un sistema a cascata che mostra le concatenazioni causa-effetto che definiscono l’unità e l’integrità del sistema e, al contempo, lo rendono instabile. Se si crea un equilibrio tra queste forze per un tempo abbastanza lungo, il paesaggio diventa stabile. Una qualsiasi variante, tuttavia, può rapidamente modificare l’intero sistema. Resistenza e resilienza

  36. Un paesaggio può conservare tracce significative di organizzazioni e ordinamenti passati (es. centuriazioni romane, fortificazioni medievali, rivoluzione industriale), e di condizioni bioclimatiche diverse.

  37. Lo spazio fisico E’ il substrato sul quale le società umane si sono insediate e organizzate nel corso del tempo. L’ambiente naturale è un sistema autoregolamentato sul quale l’uomo si è inserito codificando un insieme di leggi sociali che si sono sovrapposte a quelle naturali. Il rapporto fra sistema ecologico e sistema antropico si è mantenuto in relativo equilibrio fino al diffondersi dell’industrializzazione e all’esplosione demografica.

  38. La geografia ha il compito di ricostruire e comprendere l’intreccio di rapporti fra uomo e ambiente. Per i geografi deterministi (Humboldt, Ritter, Ratzel) lo studio dell’ambiente era essenziale per capire come questo influenzasse e determinasse le attività, gli insediamenti, la cultura delle società umane.

  39. Fine del XIX secolo: dal determinismo al possibilismo. Si osserva la realtà in chiave più problematica. Pierre Vidal de la Blache: dal geocentrismo all’antropocentrismo. L’uomo ha la possibilità di scegliere, e saranno le sue scelte a determinarne i modi di abitare e produrre, più che il substrato fisico. Lucien Febvre: non è più l’ambiente che determina le azioni dell’uomo, ma è l’uomo che interferisce con la natura e la plasma secondo le sue capacità ed interessi.

  40. Le comunità plasmano l’ambiente non in base a imposizioni di tipo naturale, ma in relazione alla loro cultura che li porta a scegliere fra le possibilità offerte dalla natura. Si distinguono così un ambiente naturale (risultante dall’interazione fra componenti biotiche e abiotiche) ed un ambiente umanizzato (risultante dal rapporto uomo-ambiente).

  41. Il segno che le attività umane imprimono al substrato fisico dà vita al paesaggio, che fonde quindi la sfera naturale e quella umana. Su substrati naturali simili possono nascere paesaggi diversi. Il paesaggio è un archivio di dati naturali e antropici ed ha quindi valore di documento e testimonianza di tempi passati, simbolo di identità culturale.

  42. Diverso è il concetto di territorio. All’interazione fra agire umano e fenomeni naturali si somma la sfera politica con confini, reti amministrative, infrastrutture e servizi. Il territorio è quindi una porzione di superficie terrestre delimitata da un punto di vista politico-amministrativo.

  43. Il concetto di territorio implica l’esistenza di un sistema governato da un soggetto o da una collettività che ne determina la struttura organizzativa, lo controlla e ne definisce le linee di sviluppo, in un dato periodo di tempo. Il paesaggio è il “contenitore” all’interno del quale si sono succedute diverse organizzazioni territoriali, stratificazioni attraverso cui leggere i sistemi di relazioni uomo-ambiente.

  44. L’ambiente è l’unità di base su cui i gruppi umani organizzano un territorio. Il paesaggio deriva dall’unione e dalla sintesi di questi due elementi.

  45. L’approccio sistemico. La distinzione fra ambiente biotico e abiotico, fra ambiente umano e ambiente naturale, e fra i diversi elementi del sistema, non è realmente possibile. Il mondo è in realtà avviluppato da una fitta rete di relazioni che interferiscono fra loro. La totalità degli ambiti biotici e abiotici si chiama ecosfera. Il sistema ambientale che ne deriva si chiama ecosistema.

  46. L’ecosistema è quindi la sfera ecologica nella sua totalità. Comprende gli elementi e le relazioni. L’ecologia è la scienza che li studia, concentrandosi in particolare sulle relazioni fra organismi viventi e habitat (ambiente in cui vivono). Le sue componenti sono: • la comunità abiotica • la comunità biotica • i flussi di energia e le loro interazioni

  47. Le scale di grandezza possono essere diversissime: da uno stagno ad una foresta pluviale. Gli ecosistemi sono collegati da cicli materiali (es. ciclo dell’acqua, dell’ossigeno, del carbonio, dell’azoto). Interferenze umane.

  48. Antroposfera: comprende esseri umani e spazio costruito, ed indica quindi i cambiamenti prodotti dalle attività umane. Geosistema: somma delle relazioni che si instaurano tra un sistema ecologico e il sistema delle attività umane, attraverso le modificazioni di tipo insediativo, produttivo, economico, sociale, culturale e spirituale.

  49. Le cause del degrado ambientale: - Incremento demografico - Inquinamento - Deforestazione - Erosione del suolo e desertificazione

  50. Lo sviluppo sostenibile: uno sviluppo che soddisfi i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. - Aree protette per preservare ecosistemi ad alta naturalità - Pianificazione territoriale, urbanistica e paesistica - Valutazione d’impatto ambientale e costi-benefici degli interventi sull’ambiente

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