1 / 29

La disfagia: valutazione ed erogazione dell’assistenza

Collegio Provinciale IPASVI di Cuneo 13settembre 2013 18 ottobre 2013 15 novembre 2013. La disfagia: valutazione ed erogazione dell’assistenza.

conlan
Télécharger la présentation

La disfagia: valutazione ed erogazione dell’assistenza

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Collegio Provinciale IPASVI di Cuneo 13settembre 2013 18 ottobre 2013 15 novembre 2013 La disfagia: valutazione ed erogazione dell’assistenza La disfagia: nuove prospettive diagnostiche, clinico assistenziali e riabilitative. Dalla valutazione del problema alla valutazione dell’assistenza. a cura di Giovanna Calandri

  2. Alcuni interrogativi preliminari … • Quale importanza, noi infermieri, attribuiamo alla “disfagia” nei luoghi di cura? • Come e con quali strumenti possiamo identificare le persone a rischio? • Quali segni e sintomi monitorare per prevenire le complicanze? • Quali scelte operative adottiamo per evitare la malnutrizione? • Quale supporto educativo possiamo fornire al soggetto e ai familiari?

  3. La dimensione del problema La disfagia … …. causa di serie e severe conseguenze .…è affrontata in particolare nelle strutture specialistiche …….è da ri-considerare nella quotidianità assistenziale

  4. Come identificare le persone a rischioe prevenire le complicanze? • L’osservazione della persona, l’anamnesi, la conoscenza della clinica, la valutazione del problema di deglutizione e le sue possibili complicanze • Il monitoraggio dei principali segni e sintomi: • lo stato di coscienza, • la qualità della voce e del linguaggio, • la tosse volontaria, • la presenza dei movimenti laringei….

  5. Identificare le persone a rischioprevenire le complicanze • La conoscenza dei segni e sintomi e la identificazione dei rischi sono elementi essenziali (livello di evidenza III e IV) • La presenza di protocolli infermieristici o di strumenti di screening, sono ritenuti fondamentali per la gestione del paziente disfagico ( livello IV)

  6. Modalità e strumenti di valutazione Quando valutare? • Entro 24/48 ore dal ricovero,la persona con ictus, in fase acuta, deve essere sottoposta a screening • Tutte le persone con problemi neurologici in fase acuta o in riabilitazione • Quando sono presenti i fattori di rischio e/o modificazione dei segni e sintomi indici di disfagia Lo screening consente di individuare le persone a rischio da quelle che possono iniziare in tempi brevi un’alimentazione appropriata e sicura (SPREAD 2003)

  7. Quando valutare? Una persona a rischio o con disfagia non deve assumere nulla per bocca, occorre una valutazione da parte di un professionista competente e, se indicato, richiesta la valutazione della logopedista e del foniatra per una valutazione supplementare (livello IV)

  8. Strumenti di valutazione Le scale di valutazione Consentono di quantificare il rischio di disfagia con un punteggio Alcuni esempi di scale: • Dysphagia severity score • Scala di gestione della disfagia • Bedside swallowing assessement • Scala DOSS (dysphagia outcome and severity scale) • Swallowing rating scale • Questionario di autovalutazione della disfagia

  9. Strumenti di valutazione Come valutare? • L’esame clinico della deglutizione (test del bolo d’acqua) • Scala di valutazione : bedside swalloving assessement test (relativamente semplice ma molto accurato) • Tempo previsto per la compilazione 10’

  10. Strumenti di valutazione • Test del bolo d’acqua • Scala di BEDSIDE SWALLAWING ASSESSMENT, l’uso di questa scala ha come obiettivo quello di identificare, nella popolazione ictale, entro 24 ore i disturbi della deglutizione • Raccomandazione (livello IV, SPREAD 2007) • Consiste nella valutazione di alcuni parametri di seguito presentati

  11. BEDSIDE SWALLOWING ASSESSMENT Da Schindler A.et al.,2003. traduzione italiana per gentile concessione di Ediomega, Torino

  12. Fase successiva • Si osserva la persona durante l’ingestione del cucchiaino d’acqua (stadio I) e se la prova è normale si passa allo (stadio II) prova con ilbicchiere (60 ml circa)

  13. BEDSIDE SWALLOWING ASSESSMENT

  14. Bedside Swalloving Assessment Da Schindler A.et al.,2003. traduzione italiana per gentile concessione di Ediomega, Torino

  15. Bedside Swalloving Assessment • Questo strumento viene utilizzato da logopedisti e foniatri e da infermieri formati ed esperti (strutture specialistiche) • Per la prova con il cucchiaino sono necessari più tentativi? (due su tre) o può essere più prudente considerare positivo il test per la comparsa dei segni respiratori ad un solo tentativo? • E’ fortemente raccomandata la predisposizione di protocolli infermieristici condivisi con altri professionisti

  16. Mantenimento della nutrizione e idratazione orale Assicurare interventi atti a ridurre il rischio di aspirazione (livello IV) Prima dell’alimentazione attenzione a: • l’igiene del cavo orale……la presenza di protesi…… • la cura dell’ambiente…… • l’assunzione di una postura corretta da parte della persona assistita……. • il controllo dello stato di coscienza……e..delle abilità nel comunicare…… • conoscere lo score della funzionalità deglutitoria e/o rivalutare …… • il controllo della terapia farmacologica

  17. Mantenimento della nutrizione e idratazione orale • L’infermiere dovrà assicurarsi che tutti gli addetti all’assistenza siano preparati su conoscenze e abilità per alimentare in sicurezza la persona con disfagia (livello IIIeIV) • L’infermiere dovrà assicurarsi che struttura, consistenza e tipo di cibi solidi e liquidi siano somministrati come da prescrizione (livello IV, SIGN 2008)

  18. Indicazioni per alimentare in sicurezza la persona assistita Durante la somministrazione del pasto: • Posizionarsiallo stesso livello oppure più in basso degli occhi della persona da imboccare • Evitare di far parlare la persona durante l’assunzione del pasto • Far assumere piccole quantità di cibo ( cucchiaino o cucchiaio) bicchieri …..cannucce….. • Posizionare il cibo sulla parte anteriore della lingua verso il centro della bocca, evitando di toccare i denti con il cucchiaio;la persona non deve iperestendere il capo

  19. Indicazioni per alimentare in sicurezza la persona assistita Durante la somministrazione del pasto: • Rispettare i tempi della persona nell’assunzione del cibo • Incoraggiare la tosse e/o schiarimenti della gola • Controllare eventuali residui di cibo all’interno del cavo orale • Sospendere il pasto in caso di eccessivo affaticamento, ripetuti episodi di tosse…alteraz.colorito cute e mucose • Valutare la possibilità di assicurare 6 piccoli pasti suddivisi nella giornata

  20. Mantenimento della nutrizione e idratazione orale Dopo l’alimentazione: • Provvedere all’igiene del cavo orale • Far mantenere alla persona la posizione Fowler per circa 30-60 minuti • Monitorare i rumori respiratori, la comparsa di tosse involontaria, la presenza di febbre …predisporre un aspiratore • Documentare la quantità di cibo assunta ad ogni pasto • Ricercare i segni e sintomi di malnutrizione e disidratazione Monitorare la quantità di cibo assunta per assicurare una adeguata nutrizione e idratazione ( livello IV)

  21. Interventi educativi alla persona e alla famiglia La famiglia, il care - giver devono essere coinvolti nella pianificazione assistenziale E’ necessario fornire istruzioni e counselling alla persona e a chi se ne prende cura I familiari devono essere educati su: • modalità corrette per somministrare il cibo • rispetto dei tempi delle persona • conoscere gli alimenti indicati e quelli controindicati • la postura corretta da far assumere alla persona e da mantenere • riconoscere i principali segni e sintomi della disfagia e delle complicanze riferire e/o documentare la quantità e i tipi di cibi assunti

  22. Responsabilità dell’infermiere D.M. 739 del 14 settembre 1994 (profilo professionale dell’infermiere) recita.… …l’infermiere è RESPONSABILE dell’assistenza generale infermieristica. Questo contempla che la responsabilità investe globalmente tutto il piano assistenziale.

  23. Responsabilità dell’infermiere Il Codice Deontologico dell’infermiere con deliberazione n.1/09 del 10 gennaio 2009 • Delinea la responsabilità dell’agire professionale sia per gli ambiti tecnico-professionale, sia nei confronti della persona assistita nella sua globalità • art.9  l’ infermiere, nell’agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere.

  24. Responsabilità dell’infermiere • Art. 11 l’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca…… • Art.13  l’infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità professionale.

  25. Responsabilità dell’infermiere • Art. 15 l’infermiere chiede formazione e/o supervisione per pratiche nuove o sulle quali non ha esperienza. • Viene quindi sottolineato come questo sia un diritto ma anche un dovere dell’infermiere che assume quindi un ruolo attivo nella sua formazione e in generale nell’agire professionale.

  26. Alcune riflessioni • Dall’analisi del profilo e di alcuni articoli del codice deontologico emerge come sia necessaria una competenza specifica supportata da saperi di tipo clinico, assistenziale, etico e deontologico. • Come professionisti agire con competenza è fondamentale per sé stessi ma anche come riferimento per altri operatori come l’operatore socio sanitario (OSS), la logopedista, la dietista, gli specialisti, i famigliari e in primis la persona assistita

  27. Responsabilità dell’infermiere • La consapevolezza delle proprie responsabilità non è da considerarsi solo in un ottica difensiva di tutela della propria posizione ma come occasione di miglioramento in termini di efficacia e di efficienza nel garantire delle cure sicure agli assistiti.

  28. Grazie per l’attenzione

  29. BIBLIOGRAFIA • Bugnoli S, Castagnoli M. et Al.,Le responsabilità dell’infermiere e le sue competenze, Maggioli Rimini 2010; • Saiani L. Brugnoli A. Trattato di Cure Infermieristiche,Sorbona Napoli 2011 • Santullo A.Sasso L.., Le scale di valutazione in sanità, McGraw-Hill Milano 2009 • Pellecchia C. Modena L. La disfagia oro-faringea nel paziente adulto con patologia neurologica Centro Studi EBN Bologna 2001 • Modena L.Pellecchia C. La disfagia neurologica nell’adulto ,Evidence-based Nursing e Pratica Clinica. Centro studi EBN. S.Orsola Malpighi Bologna 2001 • Best Practice Identificazione e Gestione Infermieristica della Disfagia nell’adulto con Compromissione Neurologica Vol. 4 numero 2 Bologna 2000 • Sfondrini S.(a cura di) E’ evidente che… www.ipasvicomo.it/agora ultima consultazione 4 settembre 2013 • Martino R.et Al.,The Toronto Bedside Swallowing Screening Test (TOR-BSST) Development and Validation of a Dysphagia Screening Tool for Patients With Stroke, Stroke febbraio 2009; 555-561

More Related