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Platone 2

La battaglia antisofistica e la nascita della dottrina delle idee. Contro i sofisti, Platone sostiene la necessit

dayton
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Platone 2

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Presentation Transcript


    1. Platone 2 La seconda navigazione

    2. La battaglia antisofistica e la nascita della dottrina delle idee Contro i sofisti, Platone sostiene la necessit della ricerca di una verit universale e condivisibile dagli uomini. Nel corso di questa ricerca, egli viene distaccandosi dal suo maestro, Socrate, ed elaborando una propria prospettiva filosofica originale, il cui cuore la dottrina delle idee. Questa dottrina non viene esposta in modo organico in unopera sola, ma presente nelle riflessioni contenute in diversi dialoghi e sar oggetto privilegiato dellinsegnamento orale delle dottrine non scritte.

    3. La scienza e la nascita della dottrina delle idee La scienza per Platone va intesa come un sapere avente le caratteristiche della stabilit e dellimmutabilit. Deve essere insomma qualcosa che non cambia e di cui si pu essere certi e sicuri, poich ci che muta di per s imperfettoniente infatti che abbia bisogno di cambiare ha in s i caratteri della perfezione. Ma se la scienza non perfetta e stabile, non pu nemmeno essere vera (pu essere vero, pienamente vero ci che oggi vero e domani non lo pi?).

    4. Loggetto della scienza Di che cosa tratta il sapere? Qual il suo contenuto? Quale il suo oggetto? Se il sapere deve essere stabile esso deve avere come oggetto qualcosa di stabile. Ma le cose del mondo, cos come sono apprese dai sensi non possiedono questo carattere di stabilit, essendo per loro natura soggette al divenire. La conoscenza delle cose che divengono infatti propria della doxa, dellopinione mutevole e insicura.

    5. Seconda navigazione Per giungere ad un sapere stabile bisogna andare oltre la conoscenza ottenibile con i sensi. Platone, per spiegare questo andare oltre, usa la metafora della seconda navigazione (Fedone). Nellambito marinaresco, si dice prima navigazione quella fatta con il favore dei venti e lutilizzazione delle vele. Quando per questa modalit immediata e facile non pi possibile, perch i venti sono calati e non hanno pi la forza per spingere la barca, allora necessario procedere con i remi che, secondo la metafora, sono le forze dellintelletto e della ragione. Cos si potr arrivare finalmente a destinazione.

    6. Le idee Procedendo con lintelletto si acquisisce la vera scienza il cui oggetto non pu che essere l idea o le idee. Esse non sono solo concetti della mente, ma hanno una loro realt esterna, ontologicamente piena: sono cose pi reali delle cose che noi apprendiamo con i sensi, sono autonome e sono collocate in una precisa dimensione del mondo, il mondo iperuranio (al di l del cielo), che trascende e sta al di l del nostro mondo.

    7. Le idee: realt paradigmatica Le idee rappresentano il MODELLO, il PARADIGMA, di tutto ci che . Ci in base al quale tutto ci che esiste. Le cose di questo mondo sono solamente copie imperfette delle idee. Se in questo mondo per esempio esistono cose belle (imperfettamente belle), nel mondo delle idee esiste la Bellezza, piena, totale, stabile, paradigmatica, immutabile. Se in questo mondo esistono uomini buoni (a volte buoni a volte no, e comunque mai pienamente buoni) nel mondo delle idee esiste la Bont perfetta, di cui gli uomini buoni sono solo una copia, unimitazione sbiadita.

    8. Due livelli della realt, due livelli della conoscenza Dunque se vi sono due tipi di realt, quella mutevole e imperfetta e quella perfetta e immutabile, due saranno i modi della conoscenza, quella incerta dellopinione dei sensi, che coglie la realt al livello pi basso il livello del divenire (prima navigazione) e quella certa della scienza che coglie la realt nella sua perfezione (seconda navigazione). Organo di questultima forma di conoscenza non sono i sensi, ma la ragione, il logos, le cui conclusioni possono essere sempre vere, proprio quando vedono, con gli occhi della mente, la realt vera.

    9. Una dottrina metafisica Metafisica il titolo di un libro di Aristotele che tratta dellessere e delle realt supreme e che nel catalogo dei libri del grande filosofo allievo di Platone (opera di Andronico di Rodi, I sec. a.C.) veniva dopo i libri che trattavano della fisica, della realt naturale. In senso lato si cominciato a considerare metafisica ogni dottrina che riguardava le realt che stanno al di l (che vengono dopo) del mondo materiale e naturale. Platone il primo che in modo sistematico ne ha parlato, approfondendo la sua dottrina delle idee che per questo pu ben essere chiamata metafisica.

    10. Eraclito e Parmenide La riflessione metafisica platonica si pone alla confluenza tra eraclitismo ed eleatismo. Di Eraclito, Platone accoglie la convinzione per cui il nostro mondo, quello che abbiamo sottomano, caratterizzato dal divenire incessante di tutte le cose. Ma questo divenire, per Platone significa insufficienza e imperfezione. Di Parmenide egli accoglie la dottrina di un vero essere immutabile, eterno e perfetto, che per viene collocato OLTRE questo mondo in una trascendenza che sta al di l di ogni cosa sensibile

    11. Modello-copia Tra le due sfere, quella sensibile e quella intellegibile (cio quella che si coglie con lintelletto), vi un rapporto: il rapporto modello-copia. Ci rende questo mondo NON SOLO il mondo dellapparenza irrazionale (come in Parmenide), ma qualcosa che ha una sua realt e una sua consistenza, seppure caratterizzata da imperfezione.

    12. Quali sono le idee Nelle sue opere Platone ci parla di tre tipi di idee: Le idee-valori cio i supremi principi etici, estetici, politici: la Bellezza, la Giustizia, la Bont, il Coraggio, la Temperanza, la Sapienza Idee di cose concrete (sullesistenza delle quali Platone allinizio ha qualche dubbio, successivamente fugato): lUmanit, lAnimalit, ma anche idee di cose artificiali come il il Letto, la Nave etc. In tal modo le idee divengono la forma perfetta, il modello assoluto di ogni gruppo di cose concrete che noi vediamo in questo mondo. Le idee matematiche che costituiscono lo scheletro della realt tutta e fanno da mediazione tra mondo sensibile e soprasensibile: il Numero, lUguaglianza, il Quadrato, il Circolo etc.

    13. Lordine delle idee Le idee sono molteplici, ma non in ordine sparso. Esse sono strutturate secondo uno schema gerarchico-piramidale con al vertice lidea di Uno-Bene, cio lidea di una perfezione massima che rende perfette tutte le altre idee. Tale idea suprema ha per Platone caratteri divini, anche se non un Dio personale e creatore (non dotata di volont e non ha creato n se stessa n tutte le altre idee, n la realt che noi conosciamo, essendo tutto ci eterno, senza inizio n fine).Un Dio personale c in Platone, ma non ha potere di creare dal nulla, bens di plasmare la realt come fa un artigiano con la creta e basandosi su un modello (lo vedremo quando affronteremo la figura del Demiurgo).

    14. Le idee-criteri di giudizio Le idee eterne e perfette sono Criteri di giudizio delle cose: pi una cosa si avvicina alla sua idea, pi perfetta. Ciascuna cosa nella misura in cui assomiglia ad unidea. Noi diciamo per esempio che due cose sono uguali, perch le raffrontiamo allidea di Uguaglianza, diciamo che sono belle, perch le raffrontiamo allidea della Bellezza, diciamo che sono quello che sono (uomo, essere vivente, manufatto, cosa etc.) perch le raffrontiamo alla rispettiva idea della cosa come dovrebbe essere se fosse perfetta in tutto per tutto. Dunque senza le idee noi non potremmo pensare le cose, poich non potremmo sapere che cosa esse veramente sono, non avendo un modello con cui valutare il loro essere (le idee cos concepite sono condizioni di pensabilit di ogni cosa).

    15. Le idee-causa Se una cosa , a motivo della idea alla quale partecipa che d alla cosa il suo essere. Se non fosse cos non potrebbe esserci niente, perch niente sarebbe veramente stabile e vero e, nel mutamento di tutto, noi non potremmo distinguere le cose che sono (come aveva notato Cratilo). Ma il solo fatto che nominiamo le cose significa che si pu fermare il continuo movimento facendo riferimento ad una realt che non muta, lidea che . Questo lessere, la verit della cosa senza la quale la cosa non ci sarebbe nemmeno: dunque lidea CAUSA di tutto ci che . Quindi le idee sono anche la condizione di esistenza delle cose.

    16. Il rapporto idee-cose Tra le cose e le idee vi un rapporto di MIMESI(=imitazione): le cose imitano le idee METESSI (=partecipazione): le cose partecipano dellessere delle idee Nelle cose vi inoltre la PAROUSIA (=presenza), cio la presenza delle idee. Un problema difficile come avvenga la mimesi e la partecipazione, data leterogeneit delle due realt (come leterno si dispiega nel tempo? come lessere entra nel divenire?). Questo problema sar oggetto della riflessione platonica della vecchiaia e non giunger ad essere risolto in modo definitivo.

    17. Come si conoscono le idee Le idee non le trovo in questa realt che io percepisco con i miei cinque sensi. Con i sensi non si colgono le idee. Io debbo gi possederle, visto che mi limito a SCOPRIRLE nelle cose. Le cose allora servono solo da stimolo per richiamare nella mia mente lidea corrispondente. Io vedo Angelina Jolie, Julia Roberts, Kate Moss etc. e mi sovviene idea della bellezza. Ma per quanto belle, le creature appena citate sono sempre imperfettamente belle. Tuttavia io le giudico belle perch, pur nellimperfezione, scorgo in loro un carattere bello che le ACCOMUNA. Da dove mi viene lidea della bellezza che io trovo nei singoli esseri belli che vedo qui ed ora? Abbiamo detto non dai sensi, che percepiscono solo le cose e non i modelli. Le idee devo gi possederle. Ma come?

    18. Ho gi visto le idee La mia anima, la mia mente che immortale e che preesiste al corpo prima di scendere nel mio corpo, ha abitato una sorta di pianura della verit: quel mondo iperuranio e metafisico dove stanno le idee e dove le idee si sono mostrate nella loro piena verit alla mia mente. Nellatto di scendere nel corpo, la mia anima ha dimenticato ci che ha visto prima di vivere in questo corpo. Ora, guardando le cose di questo mondo, che lo stimolano a ricordare, lintelletto richiama alla mente le idee che ha gi conosciuto e che sono presenti in modo innato (cio non acquisito in questa vita) in esso. Per questo la conoscenza per Platone ANAMNESI, cio ricordo di ci che gi si appreso e gi si conosce. Nel Menone, in cui uno schiavo ignorante, opportunamente interrogato, risolve un complesso problema di geometria, mostrata, secondo Platone, una prova di questa convinzione che ogni conoscenza vera RICORDO (infatti tutti possiamo ricordare, anche coloro che sono ritenuti ignoranti).

    19. Conoscere ci che si sa gi Non potremmo conoscere niente che gi non sappiamo: se non possiamo sapere che cosa dobbiamo conoscere come facciamo a conoscerlo (come faccio a voler sapere che cosa la matematica se non ho la minima idea di che cosa sia la matematica)? Ma noi, questo il punto, sappiamo e al tempo stesso non sappiamo, cio sappiamo ma non ricordiamo, per questo la conoscenza, pur non essendo attuale, qualcosa che a nostra disposizione, visto che la nostra mente gi la possiede. Tutto sta nel ricordarla adeguatamente: a questo provvede la filosofia, che insegna a guardare il mondo, riconoscendo le idee di cui il mondo copia, attraverso adeguati ragionamenti e domande mirate.

    20. Limmortalit dellanima La dottrina della conoscenza come reminescenza postula gi la preesistenza dellanima e la possibilit di una sua trasmigrazione da corpo a corpo che evoca una sua immortalit. Accanto a ci nel Fedone, il dialogo che tratta direttamente del tema, Platone propone altre prove dellimmortalit dellanima. La prima quella dei contrari, secondo la quale come da un contrario si genera il suo contrario, allo stesso modo dalla morte la vita e dalla vita la morte in un ciclo continuo.

    21. Limmortalit dellanima: la somiglianza e la vitalit La prova della somiglianza dice che se lanima simile alle idee (in quanto lorgano della loro conoscenza), sar, come lo sono le idee, eterna e immortale. Inoltre si distrugge e muore solo ci che composto, mentre ci che semplice, come lanima e le idee, non pu disgregarsi e nemmeno morire. Largomento della vitalit sostiene che lanima sia il soffio vitale delluomo, quindi ci che eminentemente d la vita. In quanto tale, non pu accogliere in s lidea di morte (pu morire ci che fonte di ogni vita?), e dunque immortale.

    22. Filosofia come preparazione alla morte In realt muore solo il corpo sensibile. Cio la parte inferiore, corruttibile e imperfetta della nostra persona. Il corpo nella sua imperfezione, con le sue mancanze e i suoi bisogni, risulta anzi essere un carcere per lanima. Lanima vive nel corpo come prigioniera in un mondo estraneo (tale dottrina risente di forti influenze religiose). Esercitando la ragione, cio mettendo in primo piano la vita dellanima, noi ci alleniamo ad abbandonare il corpo, a superarlo, a farne a meno. Dunque la filosofia aiuta a prepararsi alla morte del corpo, a liberarsi del corpo e a vivere lunica vita degna, quella dello spirito.

    23. Il mito di Er Lanima preesiste al corpo e continuer ad esistere anche dopo il corpo, tornando, dopo la morte corporale, in un mondo in cui sar premiata o punita a seconda del tipo di vita che ha condotto. Questo il tema del mito di Er, alla fine della Repubblica. Er, un soldato morto, vede che cosa succede nellaldil e torna, risuscitato, a raccontare ci che ha visto: il destino delle anime dei morti, la loro vita dopo la morte e la loro reincarnazione.

    24. La vita scelta Questultima avviene non prima che lanima abbia scelto quale vita condurre nel futuro, tra una gamma di opzioni che le sono poste di fronte da un araldo delle muse del tempo. Sar loculatezza della scelta a stabilire il destino della vita futura, unoculatezza che dipende solamente dallanima che sceglie e di cui lanima la sola responsabile. Cos Platone, che non un grande sostenitore della libert politica dei cittadini, difende e salva la libert metafisica delluomo, sostenendo che la vita che uno conduce oggetto di una scelta libera, pur avvenuta prima che lanima prendesse un nuovo corpo (quindi non in questa dimensione, ma in quella dellaldil).

    25. Le idee come strumento di lotta contro il relativismo e le sue conseguenze politiche Lobiettivo polemico della dottrina delle idee il relativismo sofistico, cio la convinzione secondo cui, esistendo una molteplicit di punti di vista, ciascuno in s legittimo, non possibile stabilire una verit e un valore valido per tutti. Platone convinto che, accogliendo la prospettiva relativistica, anche lordine sociale venga meno, in quanto non esisterebbe pi un criterio di vita valido per tutta la societ. E se ognuno fa quello che vuole, perch tutto va bene, il risultato lanarchia e la violenza diffusa. Questo il principale difetto della societ a lui contemporanea.

    26. Il Bene contro il caos A tale difetto egli vuole opporre la convinzione per la quale al governo vanno posti i sapienti, cio i custodi della verit, ossia coloro che sapendo che cosa bene (avendo compreso con gli occhi della mente il Bene assoluto) lo praticano e lo rendono disponibile a tutti. Solo cos, seguendo le leggi suggerite dai sapienti, una societ pu essere ben ordinata in base alla giustizia e alla verit e solo cos la vita delluomo nella societ pu avere un senso compiuto. Questo tema sar ampiamente sviluppato nella Repubblica.

    27. Eros o la passione per la verit Platone ritiene che la via per giungere alla contemplazione del vero essere e del mondo delle idee sia una via razionale. Tuttavia la razionalit pi alta non per il nostro filosofo n gelida n anaffettiva, anzi mossa da una profonda passione, da una grandissima attrazione per la verit. Questa data da EROS. Il tema delleros, dellamore e della passione per la verit oggetto del Simposio e del Fedro.

    28. La bellezza Nel Simposio si considera prevalentemente loggetto di eros o dellamore, cio la bellezza. Essa ha vari gradi di pienezza. Si comincia con lamare la bellezza dei corpi che si ama al fine di generare nel bello un altro corpo. Qui gi emerge il desiderio di eternit implicito nellamore e nella sua fecondit. Ma oltre la bellezza effimera del corpo, vi una bellezza pi stabile, quella dellanima umana, e poi la bella armonia dellordine e delle leggi dello Stato e, infine la bellezza tutta spirituale della sapienza e delle scienze. Infine da queste ultime si giunge a contemplare la Bellezza in s, lidea del bello, che oggetto della filosofia.

    29. Il desiderio del bello La bellezza oggetto del desiderio, ma che cos il desiderio. Il desiderio Eros, demone incompiuto, figlio di Poros (espediente) e Penia (povert). Eros il senso di una mancanza che ci fa cercare ogni strategia (ogni espediente intelligente) per raggiungere loggetto che manca. E loggetto che manca la pienezza dellessere, che si manifesta anzitutto nella bellezza, nella forma bella che non manca di niente. In questo senso, come amante della bellezza che verit, Eros filo-sofo per eccellenza, la filosofia in quanto passione per la verit.

    30. Il Fedro e il mito del carro alato Lanima per Platone come un auriga che guida due cavalli, uno bianco che punta in alto verso la regione dellessere e della verit, e uno nero che scalpita e punta al basso del divenire e della morte. Essa, guidata dallauriga giunge a contemplare la verit, ma, se gravata da una colpa o da una dimenticanza del suo vero scopo, cede alla malvagit del cavallo nero, cade e si incarna in un corpo.

    31. Il Fedro e il mito del carro alato 2 La qualit della vita delluomo in cui caduta lanima, dipende dalla possibilit di ricordare quanto lanima ha visto nella pianura della verit. Coloro che vi hanno sostato pi a lungo saranno pi inclini a ricordare. Ma che cosa stimola il ricordo? La bellezza che si ha di fronte in questo mondo. Essa la testimonianza del mondo ultraterreno pi accessibile alluomo concreto. Quindi essa fa da mediatrice tra questo e laltro mondo, guidando lanima, attraverso vari gradi allEssere, muovendo la ragione ad indagare fino a ritrovare il senso delle idee e larchetipo-modello di ogni realt. Il ragionamento mosso dalla bellezza dialettica, cio quellarte di saper distinguere tra le cose, di saperle valutare e di cogliere il concetto, lidea che unisce i vari esemplari di questo mondo nel loro paradigma universale e perfetto, lidea.

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